Riconferma per Sergio Mattarella la vittoria dei “Peones”. La sconfitta di nani politici, sovranisti e capi.
Le dichiarazioni del mondo politico a POLITICAdeMENTE: Marina, Sereni, Federico Conte, Massimiliano Giansanti, Felicia Gaudiano, Piero De Luca, Gigi Casciello, Angelo Tofalo, Valeria Ciarambino, Maria Muscarà, Mario Polichetti.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
NAPOLI – Al superamento della soglia dei 505 voti necessari per raggiungere il quorum, l’assemblea dei Grandi elettori ha tributato un lungo applauso a Sergio Mattarella, che viene rieletto presidente della Repubblica all’ottavo scrutinio. Al temine dello spoglio i voti per Mattarella sono stati 759, più di quelli ottenuti da Francesco Cossiga nel 1985, da Carlo Azeglio Ciampi nel 1999 e dal Giorgio Napolitano bis nel 2013, secondo solo a Sandro Pertini. A seguire Carlo Nordio ha raccolto 90 voti, Nino Di Matteo 37. I presenti e votanti erano 983, nessun astenuto. Le schede bianche sono state 25. Il giuramento si terrà il 3 febbraio alle 15,30.
In un breve discorso, il presidente Mattarella ha dichiarato: “Desidero ringraziare i parlamentari e i delegati regionali per la fiducia espressa nei miei confronti. I giorni difficili trascorsi per l’elezione della presidenza della Repubblica, nei giorni dell’emergenza che stiamo ancora attraversando, richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento. Queste considerazioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati e devono prevalere su considerazioni e prospettive personali“.
Il Commento della stampa estera
I media esteri sono pressoché unanimi nel ritenere la rielezione di Sergio Mattarella a capo dello Stato la via d’uscita per le forze politiche bloccate per giorni nel gioco dei veti incrociati e, allo stesso tempo, un segnale di stabilità per l’Italia. “L’Italia rielegge come presidente Mattarella per mettere fine allo stallo politico“, scrive il Financial Times, per il quale il presidente uscente “è stato visto come l’unico candidato in grado di garantire la sopravvivenza del fragile governo Draghi“.
“Mattarella rinuncia alla pensione e rimane presidente“, è il titolo della Reuters, mentre l’agenzia France Press riferisce che “il presidente italiano Sergio Mattarella è stato rieletto dopo una maratona parlamentare che ha rivelato profonde divisioni tra i partiti al governo, in un periodo cruciale per la ripresa“. “Sergio Mattarella rieletto Presidente della Repubblica Italiana“, scrive El Pais, commentando che “le formazioni politiche non trovano una via d’uscita dal baratro istituzionale e accettano di chiedere all’attuale capo dello Stato di iniziare un altro mandato“.
Le dichiarazioni del mondo politico pervenuteci:
Marina Sereni (AreaDem): “Bentornato Presidente! Lezioni da trarre“
Alla fine, dopo interminabili giornate di confusione e travaglio, i Grandi Elettori hanno a larghissima maggioranza eletto il Presidente Mattarella, chiamandolo ad impegnarsi per un secondo mandato. È una bellissima notizia per l’Italia e gli italiani!
È una conclusione che mette in sicurezza le nostre istituzioni, in un momento particolarmente complesso e straordinario della vita politica, economica e sociale del nostro Paese e di fronte a nuove e preoccupanti tensioni su scala internazionale. Ed è una scelta che sicuramente verrà accolta con un sentimento di sollievo e di gratitudine da parte della stragrande maggioranza dei nostri concittadini e della opinione pubblica internazionale, per il segnale di stabilità e affidabilità che l’elezione del Presidente Mattarella rappresenta, consentendo così anche al Governo Draghi di proseguire nell’azione di governo per dare le più efficaci risposte possibili alla crisi provocata dalla pandemia.
Tutto è bene quel che finisce bene, come dice un antico detto popolare? Sì, ovviamente, perché ciò che conta di più è il futuro del Paese e la necessità di scongiurare il protrarsi di un incomprensibile avvitamento del dibattito politico e un pericoloso logoramento delle principali istituzioni democratiche del Paese.
Ma qualche riflessione ora è necessaria.
Prima di tutto sull’impatto che questo passaggio così travagliato ha avuto sulle leadership e sugli schieramenti politici.
Nel centrodestra è venuta in evidenza l’anomalia di una coalizione che di fronte alle telecamere recitava il copione dell’unità e della coesione ma che nella realtà perseguiva obiettivi incompatibili tra loro. L’aver alimentato l’illusione di avere i numeri per determinare l’elezione del presidente della Repubblica ha portato Salvini per molti giorni a far prevalere la fedeltà di coalizione a quella verso la maggioranza di governo. Nel mentre a gran voce invocava la necessità di mantenere fermo l’assetto del governo, il leader della Lega ha proposto e bruciato nomi che, al di là del profilo e dell’autorevolezza delle personalità indicate, non erano stati condivisi con la maggioranza che sostiene il Governo Draghi. Con il tentativo fallimentare sulla Presidente del Senato ha poi addirittura cercato la spallata e infine, con un ultimo colpo di teatro, ha provato a spaccare trasversalmente la maggioranza di governo mettendo nel frullatore mediatico una figura istituzionale femminile importante come il Capo del Dis. Le fratture nel campo conservatore sono esplose in tutta la loro dimensione: Forza Italia ha esplicitamente dichiarato di ritenersi libera di trattare singolarmente per raggiungere l’accordo; alla leader di FdI non è restato che esprimere il più netto dissenso sulla conclusione cui Lega e Forza Italia arrivano insieme al resto della maggioranza di governo. Saranno i prossimi giorni a dirci quali riflessioni o cambiamenti si produrranno negli assetti e nelle leadership nel campo conservatore. Difficilmente si potrà archiviare tutto soprattutto in quella parte del centrodestra che si ritiene europeista e moderata.
Nel campo del centrosinistra si è registrata una maturazione nel confronto tra Pd, LeU e M5S e complessivamente – al netto di isolate tentazioni di fughe in avanti – un grande senso di responsabilità fondato sulla consapevolezza che nessuno in questo Parlamento fosse nelle condizioni di decidere da solo e che, soprattutto, il Paese si attendesse una dimostrazione di unità per affrontare le sfide di questa fase e costruire la ripresa post-pandemia. Credo si possa dire senza presunzione che il Pd sia stato l’artefice principale di questa linea di dialogo, confronto e unità all’interno del centrosinistra e oltre. E che la direzione del Segretario del Pd Enrico Letta, sobria, rigorosa, attenta alle opinioni di tutti, lontana dalla ricerca di protagonismo e visibilità personali, sia stata fondamentale e abbia dimostrato il valore dell’essere “forza tranquilla”, al servizio per il bene comune. Grazie a tutto questo la prospettiva di un campo di forze largo che si unisce per essere alternativo alla destra radicale si è evidentemente rafforzata.
Con la rielezione del Presidente Mattarella il Parlamento ha guadagnato mesi preziosi per verificare se ci siano le condizioni per una riforma della legge elettorale che, piuttosto di costringere a forzature sul terreno delle alleanze, possa spingere le forze politiche a ridefinire con chiarezza i loro programmi e le loro identità ideali per misurarsi con il consenso degli elettori. Il posizionamento in Europa, l’appartenenza al campo atlantico, i riferimenti sociali e l’idea di equità, la concezione della famiglia e de ruolo femminile, il grado di impegno verso la transizione ecologica: su tutti questi terreni la politica deve poter tornare comprensibile agli occhi dei cittadini e delle cittadine. E i partiti devono recuperare il loro ruolo, seppure in una società assai cambiata rispetto al secolo scorso e in continua trasformazione. Con adeguati accorgimenti per contenere i rischi di frammentazione un nuovo bipolarismo è possibile anche con un modello proporzionale, che possa dare luogo ad una scomposizione/ricomposizione dei campi politici fondate sulle idee e le proposte e non sul cambio di casacca dei singoli parlamentari dopo il voto.
Ma la rielezione del Presidente Mattarella e l’unanime riconoscimento del valore della personalità di Mario Draghi ora hanno creato le condizioni per rendere marginali gli atteggiamenti strumentali e di corto respiro di singole forze politiche e dato al Presidente del Consiglio un mandato pieno ed una forte spinta ad andare avanti con fiducia e senza incertezze.
“Ora servono le risposte. Dalla rielezione di Mattarella a Presidente delle Repubblica può venire un rilancio della vita democratica, delle forme della sua partecipazione e della selezione dei suoi rappresentanti. Essa infatti, se da un lato ha certificato l’incapacità dei partiti, o più propriamente dei loro leader, di fare sintesi su una figura nuova – pur essendovene diverse, donne e uomini – all’altezza del ruolo, dall’altro ha dimostrato che nel Parlamento, anche in quello corrente con i suoi problemi genetici di composizione, vive indomito l’istinto di farsi interprete del sentimento degli italiani, che impressionati dal teatrino di questa settimana hanno avvertito come unica soluzione rassicurante la continuità. È stata infatti l’Aula, di votazione in votazione, esprimendosi a favore di Mattarella con una progressione quasi geometrica, a determinare una condizione di fatto della quale i leader hanno potuto e dovuto prendere atto. Una vittoria della democrazia assembleare, che dice forte e chiaro che è li che deve tornare la sovranità popolare, che negli ultimi lustri è stata progressivamente quanto impropriamente trasferita nelle stanze del potere, finanziario ed esecutivo, e della comunicazione senza politica. E’ perciò maturo il tempo di avviare la discussione su una nuova legge elettorale di impianto proporzionale, che consenta di superare un modello parlamentare costruito per coalizioni che non esistono più, per dare al Paese una nuova classe dirigente selezionata dai cittadini sulle proposte dei partiti e i meriti dei singoli candidati, scelti direttamente col proprio voto. La spinta popolare per Mattarella di cui il Parlamento si è fatto interprete è una domanda di politica“.
Massimiliano Giansanti (Confagricoltura): “Congratulazioni al Presidente Mattarella. Ora avanti con l’agenda politica, le Imprese hanno Bisogno di stabilità”
“Al Presidente della Repubblica eletto vanno le nostre più vive congratulazioni, insieme all’augurio di buon lavoro. La figura e l’operato di Sergio Mattarella danno fiducia al Paese. Le imprese agricole, dal canto loro, hanno bisogno di stabilità politica e di efficacia nell’azione di governo”.
“Desidero, nella circostanza, ricordare un passaggio del messaggio inviato dal presidente Mattarella per la celebrazione, nell’ottobre 2020, dei 75 anni dalla fondazione della FAO” – prosegue Giansanti.
“Il cibo, sottolineò Mattarella, insieme al suo antico e inscindibile legame con le colture, la tradizione e la terra, deve essere considerato materia nobile da salvaguardare”.
“L’impegno per la ripresa economica e le tensioni in atto a livello internazionale – aggiunge Giansanti – non consentono cali di attenzione, incertezze e ritardi, per non compromettere i risultati positivi conseguiti nell’anno passato”.
“L’emergenza sanitaria non è superata. I rincari senza precedenti dei costi dell’energia hanno già determinato una revisione al ribasso della crescita economica prevista per l’anno in corso”.
“Le priorità sono di tutta evidenza – conclude il presidente di Confagricoltura – Servono decisioni straordinarie ed urgenti del governo, per ridurre i costi di produzione delle imprese. E va ridato slancio al programma di riforme concordato con le Istituzioni di Bruxelles”.
Sen. Felicia Gaudiano (M5S): “Mattarella è esempio per la politica”
“La conferma del Presidente Mattarella non è un ripiego, ma una scelta ottimale che garantisce stabilità. Era la soluzione di garanzia: il nome di Mattarella ovviamente non poteva essere una tra le varie candidature da portare al tavolo delle trattative, ma era una soluzione sempre presente.
Abbiamo rieletto un servitore delle istituzioni, serio e imparziale, uno strenuo difensore dei valori costituzionali”.
“Il Movimento 5 Stelle ha provato fino all’ultimo a dare all’Italia una novità assoluta: eleggere un profilo alto e autorevolissimo, incarnato da una donna. Non ci sono state le condizioni per un cambio di rotta, abbiamo provato a spingere sulla scelta di rinnovamento, ma il Presidente è scelto dalle diverse forze politiche intere, non da un solo gruppo politico.
Tenere salda la maggioranza, e con essa il governo, in questo momento era indispensabile. Per questo abbiamo sostenuto che Draghi dovesse portare avanti il suo lavoro a Palazzo Chigi e lo abbiamo fatto con la più ampia condivisione possibile, lo dimostra il grande consenso raccolto in aula.
Continuiamo a lavorare per il bene degli italiani, scegliendo di mettere da parte lo scontro politico, per completare le riforme che il Paese ci chiede e assicurare le condizioni per uscire dalla crisi. Ringrazio il Presidente Mattarella per il suo atto di responsabilità, compiuto ancora una volta con grande umiltà al servizio del Paese“-
On. Piero De Luca, Vicecapogruppo del Partito Democratico alla Camera dei Deputati: “A lui, un grazie immenso per la disponibilità data al servizio del Paese“.
“Sergio Mattarella è stato eletto nuovamente Presidente della Repubblica! A lui, un grazie immenso per la disponibilità data al servizio del Paese.
Siamo estremamente soddisfatti. È la soluzione migliore per l’Italia. Una figura unitaria di assoluta garanzia e autorevolezza, un esempio e un punto di riferimento per tutti in questi sette anni. La sua elezione permette di continuare ad assicurare al Paese credibilità internazionale e la stabilità necessaria in un momento storico così delicato e complesso.
Buon lavoro Presidente!”
On. Gigi Casciello Deputato Forza Italia
“Sergio Mattarella è stato rieletto Presidente della Repubblica e questa scelta del Parlamento garantirà stabilità al Paese e continuità al lavoro del Governo. E aggiungo che questa narrazione “antipolitica” sui tempi lunghi per eleggere il Capo della Stato è fuori dalla realtà e dalla storia politica del Paese se solo si ricorda che per eleggere Saragat e Leone furono necessarie decine e decine di votazioni. Ma purtroppo questi sono tempi in cui il “racconto” della politica obbedisce a criteri social e demagogici.“
On. Angelo Tofalo (M5S) già componente del Copasir e sottosegretario alla Difesa.
“Buon lavoro e grazie al riconfermato Presidente Sergio Mattarella. La sua disponibilità nel continuare a servire il Paese dall’alto della più importante istituzione, ha aiutato l’Italia a superare l’incapacità della politica di scegliere nell’interesse dei cittadini mettendo da parte giochi di palazzo e logiche di partito.
Il Presidente Mattarella, tra i migliori nella storia della Repubblica, certamente continuerà a ricoprire il prestigioso incarico con la dedizione, la scrupolosità e l’equilibrio che lo contraddistinguono.
Per questo motivo, rinnovandoLe la mia gratitudine, Le auguro buon lavoro Presidente“.
Consigliere regionale Valeria Ciarambino (M5S) Vice Presidente Consiglio Regionale della Campania: “Mattarella è esempio per la politica”
“Mattarella esempio per la politica. La sua disponibilità è per tutte le forze politiche un monito a lavorare in silenzio per il bene dei cittadini”. Così la vicepresidente del Consiglio regionale della Campania e capogruppo regionale M5S Valeria Ciarambino.
Consigliere regionale M5S Maria Muscarà: “Rielezione Mattarella riflesso di classe politica incapace alla testa di fantocci”
“Rispetto per Mattarella, per la sua storia umana e politica e per come ha guidato il Paese. Ma la sua rielezione è il riflesso dell’incapacità di una classe dirigente (qualora ve ne fosse una) alla testa di un esercito di fantocci. Un Paese che soffre in questo momento storico non meritava questa triste sceneggiata. Restituiamo dignità a chi ci ha votati”.
Elezione del Presidente della Repubblica Mario Polichetti (vice segretario regionale dell’Udc): “Il suo secondo mandato rappresenta l’immagine plastica della politica italiana in crisi con i suoi partiti“.
“La rielezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica italiana, a cui vanno i nostri auguri sinceri e convinti, rappresenta in maniera plastica l’immagine sconfortante della profonda crisi dei partiti e della politica italiana. Ringraziamo il Presidente per il notevole sacrificio che sarà costretto a sostenere ed invitiamo tutti a unirci intorno a lui per poter insieme superare questo momento drammatico, reso ancora più cupo dal persistere di un clima di sfiducia ed individualismo che ci preoccupa e ci stringe il cuore. L’Italia ha bisogno di stabilità. Mattarella è l’uomo giusto per continuare ad infonderla. Auspichiamo che i partiti, ed i loro leader, abbiano tratto la giusta lezione da questa elezione“.
Napoli, 30 gennaio 2022
E meno male che dovevano eleggere una donna!
Una nazione in stallo per una settimana sull’elezione del capo dello Stato e come al gioco dell’oca si ritorna ad un Mattarella, formato bis come Napolitano, forse con scadenza annuale; il quale aveva più volte con fermezza affermato la sua assoluta indisponibilità.
Cosa si è consumato? Ebbene un chiaro corto-circuito dei partiti, un emblematico fallimento dei presunti leader, degli “scappati di casa” prestati alla politica, ma ancora cosa più vergognosamente imbarazzante, rimane che per la scelta di una figura puramente rappresentativa e notarile, senza poteri esecutivi come in altri Paesi, si è giocata una roulette russa bruciando personalità importanti, e dimostrando l’inadeguatezza del Parlamento in carica.
La cosiddetta prima repubblica al confronto era un Assise di 945 statisti!
La Borsa nel mentre ha evaporato miliardi, l’italiano medio alle prese con la sopravvivenza quotidiana rimane indifferente, la vita reale ed il Palazzo sono agli antipodi, nonostante tutto e tutti.
PS: Intanto nella viciniore Battipaglia sono a rischio 900 posti di lavoro, si intravede una feroce vertenza sindacale anti delocalizzazione, con una fotografia sociale quanto di più lontana da Palazzo Montecitorio ed i suoi elettori presidenziali.
Buona fortuna Italia!