Martedì 20 settembre, ore 18.00, Hotel Grazia, Eboli, presentazione del libro “Con la stessa passione” di Federico Conte.
“La mia attività in Parlamento nella XVII legislatura” è il sottotitolo. Un vero e proprio bilancio di legislatura dell’On. Federico Conte salernitano di Eboli. A parlarne con l’autore sarà il giornalista Eugenio Verdini, con all’orizzonte le prospettive per un futuro riformista, ma con la consapevolezza che “con questa campagna elettorale sono cambiati simboli, storie e partiti”. Conte: “temi veri del Mezzogiorno assenti dal dibattito”.
POLITICAdeMENTE
EBOLI – Martedì 20 settembre, alle ore 18.00, presso la Sala convegni dell’Hotel Grazia di Eboli, prosegue il tour di presentazione del libro edito da Rogiosi: “Con la stessa passione – La mia attività in Parlamento nella XVIII legislatura” di Federico Conte, deputato uscente di Liberi e Uguali. Ne parlerà con l’autore il giornalista Eugenio Verdini.
“Ho voluto pubblicare in questo volume – dice Federico Conte – gli atti che documentano la mia attività in Parlamento nel corso della legislatura che si sta concludendo, per rendere conto del lavoro svolto e per onorare il mandato che mi è stato affidato nel 2018 dai cittadini. Mi sono occupato dei problemi nazionali, sempre curando e valorizzando la loro ricaduta nel Mezzogiorno e sui nostri territori, con riferimento al sistema produttivo, all’occupazione, all’ambiente e alla giustizia, che considero i quattro cardini di una politica riformista di ispirazione europea e mediterranea. Ne ho sostenuto la prospettiva nei dibattiti e in Parlamento, dove ho presentato oltre 100 interrogazioni, molte delle quali in Aula con la formula del Question time. Un’attività che voglio porre al centro del dibattito politico anche in questa fase che mi pare stenti a collocare al centro i problemi reali mentre si va qualificando, giorno dopo giorno, come “comunicazione ad effetto”, a cura di questa o quella personalità nazionale, per raccogliere il consenso.
È, questa, la prima conseguenza della formazione delle liste a tavolino che non danno voce ai territori, che sono stati occupati da fredde candidature esterne senza una motivazione politica, praticamente un’occupazione di resa per il Mezzogiorno.
Ho per questo rinunziato alla candidatura che mi era stata proposta, e nel libro spiego il perché anche nei dettagli, indicando le prospettive che intendo continuare a coltivare per un futuro che esprima le mie idee e gli interessi dei territori e dei più deboli. Lo farò da riformista “con la stessa passione”, pur consapevole che, con questa campagna elettorale, sono cambiati simboli, storie e partiti”.
Il riformismo come obiettivo, la passione politica come mezzo, questa è la strada ma anche la scommessa che l’On. Federico Conte ha voluto sottolineare nel suo libro “Con la Stessa passione” il quale più che un report della sua attività parlamentare a noi sembra anche un canovaccio politico di un impegno che non può e non deve finire se si ha a cuore i destini politici, economici e sociali del Mezzogiorno nel sistema Paese. Destini purtroppo compromessi quotidianamente da politiche che rispondono solo a gruppi di potere trasversali uniti e conniventi quando si decide delle economie differenziate per danneggiare il Sud, divise in tempi di elezioni, per poi ritornare ad essere solidali tra loro incassato i risultati elettorali.
Un sistema di potere che è passato negli ultimi anni con una sistematica nordizzazione del Parlamento, ma anche favorita da una legge elettorale “ad usum delphini” che taglia fuori i territori e la loro base pulsante, e se da un lato si è giunti sistematicamente alla colonizzazione del mezzogiorno, dall’altro c’è il servile posizionamento di taluni, i quali pensando di poter avere un ruolo, accettano i confini da “orti” che loro stessi si sono ritagliati, dentro i quali tutto possono e per contro concedono ubbidienti tutto, proprio tutto, tutto quello di cui noi gente del Sud non abbiamo bisogno.
Uno dei passaggi per attribuirsi gli “orti” è proprio quello che nel momento delle elezioni devono concedere oltre che la “sedia”, la dignità. Sedia dalla quale i reggenti nazionali catapultano nei collegi meridionali, quelli sicuri, personalità che oltre a non avere nessun rapporto con i territori non lo hanno nemmeno con gli elettori dei vari Partiti se non quello di “rubare” un ruolo che al contrario potrebbe essere svolto da uomini politici che almeno sono riconosciuti dalle basi.
Le prospettive per un futuro riformista che invoca Conte noi le attendiamo dall’unità d’Italia, le attendavamo con l’Europa Unita, le speravamo con il Pnrr. Illusi
Salerno, 19 settembre 2022