Effetto Covid & “bullismo” sociale a Scafati: discriminato da compagni e famiglie alunno figlio di un’infermiera.
Cosimo Cicia Presidente OPI Salerno e vicepresidente Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche: “Al ragazzino in questione, vogliamo dare il consiglio di non piegarsi alla violenza dei suoi aguzzini e invece di esplodere di rabbia o lasciarsi travolgere dalla tristezza per le offese subite, di rialzarsi e reagire al muro di odio che, come ci insegna la lettera riportata, non è invalicabile».
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – «La pandemia scatenata dal virus ci ha fatto sperimentare la solitudine per la carenza forzata dei rapporti relazionali. Abbiamo ubbidito, ma sapevamo di non essere soli e di poter godere della solidarietà degli altri. – scrive in una nota Cosimo Cicia Presidente OPI Salerno e vicepresidente Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche – La stessa pandemia ci ha fatto vivere momenti brutti e non sono mancati episodi di discriminazione.
Richiamo alla mente, tra gli altri, due episodi emblematici: quelli di due infermiere, una addetta ad un reparto COVID della struttura di appartenenza, invitata dai suoi condomini di andare ad alloggiare altrove perché considerata come untore e l’altro della infermiera che per prima si è sottoposta a vaccinazione.
In entrambi i casi l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Salerno, in persona del sottoscritto quale suo Presidente, ha preso nette posizioni manifestando apertamente tutta la solidarietà ed il sostegno alle colleghe fatte segno di una inaccettabile aggressione che nulla avevano a che vedere con la libertà di opinione o di critica, qualificabili solo come atti ignobili e vili.
Quelli sono stati gli esempi di come gli operatori sanitari siano stati, siano e saranno in prima linea nell’affrontare l’emergenza sanitaria che ci ha colpiti.
Non a caso sono stati definiti eroi!
Ma le vicende umane sono sempre alterne e basta poco per passare da eroi ad untori.
E quello che è accaduto a Scafati dove ad essere escluso è stato uno scolaro colpevole solo di essere figlio di una infermiera addetta al reparto COVID del P.O. Scarlato di Scafati.
Un gravissimo episodio di bullismo che ha visto come vittima un inconsapevole ragazzino.
Il fatto in sé ci fa porre numerose domande, prima fra tutte: perché; ma ad essa non vi sono risposte razionali.
Constatiamo solo che la sua diffusione ha assunto dimensioni preoccupanti anche se si moltiplicano gli incontri di formazione dedicati al tema.
La risposta più efficace sta nella forza, da parte della “vittima”, non solo di reagire ma di riferire specie quando il fenomeno assume le vesti, come nel caso di Scafati, di pura discriminazione.
Dall’Ordine degli infermieri di Salerno la incondizionata solidarietà ed il dovuto sostegno al ragazzino ed alla famiglia.
In tal senso, ci piace ricordare e riportare la lettera scritta da una ragazzina alla “sua bulla” come esempio di comportamento improntata alla più ferma reazione:
Cara bulla,
sì, sono proprio io! Come vedi, le tue azioni negative non mi impediscono di scriverti questa lettera e guarda un po’ sono ancora qui, viva e vegeta, sorpresa!!
È dall’inizio dell’anno scolastico che mi ricopri di insulti pesanti, occhiatacce a tutte le ore del mattino, parole volgari sussurrate all’orecchio, nella tua vana speranza di una mia reazione incontrollata…
Sono passati tanti mesi e non l’hai ancora capito?
Io non reagisco! Non reagisco alla violenza con altra violenza, verbale o fisica che sia…
All’inizio lo devo ammettere, sì ero spaventata e mi abbandonavo al pianto, trattenuto (se riuscivo) fino al ritorno a casa.
Piangevo sì, ma non per paura delle tue minacce, ma perché non capivo,
non capivo il PERCHÉ di questo tuo sentimento (chiamiamolo così!) nei
miei confronti.
Ora che si avvicina il giorno di San Valentino, cosa partorisce la tua mente?
Farmi trovare sul banco tanti, tanti teneri «bigliettini d’amore» anonimi…
Bigliettini in cui non vedi l’ora di vedermi morta, bigliettini in cui esprimi
il tuo sentimento di gioia nel giorno del mio funerale, che secondo i tuoi calcoli, sarà tra poche settimane, vero?
Pensa un po’, sono convinta invece che questa decisione spetti solo a Dio, e non a una ragazzina delle medie … sbaglio forse?
Veramente desidereresti la mia MORTE?
Veramente desidereresti vedere morire un altro essere umano?
Ti dirò. Sarò forse all’antica, ma per San Valentino avrei preferito ritrovarmi sul banco qualche cioccolatino a forma di cuore o anche una rosa rossa… Troppo banale e romantica vero? (Dai che sei ancora in tempo!)
Cara bulla,
se è vero che da un lato hai cancellato in me ogni illusione del mio mondo dorato di bambina, scaraventandomi nel «magico e grigio» mondo degli adulti… dall’altro lato ti ringrazio perché ogni tua azione mi dà una carica e una grinta tal, che impiego nello sport con ottimi risultati!
Lo sai che ho vinto la mia prima medaglia? Che emozione!!!
Cara bulla, volevo solo farti sapere che MAI, MAI, MAI riuscirai a spegnere la mia luce e la mia voglia di vivere
MAI! E sed mai lo vorrai, io sono qui … e … mi raccomando i cioccolatini!
Con affetto e compassione!
Al ragazzino in questione, – conclude Cosimo Cicia Presidente OPI Salerno e vicepresidente Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche – vogliamo dare il consiglio di non piegarsi alla violenza dei suoi aguzzini e invece di esplodere di rabbia o lasciarsi travolgere dalla tristezza per le offese subite, di rialzarsi e reagire al muro di odio che, come ci insegna la lettera riportata, non è invalicabile».
Salerno, 26 settembre 2021