Il mercato delle Regioni rende il terreno fertile a quelle esperienze “transpolitiche” che vanno oltre gli schemi tradizionali. I pareri di Cuomo e Bonavitacola sulla candidatura De Luca.
Puglia e D’Alema l’ombellico della politica: La Campania, a chi offre di più, in balia dei veti di Di Pietro e i dictat di Casini.
ROMA – IL destino della Campania è legato alla “mira” di Pier Ferdinando Casini che con l’aiuto di Massimo D’Alema, sta impallinando tutti i candidati possibili. Il destino della Campania non è dissimile a quello della Puglia. Anche da quelle parti tira brutta aria, e con una sapiente regia D’Alema, ha messo sul mercato prima il suo uomo, il furbo Sindaco di Bari Emiliano e poi Francesco Boccia, pur di sbarrare il passo al governatore uscente e ottimo candidato Niki Vendola.
In effetti Pier Luigi Bersani ha mollato il PD del Sud nelle mani del “baffetto“, per finire di distruggere quello che rimane del Partito Democratico, nato bene nell’entusiasmo, ma gestito malissimo nell’egoismo di qualcuno che pur di coltivare l’orticello ha distrutto un patrimonio elettorale, che nel giro di un anno in termini percentuali è costato il 10% .
Come se non bastasse si è distrutto anche il centrosinistra e ora si tenta il colpo finale demolendo quel poco di struttura di partito, che ancora tiene, mettendola nelle mani ora di Casini e ora di Di Pietro, i quali entrambi con i loro partiti, fatto di uomini raccogliticci provenienti da ogni destinazione, decidono per gentile concessione, chi devono essere i candidati Governatori nelle prossime elezioni Regionali.
Casini con la scusa di sconfiggere un falso bipartitismo inventa le “alleanze variabili” e decide di volta in volta: in Puglia un no a Vendola, candidato uscente; in Campania un no al Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, candidato PD popolare; nel Lazio un si alla Renata Polverini, candidata del PdL; In Calabria si vedrà a chi toccherà dopo aver fatto fuori Agazio Loiero, dipende tutto dalla Puglia. La strategia di Casini è molto vicina a quella dei “due forni” o a quella della “governabilità” entrambe memorie da “prima Repubblica“.
Quindi La Puglia e D’Alema sono “l’ombellico della politica”. E’ evidente che l’accordo politico tra D’Alema e Casini è basato sul “io ti do una Regione a te e tu ne dai una a me“. Questo accordo non escluderebbe la Calabria e il Lazio. Nella prima il PD potrebbe coinvolgere l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, nella seconda invece, una regione ormai persa a seguito dello scandalo che ha coinvolto Piero Marrazzo, l’UdC di Casini si allea con il Centrodestra. Di conseguenza se la Puglia va a D’Alema con Boccia, la Campania andrebbe a Casini con D’Amato o Pasquino. Parliamo solo dei candidati, perché i voti stanno tutti da un’altra parte.
La Campania è in vendita, ma i campani sono disposti a farsi vendere?
Il destino della Campania è nelle mani di quel sodalizio, Casini-D’Alema con con il “fiancheggiamento” dei distruttori locali Bassolino-Valiante e l’aggiunta dei “cecchini” Di Pietro-De Magistris. Sodalizio che di certo non porta verso una vittoria ma a sicure macerie politiche.
La politica e le ragioni della politica possono portare anche alle più strane delle decisioni ma sempre se queste sono condivise. Ogni Regione ha la sua storia e deve seguire il suo destino. Ha i suoi uomini e ha le sue ragioni estranee sicuramente agli altri e al livello nazionale ma vicine agli umori, quelli genuini, dei propri abitanti. Si ricordi l’andamento delle primarie che portarono alla vittoria Niki Vendola proprio in Puglia dove oggi si combina l’ammutinamento”.
Queste primarie per certi aspetti hanno una doppia valenza, per alcuni vengono agitate come una clava a mò di minaccia, per altri sono uno strumento democratico, va da se che quando, pur agitandole prima come una Clava e poi come strumento democratico, come nel caso della Campania e si ha il timore di perderle a favore del candidato Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, allora non se ne fa niente più, e si marchingegna un “fabbisogno” nazionale e quindi un accordo nazionale, per non perdere tutte le Regioni a favore del Centrodestra. In questo modo si rinuncia alle istanze del territorio e le proteste degli elettori e degli iscritti vengono bollate come atti di squadrismo.
In Campania si aspetta la convocazione delle primarie che sicuramente, alla luce di quello che sta avvenendo nelle ultime ore, non saranno celebrate più mettendo il PD, i candidati e i Partiti che insieme al PD affronteranno le prossime elezioni, di fronte ad un fatto compiuto, magari attribuendo al poco tempo. In Campania il candidato naturale è sicuramente Vincenzo De Luca, ostacolato fin dalle prime battute dall’apparato che si richiama al Governatore Antonio Bassolino e al suo Vice Antonio Valiante, arricchito da residuati politici riconducibili alla prima Repubblica che gli hanno contrapposto l’Assessore ai Trasporti Ennio Cascetta.
Per De Luca si sono schierati ampi settori della società civile e numerosi parlamentari del PD. tra i quali Sommese, Iannuzzi, Cuomo, Bonavitacola. Per l’On. Antonio Cuomo – “E’ un leader credibile. Nel suo operato vi è discontinuità e capacità di governare. Vincenzo De Luca, viene identificato come l’uomo del fare. E’ la persona giusta in un momento difficile” -. Per Tino Iannuzzi – “Penso che De Luca politicamente sia in linea con la nuova stagione regionale” (da “la Città”).
Questi nuovi scenari non precludono l’affacciarsi di buoni orizzonti e potrebbero anche prefigurarsene altri nuovi. Scenari che non escludono il ricorso a una sorta di nuovo soggetto politico che vada oltre i partiti tradizionali ed incontro ad una nuova “regionalità”, anticipando un reale passo avanti verso le autonomie di fatto delle Regioni, ivi comprendendo i partiti, con assetti regionali avulsi da quelli nazionali. Un ottimo laboratorio potrebbe essere la Campania e la Puglia che con uomini popolari come De Luca e Vendola potrebbero rompere questi argini.
Non è di questo avviso l’On. Fulvio Bonavitacola ma egli stesso coglie qualche similitudine con quanto si verificò politicamente l’indomani delle elezioni amministrative di Salerno, quando De Luca con un progetto civico sfidò il centrosinistra. Quel progetto però fu solo una parentesi, De Luca seppe convogliare il suo progetto immediatamente nei binari politici e non utilizzò la vittoria contro il nascente PD. Bonavitacola sostiene – “La funzione di De Luca è nella tradizione e nel rinnovamento. E’ la migliore figura politica che può interpetrare il cambiamento. Il personaggio è tra la la società civile e la politica e lo dimostra l’esperienza di Salerno. – Poi facendo un cenno ai rapporti interni al PD – “De Luca non è tenero con la nomenclatura, ne è in conflitto, per questo ne riceve altrettante” –.
Bonavitacola facendo riferimento alla società e a quello che De Luca incarna come rappresentante del popolo ritiene – “O si ascolta la sollecitazione popolare e si candida De Luca o si consegna la Campania alla destra” – in relazione all’ipotesi di un soggetto elettorale che vada oltre i partiti sostiene – “Il tema non è di dare vita ad un nuovo partito, ma di saper valorizzare esperienze della società, che si collocano oltre i partiti tradizionali, riconoscendone il diritto di cittadinanza e rendendole protagoniste di una nuova fase politica” – rifacendosi l’esperienza elettorale che ha portato De Luca a vincere le elezioni amministrative scorse – “De Luca, tra l’altro, è stato eletto perché ha valorizzato proprio quelle risorse, e l’elettorato si è riconosciuto in quella proposta-offerta politica, e non ha guardato più agli schemi andando oltre anche rispetto agli schieramenti tradizionali” -.
Guardando ad una nuova fase politica e ad una prospettiva che veda il ripetersi di una esperienza similare per la Regione rispetto a quella che De Luca ha messo in campo a Salerno e che ne è risultata vincente, l’Onorevole Bonavitacola precisa – “Ogni fase politica nuova può diventarla veramente solo se si costituisce un soggetto politico che va oltre i partiti e gli schemi tradizionali ma senza stravolgerli, con pari dignità, e De Luca incarna in se l’anima popolare trasgressiva e quella di uomo politico attento a cogliere i bisogni e trasferirli in un modo nuovo nei canali politici”-.
E’ inutile dire che in questo momento oltre che il pericolo di fare scelte che sorvolino le teste e i destini degli elettori della Campania vi è anche quello di evitare fratture in un partito che non ne avverte affatto il bisogno. Scelte diverse da quelle che i territori si aspettano rendono il terreno fertile a quelle esperienze “transpolitiche” che si potrebbero evitare solo se una classe dirigente attenta riesce a riconoscere le reali spinte che la società sostiene.
Tutta la diplomazia possibile ed immaginabile che sia L’On. Fulvio Bonavitacola, che è uno dei più convinti sostenitori di un progetto che vede De Luca Presidente, e sia il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca ed il suo staff, non è sufficiente a trattenere la portata di iniziative politiche che vengono dalla spinta popolare e di massa e che chiedono in Campania una forte e reale discontinuità con il passato. Queste spinte, di fronte a scelte che tendono a far saltare regole, tempi e aspettative come i veti e il mercato delle Regioni messo in atto da D’Alema, Casini e Di Pietro, potrebbero portare ad esperienze di rottura irreversibile che sono solo l’anticipazione di una catastrofe elettorale, ma che potrebbero anche essere quella rottura di argini che porta ad andare oltre i partiti.
Il PD è prigioniero di queste cariatidi e di volta in volta della sinistra o di partiti “porto di ogni mare”. Abbaiate il coraggio in Campania di affrontare l’elettorato senza i bassolino, i Valiante, i Conte e tutto l’apparato della prima repubblica. Ci penserà De Luca a sbaragliarli. Vai De Luca la Campania è con te.
Trovo sconcertante il doppiopesismo strategico di Casini, i “moderati” italiani mi sanno molto di attendismo speculativo, che il Leader UDC tenta di mascherare colla favoletta di “scardinare il bipolarismo” testualmente, ma alla prova dei fatti è la volontà di comportarsi come il PSI anni Ottanta, ovverosia, divenire il nuovo ago della bilancia politica nostrana, pronti a proporsi e mercanteggiare per rimanere assisi stabilmente nelle stanze del potere e lasciare il limbo dell’opposizione, a cui un certo CENTRO non è storicamente avvezzo! Se questa è la seconda repubblica, si vede che ha ereditato dalla prima solo improvvidi comportamenti, i quali non faranno altro che allontanare i cittadini dalla politica stessa, e ciò sarebbe un male per la democrazia! UN AUSPICIO:NON INSEGUIAMOLI, ALTRIMENTI PREMIEREMO DETERIORI COMPORTAMENTI.
De Luca è l’unico candidato possibile della sinistra. Bassolino ha fatto il suo tempo adesso ogni sua resistenza lo fa apparire solo come un tiranno dispotico.
con le elezioni regionali finisce la favola Pd, pratica archiviata troppo in fretta, alla fine sono sempre i soliti al comando, un d’alema che è stato sempre un perdente da 15 anni e che ancora oggi detta legge, ma quale rinnovamento ?
Vai De Luca, mandali al diavolo, senza di noi perderanno alla grande. Bassolino, Valiante, Conte, Andria, tutti pesi morti insieme al loro capo Dalema. Che vadano a xxxxxxxxxxx.
X PAOLO: HO VISTO IL MANIFESTO AUGURALE DEI GIOVANI DELLA PDL, PARLANO DI OTTIMISMO E VOLONTA’! CERTO CON QUELLO NEL 2010 METTERANNO GLI ITALIANI E SEGNATAMENTE I MERIDIONALI, TAVOLA A PRANZO E CENA E PURE CON TALI STATI D’ANIMO, PAGHERANNO LE BOLLETTE,MANDERANNO I FIGLI A SCUOLA etc.… AL POPOLO SORRISI , BACI ED ABBRACCI A SILVIO INVECE LA ”GRANA”! QUELLO CHE NON SI COMPRENDE CON UN DEFICITARIO, SENSO CIVILE, LO FARA’ COMPREDERE A BREVE L’INDIGENZA E LA CONSEGUENTE DISPERAZIONE. P.S. SCOMMETTO QUEL CHE HO, CHE MOLTI DEGLI OSANNANTI BERLUSCONI D’OGGI, A BREVE LO RIPUDIERANNO, COMING SOON
Ho letto su un giornale Conte boccia De Luca. Meno male che lo boccia, significa che è il candidato giusto. Questo Conte ancora vorrebbe decidere le sorti della politica salernitana. Ha lasciato solo tracce di clientelismo e niente più, persone come lui se se ne vanno dal PD è un vantaggio.
FORZA DE LUCA
x blazer: ho difficoltà a commentare il tuo intervento, mah! x A.C. De Luca ha il diritto di provare, ma temo che si tiri indietro alla fine per non aver avuto garanzie di voti nel napoletano. Bassolino guarda altrove e de luca lo sa, saluti
X Paolo: hai difficoltà x mancanza di argomenti, la mia semplice analisi è brutalmente disarmante nella sua realistica effettività
X a.c. A conte lo hanno già bocciato ripetutamente gli elettori negli ultimi 15 anni, saper perdere è un’arte a lui sconosciuta.. SALUTONI
Avrei desiderio di De Luca Governatore, ma temo che gli equilibri politici della alleanza ormai fatta PD_UDC lo sacrifichi a vantaggio di Pasquino,il Rettore di Salerno amico di De Mita e vera merce di scambio! Le regionali saranno uno sconci mercato di preferenze, e le alchimie di Casini sono riverbero della pochezza ideologica della politica italiana, e’ un modo per stare sempre in maggioranza col misero 6%, contrattando a destra e a manca e minacciare rescissioni in caso di desiderata inevasi…SIAMO NEL 2010 MA SEMBRA L’EPOCA DI GIOLITTI leggete sotto:
« …le leggi devono tener conto anche dei difetti e delle manchevolezze di un paese… Un sarto che deve tagliare un abito per un gobbo, deve fare la gobba anche all’abito » Giovanni Giolitti
Sono un salernitano e vi dico non portateci via De Luca. Ha fatto tantissimo per Salerno e ha ancora tante cose da fare, se va via faremo la fine di quando divento deputato, uno sfascio completo !!