Elezioni politiche della discordia. Metodi, Liste e Candidati sotto accusa. Campania colonia politica dei Partiti. Montano le proteste. Alfonso Andria si dimette dal PD.
Il Segretario Provinciale del Partito Democratico Vincenzo Luciano si stupisce del disagio di Andria: “Un dirigente politico di lungo corso come lui mi ha stupito. Ho scoperto, infatti, con rammarico, che la sua appartenenza al Partito Democratico fosse subordinata a questa o quella candidatura”. Nicola Landolfi predecessore di Luciano: “Le parole con cui Alfonso Andria decide di uscire dal Pd sono false e sgradevoli nel merito e sbagliate nei tempi”.
POLITICAdeMENTE
SALERNO – Le Elezioni politiche del prossimo 25 settembre sono vicine, il 22 agosto si presentano Liste e Candidati. Il Partito Democratico, tra tutti, è stato il primo a renderle pubbliche ed il primo Partito a ed essere sotto i riflettori per i pastrocchi che solo i DEM sanno fare, tant’è che nessuno è contento, nemmeno chi è in lista e magari voleva altro e non quel collegio uninominale o voleva una posizione di vantaggio nelle liste proporzionali. Insomma un guazzabuglio che solo il PD nella sua ossessione di voler dimostrare di essere democratico, si incarta e poi finisce per fare tutto il contrario di quello che farebbe un partito democratico. Infatti, sotto accusa da Nord a Sud sono metodi, liste e candidatimi. La Campania poi è diventata una colonia politica di tutti i Partiti, PD in testa. Montano le proteste, e tra mugugni, risentimenti e rinunce si apre una falla che mette sotto accusa Vincenzo De Luca e i suoi, i quali per blindare i collegi e assegnarli a persone fidate oltre che per garantire il primo posto al figlio Piero ha consegnato il resto della regione e i migliori posti al Segretario Enrico Letta che a sua volta si è “aggiustata” la sua leadership garantendo collegi e posti sicuri a Dario Franceschini, Roberto Speranza e Susanna Camusso.
Ma il PD per tutte le difficolta e i problemi che sta affrontando stando sotto i riflettori sta coprendo gli altri, i quali a loro volta non stanno messi meglio, e sia il Centrodestra che il “polo” moderato di Azione e Italia Viva non riescono a fare fronte a tutte le “cambiali” che hanno sottoscritto e se dalle parti di FdI, Lega e FI tanti problemi non se li creano e li risolvono “muscolarmente” Carlo Calenda e Matteo Renzi stanno attenti perché se sbagliano le candidature l’obiettivo del 10% se lo possono scordare. Nonostante tutto come il PD paracaduteranno un bel po’ di persone da Renzi ad Ettore Rosati, da Antonio Tajani allo stesso Silvio Berlusconi, Maria Stella Gelmini, Elena Binetti, Giuseppe Conte, che andranno a fare compagnia a Dario Franceschini, Roberto Speranza e Susanna Camusso, e così il gioco è fatto, i collegi sicuri agli esterni, in seconda posizione i napoletani o i giovani indicati da Letta in terza posizione i salernitani escluso Piero De Luca.
Tutto questo ha dato spazio ad un dibattito che è stato solo accennato dalle cronache politiche a seguito di alcune rinunce eccellenti, come il caso del Deputato di Art1 Federico Conte e l’ex Ministro Enzo Amendola, poi recuperato, piazzato al terzo posto dopo Valeria Valente che ha la doppia opzione anche come candidata all’uninominale. Di qui il primo a sollevarsi e ad aprire una discussione politica è stato Alfonso Andria, ex Senatore, ex Parlamentare Europeo ed ex Presidente della Provincia di Salerno, il quale ha preso carta e penna e ha scritto ai Segretari nazionale, regionale e provinciale del PD, restituendo la tessera stracciata in due e manifestando apertamente il suo disagio per le scelte politiche adottate nella composizione delle liste e nella scelta dei candidati. Invero era un bel po’ che Andria manifestava disagio, tant’è che alle ultime elezioni amministrative, pur essendo iscritto al PD non si fece scrupolo di appoggiare apertamente a Salerno la Barone, a Battipaglia la Francese e a Eboli Capaccio e non i candidati ufficiali del PD. Tuttavia non si era allontanato, almeno nei momenti interni, come quando si è eletta la nuova Direzione provinciale, o come quando, sebbene defilato, si è inaugurata la nuova sede del PD a Battipaglia.
Alfonso Andria si dimette dal PD manifestando disagio (la lettera a pie di pagina) e il Segretario provinciale Dem Enzo Luciano si stupisce ed affida il suo stupore ad una nota stampa. «Superato l’iniziale stupore mi vedo costretto ad intervenire rispetto alle recenti dichiarazioni di Alfonso Andria. Un dirigente politico di lungo corso come lui mi ha stupito. Ho scoperto, infatti, con rammarico, che la sua appartenenza al Partito Democratico fosse subordinata a questa o quella candidatura. – scrive Luciano – Quasi come se la nostra Comunità politica fosse una sorta di taxi dal quale salire e scendere a proprio piacimento. Il ragionamento di Andria è il seguente: se le candidature proposte mi convincono sono un militante entusiasta del PD, altrimenti restituisco la tessera.
Una logica personalistica che non onora la lunga storia politica ed amministrativa di Andria, il quale pur tanto ha ricevuto dal nostro Partito, essendone stato, grazie al sostegno generoso di tutti i nostri militanti, un rappresentante in Provincia di Salerno, in seno al Parlamento Europeo e al Senato della Repubblica. Tuttavia è lo stesso Andria che, ormai, da anni, si è allontanato dalla nostra organizzazione, riservandosi – sua sponte – un ruolo di assoluta marginalità. – prosegue il Segretario provinciale del PD – E’ persino inutile ricordare ad Alfonso Andria – che ne è ben consapevole – che il percorso delle candidature è stato proposto prima a livello locale e poi tracciato a livello nazionale.
Sono ore frenetiche e piene di fibrillazione. Posso comprendere che alcune espressioni siano “dal sen fuggite” e che una riflessione serena ed oggettiva porti a conclusioni più sensate. Confido che ci possa esser un ripensamento ispirato dal senso di responsabilità che deve riguardare tutto il centrosinistra. – prosegue Luciano – Non è il tempo degli egoismi personali, delle divisioni interessate, del risentimento rancoroso. Tutte le forze democratiche, progressiste, riformiste del nostro Paese e del nostro territorio devono esser concentrate in una campagna elettorale decisiva per il futuro dell’Italia e della stessa provincia di Salerno. La priorità è sconfiggere questa pericolosa destra sovranista e populista, ostile ai diritti fondamentali, demagogica sul piano economico.
Il Partito Democratico, partito guida della Provincia di Salerno, sta mettendo in campo una squadra di donne e uomini candidati di altissimo profilo, competenti, radicati nei territori. Sono pronti alla battaglia elettorale ed i primi a sostenerli saranno proprio coloro che, pur avendo manifestato piena disponibilità, non è stato possibile candidare. Questo significa essere una comunità politica leale, coraggiosa che mette al centro il bene dei propri territori e non le proprie ambizioni personali. – Aggiunge ancora Vincenzo Luciano – Esprimo gratitudine a tutti coloro che hanno fatto un passo di fianco per il bene superiore dell’Italia e del Partito Democratico. Ed esprimo gratitudine a Piero De Luca, Vice Capogruppo PD alla Camera, che ha accettato la sfida di guidare la nostra battaglia, dopo aver svolto un prezioso lavoro parlamentare su temi economici e sociali cruciali, in continuo raccordo con le comunità locali della nostra Provincia. Soprattutto ha garantito, con il suo impegno, una rappresentanza territoriale non scontata con candidature di amministratori locali – per nulla calate dall’alto – di alto profilo politico.
Il tempo delle polemiche è finito. Adesso siamo in campagna elettorale. E siamo in campo per vincere, contribuendo alla vittoria del centrosinistra in tutta Italia. In queste settimane saremo ispirati dal monito di Enrico Berlinguer, dalle sue parole – le ultime – a Padova. – conclude il Segretario provinciale del partito democratico Vincenzo Luciano – Un testamento politico che c’impegniamo ad onorare a testa alta e senza meschinità.
“Lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini, con la fiducia per le battaglie che abbiamo fatto, per le proposte che presentiamo, per quello che siamo stati e siamo, è possibile conquistare nuovi e più vasti consensi alle nostre liste, alla nostra causa, che è la causa della pace, della libertà, del lavoro, del progresso della nostra civiltà!“».
Le dimissioni di Alfonso Andria dal Partito Democratico hanno fatto rumore, sono immediatamente rimbalzate sui quotidiani e sui siti web, toni polemici che hanno comunque aperto un dibattito e oltre alla risposta del Segretario provinciale del PD di Salerno Vincenzo Luciano, uno dei destinatari della lettera, hanno sollecitato anche Nicola Landolfi, il quale con una nota piccante ha sentito il dovere di intervenire nella vicenda, ricordando i vari passaggi politici che hanno portato ad individuare una rosa di nomi da inserire nei vari collegi uninominali e nelle Liste proporzionali. Landolfi tra l’altro, è stato Segretario Provinciale fino alla nomina di Luciano e attualmente è componente del Direttivo dell’ASI di Salerno.
«Le parole con cui Alfonso Andria decide di uscire dal Pd sono false e sgradevoli nel merito e sbagliate nei tempi. – scrive in una nota Nicola Landolfi – Il Partito Democratico della provincia di Salerno, è arrivato a una proposta sulle candidature per effetto di una deliberazione approvata all’unanimità dalla Direzione Provinciale e, poi, difesa e confermata nelle scelte nazionali.
Sul piano dell’opportunità, e dei tempi, invece, – prosegue Langolfi – vista l’imminente campagna elettorale, questo sarebbe il tempo del lavoro politico finalizzato al conseguimento di un risultato e non delle polemiche postume, delle recriminazioni fini a sè stesse, inutilmente astiose e offensive verso centinaia di militanti.
È stato un miracolo, – aggiunge l’ex Segretario provinciale – altro che “porte girevoli”, mantenere il punto nel merito, garantendo l’autonomia della provincia salernitana, in un quadro reso ancor più difficile dal tipo di legge elettorale e dalla diminuzione dei seggi elettivi. – conclude con un invito Nicola Landolfi – Continuiamo, allora, il nostro lavoro senza distrazioni o esitazioni e, soprattutto, senza logiche ne padronali ne (tantomeno) notabilari ma, al contrario, chiamando tutti all’impegno unitario e responsabile in vista del 25 settembre».
La lettera di Andria a Luciano:
“Caro Enzo,
unita alla presente consegno la mia tessera di iscritto. Partecipai da deputato europeo alla costituzione del PDE e nel 2007 alla fondazione del PD, fin da subito credendo nella novità per l’Italia di quel “progetto etico e politico” come testualmente è scritto nel “Manifesto dei valori’ ln epoca più recente sul piano nazionale e soprattutto nel contesto locale salernitano, lo spirito fondativo è stato, a mio giudizio, svilito e poi tradito. Ho sostenuto le varie candidature PD dei vertici di Regione Campania, Provincia e Comune di Salerno, la stessa Tua a Segretario provinciale. Pur avendo fatto militanza con passione e assiduità (peraltro negli ultimi 10 anni in assenza di qualsivoglia ruolo elettivo istituzionale o politico), da tempo non sono più a mio agio. Il ripiegamento del partito a Salerno e nella sua vastissima provincia entro logiche padronali, il ricorso continuo a metodi assolutamente opposti ai princìpi ispiratori del PD pur di affermare un’egemonia, spesso basata sull’esercizio muscolare, di fatto ne mortificano la funzione e la natura, fino a contraddire la sua stessa denominazione! L’individuazione delle candidature alle imminenti elezioni per il rinnovo del Parlamento attraverso una riunione lampo della Direzione provinciale, la fase tuttora in corso dei ritocchi alla compilazione delle liste a livello nazionale — caratterizzata dalle vicende disinvolte delle ultime ore e perciò ancor più imbarazzanti — rendono l’idea non di un partito politico ma di un edificio dalle porte girevoli del quale servirsi a seconda delle convenienze.
Per me basta così! Ti saluto,
Alfonso Andria”
Salerno, 19 agosto 2022
Politicanti allo sbaraglio. PD: Partito Defunto. VERGOGNA INFINITA. Stop.