Breve dialogo sull’umanità, la solidarietà tra i popoli e l’accoglienza alla Marcia della Pace Perugia-Assisi di Massimiliano Voza con Mimmo Lucano.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
ASSISI – Lo slogan che si è scelto per la edizione della marcia per la pace e la fraternità Perugia-Assisi, che quest’anno compie 60 anni, è “I Care” accompagnato dalla scritta: “Cura è il nuovo nome della pace“, la parola chiave è il monito di Don Milani, affinché si prenda cura delle nuove generazioni, del pianeta, della democrazia. “I Care“, mai come in questa parola si può racchiudere tutto questo vissuto che ha caratterizzato il lunghissimo lockdown a causa della Pandemia da Covid. Alla sofferenza per gli oltre 130mila morti e i milioni di nostri connazionali che colpiti dal virus maledetto hanno superato le difficoltà grazie anche al sistema sanitario nazionale
La manifestazione organizzata da Aldo Capitini nel 1961, è partita dallo stesso luogo della prima volta: i Giardini del Frontone del capoluogo umbro, a pochi metri dal tradizionale punto di partenza in via San Girolamo. Una grande partecipazione e un grande e lunghissimo corteo che avanza insieme alla grande bandiera della pace. Sebbene gli iscritti fossero diecimila le adesioni libere dell’ultimo momento hanno fatto registrare una presenza che sivaggira intorno alle 60mila persone. E quest’anno proprio a sottoloneare il momento difficile c’è stata più voglia di di far sentire la propromia presenza anche alla luce dell’azione squadrista compiuta ai danni della Sede della CGIL di Roma. Un mottivo in più per non abbassare mai la guardia contro ogni forma di violenza, di sopruso, di limitazioni della libertà di pensiero, politica, religiosa, di razza, di genere.
«Ho fatto un pezzo del cammino con Mimmo Lucano – scrive Massimiliano Voza, medico sempre in prima linea ed attivista politico impegnato in tante imprese sociali, battaglie politiche e umanitarie, il quale ieri ha partecipato alla Marcia della Pace Perugia-Assisi ed ha incontrato l’ex Sindaco di Riace, e con il quale ha scambiato alcune opinioni- :
«Mimmo, siamo tutti solidali e complici con Te: la solidarietà non si può arrestare, l’umanità non può essere reato! – dice Massimiliano Voza a Mimmo Lucano che gli risponde – grazie, Massimiliano. Tu lo sai: essere sindaco e solidale è difficile. Piuttosto, come va il tuo processo davanti alla Corte Europea: sei riuscito a far capire che la Turchia arresta i testimoni di pace (come i partigiani che hanno sconfitto l’ISIS) etichettandoli come terroristi per continuare indisturbata la pulizia etnica che genera migranti? I curdi hanno bisogno pure della tua tenacia per avere giustizia e pace. – Mimmo, scherzi? – risponde Voza che aggiunge – I curdi (come il resto dei migranti) hanno bisogno dell’esempio dato al mondo intero di solidarietà che hai messo in piedi per Loro a Riace. – Risponde Mimmo Lucano – Massimiliano, io non ho fatto niente: è stato il vento che li ha portati sulle coste di Riace…»
Mimo Lucano è stato condannato a 13 anni e 2 mesi di carcere, una pena che per la sua ridontante severità ha stupito e contrariato politici, giornalisti e attivisti ma anche cittadini comuni che avevano seguito la sua vicenda giudiziaria, che ruota intorno a una serie di controverse accuse legate al sistema di accoglienza dei migranti che aveva organizzato nel suo paese. Quel sistema messo in piedi da Lucano era stato descritto come un modello per i principi di solidarietà a cui si ispirava,
ma secondo i giudici del tribunale di Locri nascondeva invece un’associazione a delinquere responsabile di abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento della immigrazione clandestina.
Assisi, 11 ottobre 2021