Convegno a Sala Consilina sugli Usi Civici con l’On. Tommaso Pellegrino e l’Assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo.
Nel corso dell’incontro si discuterà del decreto dirigenziale della Regione Campania per la sdemanializzazione di terreni gravati da usi civici. Si tratta del primo provvedimento in Campania e in Italia. Un provvedimento che va nella direzione di una sburocratizzazione e semplificazione vera e concreta o è solo un altro diritto sottratto alle comunità?
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALA CONSILINA – Il 3 dicembre 2021 alle 17.00, presso l’aula di Alta formazione “Consilium Senatoris” di Sala Consilina, si terrà il convegno dal titolo “Usi civici, prospettive ed opportunità”.
Nel corso dell’incontro si discuterà del decreto dirigenziale della Regione Campania per la sdemanializzazione di terreni gravati da usi civici. Si tratta del primo provvedimento in Campania e in Italia che va nella direzione di una sburocratizzazione e semplificazione vera e soprattutto concreta.
Al convegno parteciperanno, tra gli altri, l’Avvocato amministrativista, Nicola Senatore, il Consigliere Regionale, Tommaso Pellegrino e l’Assessore regionale all’Agricoltura della Campania, Nicola Caputo.
Cosa sono gli usi civici?
Sono diritti perpetui di uso, spettanti ai membri di una collettività. Sono di origine antichissima, risalgono all’età preromana, per nulla cancellati dagli stessi romani, vieppiú estesi dai popoli germanici in altre regioni ancora. Diritti di varia natura (ius incidendi e capulandi, frondaticum herbaticum, spigaticum, ius serendi) ovvero la facoltà del pascolo, dell’alpeggio, di raccogliere la legna, di raccogliere fronde o erba, di spigolare e perfino seminare. Jus a dir poco vitali nel primo Medioevo, affermati nel feudalesimo ed in seguito nei secoli a venire fino ai giorni nostri, tant’è che il legislatore ha avvertito nei primi anni del secolo scorso di affrontare questi diritti, ormai generici e non più praticati, atteso anche le migliori condizioni di vita delle popolazioni e a seguito delle urbanizzazioni dele Città e lo spopolamento delle campagne ma anche delle mutate condizioni del mondo legato all’agricoltura. Un diritto resistito e consolidato dapprima dalle Monarchie sui diritti feudali, in seguido dalle democrazie sulle monarchie, tuttavia l’affermazione de liberismo economico e la scomparsa dei principali bisogni delle genti rispetto a quei “jus” hanno spinto i legislatori ad emettere una serie di provvedimenti limitativi degli Usi Civici, fino a pensare di giungere alla loro liquidazione, nominando, appunto Commissari Liquidatori regionali, i quali nemmeno hanno risolto il problema, tanto che ancora se ne discute, anche perché essi terreni soggetti a liquidazione da U.C. sono stati assegnatia in maniera totale o parziale ai comuni o ad associazioni, o mediante concessione di enfiteusi se fondi coltivabili, a favore dei coltivatori (Sic) meno abbienti del comune, come nel caso degli anni ’70 a Eboli, per i terreni dei Cinesi dell’Istituto Orientale di Napoli, assegnati ad una Cooperativa “La Seminatrice“, o come negli anni scorsi si giunse all’alienazione di una parte di essi, ricavandone utili irrisori sia per i contratti che per le vendite, ma “cancellando” il diritto tutt’ora gravante su quei Terreni.
La discussione centenaria sulla definizione concettuale degli u.c. appassiona i giuristi da una parte e gli approfittatori dall’altra, e mentre i primi si arrovellano per cancellarli, come si dice, perché desueti, ma diritti, i secondi ne approfittano per accaparrarsi fondi straordinariamente ricchi, cancellando quelli, che secondo l’opinione di chi si cimenta su questo principio giuridico, sarebbero diritti che rientrano nella sfera dei diritti reali a loro volta non rientranti in nessuna delle categorie tradizionali.
In soldoni, al convegno di Sala Consilina, i vari interventori, chiariranno i principi base di quei diritti? Tra il pubblico ci saranno anche gli attendisti beneficiari che aspettano la calcellazione degli Usi Civici per “Affrancarsi” quei terreni? E noi, possibili fruitori di quei diritti, cosa ci guadagniamo? Una beata minchia, direbbe Cetto Laqualunque. Prima perché i contadini bisognosi non ci sono più, quelli di cui parliamo sono, come amano loro stessi definirsi, risucchiati dal modernismo-liberista: Imprenditori Agricoli; poi E i braccianti? Che fine hanno fatto? Quelli sono stati sostituiti dagli “invisibili”.
I posti per la partecipazione in presenza, a causa delle norme anti Covid-19, sono limitati e riservati a quanti abbiano effettuato già l’iscrizione.
Sala Consilina, 2 dicembre 2021