De Magistris (IDV) dal Cilento e l’Italia che vorrebbe

Ferragosto dal Cilento, tra campagne e mare, tra punta Licosa e il Vallo di Diano, pensando al da farsi per liberare l’Italia delle caste.

Dal partito dell’amore a quello dell’odio: Berlusconi e Fini, fondatori del PDL se si potessero ammazzare lo farebbero senza remore, nel torpore del PD e mentre si riorganizzano i poteri al centro.

Luigi De Magistris

CASTELLABBATE – SA – Questa nota di Luigi De Magistris fattaci pervenire via e-mail da Assunta Nigro,  che si riferisce ad alcune riflessioni fatte nell’incontro del 14 agosto  scorso con  Marco Travaglio che si è tenuto a Castellabate alla villa Matarazzo si Santa Maria di Castellabate sul tema: Democrazia e Legalità. Quale Futuro?. moderatrice Luisa Cavaliere, offre alcune considerazioni che fa l’ex PM sulla politica italiana e sugli scenari futuri e non tanto futuri che si incominciano a delinearsi a seguito della imminente caduta “dell’impero” del Re Berlusconi da Arcore.

De Magistris analizzando anche le varie concentrazioni, che tendono a confluire nel così detto terzo polo di centro, punta il dito, avverte e mette in guardia quanti plaudono alla fine dell’Impero, senza accorgersi che i poteri forti stanno li li per abbandonare Berlusconi ormai preda solo dei suoi deliri e organizzarsi, cambiando postazione, su altre sponde per non perdere il “seminato”.

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di Luigi De Magistris

Il partito dell’amore è divenuto il partito dell’odio: Berlusconi e Fini, i soci fondatori del PDL se si potessero ammazzare lo farebbero senza remore.

Berlusconi + Bossi rappresentano la nuova destra: eversiva,  estremista, razzista e populista. E’ nato, nel frattempo, il terzo polo che, attenzione, non è la nuova DC, in quanto non ha nulla di  popolare: è un’operazione di “palazzo”.

De Magistris Travaglio

Il terzo polo – quello che si presenta come la nuova destra liberale – è, in realtà, il riposizionamento, al centro, di una parte dei poteri forti: una fetta rilevante di Confindustria, probabilmente Montezemolo, un segmento significativo delle gerarchie ecclesiastiche che non tollerano più il folklore edonistico del sultano di Arcore, i finiani folgorati sulla via di Damasco sul tema della legalità, Casini e l’affine Caltagirone, Cuffaro (quello condannato per fatti di mafia, il vero azionista di maggioranza dell’UDC), Cesa (quello già coinvolto in inchieste su truffe all’unione europea), De Mita (il nuovo ideologo del terzo polo), Rutelli (alias Rutellone, il radical chic sinistrato  Sindaco di Roma, frequentatore anche di “incriccati” della P3, già  Nuova P2).

Ecco, il terzo polo non è il partito dell’amore, è il partito della normalizzazione. Raccolgono i frutti delle leggi vergogna berlusconiane che, soprattutto, i finiani hanno avallato dalla prima all’ultima e si presentano, oggi, come gli uomini nuovi, i salvatori della patria dal berlusconismo. In realtà, vogliono solo liberarsi di Berlusconi e rimanere, dalla casta, agganciati alle  poltrone. Ovviamente, con alcuni finiani il dialogo su tanti temi è fattibile e, anzi, già in corso, penso, ad esempio, a Fabio Granata, ad Angela Napoli, con la quale ho, tra l’altro, un ottimo rapporto.

Il PD è, complessivamente, in stato confusionale, per certi versi non pervenuto, anche se la maggioranza della classe dirigente, forte del sostegno del Presidente della Repubblica, ha il terrore del voto e pur  di non votare farebbe un “ribaltone” anche con Totò Riina o con il tronista Costantino. Realpolitik, pur di liberarsi di Berlusconi  alleiamoci anche con il diavolo. La verità credo sia una sola: una fetta significativa della dirigenza del PD non vuol cambiare, è nel sistema.

O’ sistema. Nel resto del centro-sinistra che succede?

Vendola ha avuto il merito di proporsi per le primarie come leader del centro-sinistra e di scoprire anche un modo innovativo di fare politica.

Non devono prendersela, però, Nichi Vendola e Claudio Fava se qualche loro compagno di coalizione, tra i quali mi ci metto anche io, sottolinea che la squadra è più importante del leader e che lo stesso  Nichi è solo uno della squadra, poi si vedrà tutti insieme, popolo e partiti, chi sarà il più convincente per sconfiggere le vecchie e le nuove destre. Nichi è, sicuramente,uno dei protagonisti di questa avventura straordinaria per cambiare la nostra amata Italia, non  facciamone però una icona al di sopra di ogni critica, non voglio dire al di sopra di ogni sospetto (politico) altrimenti i miei amici si offendono.

Si vince con la squadra, non con l’individualismo.

Costruiamola tutti insieme, con dialogo e passione. La federazione della sinistra si sta muovendo con argomentazioni interessanti purchè non si pieghi nella logica del solipsismo politico, ma decida di partecipare a un’alleanza per la democrazia e la difesa della Costituzione.

Quello che, però, trovo più interessante di tutto e di tutti, è il popolo che si sta mettendo in movimento. Il quarto stato  dei buoni e degli indignati. La rete, le piazze, le fabbriche, i luoghi di lavoro, le manifestazioni: tanta gente che partecipa, ascolta, pone domande, lotta, vuole verità e giustizia, pretende una  politica pulita, vorrebbe il merito e non la logica dei furbetti e dei raccomandati. Il popolo è con noi, è con quelli che si presentano puliti, con una storia trasparente alle spalle, che lottano per i diritti di tutti e soprattutto dei più deboli, senza scheletri negli armadi, ricchi di passione ed entusiasmo, capaci di dialogare con la gente senza mediazioni precostituite e, nello stesso tempo, con idee chiare ed innovative per governare, per unire un Paese dilaniato, per dargli prestigio e autorevolezza, rimettendo in moto l’economia e sconfiggendo la disoccupazione.

In tutto questo IDV, il mio partito?

Non l’ho certo omesso, anzi, come dire, dulcis in fundo. Vorrei che IDV prendesse la guida di un nuovo e diverso centro sinistra: antagonista al berlusconismo, che abbia nella questione morale e nella questione culturale le architravi della sua azione politica, con un progetto complessivo per il consolidamento dei diritti, con un programma economico che sappia tenere insieme la libera impresa e i diritti dei lavoratori che devono essere sempre più protagonisti del loro destino e della vita sociale, che sappia coniugare sviluppo economico e salvaguardia della natura, che imprima la svolta decisiva al contrasto ad ogni forma di criminalità.

IDV deve essere coerente, senza contraddizioni tra chi pratica valori e chi, invece, razzola disvalore. IDV deve avere coraggio e non avere più tentennamenti: dialogare più profondamente con i movimenti e la società civile, formare una classe dirigente che sappia cogliere le straordinarie professionalità presenti nel Paese, deve offrire un messaggio politico chiaro e semplice, riformista e rivoluzionario allo stesso tempo.

Siamo stati la vera e unica forza di opposizione in questi anni, strenui difensori della Costituzione Repubblicana, dimostriamo di essere la prima linea della coalizione pronta a sconfiggere Berlusconi e i normalizzatori post-berlusconiani; un partito protagonista, in grado di dialogare con il PD – con il quale vorremmo trovare un accordo vero, con tutti quei militanti e dirigenti che vogliono, come noi, un’altra Italia – e con tutti gli altri, capacedi unire e non di dividere, rispettando gli altri e pretendendolo,senza condizioni strumentali (come quella che il Capo dello Stato deve essere al di sopra della critica, noi siamo per la laicità in politica come nella  vita, nessuno è intoccabile). Se sapremo essere tutto questo il popolo del cambiamento, di chi non vuole più la casta ma una politica dell’interesse pubblico edel bene comune, ci seguirà: non nell’interesse di IDV, ma del Paese tutto.

Oggi per sognare, ogni giorno per cambiare!

Luigi de Magistris

4 commenti su “De Magistris (IDV) dal Cilento e l’Italia che vorrebbe”

  1. Non confondiamo giuststizialismo e giustizia,con il primo termine si vuol fare da paravento a strumentatali garantismi volti a salvaguardare i potenti.Personalmente vorrei un’Italia laica, sul serio e non solo sulla carta.Una nazione in cui non ci sia l’insegnamento della religione già nella scuola materna. Anzi, vado oltre. Vorrei un’Italia in cui NON sia consentito a qualsivoglia strumentalizzazione religiosa di entrare a fare parte di qualsiasi istituzione pubblica.Vorrei un’Italia che investa nel suo futuro con progetti strutturali che puntino sul lavoro delle nuove generazioni, già precarie ed indebitate prima ancora di completare gli studi.Vorrei una classe politica che sia orgogliosa di rappresentare la nazione e che non bruci la nostra bandiera nonostante i ruoli istituzionali ricoperti.Vorrei vedere una classe politica al servizio del cittadino e non delle caste eccellenti da proteggere.Vorrei vedere cambiamenti sociali ed investimenti avviati anche se comportassero ricadute positive oltre la fine della legislatura che li ha varati.Responsabilità,quindi che significa assumersi i propri doveri e portarli avanti con impegno e serietà, che significa riconoscere i propri errori e pagarne le conseguenze, che significa poter godere dei benefici di ciò che si è contribuito a costruire.VORREI UN PAESE NORMALE!

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  2. La speranza è solo in Vendola. Contrapporre la politica agli affari, ma chi ci sarà intorno a Vendola? Spero non quelli che stanno affondando tutti i tentativi della sinistra.

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  3. Bla-bla-bla:tante storie da raccontare,ma la verità ?mentre scrivo risento la radio cronaca della morte di Cossiga ,quest’uomo che ha fatto storia nella politica italiana,tutti lo elogiano oppositori e non ,ogni giorno muoiono migliaia di uomini e le loro storie non vengono raccontate non perche non sono interessanti ma perche non sono famosi e quindi non fanno notizia.Allora qual’è la differenza ,cio che rappresenta un uomo all’interno delle istituzioni,bla-bla ha fatto solo il suo dovere se ha fatto bene,nulla di piu. Io parto dal concetto che chi viene eletto dal popolo lo deve servire umilmente.Non ho detto una stronzata.
    Costui chi è stato e cosa ha fatto ? se ha fatto qualcosa è normale ma quale responsabilita ha avuto come ministero dell’interno per la morte di Moro?
    Dichiarare oggi che la sinistra per meglio dire l’opposizione avanza e si organizza perche la destra litiga è una grande cazzata ,vuol dire che non vi è energia politica allìinyterno della sinistra .Se non si svuotano le poltrone dei vecchiaccasati della sinistra ,la cosa non si evolve . La squadra è indispensabile ,solo pochi uomini nella storia hanno avuto carisma coraggio e forza nel farsi seguire dal popolo, ma i nostri politici non interessava il popolo ma il potere due cose estremamente diverse.Non credo che ora ci sia la persona giusta nel giudare la squadra della sinistra. Ci sono ancora compromessi improponibili e confusione di idee,e la suqadra acora non esiste viè solo il campo di battaglia.
    Voglio sperare in tempi migliori per tutti e sopratutto per le fasce piu deboli.. Mi faro sentire piu in la ciaooo atutti

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