Quelle dichiarazioni, sono domande, non sono minacce e molto probabilmente non avranno mai risposte.
POLITICAdeMENTE propone l’editoriale del 21 luglio 2010 di Vittorio Feltri apparso su “Il Giornale” di cui ne è direttore. L’editoriale letto con attenzione propone in diverse letture, tutte riconducibili al Premier, anticipazioni di una difesa per niente richiesta ma del tutto immaginabile, a seguito di alcune dichiarazioni rilasciate dai due pm di Caltanisetta che indagano sulla strage di via D’Amelio: da una parte, introducendo l’argomento, quasi per scherzo e con perfetta nonchalace, cita Berlusconi come obiettivo giornaliero di accuse vaghe e generiche da parte della stampa e della magistratura; dall’altra associa alle solite accuse generiche, anche le dichiarazioni di Lari, rilasciate dopo l’audizione della Commissione Antimafia, snocciolando una interpretazione fantasiosa delle stesse; dall’altra ancora, sulla base delle sue interpretazioni, disegna futuri scenari che dovrebbero verificarsi di li a poco, e pur senza fare nomi, lascia intendere che gli stessi giudici potrebbero arrivare al “Sole” o giù di li.
Quella che usa Feltri con molta abilità è una forma sottile di delegittimazione dei due pm di Caltanisetta Sergio Lari ed il suo aggiunto Domenico Gozzo, anticipando e romanzando fantasiosamente le conclusioni dell’indagine che portarono alla morte di Borsellino e della sua scorta. Ne sminuisce abilmente la portata, ove mai si dovesse veramente giungere al risultato che si avvicini veramente al “sole” o alle “fiamme” vicine al sole (per indicare qualcuno che sia molto vicino al “Sole”) e che abbia favorito il connubio Mafia-Forza Italia.
Quella Verità che dopo 18 anni ancora non ha colpevoli pesa come un macigno e questo articolo di Feltri rappresenta una sorta di “excusatio non petita accusatio manifesta”. Quelle dichiarazioni che si riportano in seguito volevano dire nella loro onestà che nessuno reggerà a verità che sembrano così vicine, ma che invece sono così lontane.
E’ vero le indagini si chiuderanno nella colpevolezza di non aver saputo trovare i colpevoli e quindi in quelle dichiarazioni “come reggerà lo Stato” e come reggeranno loro che dello Stato sono servitori sta tutta l’amarezza, ancora più amara sembrerebbe la stessa domanda senza risposta “come reggerà la Politica“, i due PM non possono saperlo, ma sanno che vi è una guerra che la politica, attraverso i Palazzi delle decisioni, ha lanciato contro la magistratura e per certi aspetti la legalità.
Quelle dichiarazioni, sono domande, non sono minacce, e Feltri lo sa ma fa lo gnorri, come suo solito fa il giornalista furbo e come diciamo noi dalle nostre parti “si butta avanti per non cadere indietro“, lo fa per proteggere sua sponte il “Sole” (Berlusconi), e le “Fiamme” intorno al Sole (Dell’Utri). Quelle dichiarazioni sono domande che molto probabilmente non avranno mai risposte.
Le Dichiarazioni dei PM di Caltanisetta Sergio Lari e Domenico Gozzo a fondo pagina
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Una Bomba sulla testa di Berlusconi
“Sulla morte di Borsellino siamo vicini alla verità, la politica potrebbe non reggere il peso”. Una frase che sembrerebbe una minaccia se non fosse stata pronunciata da due pm che combattono la Piovra.
di Vittorio Feltri
direttore de “Il Giornale”
MILANO – Sembrava strano che si potesse vivere un paio di giorni in pace, senza le solite polemiche montate ad arte sul governo Berlusconi e su Berlusconi stesso. E in effetti ieri sera, mentre in redazione commentavamo la quiete dopo tante tempeste, ecco piovere sui nostri tavoli la notizia bomba. Non una bombetta. Proprio una bomba, diremmo atomica. Provenienza, guarda caso, Sicilia. Più precisamente Caltanissetta, la cui Procura sta indagando, con «soli» 18 anni di ritardo, sulla strage di via D’Amelio in cui persero la vita il giudice Borsellino e l’intera scorta.
I due pm che si occupano della «storica» inchiesta hanno dichiarato alla commissione antimafia: «Siamo ad un passo dalla verità… Una verità clamorosa di cui la politica potrebbe non reggere il peso». Una frase che, se non fosse stata pronunciata da due eminentissimi magistrati, i quali per combattere la piovra – e non è il polpo Paul – si stanno dannando l’anima, potrebbe essere scambiata per una minaccia (mica tanto) oscura al Palazzo in cui si decidono i destini del Paese.
Di che cosa si tratti con esattezza non è dato sapere. Tuttavia non è necessario essere delle aquile per prevedere che, nei prossimi giorni, forse oggi stesso, l’esplosiva rivelazione sarà resa di pubblico dominio e provocherà una deflagrazione talmente devastante da far crollare quel poco ancora in piedi dell’attuale sistema politico.
Da tempo si gira intorno al tema mafia e si dice con insistenza che la criminalità organizzata abbia dato una mano a Forza Italia a imporsi nel Paese. Ora però gli inquirenti sarebbero in possesso di elementi forti per provare la fondatezza di quelle che sembravano illazioni, sicché da un momento all’altro ci si attende la convocazione di una conferenza stampa dei magistrati, in cui dovrebbe essere fatto il dirompente annuncio.
Bisognerà comunque spiegare a noi anime semplici del Nord come sia possibile favorire il successo di un partito compiendo delle stragi in Sicilia, come se quest’isola indebitata, piena di problemi, marginale rispetto al cuore economico del Paese, fosse l’ombelico del mondo anziché una fucina di delinquenti. È un mistero meritevole, a questo punto, di essere svelato.
Se non si facesse chiarezza, ci troveremmo ancora una volta di fronte a un tentativo maldestro di liquidare una maggioranza, legittimamente eletta, con mezzi da Repubblica delle banane. Il sospetto è grande. Anche se in serata, dopo che tutte le agenzie di stampa avevano lanciato la notizia, il presidente dell’Antimafia, Pisanu, ha tenuto a precisare che i pm non avevano detto nulla di dirompente durante l’audizione ufficiale. Ma allora a che gioco giochiamo? Se anche i giudici si mettono a parlare a ruota libera, siamo a posto.
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Dichiarazioni dei PM di Caltanisetta Sergio Lari e Domenico Gozzo, dopo l’audizione della Commissione Antimafia nel Palazzo della Prefettura di Palermo rilasciate alla stampa.
Sergio Lari:
da “l’Avvenire”
– «Non siamo mai stati tanto vicini a una svolta»;
– «colossale depistaggio»;
– «Sono trascorsi due anni dalle prime dichiarazioni di Gaspare Spatuzza. Dagli elementi che abbiamo acquisito sembrerebbe proprio che non sia stata solo la mafia a volere la strage di via D’Amelio»;
– «soggetti che pur avendo dovere di fedeltà alle istituzioni hanno tradito questi princìpi».
dal “giornale di Sicilia”
– “Il gruppo investigativo che indaga sulle stragi ha seguito un orientamento di indagini che oggi, alla luce dei fatti, pare destituito di ogni fondamento. Stiamo cercando di dare una lettura alle ragioni di questo colossale depistaggio. Si deve verificare se è stato un depistaggio colposo o doloso, e nella seconda ipotesi quali siano le ragioni di questa deriva istituzionale”;
– ‘Stiamo cercando di comprendere quali sono state le ragioni per cui un segmento così importante della strage di via D’Amelio sia stato ricostruito sulla base di dichiarazioni di personaggi del sottobosco criminale come Candura, Scarantino e Andriotta che mai e poi mai sarebbero stati ammessi in un contesto criminale così alto da poter offrire una ricostruzione così importante dei fatti”.
da Italiainformazioni.com
– “questa è l’ultima spiaggia per capire cosa sia successo. O si riesce a trovare oggi una chiave di lettura sulla strage di via D’Amelio o negli anni a venire non si potrà più sapere nulla, tranne che qualcuno dei protagonisti di quegli anni bui decida di collaborare con la giustizia”Domenico Gozzo:
da Avvenire
– «La magistratura sarà capace di reggere le verità che vanno emergendo sulle stragi. Anche lo Stato sarà in grado di sostenerle. Non so, invece, se altrettanto saprà fare la politica».
dall’Unità
– “In Italia tra il 1992 e il 1993 con le stragi di mafia si è consumato un golpe, un sistema politico è stato spazzato via, e Paolo Borsellino muore anche per la trattativa tra pezzi dello Stato e Cosa nostra. Ci sono molte persone che lo potrebbero raccontare, alcune di esse vanno ricercate tra alcuni dei cosiddetti ‘amici’ di Paolo: la cifra assoluta della sua morte è la solitudine e il tradimento”.
– “Ci sono persone che potrebbero darci spunti importanti sugli ultimi giorni della sua vita ma purtroppo sono quelli che lo hanno tradito”;
da Italiainformazioni.com
– “Siamo impegnati su tre fronti: da una parte trovare i riscontri a quanto dice Spatuzza, molti dei quali sono di segno positivo; dall’altro dovremo fornire alla procura generale gli elementi per rivedere le posizioni di alcuni dei condannati, infine affrontare la questione delle responsabilità esterne a quelle mafiose”;
– “Vorrei rassicurare il presidente, non c’é alcun complotto, lo posso dire con serenità: a partire dal 1997 ho archiviato più di una inchiesta che lo riguardava; ho l’impressione che qualcuno cerchi di alimentare il risentimento di Berlusconi contro la magistratura per ottenere una compressione della democrazia nel nostro Paese”;
– “Credo che dopo la sentenza Dell’Utri, il presidente del Consiglio, che è anche il mio presidente, abbia un’occasione, lasciare finalmente il senatore al suo destino e dire finalmente cosa è successo nei 22 anni in cui Dell’Utri ha lavorato per lui e le sue aziende e nello stesso tempo con la mafia”.
Il Sole ( Berlusconi), le Fiamme che nascono, si alimentano e si riscaldano al Sole ( Dell’Utri, Scaiola, Brancher, Cosentino, e tutti gli altri , Feltri- l’ anima semplice del Nord- l’eroe Mangano etc., etc.,etc.,) ed il SENSO DELLO STATO. E’ una riflessione che sottopongo alla Vostra riflessione.
“Vi sono momenti storici e circostanze sociali in cui la prima e assoluta esigenza è il senso dello Stato da parte di tutti i cittadini. Le crescenti tensioni civili, politiche e sociali a cui assistiamo da qualche anno, in quasi tutti gli ambiti relazionali e istituzionali, ci pongono preoccupanti interrogativi sul degrado del nostro sistema gestionale pubblico e sul senso dello Stato e delle Istituzioni, degrado sempre più diffuso in ambienti giuridici e politici tutt’altro che marginali e che coinvolgono sempre più il Sole e tutti coloro che al Sole si riscaldano.. Per memoria e esperienza, sappiamo che il senso dello Stato nasce dalla storia di un Paese e dal sentimento d’appartenenza dei suoi cittadini, ecco perchè la Costituzione italiana ed il modo come essa è nata, le sue radici e le lotte che l’hanno ispirata NON PUO’ e NON DEVE ESSERE RIVISITATA e STRAVOLTA ad uso e consumo di individui e lobby ben note. Altrimenti tutti i conclamati valori permangono “astratti”, tutte le ricostruzioni costituzionali risultano fragili e tutte le espressioni simboliche si svuotano di contenuti, con il rischio di vanificare lo stesso patrimonio morale e culturale del nostro Paese”.-
“Avere il senso dello Stato- cari amici- significava avere il senso di valori, di interessi, di idee che non sono quelli di una parte (classe, regione, confessione, fazione), bensì quelli dell’insieme della collettività civile. Significava, inoltre, mantenersi immuni dai possibili germi distruttivi e sovversivi della democrazia, dei vari ………..ismi ( fascismi, comunismi, socialismi, anarchismo, etc..) e di altre eventuali ideologie, quando ci sono.
E mi chiedo conseguentemente ma qual’è l’ideologia che sottende il PDL ( ex Forza Italia, ex AN, etcc) o pseudo Partiti con i nomi dei “padroni”: Casini, Di Pietro, e di tutte le liste che nascono per le elzioni e muoiono spesso subiti dopo.
Quali sono i fondamenti psicologici, morali e sociali del senso dello Stato? Com’è possibile e su quali basi ripensare e rigenerare un senso dello Stato e delle relative Istituzioni che, nel contesto di una società che tutti percepiamo profondamente destrutturata, di una politica incapace di reinventarsi e rinnovarsi, ci renda tutti cittadini più responsabili di fronte alle complesse e, a volte, inedite sfide che si prospettano per il prossimo decennio? ”
Bene hai fatto, caro Massimo, a riprendere l’articolo di Feltri, spero che venga ben compreso dai frequentatori di questo spazio nella speranza che si astengano dalle “solite e spesso aninime banalità”.
VERGOGNA.!!!… Per tentare di salvare l’insalvabile si delegittima il lavoro degli altri, di quelli che ogni giorno mettono a repentaglio la propria vita. Però, in compenso si da un ampio spazio alle affermazioni di Verdini che grida ai quattro venti che i suoi soldi ( 2.600.000 €.) sono il frutto di sacrifici di una vita. RIVERGOGNA..!!!… L’ ottanta, e più, per cento degli Italiani, quei soldi, pur lavorando e sudando per tutta la vita, non li ha mai visti e mai li vedrà. Ma a cosa avrà rinunciato mai Verdini.? Forse ad uno o più aerei privati.? All’acquisto di una o più isole caraibiche? All’acquisto del Colosseo e /o del Vaticano?. Un giornale serio certe cose non dovrebbe proprio pubblicarle e in un Paese serio chi fa certe affermazioni andrebbe messo in galera, solo per quello che afferma, a prescindere…
qui si parla di senso dello stato,ma quale atato e chi per primo deve avere il senso dello stato?
Io non mi sento italiano ne uno degli ismi nonè un gioco la vita di persone in genere e di chi ha creduto nello stato.
e’ una grande delusione per gli italiani leggere che a 18 anni dagli attentati i colpevoli ancora sono impunitiUna musicca che si ripete perpetuamente,Gli attentati terroristici delle BR ddi altre fazione politiche estremiste di destra ,l’attentato della stazione di bologna di piazza fontana l’uccisione di Moro fanno storia una brutta storia. Intrecci tra mafia ,camorra e terrorismo chi piu ne ha piu ne metta,si gioca a fare la guerra si amazzano persone innocenti e tutti stanno zitti,e poi civengono a parlare del senso dello stato.Qui ci vuole una rivolusione,è ora di finirla la costituzione piu volte da quando è stata scritta è stata violata stracciata e violentata a danno delle classi piu poveri ,ma in che mondo viviamo.Mi sembra il film degli intoccabili.
VIVA la liberta’ ,a questo punto viva l’anarchia
Io, non mi meraviglio, semmai rimango basito per le troppe anime belle che fan finta di nulla assuefacendosi al “tanto peggio tanto meglio”. I pm di Caltanissetta fanno “terrorismo”, lanciano una “Bomba sulla tesa di Berlusconi”. “Il Giornale” di Vittorio Feltri ha aperto on una polemica rivolta contro i pm nisseni Lari e Gozzo titolari della riapertura delle indagini sulla strage di via D’Amelio, dopo il loro annuncio-choc di ieri sera: “Sulla morte di Borsellino siamo vicini alla verità, la politica potrebbe non reggere il peso”, avevano detto i due giudici dopo l’audizione presso la commissione Antimafia. Parole che per Feltri sono appunto “terrorismo”, come scrive nel sommario sotto al titolo di apertura. Nell’editoriale del direttore c’è la spiegazione: “Di che cosa si tratti con esattezza non è dato sapere. Tuttavia non è necessario essere delle aquile per prevedere che, nei prossimi giorni, forse oggi stesso, l’esplosiva rivelazione sarà resa di dominio pubblico. E provocherà una deflagrazione talmente devastante da far crollare quel poco ancora in piedi dell’attuale sistema politico”Ora però gli inquirenti sarebbero in possesso di elementi forti per provare la fondatezza di quelle che sembravano illazioni, sicché da un momento all’altro ci si attende la convocazione di una conferenza stampa dei magistrati in cui dovrebbe essere fatto il dirompente annuncio”.C’è un periodo molto buio della nostra storia recente, quello delle stragi del ‘92 e del ‘93: Massimo Falcioni lo ha ricordato benissimo, citando le affermazioni di Carlo Azeglio Ciampi, ex Presidente della Repubblica – e Pres. del Consiglio al tempo – non sono novità assolute, ma ci piace fare la faccina stupita, come non avessimo mai sentito nulla del genere.Saltano fuori oggi però conferme da voci più autorevoli – Massimo Ciancimino nei mesi scorsi non è che dicesse cose molto diverse- che quelle bombe fossero una strategia della tensione 90’s, si ipotizza atta a favorire una discesa in campo. Di quale partito, potete facilmente immaginarlo. Fondamentale. Dell’Utri, pure secondo i giudici d’Appello, è stato fino al 1992 l’anello di congiunzione tra la mafia e il “mondo finanziario e imprenditoriale milanese”. Cioè la Fininvest di Berlusconi. Il senatore azzurro lavora al fianco del Cavaliere dal 1973. Cesare Previti è suo sodale e amico. E proprio per conto di Berlusconi ha,secondo i pm,versato denaro agli uomini del disonore. Soldi che l’attuale premier donava, secondo l’accusa, per mantenere buoni rapporti. Tanto che la parola “regalo” è stata trovata nella contabilità della famiglia mafiosa di San Lorenzo, accostata alla voce Canale 5. Dell’Utri, salvo una breve parentesi, è stato poi al fianco di Berlusconi quando questi fondava le sue televisioni. Fatti simili, tra chi dice di richiamarsi all’esempio di Borsellino, dovrebbero indurre a due riflessioni. Ancor oggi, visto che il Cavaliere in Tribunale si è avvalso della facoltà di non rispondere, ogni ipotesi, anche la peggiore, sulle origini delle sue fortune è valida. Un’opposizione decente, ma anche una destra decente, semprechè esistano, dovrebbero assumere subito due iniziative.
1) Inchiodare Silvio Berlusconi in Parlamento con le domande a cui, dinanzi al Tribunale di Palermo, oppose la facoltà di non rispondere. Perché negli anni 70 si affidò a Dell’Utri (e a Mangano)? Perché, quando scoprì la mafiosità di almeno uno dei due (Mangano), non cacciò anche l’altro che gliel’aveva messo in casa (Dell’Utri), ma lo promosse presidente di Publitalia e poi artefice di Forza Italia? Da dove arrivavano i famosi capitali in cerca d’autore degli anni 70 e 80? Si potrebbe pure aggiungere un interrogativo fresco fresco: il presidente del Consiglio è forse ricattato o ricattabile anche su queste vicende (ieri il legale di Dell’Utri, Nino Mormino, faceva strane allusioni al prodigarsi del suo assistito fino al 1992 per “salvare dalla mafia Berlusconi e le sue aziende”)?
2) Pretendere le immediate dimissioni di Marcello Dell’Utri dal Parlamento. Quello di ieri non è un avviso di garanzia, una richiesta di rinvio a giudizio, un rinvio a giudizio, una sentenza di primo grado: è la seconda e ultima sentenza di merito. Che aspetta la politica a fare le pulizie in casa? Che i carabinieri irrompano a Palazzo Madama per prelevare il senatore e condurlo all’Ucciardone? Caro Feltri,ti comprendo, fai i tuoi interessi,del resto Silvio B. è molto generoso con chi gli aggrada!
chi è libero non serve padroni mai ,mai .Qui si parla del senso dello stato e si gioca ncon la vita delle persone.
Allora qual ‘è il senso dello stato.Piazza fontana ,la strage di bologna l’uccisione di Aldo Moro il caso cirillo e tanti altri come la strage di Ustica Hanno un sola matrice “IL POTERE” che sia mafioso,camorristico ,politico,non cambia esiste solo l’impunibilita’ della cosa che ci fa vergognare a noi italiani ci da la senzazione e l’immagine che lo stato nonc’è .
Quale senso dello stato c’è quando dopo 18 anni i colpevoli delle stragi piu atroci verso la giusitzia non ci sono.
La legge bavaglio è un pretesto per far sfogare gli animi,quale differenza fa su questi argomenti. le leggi o le persone nonsono gia imbavagliate ?
Ecco perche i colpevoli non escono fuori.
VIVA LA LIBERTA?
A questo punto meglio L’ANARCHIA:
Feltri è un bravo giornalista e sa il suo mestiere, peccato che lo mette a disposizione di qualcuno, sempre lo stesso. Vuole imitare Montanelli. Ma montanelli non ha mai fatto il megafono di nessuno.
MONTANELLI ERA UN GRANDE GIORNALISTA ANCHE XKE’ LIBERO ,NON SI FACEVA CONDIZIONARE NEMMENO DALLE SUE IDEE, NON RISPARMIANDO NESSUNO!
feltri teme di perdere il “pane ed il companatico” milionario, ogni nemico del cav infatti,deve essere randellato con qualche inchiesta ad hoc…vede al microscopio negli altri, quando ha vicino un monolite di sospetti,volendo edulcorare la realtà…solo in Italia signori,solo in Italia
Feltri è il cane arrabbiato di Berlusconi. Lui pensa di essere un grande giornalista, invece è solo il braccio armato di Berlusconi.
Feltri non ha rispetto per nessuno, nemmeno per Giovanni falcone e Paolo Borsellino. Sono marginali per lui rispetto a Berlusconi e alla sua difesa.
Credo che gli italiani che si sono fatti abbindolare si sono ricreduti. E’ questione solo di aspettare che cada il governo.
Feltri non è il cagnolino di Berlusconi perchè bene o male l’ha sempre pensata alla stessa maniera. Difende Berlusconi, perchè, parliamoci chiaro, è l’unico che è riuscito a creare una realtà moderata di destra in Italia. Senza di lui non esisterebbe niente di alternativo al centrosinistra. Questo senza togliere i demeriti e gli “scheletri dell’armadio” che il Cavaliere ha.e sono fin troppi evidenti.