A specificarlo è l’Associazione Unanimus che ricorda come il Progetto della Spiaggia è stata fin dal principio “Mare di tutti” e non “Mare per tutti”.
“Al di là del linguaggio inappropriato, l’aspetto “esclusivo” del luogo perché frequentato soltanto da persone disabili, sottolinea come la natura della Spiaggia “Il Mare di tutti” ad Eboli aperta nel 2019, sia un esperimento riuscito di accessibilità al mare per le persone con disabilità attraverso la creazione di un ambient inclusivo e condivisibile da tutti, senza distinzioni ghettizzanti”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota dell’Associazione Unanimus che necessariamente ha deciso di intervenire a seguito di quanto dichiarato nel corso di un comizio pubblico da parte di un candidato che parlando di alcune problematiche sociali etichettó la Spiaggia “Il Mare di Tutti“: “Spiaggia degli handicappati“.
Non aggiungiamo niente a quanto scritto qui di seguito che pubblichiamo integralmente, e nemmeno vogliamo indicare chi è stata la persona che ha mostrato tutta quella disarmante insensibilità. Non merita nemmeno la memoria, tuttavia gli elettori faranno la differenza e lo scarteranno senza appello.
«L’Associazione Unanimus di Campagna intende intervenire, con una nota chiarificatrice, sull’argomento della Spiaggia Pubblica “Il Mare di tutti” accessibile alle persone con disabilità ed entrata nel vivo della campagna elettorale per l’elezione del Sindaco del Comune di Eboli. Nel corso di interventi pubblici da parte di alcuni candidati alla carica di primo cittadino la si è definita la “spiaggia degli handicappati”.
L’Associazione “Unanimus” interviene per chiarire la natura della Spiaggia “Il Mare di tutti” ad Eboli aperta nel 2019, un esperimento riuscito di accessibilità al mare per le persone con disabilità attraverso la creazione di un ambiente inclusivo e condivisibile da tutti, senza distinzioni ghettizzanti. Durante la campagna elettorale in corso per le elezioni amministrative nel Comune di Eboli qualche candidato alla carica di sindaco l’ha denominata “spiaggia degli handicappati” sottolineando a suo dire, al di là del linguaggio inappropriato, l’aspetto “esclusivo” del luogo perché frequentato soltanto da persone disabili. Ne approfitta anche per sottolineare che la denominazione del Progetto della Spiaggia è stata fin dal principio “Mare di tutti” e non “Mare per tutti”, come erroneamente a volte riportato. In un momento in cui le parole sembrano perdere significato, proprio quando assumono una importanza fondamentale, va specificato che dietro la differenza di preposizione vi è la concezione di una spiaggia non destinata ad utenti specifici, bensì la possibilità per chiunque di riappropriarsi di spazi pubblici, fruibili da chiunque, grazie alla capacità di farsi soggetti attivi con pari opportunità e di autodeterminarsi in prima persona.
Sorvolando sulla mancata apertura di questa estate che ha interrotto un progetto triennale non per assenza di volontà, all’Associazione Unanimus preme spiegare ciò che davvero il progetto ha realizzato all’insegna della condivisione e non della esclusione.
Oltre ad aver favorito l’ingresso a persone con disabilità grazie all’assenza di barriere architettoniche, la spiaggia ha offerto servizi (bagni, docce, spogliatoi) accessibili e di grandi dimensioni, una ventina di gazebi collegati da larghe passerelle ed aree per il ristoro ed altre attività ludiche. A disposizione di persone con disabilità era presente del personale apposito per facilitare la fruizione sia del mare che dei servizi, con differenti tipologie di ausili (due sedie job, una sedia mare XL, una carrozzina tradizionale, due sedie doccia, un adattatore wc ed un sollevatore).
Il “Mare di tutti” è stato anche un contenitore per altre progettazioni: le organizzazioni del terzo settore, infatti, sono state invitate a proporre eventi e iniziative realizzate insieme presso il lido. Tra le numerose attività che hanno caratterizzato le due scorse stagioni ricordiamo: le domeniche dell’ABA per i bambini con autismo, la Colonia Marina e i Centri Estivi 2020 e la promozione di organizzazioni che operano sul territorio provinciale (Il Forno di Vincenzo, la Fondazione della Comunità Salernitana, il Centro Servizi per il Volontariato Sodalis).
Infine, per l’ingresso alla Spiaggia Pubblica di Eboli era previsto un modico contributo, laddove era, invece, garantita la gratuità per la persona con disabilità, e un suo accompagnatore, e per i bambini sotto i 6 anni.
L’apporto di Unanimus prettamente “culturale”, nel senso di supporto all’organizzazione con un approccio solidale frutto dell’esperienza dell’associazione accumulata negli anni, ha anche consentito dei percorsi di volontariato e un inserimento lavorativo, retribuito, per un giovane con disabilità, in un’ulteriore ottica di inclusione attiva.
Tutti aspetti di educazione alla solidarietà sociale nei confronti di persone con disabilità, senza per questo escludere gli altri che, anzi, qui potevano condividere il mare con chi, per mancanza di accesso adeguato, di solito non può fruire della spiaggia. Un’attività di promozione, insomma, dei diritti di ciascuno a vivere con dignità la propria vita.
Non si capisce perché qualche candidato alla carica di Sindaco di Eboli l’abbia chiamata pubblicamente in più occasioni “la spiaggia degli handicappati”, lasciando intendere che fosse un ghetto. «Se alcune persone hanno scelto di non accedervi – dichiara Fabio Selvaggio, presidente dell’Associazione Unanimus – per la presenza di persone con disabilità, è una questione che riguarda solo loro. Ovviamente con il Covid e il rispetto delle distanze da mantenere, soprattutto nei weekend, era l’obbligatoria la prenotazione ed alcuni gazebi non venivano prenotati in anticipo proprio per consentire alle persone con disabilità (che non avevano possibilità di scegliere altre spiagge) di avere una priorità».
Questo significa che la spiaggia ha ottenuto il plauso di tutti e c’è stata la voglia di frequentarla, da parte di chiunque, perché capace di garantire servizi che non si ritrovavano in nessun’altra spiaggia pubblica o privata.
Finalmente famiglie intere, gruppi di amici hanno potuto godere insieme del mare, senza “abbandonare” l’amico, il figlio o il marito sulla rotonda per l’impossibilità di raggiungere la spiaggia.
È stata sempre questa la finalità della spiaggia inclusiva sul nostro territorio. Definirla “spiaggia degli handicappati” per sottolinearne l’aspetto di luogo “per alcuni” non è solo inesatto ma fa torto alla cultura inclusiva che l’Associazione Unanimus cerca di diffondere e a chi quella spiaggia, con o senza disabilità, l’ha scelta semplicemente perché accogliente».
Eboli, 24 settembre 2021
Viva Dio,mare di tutti e non per tutti!Un progetto esempio, di livello nazionale,deve rivivere,senza se e senza ma!
L’appellativo disdicevole pare sia stato profferito da un dottore medico ……..e ho detto tutto!