Sconcerto e proteste per la bocciatura e la punizione dell’Asl per l’evento di integrazione sociale dell’UOSM di Cava.
Adesione e sottoscrizione all’appello-protesta di “Resilienza legale, Associazione contro tutte le violenze di genere” da tutta la provincia di Salerno. Alle proteste di donne e Associazioni si aggiunge anche il Partito della Rifondazione Comunista di Cava dei Tirreni.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
CAVA DEI TIRRENI – «Siamo sconcertate dal clamore negativo che ha suscitato l’evento di integrazione sociale dell’UOSM di Cava e, soprattutto dal provvedimento punitivo adottato dall’ASL Salerno nei confronti del Direttore dell’Unità Operativa di Salute Mentale Cava/Costa, dott.ssa Adriana Iannone. – scrive in una nota di protesta “Resilienza legale, Associazione contro tutte le violenze di genere“, alla quale hanno aderito: Filomena Avagliano, Associazione Agorà, Carmela Ceruso, Maria Rita Di Cesare, Grazia Montoro, Francesca Spataro, Maria Sueva Manzione, Concetta Santulli, Grazia Biondi, Dina Balsamo, Vincenzo Benvenuto, Sofia Masillo, Maria Di Serio, Assemblea Permanente delle Donne di Salerno e provincia, Walter Di Munzio, Margaret Cittadino, Pina Casella, Mariantonietta Martiniello, Cettina Capuano, Patrizia Cavallo, Gemma Freda, Mirella Milite, Flora Calvanese, Rosa di Gerico Associazione di Donne, Irene Zollo, Zaira Giuliano, Gabriella Taddeo, Emilia Natale, Giulia Pica, Alba D’Antonio, Alessio Colombis, Filomena Baldi, Paola Tagle’, Mario Argentino. – È inquietante già aver aperto un’inchiesta su un evento di integrazione sociale a favore di soggetti emarginati e fragili, con motivazioni bigotte, maliziose e misogine. – si legge ancora nel documento di protesta – La superficialità con la quale si è guardato esclusivamente al corpo delle ballerine brasiliane, oscurando la valenza terapeutica e di alto valore sociale dell’iniziativa, lascia intendere che l’ipocrisia regna sovrana ed il più becero maschilismo imperante.
Le iniziative di animazione sociale e di integrazione sono interventi terapeutici di alto valore, che dovrebbero praticare tutti i Servizi della Salute Mentale ed offrire prestazioni tese all’emancipazione delle Persone con disagio psichico, come quella delle “ballerine brasiliane” sotto inchiesta. – aggiungono ancora i firmatari – È preoccupante che l’ASL, invece di sostenere e incentivare queste iniziative, tenti di reprimerle con azioni anche esagerate, non adottate nemmeno quando ci sono scappati i morti, come quando morirono 19 pazienti psichiatrici nel rogo di San Gregorio Magno, o nel caso Mastrogiovanni.
Sicure che emergerà la verità e sarà riconosciuta la valenza terapeutica di tali iniziative, – concludono le firmatarie – le sottoscritte esprimono la solidarietà al Direttore dell’Unità Operativa di Salute Mentale di Cava/Costa, dott.ssa Adriana Iannone, e La esortano a proseguire la sua Attività Professionale con le modalità che hanno da 30 anni caratterizzato la Sua Alta Professionalità».
«Una condanna sociale, una colpevolizzazione, o “SCHIZOFRENIA”? – si chiede la segreteria cittadina del Partito della Rifondazione Comunista, commentando l’accaduto – In questi giorni bisogna ricorrere nuovamente al “cavallo” di Basaglia, quel cavallo che liberava le menti e scalciava i gretti e gli interessi delle strutture di ricovero. Basaglia, si sta rivoltando nella tomba; Basaglia, per fortuna, è stato quello che ha restituito dignità alla malattia mentale, non considerando il paziente come un oggetto da aggiustare, ma una persona da accogliere, ascoltare, comprendere ed aiutare. A Basaglia si deve la Legge 180, detta anche “Legge Basaglia”, che trasformò il vecchio ordinamento degli ospedali psichiatrici italiani, promuovendo un nuovo trattamento e cura dei disturbi mentali e, soprattutto, sostenendo il rispetto della persona umana (abbiamo voluto rinfrescare la memoria per qualcuno, forse, distratto).
Cosa è successo a Cava? Noi pensiamo niente di scandaloso, una festa nel pieno spirito terapeutico e riabilitativo che pone l’obiettivo di sviluppare capacità di socializzazione, senso di coesione, appartenenza e mutuo aiuto, accanto ad obiettivi più specifici. – prosegue la nota di Rifondazione – La terapia di gruppo è una delle fondamentali pratiche riabilitative nel trattamento dei pazienti affetti da disturbi psichiatrici volte al miglioramento delle relazioni.
Quindi riteniamo che una festa organizzata da due professionisti, la gioia di una comunità e non stanze chiuse e psicofarmaci, sia del tutto normale. – si aggiunge ancora – Noi siamo con la dottoressa Adriana Iannone senza sé senza e senza ma, noi siamo con il suo gruppo di lavoro, con i suoi ragazzi e contro chi vuole zittire uno spazio di vita e preferisce chiudere punire e soffocare le ali della vita.
«Carneade! Chi era costui?» di Don Abbondio e dinanzi a questa domanda che forse ancora tanti acculturati non capiscono e viene spontaneo ricordare che le malattie mentali di tutto avrebbero bisogno, fuorché di colpevolizzazione e avrebbero bisogno anche di un sistema sanitario non discriminatorio tanti sono i pregiudizi che su di esse gravano. – conclude la nota del Partito della Rifondazione Comunista – Invece cosa succede? è sempre lontanissimo il livello di attenzione, la considerazione e le risorse che sarebbero necessarie. Si pensasse, piuttosto, ad assumere le centinaia di operatori psichiatrici mancanti nel servizio pubblico».
Cava de’ Tirreni, 23 settembre 2021