Ovvero, secondo Etica per il Buon Governo, quando Santomauro decise di fregarsene dei portatori di invalidità.
BATTIPAGLIA – Riceviamo e pubblichiamo da Etica per il buon governo, una nota politica , che accusa il Sindaco Santomauro di essere poco sensibile rispetto alle proposte avanzate da Etica e per essa da Cecilia Francese circa il disagio dei portatori di handicap.
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BATTIPAGLIA – Qualche mese fa Etica x il Buongoverno si fece carico di una proposta deliberativa,semplice ma precisa,che affrontava in modo netto il problema del disagio dei portatori di invalidità, che la Armata Santomauro si affrettò a liquidare come “non ammissibile”, scomodando addirittura la Cassazione, facendo una ricerca di giurisprudenza che ci sorprese.
Il nostro movimento da “piccola formica” della politica battipagliese aveva proposto un piccolo accorgimento per i portatori di invalidità: i portatori di invalidità, riconosciuti tali a seguito di una verifica a tappeto dei possessori di contrassegni,se avessero trovato gli spazi parcheggio ad essi riservati e contrassegnati con le strisce gialle occupati,avrebbero potuto utilizzare gratuitamente anche gli spazi parcheggio contraddistinti con le linee blu,gratuitamente!
Fra l’altro la nostra proposta guardava soprattutto alle zone dove insistono uffici pubblici (comune,asl,poste,ecc.).
Ci fu risposto che la Cassazione si era pronunciata dicendo che questo non era un diritto riconoscibile ai portatori di invalidità.
Etica fece presente che in altri comuni quella deliberazione era stata adottata,e che ,comunque,non di diritto si trattava (nel senso che non era un problema di “obbligo” del comune),bensì di una precisa scelta politica:il comune nella sua autonomia decideva di esentare i portatori di invalidità dal pagamento del parcheggio,nelle zone circostanti gli uffici pubblici e solo se gli spazi gialli erano occupati.
La sentenza della Cassazione non c’azzeccava niente.
Ma . come al solito, Santomauro dixit e quella delibera non fu adottata.
Ieri leggiamo sulla stampa che un cittadino battipagliese,portatore di handicap ,trovando lo spazio riservato continuamente occupato,e stanco di chiamare continuamente i vigili urbani aspettando anche ore intere per la “liberazione” del posto,decide di parcheggiare fuori degli spazi e,conseguentemente I VIGILI URBANI GLI ELEVANO LA CONTRAVVENZIONE!.
ci domandiamo: e se quel cittadino avesse potuto parcheggiare tranquillamente,e gratuitamente, anche negli spazi delimitati dalle strisce blu della sosta a pagamento,questa vicenda da VERGOGNA ALLO STATO PURO ,sarebbe avvenuta?Ci domandiamo,e domandiamo a coloro che ogni 3 secondi parlano dell’amore per la città ed attaccano chi li critica perchè lederebbero l’immagine della città,ma conviene andare sulla stampa per una scelta politica forte di esenzione del parcheggio per i portatori di invalidità,o per un episodio che desta sconcerto nell’intera provincia per cui un cittadino,portatore di invalidità, impossibilitato ad esercitare un suo diritto,e parcheggiare nello spazio riservato,si becca la multa perchè finisce per parcheggiare fuori spazio non sapendo dove lasciare l’auto? LA NOSTRA CONVINZIONE E’ SEMPRE LA STESSA E SI RIASSUME IN UN PROVERBIO DEI NOSTRI NONNI: ” O’ SAZIO NUN CRED’ O RIUN’ “.tradotto: perchè santomauro & c: dovrebbero preoccuparsi dei portatori di invalidità,quando hanno altre cose cui pensare (hanno da spartirsi una città!). E poi la proposta chi l’aveva avanzata? “Etica per il buongoverno“? e questo è sufficiente per bocciarla,mica si deve discutere nel merito.
POVERA BATTIPAGLIA,IN CHE MANI SEI CAPITATA!Etica per il buongoverno
Barriere architettoniche e disabilità sono purtroppo un binomio indissolubile. Le buone parole e i propositi spesso si polverizzano di fronte a un vivere a volte incivile: la nostra società è un chiaro esempio di come la mancanza di rispetto per l’altro non trova limiti, nemmeno se l’altro in questione è un diversamente abile.
Sono le persone che occupano i parcheggi riservati, che ostruiscono con le auto gli scivoli, che costruiscono marciapiedi a far sentire queste persone diverse, imprigionate, non libere.Siamo veramente all’anno zero, occorre affrontare, combattere e sterminare l’atavica indifferenza di chi non considera nei giusti termini la libertà altrui, il diritto negato di chi, diversamente abile, è costretto ad affrontare problemi quotidiani entro e fuori la propria abitazione, di chi è costretto a misurarsi con mille insidie, la più insormontabile delle quali è rappresentata proprio dall’indifferenza mostrata da noialtri normodotati, maggiormente da chi dovrebbe attendere alla eliminazione appunto delle barriere, le quali, se per i disabili costituiscono grandissimi ostacoli, sono da altri considerate “stupide seccature”.
Questo perché, a distanza di 20 anni dall’emanazione della legge 13/89 che avrebbe dovuto quantomeno attenuare le insormontabili barriere disseminate nel nostro vivere quotidiano, ci si trova a sollevare casi eclatanti, a denunciare storture, arroganze, indifferenze verso questa problematica.
Purtroppo basta guardarsi in giro per comprendere che viviamo in una “città ostile” per prendere atto di quanto lontana sia la soluzione anche la più semplice alla problematica in argomento. Basta dare una sbirciata ai lavori inerenti il superamento delle barriere architettoniche effettuati in città. Un esempio su tutti l’assurdo modo operato nel rifacimento dei marciapiedi nei vari quartieri!le leggi ci sono, ma come spesso accade, non sono rispettate e ci sono anche iniziative intraprese per dare visibilità e aiutare le persone disabili.La Federazione italiana per il Superamento dell’Handicap e la Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità si uniscono nuovamente per contestare la manovra economica del governo e i suoi ultimi emendamenti.
Dopo la manifestazione del 7 luglio, un nuovo comunicato congiunto spiega i motivi di questa nuova protesta: si tratta di nuove disposizioni che colpiscono ancora una volta le persone con disabilità, in questo caso i bambini. La Commissione ha infatti approvato un emendamento “che prevede l’aumento nel numero massimo di bambini nelle classi frequentate da alunni con disabilità”, aumentando il tetto massimo che fino ad oggi era di 20 alunni. Una scelta discriminante che potrebbe portare non solo a un peggioramento della qualità dell’insegnamento e delle condizioni degli insegnanti di sostegno, ma anche a una ricaduta economica.