Il PD non lo voto. L’addio di Simone Valiante in una lettera a Letta

L’ex Deputato Dem Simone Valiante in una lettera comunica il suo addio al Segretario nazionale Enrico Letta: “Io il Pd non lo voto, troppi paracadutati”.

Simone Valiante

POLITICAdeMENTE

VALLO DELLA LUCANIA – «Caro segretario, ho riflettuto a lungo su questa lettera, sul valore di un gesto che archivia una storia di vita e di sentimenti profondi, che di fatto dopo l’addio anche di Alfonso Andria a Salerno nel giorni scorsi, segna la fine del popolarismo nel Pd“. – scrive Simone Valiante, ex parlamentare e già componente della segreteria nazionale e della direzione nazionale del Pd, e nel 2021 candidato e primo dei non eletti nella lista regionale del PD, in una lettera sul Corriere del Mezzogiorno. – “Sono rimasto francamente sorpeso dalla scelta dei tuoi modelli culturali che hanno frettolosamente liquidato il riformismo per abdicare a Fratoianni e Bonelli”, – aggiunge Simone Valiante, che oltre a criticare le candidature paracadutate in Campania critica anche l’alleanza con quel residuato politico della Sinistra militante “dotta” e del “militarismo verde” ma solo di colore incomprensibili e lontani dagli elettori oltre che rappresentanti solo di se stessi a scapito dei territori e delle sue rappresentanze locali – La scelta dei paracadutati nelle liste elettorali in Campania la considero una mancanza di rispetto nei confronti della principale regione del Mezzogiorno d’Italia.

Dopo anni non ho piu’ parole da spendere,  – conclude Simone Valiante sfiancato ed impossibilitato ad evitare che questo corso politico senza sbocco, che si è impresso al PD nazionale e a quello regionale ormai aeroporto sicuro di personalità inesistenti dal punto di vista elettorale e completamente estranei alle vicende politiche della nostra provincia e della nostra regione e più in generale per l’intero Mezzogiorno – ma non mi renderò questa volta corresponsabile con il mio voto dell’ennesimo fallimento di un gruppo dirigente e della liquidazione di un’esperienza politica che non ha piu’ nulla da raccontare. – e qui l’addio rassegnato di Simone Valiante che si richiama fuori alla operazione di “pulizia etnico-politica” che si è praticata in Campania e nell’intera provincia di Salerno – Buona fortuna segretario, senza rancore ma con tanta delusione».

Purtroppo, prima la rinuncia alla candidatura-testimonianza posta alle spalle di Susanna Camusso nel proporzionale plurinominale Camera da parte dell’On. Federico Conte, poi l’addio dell’ex Senatore Alfonso Andria ed ora quello dell’ex Deputato Simone Valiante raccontano plasticamente quello che è accaduto nella compilazione delle liste nel Partito Democratico in Campania e in provincia, come nel resto del Paese, elettorali è una presa d’atto di come questo Partito sia precipitato nella più piena decadenza politica.

Una presa d’atto che solo il PD campano e salernitano di famiglia allargato ai cerchi magici concentrici non si rende conto dell’isolamento verso il quale si sta indirizzando, anzi gli addii sono solo la risoluzione di un problema, l’eliminazione di un intoppo, poi quanti voti si prendono prendono non importa, l’importante che non ci siano persone indesiderate, si indesiderate, l’importante ancora che quelli che restano siano “bromurizzati” e che nel pollaio ci sia un solo gallo, se no ste cazze i uova non sono dello stesso colore.

Eppure la Direzione provinciale di Salerno del PD aveva dato delle indicazioni e tra queste vi erano rappresentanze locali nuove e affermate, giovani e meno giovani, ma poi non se ne è tenuto conto e in quelle disponibilità si è ritenuto magari, ma solo per fare un esempio, che Luca Cascone avrebbe rappresentato meglio di Margherita Siani le istanze degli elettori del Collegio di Eboli-Cilento, così come Fulvio Bonavitacola nel Collegio Battipaglia-Salerno-Agro- fosse più indicato di Mimmo Volpe o dello stesso Cascone, così del resto che Speranza fosse più indicato a rappresentare i napoletani piuttosto che i potentini, ma fa niente, tanto il PD in Campania è a scartamento ridotto, e poi pare che Cascone non sia di Pagani, ma nato nella Piana del Sele, a Santa Cecilia, e sia il terzo fratello di un consigliere comunale di Eboli. Sarà vero? Intanto non lo votano ne Conte e ne Valiante. Gli altri di sicuro non lo sappiamo. Lo sapremo solo il 26 settembre.

Vallo della Lucania, 18 settembre 2022

Lascia un commento