L’accusa di Luigi D’Acampora: «Al Comizio di Apertura di Cecilia Francese, il Revisore dei Conti di Alba».
Per D’Acampora è un fatto grave perché ne compromette l’indipendenza: “L’indipendenza è un requisito etico-soggettivo in grado di influenzare l’obiettività del sindaco“.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – «Con sommo stupore abbiamo visto un componente del collegio sindacale di Alba srl aprire il comizio di Cecilia Francese. – scrive in uns nota polotica il Consigliere comunale uscente Luigi D’Acampora candidato a sostegno di Antonio Visconti Sindaco – L’art. 2399 del codice civile regola l’indipendenza dei sindaci e prevede che: Non possono essere eletti alla carica di sindaco e, se eletti, decadono dall’ufficio coloro che sono legati alla società o alle società da questa controllate o alle società che la controllano o a quelle sottoposte a comune controllo da un rapporto di lavoro o da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione d’opera retribuita, ovvero da altri rapporti di natura patrimoniale che ne compromettano l’indipendenza.
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Poiché non è possibile individuare e definire tutte le circostanze e i rapporti rilevanti che possano comprometterne l’obiettività, – aggiunge D’Acampora – il sindaco adotta un sistema di valutazione dei rischi per la propria indipendenza con riferimento allo specifico caso. È credibile nella sua indipendenza un membro del collegio che apre comizi e sta nel direttivo del movimento del sindaco?
Dato che tutto il sistema dei controlli e, quindi anche quello pubblico, deve basarsi sul fatto che il revisore sia “realmente” indipendente dal soggetto revisionato, il problema è sostanziale e non solo formale, e si riassume nel concetto che “se il revisore non è indipendente, a nulla vale ciò che egli ha fatto o farà, perché non è credibile.
Del resto può partecipare alle decisioni politiche nelle riunioni di “etica” e poi controllare e vigilare le scelte del sindaco che lo ha nominato e che ha la tessera del suo movimento?
Si domanda e domanda Luigi D’Acampora che conclude – La ratio della norma risiede nell’esigenza di garantire l’indipendenza di colui che è incaricato delle funzioni di controllo, in presenza di situazioni idonee a compromettere tale indipendenza, quando il controllore sia direttamente implicato nell’attività sulla quale dovrebbe, in seguito, esercitare dette funzioni di controllo.
Battipaglia, 14 settembre 2021