Eboli riparta dalla Cultura

“C” come Cultura. La crisi Covid e il Commissariamento hanno frenato gli eventi culturali. Si spera in un rilancio del settore.

Tre Musei, due Pro-Loco, un cine-teatro, tre compagnie teatrali, una casa editrice, un emittente Radio, decine di associazioni e molto altro ancora, non da ultimo  una comunità sempre prolifica di idee in questo campo. Urge un “Manifesto” rivolto alle istituzioni degli operatori culturali per il riavviare il comparto.

Museo Eboli

di Massimo Del Mese e Marco Naponiello
per POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

A un certo punto non fu più la biologia a dominare il destino dell’uomo, ma il prodotto del suo cervello: la cultura”. James Clerk Maxwell

EBOLI– Il coronavirus ha scatenato da un biennio, parallelamente a quella sanitaria, una crisi economica mondiale, e nella fattispecie ha devastato in lungo e largo il Made in Italy, parimenti innestando uno sconvolgimento nel settore culturale – turistico, come triste logica conseguenza. Difatti essendo la nostra nazione una superpotenza in questo ambito, il tutto è stato ampiamente descritto dai media nazionali nel corso di questi due dolorosi ultimi anni. Milioni di persone, sia direttamente che nell’indotto lasciati senza lavoro per il collasso di un comparto, con aggiunti costi sociali elevatissimi, decine di miliardi di fatturato andati in malora, attività recettive e ricreative “ferme al palo”, eventi culturali e fieristici che sono rimasti lettera morta e in quei pochi casi, non hanno potuto soddisfare adeguatamente la domanda della clientela.

Un quadro di certo che non è affatto rassicurante, sconfortante perlopiù, e con delle previsioni di corollario per questo ed il prossimo anno ancora assai incerte. A soffrirne maggiormente sono stati anche i piccoli-medi centri come la nostra antica città, che della Cultura e di tutto quell’universo-mondo ad esso collegato ne aveva fatto il proprio vessillo vincente d’immagine, con ricadute economiche non da sottovalutare, e che hanno rappresentato ossigeno puro per i tanti operatori economici. Cartelloni invernali ed estivi generosi di variegati appuntamenti, i quali si dipanavano preferibilmente lungo le stradine, le piazze ed i corsi del cuore antico della storica, decantata Eburum (Municipio Romano), abitato di primario interesse viepiù lungo tutto l’arco dell’epoca Medioevale e Rinascimentale, fino quasi ai giorni nostri. Eboli era diventata, per una serie di felici fattori sinergici tra pubblico e privato, una piccola Firenze di provincia negli ultimissimi anni, e sarebbe pletorico quanto stucchevole, enunciarne uno per uno, i vari attori e le kermesse che si sono consumate lungo tale periodo, con il rischio  involontario di tralasciarne qualcuna.

Castello Colonna-Eboli

Del resto la Città di Eboli gode di bellezze, paesaggistiche, architettoniche ed artistiche notevoli e variegate: complessi monumentali, un castello Longobardo di epoca altomedievale, antiche mura di cinta sempre dello stesso periodo, ed andando indietro nel tempo: le Fornaci, un acquedotto ed un antica villa gentilizia di epoca romana, con decine di chiese e badie, Santuari, conventi, arricchite da opere pittoriche e scultoree di pregevole fattura situate all’interno. Senza tuttavia tralasciare i due poli museali, il primo Museo Archeologico della Media Valle del Sele, ed il MOA, che rievoca lo sbarco degli alleati nella fase finale del secondo conflitto bellico, peraltro accompagnati dal meno conosciuto museo di San Francesco. E cosa dire dei due bei Chiostri, le sale concerti, senza obliare la ricchissima biblioteca comunale, luoghi acconci i quali hanno ospitato con cura, le più disparate manifestazioni, parliamo di convegni, congressi, seminari, in aggiunta a presentazioni letterarie o di arti figurative, pièce teatrali etc.

Dunque una civica eburina che inizia dalle millenarie pietre del Neolitico e dall’età del bronzo, passa successivamente nel l’epoca classica (Magna Grecia ed Epoca Romana)  fino al Principato di Salerno e più recentemente al Regno delle Due Sicilie, non perdendo autorevolezza con lo Stato Unitario. Essa è riconosciuta come la capitale storica del comprensorio del fiume Sele, il cui nome evocativo, va ben oltre al romanzo best seller Cristo si è fermato ad Eboli” di Carlo Levi, pur se grazie a quest’ultimo si è travalicato i confini nazionali. Il titolo di città concessole con decreto del Presidente della Repubblica sul declinare del millennio, è il naturale suggello di una storia antica che parte dai Romani quando la riconobbero “Municipio” di cui alla Stele romana conservata nel Museo cittadino; tuttavia ancor’oggi i palazzi nobiliari, anche se ridotti in uno stato non ottimale, sono un chiaro emblema delle vestigia gloriose dei secoli passati. Un rapido cenno e dovuto da dedicarsi, ai personaggi illustri che l’hanno resa grande nel corso dei secoli: primo fra tutti, Matteo Ripa, religioso e fondatore prima del Collegio dei Cinesi, poi divenuto Istituto, ed ad oggi Università Orientale di Napoli, un ponte primigenio tra Oriente ed Occidente, che nasce giustappunto qui ad Eboli, oppure quel Pietro da Eboli, chierico anch’egli, cronista, storico e ministro della Corte Sveva. Ma sarebbero tanti forse troppi da elencare le personalità, di antichi e di moderni di Giuristi, artisti, letterati a tutto tondo, fino a passare ad una pletora di parlamentari e finanche un ministro, i quali han donato partendo sempre dalla nostra Eboli, un grande contributo nella vita pubblica di tutta l’intera provincia di Salerno, e non solo.

Certo un breve excursus non può ritenersi per nulla esaustivo della storia millenaria della nostra comunità, ma se veniamo ai tempi molto più recenti, con sportivi e novelli bardi, l’elenco si rimpingua. Invero nella nostra città c’è stato sempre una grande fervore di formazioni sociali, di associazioni per intenderci, le quali nella fattispecie si sono impegnate con fervore alacre, in numerosi eventi, con o senza il patrocinio dell’Ente, anche in questo caso non possiamo nominarli con giustezza, finiremo per tediare il gentile lettore, e non faremmo un servizio alla collettività, come è nostro modesto intendimento.

Ed allora qual è l’oggetto di questa nostra disamina odierna? Il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, consta di uno strumento finanziario, mutuato dalla Next Genration Ue, volto, rectius, finalizzato da parte dell’Europa comunitaria a far uscire dall’impasse economica-sociale le nazioni dell’Unione, per il tramite di un piano finanziario cadenzato di quasi mille miliardi di Euro, che terminerà il 31 dicembre 2025.

Villa Romana Eboli

Purtroppo stoltamente, ancora qualcuno insiste nel considerare la Cultura un “vuoto a perdere”, ove questa, secondo verune miopi considerazioni, non possa assolutamente incidere nell’economia nazionale, declinandosi in Pil, redditi e posti di lavoro. Nulla di più sbagliato! Basti pensare al comparto turistico strettamente legato a quello culturale; prendendo ad esempio la quasi contigua città di Matera, fino a qualche lustro fa considerata quasi una vergogna nazionale, simbolo arcaico di arretratezza di quel profondo sud antropologico, ed ad oggi invece divenuta luogo gettonato delle agenzie turistiche di tutto il mondo, addirittura nel 2019 è stata insignita del ruolo di Capitale Europea della Cultura stessa, set privilegiato di film e fiction che l’hanno resa, in definitiva da una città povera, in una assai doviziosa, tutto questo in controtendenza nel tanto bistrattato meridione d’Italia, facendone di contro, un orgoglio dello stesso.

Ed allora auspichiamo che tutti gli operatori del comparto culturale cittadino, ritornando a Jevule, sì consorzino informalmente, e stilino di concerto un Manifesto rivolto al nuovo governo eburino, il quale provvido di buone intenzioni, in un’ottica di marketing d’area, saprà rapidamente cogliere l’importanza degli eventi culturali, specialmente se questi sono preceduti da una buona campagna di comunicazione. Infatti come l’aratro solca il terreno per la semina, cosi un battage pubblicitario, potrebbe insieme al nostrano patrimonio immateriale, fare il resto. Patrimonio intangibile costituito in primis dall’ enogastronomia, e pertanto dalla  sua regina, la mozzarella di bufala, che ricordiamolo la prima fonte storica in assoluto rimane “La Saporosa” nel lontano XIV secolo, con la certezza avviato un processo virtuoso, di risollevare le sorti di una città che langue da troppo tempo, nonostante le belle intelligenze e l’attivismo anche dei vari attori, non ultimi le 2 Pro Loco.

Vincenzo-Consalvo (1)

Il tutto pregiudizialmente, in un’ottica di collaborazione generale, superando anche quelle che possono essere delle umane (ma specificamente inopportune) rivalità interne tra le forme associazionali. A tal proposito noi di POLITICAdeMENTE confidiamo che l’Amministrazione guidata dal Sindaco Mario Conte, il quale affidando al suo vice e assessore al ramo, Vincenzo Consalvo, la delega specifica, riconoscendogli il suo attivismo nello specifico settore del Tirismo e della Cultura, riesca a risollevare ed implementare il settore. Soltanto per il tramite di progetti seri e di una oculata programmazione, potranno essere di giovamento all’economia cittadina. Perché Eboli non è come in troppe occasioni una cronaca pruriginosa, a tratti morbosa, e tanto superficiale ha narrato, con venature para-scandalistiche, vuol fare a noi intendere, ovvero un urbano dal tratteggio decadente, dato in pasto a criminali di bassa lega, una Gotham City dei tempi odierni. Eboli bensì rimane un modello di bellezza, storia, cultura, in definitiva di vita sociale, per tutti i comuni viciniori.

Non vogliamo concludere, e ce ne guardiamo davvero bene, con i soliti auspici, auguri, e speranzose speranze, che accompagnano spesso gli appelli, ma vorremmo congedare, con la certezza che questa istanza non cada nel limbo delle vane parole, ma possa con sollecito essere presa in carico, vivificandosi con il contributo di tutti, in azioni concrete: ci crediamo e ci dobbiamo credere!

 

 

 

 

E

Eboli, 24 gennaio 2022

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