Un’altra settimana di passione per l’Italia: Berlusconi e i suoi vizi privati in pubblico tengono sempre banco nel mondo.
ROMA – Non c’è che dire anche questa settimana i “vizi privati” del nostro Presidente del Consiglio sono al centro dell’attenzione della Stampa Internazionale. Da quelli europei a quelli oltreoceano, tutti rivolti a setacciare notizie sul nostro Premier, che oggettivamente egli stesso non fa mancare, troppo proteso così come è a “difendersi” dagli attacchi, a suo dire, di tutta la stampa e le televisioni “comuniste”.
Il riverbero delle sue sortite pubbliche arriva anche oltre oceano e anche lì Silvio Berlusconi vede annidarsi rigurgiti comunisti, vorrebbe avvisare Barak Obama ma non credo sia salutare, anche perché il Presidente americano non gradisce i rapporti che il nostro Premier intrattiene con Gazprom e con il Presidente sovietico Vladimir Putin.
Quella stampa si pone una serie di interrogativi di come gli italiani facciano a sopportare le sue “sortite” pubbliche, dei suoi “vizi” e dei racconti che circolano su incontri “particolari”, festini non tanto “intimi”, racconti di tipo “boccacceschi”. Le preoccupazioni si accentuano specie se si tiene conto dell’appuntamento internazionale del G8 all’Aquila, si vocifera che alcuni leaders verranno senza le mogli e addirittura, ma veramente improbabile, che la Angela Merkel diserterebbe l’appuntamento.
Fatto sta che al complotto internazionale non ci crede nessuno e non ci credono neanche i suoi, che al di fuori di chi non ne può proprio fare a meno, vengono accusati da Silvio Berlusconi stesso che ritiene di non essere stato per niente difeso. Tutte le agenzie battono notizie su Berlusconi: sono più informati all’estero che gli italiani e le motivazioni le sappiamo tutti quali sono e lo sanno anche i collaboratori di Berlusconi che stanno cercando di difendere l’indifendibile.
The Times di Londra lo sa e per questo sottolinea la compiacenza delle TV italiane con un ragionevole dubbio: Se domani Silvio Berlusconi dovesse dare le dimissioni, molti italiani che s’informano solo guardando la tv potrebbero non avere idea dei motivi che l’avrebbero spinto a farlo. Le tre tv commerciali di proprietà del Presidente del Consiglio italiano hanno minimizzato o ignorato gli scandali sulla sua vita privata. Ma, cosa ancora più sorprendente, anche la tv di stato l’ha fatto.
The New York Times (Stati Uniti), invece mette l’accento sui “vizi nazionali” e si chiede: se fumare una sigaretta ogni tanto sembra essere diventato il peggior difetto possibile per un presidente degli Stati Uniti. Obama allora è quasi monacale se paragonato a Silvio Berlusconi, i cui vizi vulcanici hanno spinto alcune universitarie italiane a scrivere un appello alle first lady del G8: Vorrebbero che Michelle Obama e le altre mogli dei leader mondiali boicottassero il vertice dell’Aquila in segno di protesta contro il comportamento sessista e offensivo del premier italiano. Considerato l’atteggiamento non proprio morigerato di Berlusconi, L’Aquila sarà un posto abbastanza sicuro per Barak Obama se vorrà indulgere al suo vizio.
Libération (Francia), mette in risalto quella che è stata una vittoria sofferta per la destra. Ritiene che che Silvio Berlusconi sia stato colpito, ma non affondato dagli scandali. Il partito del Premier ha vinto il secondo turno delle elezioni amministrative ma i risultati dello scrutinio, però, contengono alcuni segnali di avvertimento per il Presidente del Consiglio. Interpretando il voto il Partito democratico anche se con una forte flessione è riuscito a mantenere alcune delle sue roccaforti che sembravano minacciate dalla destra, tuttavia, un’analisi più attenta del voto lascia intravedere un certo smarrimento tra gli elettori di destra.
La Vanguardia (Spagna) non riesce a comprendere il silenzio dei Vescovi e la CEI (Conferenza Episcopale Italiana). Mette in evidenza che la Chiesa Cattolica in Italia, è una voce che si presenta puntuale in ogni dibattito politico, in cui si trattano temi etici e morali, tuttavia in questi giorni, i Vescovi italiani non si stanno dimostrando molto loquaci. Nel bel mezzo dello scandalo sulla vita privata del premier Silvio Berlusconi, a cui vengono attribuiti rapporti anche con prostitute di lusso, molti cattolici italiani sentirebbero la mancanza di una presa di posizione delle gerarchie ecclesiastiche sulla condotta privata di un personaggio pubblico, che tra l’altro, pretenderebbe di difendere i valori familiari.
The Economist (Gran Bretagna), altro giornale sospettato di essere “comunista”, punta il dito su accuse ancora più pesanti che hanno coinvolto il nostro Premier. Scandali sessuali, che hanno impedito a Silvio Berlusconi di celebrare la vittoria del suo partito nella seconda tornata delle elezioni amministrative in Italia. La motivazione, secondo The Econimist, sarebbe che il 18 giugno si è saputo delle indagini della magistratura di Bari su un presunto giro di squillo che sarebbero state ospiti delle feste del premier. Berlusconi, perciò, attento come è nella sua difesa personale e investendo tutte le sue energie per limitare i danni alla sua reputazione, non si è curato molto delle elezioni e di tutto il resto, si è rivolto al suo impero dei media per ricevere aiuto. Ed ecco puntuale la sua “batteria”: il settimanale Chi, del gruppo Fininvest, ha pubblicato una lunga intervista in cui Berlusconi viene descritto come un bravo capofamiglia.
Nonostante tutto Famiglia Cristiana ha scritto, quasi a suggerirlo, che la Chiesa non può ignorare questa emergenza morale; parte della Chiesa cattolica ha attaccato il Presidente del Consiglio italiano perché dà un cattivo esempio. Il Premier italiano non ha mai goduto di grande stima a livello internazionale. Gli ultimi scandali faranno ridere gli ospiti del prossimo G8. Ma è improbabile che si dimetta o che qualcuno lo spinga a farlo.
Clinton ha fatto di peggio ma non si è dimesso. Non vedo perchè dovrebbe farlo Berlusconi.
Non difendo il premier non mi è per nulla simpatico e ho motivo anche di avanzare riserve sul suo operato di governo, ma il tentativo di farlo ruzzolare dalla poltrona attraverso “questioni di lenzuola” lo trovo alquanto cialtronesco.
Non si tratta di “questioni di lenzuola”, per le quali, credo gli basti il legittimo divorzio dalla moglie. Si tratta del fatto che la notte della candidatura di Obama, lo psico-pedo-tossico-nano, era atteso in forma ufficiale all’ambasciata americana a Roma, mentre ha preferito darsi sfoggio prostatico della propria virilità con una escort.