Fondi per Comuni, Aziende Agricole e immigrati: Si potranno ristrutturare casolari, concedere contributi per l’assunzione di dipendenti stranieri; dare contributi diretti.
Ma dove lavoravano tutti i migranti irregolari che si sono dispersi? Continuano a lavorare nelle stesse Aziende? Abbiamo nascosto lo “sporco” sotto lo zerbino.
NAPOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota dell’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Eboli Luca Sgroia, inerente la riunione che si è tenuta questa mattina a Napoli sui fondi stanziati dal Governo Regionale per la Piana del Sele e l’agro Domizio in materia di immigrazione.
E’ sicuramente un giorno importante e un accordo importante, che con la somma di 18 milioni di euro, si mette a disposizione una cifra ragguardevole per realizzare nei fatti degli interventi minimi e strutturali volti ad ogni forma di integrazione.
Tuttavia i grandi nodi, quelli che hanno portato nel corso degli anni a tacere sulle condizioni degli extracomunitari di San Nicola Varco, fino alle drammatiche giornate dello sgombero forzato a seguito del sequestro dell’area dell’ex Mercato, non sono stati risolti.
- Dove lavoravano tutti i migranti irregolari ora dispersi nella piana del Sele?
- Continuano a lavorare nelle stesse aziende?
- Le aziende Agricole della Piana dichiarano il reale numero e dispongono nei fatti del reale numero di manovalanza, di cui hanno realmente bisogno in relazione ai Piani agricoli colturali?
- Sono stati fatti mai controlli per verificare se le Aziende Agricole, che tra l’altro utilizzano ingenti somme provenienti da contributi destinati ad “oc” e per l’ottenimento dei quali, devono per forza dichiarare, per i progetti presentati, il numero dei braccianti che sono funzionali alle produzioni agricole?
- Quei numeri, corrispondono a quelli dei loro libri paga?
- Le loro dichiarazioni dei redditi corrispondono ai reali movimenti di uomini, di danaro e di produzione che girano intorno alle Aziende Agricole?
Sono tutti interrogativi irrisolti, che non placano la domanda di giustizia che una società civile e solidale si pone. Oggi le produzioni agricole, non sono più il frutto del lavoro di contadini, nel senso tradizionale della parola. Quelli di oggi sono imprenditori Agricoli che non hanno nessun rapporto con la terra, che mettono solo capitali e oltre ad essere proprietari sono anche fittuari di centinaia e centinaia di ettari di terreno, realizzando grandi profitti, ma usufruendo di grandi vantaggi, legati ancora alla concezione dei contadini. Questi sono i nuovi latifondisti, che sfruttano i migranti e non solo i migranti, sfruttano lo stato e d’accordo con i gruppi di acquisto fanno lievitare i prezzi dei prodotti perché monopolisti.
Fino a quando non si riesce a regolare questi rapporti, non riusciremo mai ad avanzare socialmente e non riusciremo mai a sconfiggere i “caporali moderni” che hanno fatto un’industria il ricorso alle 150 giornate lavorative e alle misure economiche che girano intorno a queste cose.
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Comunicato Stampa
L’integrazione possibile
NAPOLI – Non posso che accogliere con estrema soddisfazione quanto messo a punto dalla Regione Campania in termini di interventi a supporto della piena integrazione dei cittadini stranieri.
In particolare, mi sento di sottolineare l’apertura alla collaborazione attiva richiesta dal Governo regionale alle Istituzioni locali prima e durante la fase di messa a punto del piano d’azione.
Un provvedimento che giunge in seguito ad una puntigliosa ricognizione in quella che resta una delle questioni di primaria importanza per la Campania e, specie in seguito agli avvenimenti calabresi degli ultimi giorni, per il Mezzogiorno. Monitoraggio che ha portato alla presa di coscienza di come fosse necessario intervenire sul problema in modo da colmare le grandi e drammatiche lacune lasciate dalle norme nazionali in materia. In tale direzione va lo stanziamento di circa 18milioni di euro.
Una riunione – tenutasi questa mattina a Napoli tra il Comune di Eboli, i Piani di Zona S5 ed S6, i responsabili Caritas, Arci ed i funzionari della Regione – ha chiarito i tempi e le modalità di un’azione che non è – e ci tengo a sottolinearlo – una mera elargizione incontrollata di fondi.
In primo luogo lo stanziamento è indirizzato a due delle aree maggiormente interessate dalle presenza di cittadini migranti: l’agro Domizio con Castelvolturno e la Piana del Sele con Eboli. La distribuzione delle risorse prevede il dirottamento di interventi per circa 10milioni di euro verso il primo e di circa 8milioni verso la Piana del Sele. La disparità – va inteso – è calcolata sulla base dell’urgenza di un intervento che a Castelvolturno faccia i conti con una situazione esplosiva, non solo dal punto di vista sociale.
Nello specifico i finanziamenti saranno indirizzati a tre azioni particolari.
In primis verrà data la possibilità agli enti locali (Comuni su tutti) di restaurare casolari e strutture in borghi agricoli – lì dove si concentra la maggior parte della popolazione straniera impiegata nel lavoro dei campi – per ospitare cittadini e lavoratori migranti. L’azione, in tal senso, è duplice. Se da un lato si evita la disperazione di chi vagabonda per la Piana in cerca di un tetto; dall’altro si permette il “ripopolamento” delle città e dei borghi campestri, con quel che ne consegue in termini di auto controllo e riqualificazione di spazi magari abbandonati.
In secondo luogo, la Regione metterà a disposizione un contributo per le aziende agricole e datori di lavoro che si faranno carico di assumere ai sensi di legge dipendenti stranieri con contratti a tempo indeterminato o determinato. Anche qui l’intento è duplice. Oltre a garantire il benessere della persona, infatti, si tende a scardinare il marasma criminale che favorisce il proliferare di lavoro nero e del fenomeno del caporalato. Parliamo di un intervento di “work experience” che il Comune di Eboli ha deciso di contribuire a migliorare con l’idea di istituire vere e proprie cooperative di cittadini stranieri che sappiano gestire in proprio questo aspetto.
Il terzo intervento, invece, è diretto ai più di cento immigrati sin ora a carico dei Servizi Sociali del Comune e del volontariato Caritas. In pratica si tratta di una “borsa di cittadinanza”, ovvero il finanziamento di interventi le cui modalità saranno individuate dagli stessi uffici del Piano o del Comune.integrazione del reddito piuttosto che al pagamenti di fitti o ad investimenti in corsi di formazione o specializzazione e di avviamento al lavoro. In tal senso si proporranno percorsi personalizzati per ogni individuo. Penso, ad esempio, alla possibilità di
In conclusione, un progetto ambizioso e che ci convince nella misura in cui sapremo gestire gli interventi con l’unico intento di dare dignità a chi oggi rappresenta un’importante componente del motore che fa girare il Sud Italia, da sempre culla di popoli anche eterogenei tra loro che hanno dato vita a quella fantastica multiculturalità che sa di greco, romano, normanno, spagnolo, francese ed arabo – saraceno. Una complementarietà di sicuro irriconoscibile negli sguardi, nelle fattezze o solo in divergenze culturali e religiose; ma che scorre nel nostro sangue, perfetta integrazione di fattori differenti tra loro. In questa ottica lo stanziamento di risorse da parte di Palazzo Santa Lucia giunge a finalmente a stabilire e riconoscere quanto di importante sta avvenendo in quei territori. Uno straordinario processo che porterà, inevitabilmente, ad una crescita socio culturale e a delineare quelli che saranno nel prossimo futuro i cittadini campani ed italiani.
LUCA SGROIA
Assessore Politiche Sociali
Comune di Eboli