Il Quirinale: “Chi pensa che il Capo dello Stato tradisca la Costituzione, ha il potere e il dovere di chiederne la messa in stato d’accusa”.
Una melma vuole mettere in discussione Giorgio Napolitano? Via dai Palazzi, aprite le finestre, fate uscire quest’aria maleodorante.
ROMA – L’intervista al Vice Presidente del Gruppo Parlamentare del Popolo delle Libertà Maurizio Bianconi, pubblicata ieri sul solito quotidiano diretto da Vittorio Feltri, “Il Giornale“, ha suscitato una serie di polemiche ed una replica dura e puntuale del Quirinale.
Il vicepresidente dei deputati del Pdl aveva detto: “Giorgio Napolitano sta tradendo la Costituzione. […] La Costituzione la puoi tradire non rispettandola, oppure fingendo di rispettarla”. Bianconi nell’intervista aveva aggiunto anche che il Capo dello Stato quando conferì a Silvio Berlusconi l’incarico di formare il governo in poche ore dalle elezioni del 2006, e dopo consultazioni brevissime, spiegò che “in questo sistema bipolare, col premier indicato sulla scheda, è il risultato elettorale a determinare l’assegnazione degli incarichi”. – Oggi invece, sempre secondo Bianconi – “Napolitano smentisce se stesso, con un atto di incoerenza gravissima, dicendo no al voto anticipato e sì alla ricerca di un governo tecnico”.
La reazione del Quirinale, è stata dura ed immediata: “Chi pensa che il Capo dello Stato tradisca la Costituzione, ha il potere e il dovere di chiederne la messa in stato d’accusa (impeachment) da parte del Parlamento, secondo quanto prevede la stessa Carta fondamentale“.
E’ evidente che la nota stigmatizza e precisa inoltre : “Bianconi si è abbandonato ad affermazioni avventate e gravi sostenendo che il Presidente Napolitano ’sta tradendo la Costituzione’. Essendo questa materia regolata dalla stessa Carta, di cui l’on. Bianconi è di certo attento conoscitore, se egli fosse convinto delle sue ragioni avrebbe il dovere di assumere iniziative ai sensi dell’articolo 90 e relative norme di attuazione. Altrimenti le sue resteranno solo gratuite insinuazioni e indebite pressioni, al pari di altre interpretazioni arbitrarie delle posizioni del Presidente della Repubblica e di conseguenti processi alle intenzioni”.
Le reazioni del mondo politico non si sono fatte attendere, da destra a sinistra, sono intervenuti il Presidente dei deputati del PdL Fabrizio Cicchitto, quello del PD Anna Finocchiaro, Il segretario dell’UDC Lorenzo Cesa e naturalmente di segno opposto, Umberto Bossi della Lega. Naturalmente interventi univoci di apprezzamento per il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma con qualche nota di distinguo quella di Cicchitto, che come al solito ha una propensione particolare alle difese impossibili.
In seguito, e in piena bufera Maurizio Bianconi (nella foto) gettando la maschera e mostrando realmente quello che evidentemente sa interpretare meglio, ha rilasciato altre dichiarazioni, aggravando ancora di più la sua posizione e mettendosi ancora di più in evidenza, come uomo politico inadeguato rispetto al ruolo che un partito gli può affidare rilasciando le seguenti dichiarazioni: “Io avrò anche pisciato fuori dal vaso, ma il mio è piccolino invece quello del Presidente è grande, molto grande e l’ha fatta fuori anche lui. Se mi sono scusato? Sì, ma solo per la parola ‘tradimento’ che poteva essere interpretata in modo non corretto se poi non si andava a vedere il contenuto, ed evidentemente il Presidente non l’ha fatto. Ma io sono convinto di quello che ho detto e lo ribadisco al cento per cento”.
Dichiarazioni quelle di Bianconi, che si commentano da sole e che ci fanno seriamente preoccupare pensando solo in mano a chi stanno le istituzioni. Il pensiero fa correre brividi di freddo sulla schiena ma purtroppo non risolve il problema, di Bianconi che si guadagnano “la pagnotta” per assicurarsi un posto in Parlamento ce ne sono tanti. Poveri noi.
In un momento così difficile il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si deve preoccupare del Paese al contrario di quanto fanno questi sciagurati che si stanno dilaniando per il potere e dilaniandosi si stanno accusando, facendo emergere tutto il marcio possibile che rappresentano. Come al solito la realtà supera di gran lunga la fantasia, e nessuno poteva mai immaginare, fino a quando non si è scoperchiato la pentola, che verminaio ci fosse: da Claudio Scaiola ad Aldo Brancher; da Guido Bertolaso a Marcello Dell’Utri e Nicola Cosentino; da Denis Verdini a Giacomo Caliendo e Flavio Carboni; dalla Loggia P2 di cui Cicchitto ne conosceva bene la struttura alla Loggia P3; da Feltri e “il Giornale” dei berlusconi a Berlusconi stesso; da Fini e tutte le case misteriose includendo quella di Montecarlo e di Arcore; e tutta la melma che sta uscendo fuori da questa “nuova” classe politica.
Tutta questa melma vuole mettere in discussione Giorgio Napolitano? questa gente che ci sta portando alla fame, che ci sta facendo impoverire, che sta facendo arricchire mafie e camorre con tutti i condoni e tutti i rientri di capitali provenienti dall’estero, vuole mettere in discussione il Presidente e la Costituzione?
Non lo possiamo consentire. Giù le mani da Napolitano. Via dal Governo e aprite le finestre dei palazzi, fate uscire questo aria maleodorante.
Ma questa gente che parla di popolo sovrano, di federalismo ( ma almeno loro sanno di che si tratta ) , di seccessione ( io lo farei un referendum, anche nelle sole Regioni del Nord) di Costituzione ( solo quando fa comodo e loro uso e consumo ), ma se la sono mai letta.?. Ma sanno di che parlano.?. A proposito, per la gente del Sud, il PDL è alleato subalterno della Lega….RICORDATEVELO.
Il morto si tira il vivo. Scusate l’espressione funerea adeguata al vaso, bisogni, grande, piccolo, fuori, dentro, centro, dito medio….bisogna spazzare via tutto. Sono talmente sfacciati e cafoni da esprimersi sempre con un linguaggio incolto e triviale.
E noi cittadini a subire, in attesa della prossima offesa, tresca, nottate In con trans ed escort…risate sul terremoto dell’Aquila. Hanno comprato le coscienze. Ci tirano sempre più in basso. Affondano la nostra civiltà, ciò che resta dell’Italia economica, politica, etica. Immaginate una Parlamento senza la “porcata” definizione del ministro leghista Calderoli e votata anche dalla Lega che eliminava la preferenza quanti signori onorevoli di tutti gli schieramenti non avrebbero avuto il piacere e i soldi da mercenari per sedersi in parlamento, ma che poi tra l’altro, spesso non rispettano. Irrispettosi delle istituzioni criticabilissime, ma almeno con decenza.
Purtroppo siamo un po’ tutti diventati dei parolai, non riusciamo ad essere protagonisti. Bisogna unirsi e trovare momenti di partecipazione per un NUOVO SUD UNITO militante, senza trasformismo….chi ha scienza si muova per una nuova alba . L’esempio lo abbiamo da “uomini” come il Presidente Napolitano. In Parlamento ci sono si degli uomini e delle donne esemplari, ma isolati dal popolo.
P.S .perché la sinistra, giù di li o su di lì in parlamento o in altre Istituzioni non si dimezza “ lo stipendio” ?Napolitano ha ridotto di molto gli appannaggi. Prima o poi Berlusconi lo imporrà restando fuori solo le più alte cariche dello Stato…e voi a piangere che starete all’opposizione senza ne arte e ne parte. De Luca l’ha proposto ai consiglieri della Regione Campania: è rimasto solo.
Questa è proprio gente che non dovrebbe amministrare nemmeno un condominio. Farebbero una lobbie anche li e si venderebbero gli appartamenti degli altri, e hanno la presunzione di parlare di Napolitano. Lavatevi la bocca
Non c’è niente di più esilarante che l’esser preso di mira senza successo,il Sig, Bianconi,uscito allo scoperto,”per vedere l’effetto che fa”al posto di una’”altro” è un’altra boutade canicolare del Governo e dei suoi accoliti;siamo alla farsa!
Governare è far credere.
Niccolò Machiavelli
Volevo aggiungere sul partito di plastica padronale,e gli atteggiamenti anticostituzionali, ma forse non la conoscono a priori LA CARTA. La crisi del sistema partitico in Italia e l’affermazione del «partito personale»
Se il pregiudizio antipartitico è sempre esistito, non c’è dubbio che negli ultimi tempi abbia assunto uno spessore più definito e consistente. È un trend univoco, monitorato e confermato da anni di indagini d’opinione che si svolgono in tutto il mondo.
Il fenomeno è particolarmente avvertito in Italia dove la disaffezione alla politica ha raggiunto l’apice nei primi anni ’90, allorquando le inchieste della magistratura rivelarono l’esistenza di un sistema, passato alla storia come Tangentopoli, basato su corruzione, concussione e finanziamenti illeciti, che coinvolgeva imprenditori e numerosi esponenti della classe politica, locale e nazionale. I partiti della cosiddetta prima Repubblica erano nati in una stagione di forti passioni e idealità, ai loro aderenti avevano offerto identità, senso, partecipazione: quando tutto questo è venuto meno, «la Repubblica si è accartocciata su se stessa». Da quella crisi, nonostante vari tentativi di rigenerazione e anche di «reinvenzione», i partiti non si sono più ripresi, nel senso che non hanno più recuperato la credibilità e la legittimazione di cui godettero nei primi anni della Repubblica.Il Presidente della Camera ha in qualche modo abituato gli italiani al suo ruolo di contraltare ideale del Presidente del Consiglio e leader del maggiore partito del centrodestra italiano. Al punto da indurre a leggere alcune sue esternazioni come il risultato di una sorta di tattica teatrale. I toni di questa rappresentazione, però, si stanno alzando, anche a seguito dell’irruenta discesa in campo dell’ex house organ di Forza Italia nel denunciare, specie nel corso delle ultime Regionali, le crepe sempre più visibili del tessuto del Pdl. Se le scosse sono sempre più violente, al rientro di ogni emergenza la domanda che rimane inevasa è se ad essere antisisma sia la struttura del nuovo partito o il ruolo di Gianfranco Fini, riconosciuto ormai come l’alfiere di una radicata cultura politica che rifiuta di essere inglobata dal “partito di plastica”.:Il comando berlusconiano, infatti, corazzato di un inaudito potere mediatico- finanziario, non era tale da poter avere rivali di sorta assicurandosi così un dominio incontrastato che almeno pubblicamente ha finora messo sempre tutto e tutti a tacere; la personalità del premier, infine, ha mostrato tutta la sua congenita, insuperabile estraneità all’universo della politica modernamente inteso. E dunque anche alla costruzione di un partito. La politica, infatti, non è vincere le elezioni e poi comandare, come sembra credere il nostro presidente del Consig l i o ; è prima a v e r e un’idea, poi certo vincere le elezioni, ma dopo anche convincere un paese e infine avere il gusto e la capacità di governare: tutte cose a cui Berlusconi, invece, non sembra particolarmente interessato e per le quali, forse, un partito non è inutile.Il comando berlusconiano, infatti, corazzato di un inaudito potere mediatico- finanziario, non era tale da poter avere rivali di sorta assicurandosi così un dominio incontrastato che almeno pubblicamente ha finora messo sempre tutto e tutti a tacere; la personalità del premier, infine, ha mostrato tutta la sua congenita, insuperabile estraneità all’universo della politica modernamente inteso. E dunque anche alla costruzione di un partito. La politica, infatti, non è vincere le elezioni e poi comandare, come sembra credere il nostro presidente del Consig l i o ; è prima a v e r e un’idea, poi certo vincere le elezioni, ma dopo anche convincere un paese e infine avere il gusto e la capacità di governare: tutte cose a cui Berlusconi, invece, non sembra particolarmente interessato e per le quali, forse, un partito non è inutile.