Cultura a Km zero. Un obiettivo del lionismo con altri temi che riconducono al solidarismo e al rispetto dell’ambiente.
Il viaggio programmato dai Lions Club Eboli Battipaglia Host con il supporto del Lions Club Salerno Arechi, parte dall’Abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava dei Tirreni.
di Ida Rosaria Napoli per POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento di Ida Rosaria Napoli, che con un tuffo nella storia tra il racconto e riferimenti puntuali ci consegna uno spaccato di cultura “liquida” iniziando appunto dal km “0” iniziando come primo appuntamento l’Abbazia di Cava dei Tirreni.
Con il cambio ai vertici del Lions Club Eboli Battipaglia Host si è insediato in qualità di presidente per l’anno sociale 2022/23, l’avvocato battipagliese, Corrado Spina. Nella sua azione programmatica, oltre ai temi canonici del Lionismo, grande rilevanza assume la cultura a KM zero, un service che prevede la valorizzazione delle numerose risorse artistiche del territorio e l’avvicinamento dei Lions al territorio di appartenenza per stimolarne una approfondita conoscenza .
Primo itinerario individuato dal Lions Club Eboli Battipaglia Host con il supporto del Lions Club Salerno Arechi l’Abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava dei Tirreni, suffraganea dell’Arcidiocesi di Salerno – Campagna–Acerno, appartenente alla regione ecclesiastica Campania, che conserva preziosissime testimonianze di alto valore storico e artistico.
L’Abbazia, ordinata secondo la regola benedettina, sorge in collina, a circa 400 metri s.l.m. a pochi KM dalla costiera amalfitana e da Cava dei Tirreni della cui Arcidiocesi fa parte dal 2012.Nella facciata dell’Abbazia è collocata la statua in marmo bianco di San Benedetto da Norcia, da cui fu desunta la regola, ad opera dello scultore Antonio De Medico.
La basilica fu costruita nell’XI secolo dall’abate Pietro Pappacarbone e fu consacrata dal papa Urbano II ,il 5 settembre del 1092.
Fu completamente ricostruita nel XVIII secolo su disegno di Giovanni del Gaizo.
Il fondatore dell’Abbazia fu sant’Alferio Pappacarbone, nobile salernitano di origine longobarda che nel 1011 di ritirò a vita eremitica nella grotta di Arsicia, alle falde del monte Finestra, nel Comune di Cava .
La sua santità attrasse molti fedeli tanto da indurlo a costruire una chiesa e ad occidente di essa un monastero che costituisce il nucleo originario dell’odierna Abbazia.
Fu Guaimario III di Salerno a donare a sant’Alferio la zona boschiva e le terre coltivate intorno alla grotta Arsicia.
A partire dalla donazione perché ne rimanesse traccia, ebbe inizio la costituzione dell’archivio storico con la raccolta di bolle, diplomi, donazioni e privilegi. Dal XVI secolo in poi gli atti furono catalogati e resi facilmente rintracciabili. Oggi l’archivio raccoglie 15000 pergamene dall ‘VIII al XIX secolo mentre la Biblioteca raccoglie preziosi manoscritti ed incunaboli.
I primi quattro abati: Alferio, Leone I, Pietro I che fondò l’Ordine di Cava e Costabile sono stati riconosciuti santi dalla chiesa per la bontà delle loro opere. L’ordine cavense cessò di esistere quando l’Abbazia passò alla Congregazione di Santa Giustina di Padova, in un primo momento voluta ,poi contrastata dal popolo di Cava.
Il senso di magnificenza della Basilica rende partecipe il visitatore di una grande bellezza, a partire dal maestoso ambone del XII secolo in marmo policromo.
Un respiro metafisico aleggia tra il visitatore e le magnifiche cappelle che custodiscono il paliotto e le sculture di Tino di Camaino. Domina l’altare il magnifico organo a canne costruito nel 1927 da Balbiani Vegezzi–Bossi con 3595 canne, posto in una cassa neo barocca.
Ad attirare l’attenzione nel chiostro la nuda roccia rosata che il visitatore ammira non senza pathos per l’incombenza di quella materia grezza che sembra debba rovinare giù da un momento all’altro, invadendo tutto
La sala del Capitolo Antico adiacente al chiostro, di stile gotico del XIII secolo accoglie sarcofagi funerari in pietra del IV secolo , riccamente decorati da bassorilievi ed affreschi di varie epoche.
La sala del Capitolo indirizza lo sguardo dal minimalismo degli schienali lignei del 1540, ai magnifici affreschi del soffitto.
L’apporto delle Abbazie fu di grande rilevanza nel mezzogiorno per la loro funzione culturale, sociale ed economica.
Nel 1867 furono istituiti il Collegio di San Benedetto e le scuole. Di grande prestigio l’istituzione del liceo classico dal quale uscirono uomini altamente formati, seguirono il liceo scientifico, le scuole medie e le elementari. Dal 2002 al 2005 sono stati progressivamente chiusi tutti gli ordini scolastici.
La vista del complesso trova compimento in una piacevole sensazione di non abbandono in cui le anse del tempo non si sono prosciugate e l’Abbazia continua a vivere e a scrivere la sua storia. Una cena solidale nella sala conviviale della chiesa di San Francesco suggella la serata.
Battipaglia, 7 ottobre 2022