ECCO I RISULTATI – Trionfano Meloni e le destre e tornano a Palazzo Chigi: 18 punti di vantaggio sulla centro sinistra, ma è minoritaria nel Paese.
Storica vittoria della Meloni: primo partito al 26%. L’immarcescibile Berlusconi rimonta: FI determinante. Salvini fa buca, la Lega è in piena crisi. Tracollo Pd: sotto il 20%, la corsa solitaria di Letta un suicidio a rischio dimissioni. Rimonta con Conte il M5S ma si dimezza. Calenda non sfonda ma pianta le radici.
POLITICAdeMENTE
NAPOLI – Sono da poco passate le 23 e, chiuse le urne, si è passati alle proiezioni, per aspettare i risultati veri bisogna attendere domani. Intanto dalle proiezioni si capisce da subito chi ha vinto e chi ha perso. Spesso si vince anche perché gli altri vogliono perdere.
Chi ha perso tra chi ha vinto e chi ha vinto tra chi ha perso?
E inequivocabilmente ha vinto Giorgia Meloni distaccando di molto i suoi diretti competitors Berlusconi e Salvini, consegnando alla storia politica la prima donna che guiderà un Governo in Italia, un altro schiaffo per le sinistre supponenti, divise e maschiliste.
Senza dubbio Matteo Salvini è tra chi ha perso tra chi ha vinto, le ha prese di santa ragione e purtroppo per lui deve far finta anche di essere contento che la coalizione ha vinto per mascherare la sua cocente sconfitta.
Imparerà che la politica si fa nei luoghi istituzionali e non al Papete.
Imparerà anche che quando si governa non si può spartirsi il potere e poi scendere in piazza criticando il Governo stesso. Imparerà anche che gli interessi nazionali non possono essere messi in discussione e flertare con i peggiori dittatori del Mondo. Imparerà anche che chi governa non può fare, (come lo accusano i suoi detrattori) operazioni finanziarie spericolate tra le Caiman e la Russia.
Ma se Salvini ormai si è archiviato da solo, Silvio Berlusconi si è ringalluzzito, non solo non è scomparso ma è addirittura determinante nella coalizione, determinante al punto tale che la sua presenza conferisce all’alleanza il “titolo” di centrodestra, bilanciando un poco, ma solo un poco il maggiore peso che caratterizza il prossimo Governo di Destra. Una Destra divera da quella ideologica che si richiamava al fascismo, e la Giorgia, per tutta la campagna elettorale lo ha dovuto precisare in continuazione e sebbene non abiurasse il suo passato, si è sforzata a rappresentare il suo Partito in chiave moderna, ovvero una destra moderna vieppiú rafforzata da una novità straordinaria quella di avere come leader una donna. Un’altra lezione per i supponenti delle sinistre, PD in testa e tutti i microsatelliti delle sinistre e ultrasinistre antagoniste. Purtroppo per loro hanno perso un’altra occasione, la prima donna Presidente del Consiglio in Italia sarà Giorgia Meloni, donna della Destra militante. E la Meloni sa bene, che nonostante il suo partito è arrivato primo e la sua conflittuale coalizione ha la maggioranza in Parlamento, è purtroppo per lei, minoranza nel Paese, proprio grazie alle divisioni dell’intera sinistra.
Tra chi ha vinto tra i perdenti è sicuramente il M5S, anche se si ritrova dimezzato nei consensi rispetto alle elezioni del 2018. Infatti il suo scaltro leader Giuseppe Conte, dopo aver governato con tutti ma proprio tutti: Da Premier con la lega e poi con il PD; Successivamente da capo politico con Lega, PD e FI con Premier Draghi; È passato all’opposizione rifacendosi “l’imene”, ma rimontando nei consensi fino a riportare il M5S al terzo posto tra i partiti. A Conte e al M5S va ascritto anche il merito di aver catalizzato il voto di protesta delle sinistre, che al contrario poteva convogliarsi nella emergente Meloni. E così se da un lato la Meloni ha raccolto i delusi della Lega, il M5S dall’altra ha racccolto i voti di protesta dei delusi del PD e compagni vari.
Chi altri ha vinto tra i perdenti oltre Conte e il M5S? Di sicuro Carlo Calenda e Azione, raccogliendo in un Partito costruito in pochi giorni circa l’8%, vera e propria novità politica nazionale, portando in parlamento in tutte le regioni da Nord a Sud i suoi rappresentanti.
Un altro schiaffo al Partito Democratico e ad Enrico Letta.
Una sconfitta annunciata quella del PD e di Enrico Letta. E come voleva vincere le elezioni da solo? Immaginava evidentemente di arrivare per primo e così poi costruire l’alleanza. Proprio il contrario. Ma la sua sconfitta è data anche dalla compilazione delle liste avendo piazzato nei primi posti utili del proporzionale candidati estranei ai territori e lasciando ai Presidenti delle Regioni De luca, Emiliano, Bonaccini e Zingaretti di disegnarsi i propri confini padronali e clientelari oltre che familistici.
E ora? Attenderemo i risultati definitivi per comprendere la portata delle vittorie e delle sconfitte, così come conoscere nel dettaglio gli eletti, intanto Sergio Mattarella vigila sulla democrazia, attenderà anche lui il da farsi e poi seguendo i protocolli istituzionali affiderà l’incarico di formare il Governo a Giorgia Meloni e anche li, come in passato, sarà attento a chi andranno i ministeri più delicati, mentre il PD spera in un tradimento ordito dagli ombrelloni del Papete per riorganizzare le sue truppe e piazzarsi come perdenti al Governo. Peccato che è arrivato l’inverno e i lidi smontano.
Aspetteremo anche che tutte le promesse elettorali siano mantenute.
Roma, 26 settembre 2022
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