Restituire alla memoria collettiva la verità storica per sensibilizzare le nuove generazioni contro ogni forma di violenza.
Il Giorno del Ricordo delle Foibe è stato istituito in risposta alla celebrazione della Giornata della Memoria, ma la non equiparazione della tragedia delle foibe al dramma della Shoah non significa sminuire la gravità della prima ma restituire alla memoria collettiva la verità storica.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
CAVA DEI TIRRENI – Il Giorno del Ricordo delle Foibe è stato istituito nel 2004 in risposta alla celebrazione della Giornata della Memoria “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli Italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. – si legge in una nota del Circolo di Rifondazione Comunista Francesco Gagliardi di Cava dei Tirreni – Da allora numerosi sono stati gli eventi nazionali che hanno focalizzato l’attenzione sulle foibe, ultimo dei quali l’intitolazione dei giardinetti della stazione della nostra città ai martiri delle suddette.
Ci uniamo al cordoglio verso le vittime di questa immane tragedia ma denunciamo, ancora una volta, il silenzio assordante sui fatti storici che portarono a quell’orrore. Un silenzio che, strumentalizzato in chiave politica, contiene in sé il pericolo di gettare i semi di una narrazione che possa minare i valori dell’antifascismo su cui si fonda la nostra Repubblica. – si legge ancora nella nota del PRC – Per questo esprimiamo il nostro dolore verso ogni forma di violenza ma ribadiamo la necessità di parlarne senza le sovrastrutture della politica ma con la scientificità chirurgica della ricerca storica. Questa ci parla dell’italianizzazione forzata delle popolazioni slavofone, un processo iniziato con la prima guerra mondiale e culminato nel 1941 con l’invasione italotedesca della Jugoslavia. Ci urla dei crimini di guerra commessi dalle autorità italiane durante la guerra nei Balcani e degli incendi e degli omicidi attuati dal “fascismo di confine” che colpirono le minoranze slovene e croate e gli oppositori politici italiani. Si indigna davanti alla rimozione amnesica della risiera di San Sabba, campo di sterminio in cui furono assassinati, dall’inizio del 1944, migliaia di Ebrei, di partigiani, di detenuti politici e di ostaggi. Pretende che non si taccia più delle operazioni di rastrellamento condotte al grido di “si ammazza troppo poco!” e dei delitti perpetrati nella Zona di operazione del litorale adriatico e nella Zona di operazione delle Prealpi dai nazisti, con la piena collaborazione dei fascisti italiani.
La conoscenza della storia è un antidoto ai veleni dei suoi corsi e ricorsi ma è in grado di sensibilizzare le nuove generazioni solo se viene letta come una sequenza di cause ed effetti e non piegandola alla retorica dei giochi di parte. Per questo chiediamo alle forze politiche la sottoscrizione del nostro appello, perché la storia si racconti ma si racconti tutta, senza edulcorazioni; affinché non si aggiunga alla violenza degli eventi quella della cancellazione delle pagine più oscure del nostro passato. – conclude la nota del circolo cavese di Rifondazione Comunista – La non equiparazione della tragedia delle foibe al dramma della Shoah non significa sminuire la gravità della prima ma restituire alla memoria collettiva la verità storica.
Cava de’ Tirreni, 15 settembre 2021