BERNARDO SILVANO, Geografo e umanista ebolitano
di Mariano Pastore
Bernardo Silvano Geografo e Umanista del Cinquecento, nacque a Eboli intorno al 1465, la città di Parigi gli ha dedicato una strada adiacente alla Biblioteca Nazionale, dove, una sua opera in latino fa bella mostra, si tratta di un prezioso manoscritto in 4° pergamenato, contenente una raccolta di carte tolemaiche miniate dove all’ultimo foglio si legge: “Ex officina: Bernardi Eboliensis, A.D. 1490 ” firmate dal nostro concittadino.
Questo illustre figlio di Eboli fino al secolo scorso era uno sconosciuto, perchè alcuni eminenti studiosi gli attribuirono il nome portoghese di Bernard De Silva, nato a Evora città del Portogallo anche perché essendo nativo di Eboli come lui stesso affermava alla fine dei suoi scritti e delle sue opere geografiche avevano confuso Eboliensis con Ebora città del Portogallo che alla conquista romana assunse il nome di Evora famosa anche per le stamperie attive fin dal XV sec.
Non sappiamo se fosse un laico o un ecclesiastico è quasi certo che appena finiti gli studi in giovane età si allontanò da Eboli senza mai più tornarci, nel Cinquecento e Seicento il nome e il cognome specie gli umanisti erano soliti latinizzarlo e molto probabilmente non avendo più parenti ad Eboli se ne perdettero le tracce.
E’ stato citato da molti studiosi di Geografia, portò importanti correzioni nelle longitudini e nelle latitudini della carta d’Italia. Almagia Roberto famoso Geografo e Cartografo fiorentino nella sua monumentale opera Monumenta Italiane Cartographica cosi si esprime parlando di Silvano: Bernardo Silvano è il solo che abbia tentato arditamente un lavoro di correzione generale degli elementi astronomici e delle carte tolemaiche, dandoci cosi per l’Italia, come per altre regioni, una vera rappresentazione nuova.
Annotò l’opera di Claudio Tolomeo, che fa parte del volume Claudii Ptolemaei Alexandrini liber geographiae cum tabulis et universali figura et cum additione locorum quae a recentioribus reperta sunt diligenti cura emendatus et impressus. Venetiis per Iacobum Pentium de Leucho Anno Domini M D X I – Die XX Mensis Martii(2). L’opera, fu presentata dal poeta romagnolo Aurelio Augurelli uomo di vastissima cultura appassionato conoscitore e studioso di opere geografiche che in onore di un cosi vasto lavoro compose trentasette versi nei quali, spiegava al futuro lettore di approcciarsi all’opera serenamente con un giudizio sincero, anche se trovasse cose errate, si deveva ringraziare il Silvano per essere stato il primo ad intraprendere una nuova strada in una materia cosi difficile che altri non avevano mai provato per paura a percorrere.
Alle stampe fu data in un’edizione scritta interamente in latino che venne pubblicata a Venezia il 20 marzo 1511 in onore del senatore della Repubblica Veneta Giacomo Pentium de Leucho che di li a pochi anni divenne Doge di Venezia. Inoltre, in essa troviamo una carta geografica in cui si nota un’incisione in legno raffigurante un pappagallo del quale il becco e la coda sono stampate in rosso. Si ritiene che in essa sia stata usata per la prima volta la tecnica di dividere una figura animata in due legni per tirarla in due colori sia sul verso e sul recto dei singoli fogli. Scrive, in proposito, un’insigne studiosa, la professoressa Angela Codazzi, quanto segue: Bernardo Silvano da Eboli, al quale si deve questa singolare edizione di Tolomeo, costatata la discrepanza fra le tavole tolemaiche e i dati desumibili dalle navigazioni moderne, ritenne di correggere quelle, costringendole entro la cornice delle carte nautiche. Alle ventisette carte tradizionali occorre aggiungerne, secondo il Silvano, solo una, per delineare le terre ignote al tempo di Tolomeo; questa viene presentata in proiezione cordiforme. Le ventotto tavole dell’edizione di Tolomeo del 1511 sono incise in legno e per la prima volta sono stampate in due colori e sul recto e sul verso dei singoli fogli.
Bernardo Silvano, geografo e umanista, ha quindi presentato per la prima volta una carta stampata in due colori come, appunto, è questa che vedete da noi pubblicata. L’informazione visiva che da è sufficientemente aggiornata (si osservino Cuba, Hispaniola – Haiti, la Repubblica Dominicana, e la Terra Sanctae Crucis – America Meridionale) e la serietà del suo lavoro è manifestata dal lembo orientale dell’Asia, che ha nella figurazione cartografica lo stesso significato che nella prosa hanno i puntini sospensivi. Bernardo Silvano dedicò il manoscritto della Biblioteca Nazionale di Parigi ad Andrea Matteo Acquaviva, duca d’Atri, Principe di Teramo, Conte di Conversano e Duca di Eboli Caterina della Ratta (quest’ultimo titolo lo acquisì sposandosi, in seconde nozze per entrambi, nel 1509, con e diventandone unico erede alla morte di lei, avvenuta nel 1511), in segno di gratitudine e di riconoscenza.
Infatti, nella dedica, Silvano così si esprime: Non perché mio principe possessore di tanti feudi, non per il nome che porti e per le ricchezze possedute, perché ti occupi di letteratura, poesia e ti diletti di Geografia. Un principe è grande per la virtù d’animo e d’intelletto: tutto questo coltivasti, divenendo illustre non solo per vastità di dominio, ma per aver superato molti letterati; sia lungi ogni sospetto di adulazione. Quest’opera è dovuta a te che pazientemente mi esortasti, stimolando il mio ingegno, ed è giusto che sia tu a raccoglierne i frutti.
Ad Eboli era in funzione, già nella metà del XV secolo, una tipografia, ubicata o nel castello o nelle immediate vicinanze, che il duca ampliò per pubblicare le sue opere di letterato che donava ai vari signori e uomini di cultura dei suoi feudi. In questa stamperia Silvano produsse un’opera che si può ammirare nella Biblioteca Nazionale di Parigi. È un manoscritto datato 1490 miniato in pergamena che reca impresso: Ex Officina Bernardi Silvani Eboliensis A.D. MCDXC. Le altre prove dell’esistenza di questa tipografia le desumiamo dal fatto che Prospero Carovita, patrizio ebolitano e celeberrimo giureconsulto del Regno di Napoli, se ne servì, nella seconda metà del secolo successivo, sotto il principato spagnolo di Ruy Gomez de Silva. Difatti, il 1 giugno 1556, stampò un commento sulla Prammatica Falsorum Testium. Nel 1557, poi, diede alle stampe la Commentaria super Pragmaticam filiorum familias, dedicata a Ruy Gomez de Silva. Infine, nel 1559, scrisse la Commentaria Super Ritibus Magna Curia, articolati in RITI, ciascuno dei quali è accompagnato da un SVMMARIVM.
Il RITVS PRIMVS, scritto e pubblicato ad Eboli, reca, in calce, la data Eboli die prime Martij 1559. L’intera opera fu terminata ad Eboli il 15 agosto 1560.
Quanto ricordato attesta con ragionevole certezza che ad Eboli, in quel periodo, esisteva ancora la stamperia che era servita a Bernardo Silvano nel 1490.
Molte delle notizie che si hanno su Bernardo Silvano ce le fornisce il grande umanista Roberto Coenalis che lo cita nella sua opera pubblicata a Parigi nel 1557. Dall’Ortelio, nel 1570, fu incluso nell’elenco dei cartografi e geografi nell’opera Theatrum Orbis Terrarum, Antwerp, MDLXX. È poi ricordato da Harrisse nella Biblioteca Americana Vetustissima, New York 1886, dove fa bella mostra il suo mappamondo con la rappresentazione delle nuove terre scoperte nel XV secolo.
In Italia, nel 1971, la Curcio Editore gli diede un giusto omaggio, nella pubblicazione: Grande Atlante Internazionale allegando una tavola a colori del suo mappamondo, nel I fascicolo con su impresso Bernardo Silvano da Eboli: Mappamondo moderno, 1511, con il commento, sul recto, della professoressa Angela Codazzi.
Nella pubblicazione Eboli tra cronaca e storia pag. 349, tomo 1 l’autore prof. Cosimo Longobardi da una notizia errata dicendo che nel 1971 la città di Eboli intestò lo spazio tra la casa comunale e la scuola media a Bernardo Silvano confondendolo con il patrono del Municipio Romano del popolo “Eburino” Tito Flavio Silvano.
Bernardo Silvano e un degno figlio di Eboli che la politica ebolitana ha trattato come un figliastro, ha l’onore di aver avuto intitolata una strada a Parigi e una a Venezia dal secolo scorso, ad Eboli la sta attendendo da quattro secoli.
1) Notizie ricavate da: Giulia Guglielmi Zazo, “Bernardo Silvano e la sua edizione della Geografia di Tolomeo”, Rivista Geografica Italiana Torino 1925.
2) Roberto Coenalis, “Gallica istoria dissecta”, tomo 1°, Parigi 1557.
A cura di Mariano Pastore
E’ sempre un piacere leggere le notizie su questi antichi ebolitani…così dimenticati dai moderni ebolitani,caro Mariano!
Mi scuso per non aver potuto partecipare alle manifestazioni in Eboli:sono stata impegnata in una lieta ricorrenza familiare.Grazie,comunque,per gli inviti!
Liliana Del Mese