Liste e Candidati: Mancano poche ore ma i giochi sono fatti

La scadenza è fissata per le 20 di oggi. I giochi? Già fatti. Le liste sono chiuse tra esclusioni, riesumazioni, familismi e ritiri.

Tra bocciature e new entry, i partiti e i leader del momento si sono organizzati per ottenere il massimo utile possibile e soprattutto per fedeli e ubbidienti, poi se sono parenti è meglio. Il Mezzogiorno è una colonia politica, terra di conquista.

Letta-Meloni-Calenda-Conte

POLITICAdeMENTE

ROMA – La scadenza è fissata per le 20 di oggi,  mancano circa quattro ore ma i giochi sono già fatti,  e si aspetta l’ultimo minuto o per recuperare qualcuno o aggiustare qua e la o per evitare che chi protesta possa passare da un’altra parte. Le liste sono chiuse tra esclusioni, riesumazioni, familismi e ritiri ne vedremo delle belle. I primi posti non sono per niente in discussione, tutti i partiti li hanno gestiti da padroni, i secondi posti ai fedeli della prima ora, i terzi posti a chi fa il bravo e gli altri: È guerra all’ultimo sangue.

Tra bocciature e new entry, i partiti e i leader del momento si sono organizzati per ottenere il massimo utile possibile e soprattutto per piazzare fedeli e ubbidienti, dopo figli e fidanzate, poi se sono parenti è  meglio. Il Mezzogiorno è una colonia politica, terra di conquista. E dalle “prime” o ultime voci ecco di seguito i vari candidati dei partiti.

Il centrosinistra

Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, sarà il capolista nel proporzionale della Camera in Lombardia e in Veneto, l’economista Carlo Cottarelli sarà capolista al Senato a Milano, mentre il professore e microbiologo Andrea Crisanti sarà capolista in Europa. Ripescato il costituzionalista Stefano Ceccanti per il collegio uninominale di Pisa alla Camera grazie al passo indietro di Nicola Fratoianni, il leader di Sinistra Italiana che dovrebbe giocarsi le sue chance a Imola. Conferma la bocciatura di Luca Lotti, l’ex ministro dello Sport e tra i leader della corrente ‘Base Riformista’ guidata da Lorenzo Guerini: fuori anche Valeria Fedeli, Giuditta Pini, insieme a Luigi Zanda e Barbara Pollastrini che però hanno volontariamente detto addio al seggio.

In Campania planano i Ministri Dario Franceschini e Roberto Speranza,  così  come si è  riservato un collegio sicuro nel proporzionale Senato a Susanna Camusso,  he ha procurato il ritiro dalla competizione di Federico Conte e il quasi ritiro del Sottosegretario Enzo Amendola che è stato dirottato in Basilicata a guidare la lista proporzionale grazie alla rinuncia di Raffaele La Regina, uno dei quattro giovani individuato da Letta come teste di lista per favorire il cambiamento (sic), che a sua volta è  stato costretto a rinunciare per i tweet contro Israele. Speriamo per Letta che non scavino nella vita degli altri tre, altrimenti sarà  proprio una figura di cacca. Che casino, ma non era meglio che Speranza andasse nella sua regione e Amendola a Napoli?

Nella coalizione trovano collegi e candidature anche gli ex 5 Stelle che hanno seguito Luigi Di Maio nella scissione e che sono confluiti in “Insieme per il futuro“. E così Di Maio sarà candidato alla Camera all’uninominale a Napoli-Fruorigrotta, Vincenzo Spadafora a Napoli-Casoria, Davide Crippa, all’uninominale a Giugliano. Lucia Azzolina, all’uninominale a Siracusa, mentre la viceministra dell’Economia Laura Castelli, è  candidata al proporzionale con le liste di Impegno civico

Nella sinistra invece Ilaria Cucchi sarà  candidata all’uninominale di Firenze per il Senato, Pippo Civati in Emilia Romagna. Carlotta Bonvicini, Aboubakar Soumahoro Candidato all’uninominale a Modena e Giovanni Paglia i capilista di Sinistra-Verdi alla Camera in Emilia-Romagna.

Emma Bonino leader di +Europa, è  candidata nell’uninominale Senato di Roma centro, in una sfida contro l’ex alleato di Azione Carlo Calenda,  ma con il paracadute del plurinominale Lazio 1,  come lo stesso Calenda

Il centrodestra

Giorgia Meloni,  attenta nella compilazione delle liste,  escludendo senza mezzi termini i nostalgici ma effervescenti personaggi politici legati a rigurgiti fascisti, ha scelto di presentarsi all’uninominale della Camera all’Aquila, in Abruzzo, e in cinque altri collegi nella parte proporzionale. Il segretario della Lega Matteo Salvini invece sarà schierato al Senato, nei listini del proporzionale e a Milano, nella sua città. Per Forza Italia, Silvio Berlusconi è invece capolista in Piemonte, Lazio, Campania e Lombardia e all’uninominale di Monza, piazzando un bel po’ di jurassico politico,  generando non poxhe polemiche  interne per i tanti piazzati in posizioni ‘scomode’, senza chanche di essere rieletti e bypassando le espressioni dei territori., come la presidente del Senato Elisabetta Casellati, ‘imposta’ in Basilicata ai danni di Giuseppe Moles, referente lucano del partito, o nel Veneto laddove è stata piazzata Anna Maria Bernini. Proteste anche in Molise, a seguito delle candidature all’uninominale al Senato Claudio Lotito e Lorenzo Cesa in quota Udc alla Camera, nessuno dei quali è  espressione del posto. A sorpresa in FI sono venuti fuori anche i nomi di Rita Dalla Chiesa, candidata in Puglia, e Maurizio Casasco, presidente di Confapi, a Brescia. Berlusconi tutelato i ‘big’ del partito,  in perfetto suo stile, ha poi pensato alla compagna Marta Fascina paracadutandola in Campania alle spalle di Antonio Tajani e in quattro postazioni, proprio per garantirle l’elezione. Collegi sicuri anche per Licia Ronzulli a Como, e ancora Tajani a Velletri, un posto al medico personale Alberto Zangrillo Berlusconi non se l’è  sentito di negarglielo,  lui è  generoso, e ancora l’ex sindaco di Verona Flavio Tosi sarà il capolista per Forza Italia nel collegio plurinominale Camera della sua città.

Sempre nel centrodestra, dopo la riconferma dei suoi parlamentari uscenti spiccano in Fratelli d’Italia altri nomi dell’era berlusconiana: l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti; l’ex magistrato Carlo Nordio; l’ex presidente del Senato Marcello Pera. Così come la scelta di candidare il critico d’arte Vittorio Sgarbi all’uninominale di Bologna che sfiderà Pier Ferdinando Casini, messo lì dal Partito Democratico contro il parere dei vertici locali e della base. In FdI saranno candidati anche l’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata ed Eugenia Roccella, fondatrice del Family Day, nonché il prefetto Giuseppe Pecoraro.

Trova una piazza sicura anche il Governatore uscente della Sicilia Nello Musumeci, le campionesse di sci Barbara Merlin e Lara Magoni, Giovanni Crosetto nipote di Guido Crosetto, e a Torino sarà  candidato anche Fabrizio Comba, l’ex console onorario della Bielorussia, che lasciò l’incarico subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

Anche nella Lega non mancano i mugugni e le esclusioni. A partire Toni Iwobi, primo eletto di origine africana al Senato ed escluso dal Carroccio. In posizione complicata anche Simone Pillon, senatore noto per le sue posizioni ultra-cattoliche: è in seconda posizione in Umbria e senza il ‘paracadute’ dell’uninominale. Posti ‘blindati’ per i big del Carroccio: per Montecitorio c’è Giancarlo Giorgetti all’uninominale della Lombardia e con lui Andrea Crippa, in Piemonte la prima scelta è Elena Maccanti, mentre in Liguria Edoardo Rixi. Resta fuori l’ex presidente del Copasir Raffaele Volpi, così come il responsabile Enti locali del partito Stefano Locatelli.

Terzo Polo (Azione-Italia Viva)

Matteo Renzi e Carlo Calenda, sono candidati entrambi al Senato. Il primo in Lombardia, Toscana e Campania, mentre Calenda sarà candidato anche all’uninominale di Roma Centro. Candidature anche per le ex ministre Teresa Bellanova in Puglia e Sicilia e Maria Elena Boschi in Lazio e in Calabria, e per le le ministre uscenti Elena Bonetti in Sardegna e Veneto, Mariastella Gelmini in Lombardia e Toscana, e Mara Carfagna  in Puglia e nella sua Campania, mentre in Basilicata sarà l’ex governatore Marcello Pittella, ex PD a guidare la lista.

Movimento 5 Stelle

Niente uninominale per Giuseppe Conte, che ha rinunciato anche all’idea di “sfidare” Luigi Di Maio a Napoli. sarà capolista in quattro regioni e cinque collegi per Montecitorio: Lombardia 1 in due collegi, Campania 1 primo collegio, Puglia 1, e Sicilia 1 primo collegio.

Dopo aver ‘blindato’ i quindici fedelissimi del ‘listino bloccato’: i vicepresidenti del Movimento 5 Stelle Riccardo Ricciardi, Michele Gubitosa e Alessandra Todde, l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino capolista in Piemonte in quattro collegi, l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, l’ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato e l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

Completamente archiviati invece chi ha maturato i due mandati: Roberto Fico, Paola Taverna, Alfonso Bonafede, Danilo Toninelli e Virginia Raggi.

Roma, 22 agosto 2022

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