"Ritorno a Eboli": Presentazione del libro di poesie di Francesco Agresti

Il Ritorno di Francesco Agresti ad Eboli

Ricordi di luoghi vissuti, percorsi di emozioni provate, malinconie del tempo passato.

Dirigente M. Ripa Loredana Nicoletti
Dirigente M. Ripa Loredana Nicoletti

EBOLI – Francesco Agresti, poeta ebolitano, vive a Roma fin dall’ adolescenza, ritorna nella sua  Città natale per presentare il suo ultimo lavoro: il libro di poesie “Ritorno a Eboli”, che fa parte di una collana edita dalla casa Editrice ARETUSA duecentotredici.

Il Libro sarà presentato, Sabato 3 ottobre 2009 alle 18,00, nell’Aula magna “G. Siani” dell’Istituto Matteo Ripa di Eboli. L’iniziativa fortemente voluta dalla Dirigente Loredana Nicoletti con il coordinamento di Maria Rosaria Forlenza, Maria Grazia Ardia e Irene Dante, vuole essere un riconoscimento al poeta Agresti e alla sua poesia piena di anima e ricca di memoria di luoghi vissuti e di malinconie sofferte per le violenze di cambiamenti di luoghi e paesaggi strappati ai ricordi.

I ricordi di luoghi vissuti, i percorsi di emozioni provate, la malinconia del tempo passato, attraverso stagioni che arredano i luoghi semplici e contadini, fanno della poesia di Francesco Agresti una vita vissuta un racconto autobiografico di emozioni lontane e presenti.

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L’Ermice (“Ritorno ad Eboli”)

Ma oggi proprio non so perché vago
tra questi obliati olivi
e la spenta ginestra
nella morente estate.
Oggi non so se ancora il lepre,
di fratta in fratta, fugge
al sordo scalpitar di sonagliere
o se ancora bacche ostenta,
più su, l’aspro ginepro.
Sento soltanto il mormorio dell’acqua
che scende a valle saltellando
tra un variar di verdure
e rari cinguettii.
Ora rammento quanto, scaltro capriolo,
m’ inerpicavo pei versanti tuoi
tra felci e querciòli e mortelle
e profumi di labiati.
e ti scoprivo fin dove
l’acqua avevi più pura.
E in te correvo e in te vivevo
e per te trasgredivo.
E mi mostravi il mare,
lucente oltre la Piana,
e i bastimenti tremuli, lontani.
S’ode nella calura frinire una cicala,
la vecchia ruota del mulino è muta
ed io stranito vado;
Lascio il sentiero usato
per il paese antico.
Sotto il castello tutto il borgo tace;
evapora dai tetti un che di pace.
Questo è il mio mondo andato: un eremo beato.

 

Francesco Agresti
Francesco Agresti

Il Poeta Agresti racconta in questa poesia uno dei luoghi più caro agli ebolitani. Luogo che definisce beato, dove tra natura, creato, paesaggi e vedute, trascorreva il suo tempo e si lasciava andare ai pensieri. Quei luoghi sono stati violati e sfregiati dalla stupidità umana, che vuole tendere a trasformare le cose in nome di una modernità che cancella memoria e storia. Non si può che soffrire. Non si può che apprezzare questa poesia, ultima testimone di un paesaggio violentato, scippato.

Alla presentazione della raccolta di poesie “Ritorno ad Eboli” di Agresti, oltre che la Direttrice Nicoletti vi sarà anche Antonio Manzo de il Mattino, Martha Canfield, scrittrice e critico letterario e soprattutto gli alunni dell‘Istituto Comprensivo Matteo Ripa, che ascolteranno le recite magistrali di Anna Nisivoccia accompagnata dalle musiche rese magiche di Rocco Vertuccio.

Un giorno di poesie per sperare di aprire l’anima ai ragazzi e per sperare che non sia diretta solo a pochi illuminati ma a tutti. Tutti possono scrivere versi, rime, pensieri per ingentilire il cuore e l’anima.

La Poesia è un’arte semplice di esprimere e rappresentare fatti, immagini, sentimenti, con parole, poste in ordine, con logica, oppure totalmente libere, che intrappoli un momento, un attimo in uno schema predefinito. La Poesia come la musica? deve essere interpretabile, stimolare sensazioni, emozioni, ricordi. La Poesia è libera, non ha confini, è nell’aria, è dentro di noi, è intorno a noi.
Attraverso il Poeta Agresti, si vuole trasmettere ai ragazzi queste emozioni, questo amore.

Francesco Agresti, tra le altre cose, è il fondatore del premio internazionale di poesia “Pier Paolo Pasolini” che annovera tra i promotori: Alessio Brandolini, Martha Canfield, Biancamaria Frabotta, Dacia Maraini.

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PROGRAMMA e INTERVENTI

Sabato 3 ottobre 2009 Ore 18,00 Aula Magna “G. Siani”
Istituto Comprensivo M. Ripa – Piazza P. da Eboli,
EBOLI (Sa)

Loredana Nicoletti
Dirigente Scolastico Matteo Ripa

Martino Melchionda
Sindaco di Eboli

Martha Canfield
Scrittrice, critico letterario

Alunni Istituto Comprensivo M. Ripa

Antonio Manzo
giornalista “Il Mattino”

Vito Pinto
giornalista, critico letterario

On. Carmelo Conte

Anna Nisivoccia e    Rocco Vertuccio
voce recitante                              musiche

BIBLIOGRAFIA

Francesco Agresti, nato a Eboli nel 1944, poeta giornalista e scrittore, comincia a svolgere la sua attività di critico letterario negli anni ’70.
Ha pubblicato le raccolte di versi “L’Ape Regina” (Abate 1982), “Ritorno a Eboli” (Spada 1984), “Oltre i canneti” (Lucarini 1987), “Divagazioni per ordine alfabetico” (Il Ventaglio 1988).
Nel 1988, nella casa di Alberto Moravia, al Circeo, con Dacia Maraini, fonda il Premio Internazionale di Letteratura “La cultura del Mare”.
Sempre con Dacia Maraini, nel 2004, fonda Il Premio Internazionale di Poesia Pierpaolo Pasolini.
Nel 1989 pubblica il suo primo romanzo “Un argentino al Circeo” (Spada). Nel 2000, in Colombia, rappresenta l’Italia alla Fiera Internazionale del libro di Bogotà. Il poemetto “Il ritorno di Ulisse” esce nel 2003 con Tiellemedia Editrice e viene rappresentato a Sabaudia, Palinuro, San Felice al Circeo, Salerno Ostia, Stoccolma e New York, mentre “Itaca, l’isola impossibile”, pubblicata in Inghilterra nel 2004 (Edizioni TRoubador), viene rappresentata nel 2006 a Eboli – sua Città natale – nella Basilica di San Pietro alli Marmi; con traduzione in svedese, il volume viene poi edito da LietoColle (2007).
Cura la Rassegna Internazionale di Poesia “Poeti in Via Veneto” e “Gli ambasciatori della Poesia”.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8 commenti su “"Ritorno a Eboli": Presentazione del libro di poesie di Francesco Agresti”

  1. bellissima poesia contro la stupidità di chi ha voluto un mostro di cemento in quei luoghi belli che appartengono agli ebolitani. Una bella lezione per quei politici indifferenti e cialtroni. Complimenti

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  2. Per Admin e Antonio
    E’ veramente bella questa poesia ed è bello anche il commento di admin e le sensazioni che trasmette.
    Hai ragione Antonio, una lezione per questi stupidi prepotenti che stanno facendo scempio di noi, anche delle cose più intime.

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  3. … Ho letto la poesia sopra citata, dell’amico Francesco, e rilevo la forza dell’amore vero il “loco natio”. Certo che la memoria storica, ricportata in versi, sprigiona la purezza della fanciullezza trascorsa, attraverso i “sentieri usati”, e la propone come un valore assoluto, per essere di remora agli “sciacalli” dell’ambiente. Sdraricare una pianta, è uccidere una vita… sono sempre le meraviglie del Cielo… e l’uomo che non ha mai alzato gli occhi verso di Esso, non potrà mai capire la verginità di un amore che non ha confini. Trovo una certa affinità, io ho scritto: “I giochi della memoria”; “Come eravamo”… la bellezza del proprio paese, non solo quallo dell’anima, ma quello nel quale il “mormorio dell’acqua che scende a valle”, riempiva i silenzi del Francesco fanciullo di sogni e di speranze… con stima Ciccio Francgone

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