Siamo a chi la spara più grossa.
Un piano che non risponde a logiche ma a interventi futuribili basati sul forse.
EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento del Consigliere del Pdl Lazzaro Lenza, tra l’altro anche Medico, sulla vicenda della Sanità in generale e sull’Ospedale Maria SS Addolorata di Eboli.
Il Consigliere Lenza lo fa richiamandosi ad un Piano Zuccatelli che in effetti non esiste più e lo fa richiamandosi ad un altro Piano Caldoro, che ai più è nebuloso, ma lo è anche per Lenza, che ad un certo punto del suo intervento incomincia a parlare con il condizionale.
Va da se che l’ineffabile Zuccatelli ha fatto il lavoro sporco falcidiando la Sanità soprattutto quella Salernitana (La provincia più estesa d’Italia) non toccando o sfiorando quella Napoletana (solo l’ASL NA1 rovina tutto), ignorando quella avellinese e non parliamo di quelle di Benevento e di Caserta, tralasciando i nomi e i cognomi degli occultatori, che sono proprio quelli che hanno gonfiato di sprechi la sanità campana.
Non interviene allo stesso modo sulla sanità privata, vera e proprio colabrodo di tutti i conti (basta pensare che solo nel Comune di Eboli la regione paga per strutture convenzionate oltre 50 milioni di euro all’anno) e rinvia con un sacco di se gli impegni futuri. Ma chi può sentirsi soddisfatto? chi si sente garantito da chi cambia le carte in tavola da un momento all’altro elasticizzando giudizi e regole? chi si sente di dire che le nuove regole di distanza (50 km) siano valide per avere strutture ospedaliere? sono uguali i 50km da Capaccio a Salerno rispetto a quelli della costiera cilentana e della valle del Sele e del Diano? e sono uguali le utenze rispetto alla richiesta di prestazioni? Si dice che approfittando dei cambiamenti, azzeramenti, accorpamenti, vi siano già le file per avere incarichi dirigenziali “nuovi”, sarà vero?
La civiltà si misura con la presenza sul territorio di servizi, e quanti più ce ne sono meglio è. La vera lotta è avere servizi efficienti, e solo quì concordo con Lenza, ma in verità questo anno perduto e queste decisioni prese sulla “speranza”, sulle promesse, sul forse, non rappresentano un “Piano” bensì decisioni che nascondono solo un intento: Quello di distruggere una qualche cosa che non ti appartiene, non sapendo dove è che non funziona, ma che si vuole a tutti i costi sostituire con qualche cosa che si vuole far assomigliare ai propri desideri.
Siamo a chi la spara più grossa.
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BARRICATE SÌ, MA PER LA QUALITA’ DELL’ASSISTENZA SANITARIA
di Lazzaro Lenza
Il giudizio sul piano Caldoro che in questi giorni è all’esame del consiglio dei ministri per la sua approvazione finale è sostanzialmente positivo. Posto che è necessario mettere a in ordine i conti di una sanità che in Campania in questi 15 anni ha raggiunto costi esorbitanti a fronte di servizi degni del terzo mondo, considerato che questo piano di riordino è fondamentale per consentire lo sblocco dei 3 miliardi di fondi accantonati dalla nostra regione e che si trovano ancora nella nostra disponibilità; preso atto che il debito della nostra sanità regionale è composto da cifre a 9 zeri che mettono a rischio ogni mese gli stipendi degli operatori sanitari, ritengo che questo piano possa rappresentare la pietra miliare su cui costruire la sanità del futuro, la svolta per un’assistenza sanitaria al cui centro viene messo solo l’ammalato.
La posizione del consiglio comunale e di questa amministrazione, che avevano centrato l’azione politica su un ipotetico nuovo ospedale unico da costruirsi in un’area baricentrica tra Eboli e Battipaglia (nel territorio del comune di Eboli), comincia a mostrare tutta la sua debolezza e inconsistenza politica.
Il piano Caldoro prevede la creazione di un polo con budget autonomo rispetto all’ASL (un modello di gestione del tutto innovativo), costituito dai 4 ospedali di Eboli, Battipaglia, Oliveto Citra e Roccadaspide che dovrà assicurare 300 posti letto fino alla costruzione di una nuova struttura unica (l’ospedale Unico della Valle del Sele) da costruirsi entro 5 anni. Questo Ospedale nuovo verrà realizzato in un’area compresa tra Campagna ed Albanella previa, tuttavia, un’analisi dei costi da sostenere e l’approvazione del finanziamento secondo quanto stabilito dall’ex art. 20 legge 67/88.
L’Assessorato alla Sanità provvederà a nominare, entro sessanta giorni dalla pubblicazione di questo piano sul BURC, un dirigente medico di comprovata esperienza, con l’obiettivo di realizzare un’integrazione funzionale tra i quattro presidi ed avviarne i processi di razionalizzazione ed accorpamento (in questo modo si mette fine alla telenovela dei blitz di accorpamento senza alcun progetto di programmazione e pianificazione complessiva territoriale che i sindacati avevano più volte denunciato).
E allora mi chiedo se sia ancora il caso di sostenere la costruzione di un ospedale unico CHE CON LA NOSTRA CITTÀ NON AVREBBE PIÙ NULLA A CHE FARE e se invece non sarebbe più opportuno chiedere a gran voce che il nostro nosocomio venga riconvertito e caratterizzato in maniera da assicurare alla nostra città un polo di alta specializzazione nel quale far convergere tutti i pazienti di questo grande comprensorio per specifiche discipline specialistiche? Oppure dobbiamo farci irretire da chi chiede di scendere in piazza e salire sulle barricate per difendere l’indifendibile (un ospedale generalistico che non è più sostenibile economicamente)?
Chi oggi grida e strepita contro l’idea della complementarietà delle strutture e che si ostina a difendere una legge (la Legge 16/08) che questo piano non prende neppure più in considerazione, ha personalmente e/o politicamente enormi responsabilità per i debiti della sanità della nostra regione: che credibilità possono ancora avere costoro? Questo piano prevede anche un riassetto della sanità del territorio restituendo a quest’ultimo un ruolo di prim’ordine nello scenario dell’assistenza socio-sanitaria integrata.
L’emergenza sanitaria ed il ruolo dell’elitrasporto vengono adeguatamente considerate centrali in un modello di assistenza volto ad assicurare un trattamento rapido ed efficace delle principali cause di mortalità (malattie cardiovascolari, ictus e traumi da incidenti stradali).
La medicina di famiglia e la continuità assistenziale vengono assurte a ruoli impegnativi (ospedale di comunità, attività di medicina di gruppo, pronto soccorso dei codici bianchi, ecc.) ma gratificanti per delle categorie che fino ad oggi rappresentavano la serie B dell’assistenza e che invece in questo piano vengono schierate al centro dello scenario assistenziale come da decenni viene declamato da tutti, in tutta Italia, ma che nessuno ha mai avuto il coraggio di fare.
Da questo piano emergono ulteriori e importantissime opportunità per la nostra città che essendo già capofila del piano di zona ambito S5 DEVE candidarsi a sede del distretto unico della Valle del Sele che, sempre secondo il piano, dovrà essere costituito entro la fine di quest’anno. Questa è un’opportunità che non possiamo lasciarci sfuggire, ma dubito che la nostra amministrazione l’abbia minimamente compreso.
Da oggi, la nostra attenzione deve concentrarsi prima sulla nomina (auspichiamo un profilo di altissima professionalità e di esperienza ampia e documentata) e successivamente sulle scelte che il futuro “dirigente medico di comprovata esperienza” farà nei prossimi mesi. E altissima dovrà essere la guardia affinchè Eboli continui a rappresentare un centro di primaria importanza nel panorama sanitario di tutta la nostra provincia. A questo scopo sarà utile ascoltare e tenere conto delle esperienze sul campo e ascoltare quanto di buono possono fornire le maestranze attraverso i sindacati di categoria che a dirla tutta (una delle pecche più grandi del piano Caldoro) non sono state ancora coinvolte nelle dinamiche decisionali.
Lazzaro Lenza
Consigliere Comunale PDL
Elogio a Caldoro e null’altro, per qualcosa che non si sa se si farà ne come ne quando….Smettetela.
Vedere la Sanità con la vista di Medico è la cosa più sbagliata che esista. La sanità che dovrebbe essere una cosa molto seria deve essere vista solo ed esclusivamente con gli occhi degli utenti.
Fino a quanto lo Stato, attraverso le Regioni, convenziona ( cioè ingrassa) la sanità privata le cose potranno andare solo di male in peggio….il piano Caldoro è la continuazione esasperata di chi l’ha preceduto.