Prestigiacomo: “Le paure sono senza fondamento. Abbiamo costatato condizioni di assoluta sicurezza e senza impatto ambientale”.
L’Italia è un paese a fortissimo rischio. Negli ultimi 3000 anni in Italia vi sono stati 560 terremoti forti, fortissimi e catastrofici ovvero tra l’ottavo e l’undicesimo grado e nel Mediterraneo si sono verificati dei maremoti.
ROMA – La Ministra dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo e la commissione per la Valutazione d’Impatto Ambientale hanno visitato la centrale di Flamanville in Francia, dove è in costruzione il reattore di terza generazione (partecipazione di ENEL a EDF). La Ministra ha dichiarato che “ le paure sono senza fondamento” e che “abbiamo costatato condizioni di assoluta sicurezza e senza impatto ambientale”. Si proprio così! Incredibile ma vero. Un ottimo esercizio di sillogismo aristotelico, attraverso il quale un uomo può essere una gallina essendo bipedi entrambi!
Scomodando solo un poco la tettonica delle placche che spiega l’attività sismica, diversamente dalla Francia e dalla Finlandia, l’Italia è zona di “scontro” tra macro placca africana ed euroasiatica! Il generatore di terremoti è identificato dai sismologi nella “micro placca adriatica”. Il reattore, per le grandi esigenze di acque di raffreddamento, dovrà essere, quindi, necessariamente, costruito vicino alle coste del mare, a meno di non utilizzare costosissime e gigantesche torri di raffreddamento.
Sicuramente la Ministra e la Commissione sono anche a conoscenza che nel Mediterraneo si sono verificati dei maremoti. Solo la Sardegna ne rimane esclusa. Soloviev dell’istituto di oceanologia di Mosca ha studiato il fenomeno dei maremoti nel mediterraneo, affermando che il 40% di quelli avvenuti ha interessato le coste italiane.
Negli ultimi 3000 anni in Italia vi sono stati 560 terremoti forti, fortissimi e catastrofici ovvero tra l’ottavo e l’undicesimo grado. Certo si dirà che nella progettazione si userà non la scala qualitativa del Mercalli ma la “correlazione di Newman”, e che la progettazione garantirà la “sicurezza” sismica (l’accelerazione di progetto di Caorso era 2,4 volte di quella utilizzata per progettare le abitazioni a Messina, o di quelle vicino alla faglia di St Andrea in California).
All’affermazione dell’impatto “zero” è opportuno ricordare alla Ministra che, tra le altre cose (scorie “eterne”, siti da bonificare, rischio d’incidente), periodicamente un reattore nucleare scarica nell’atmosfera enormi quantità di gas radioattivi kripton-85 e iodio-131. Accettando (per assurdo!) le argomentazioni della ministra, e risolvendo tecnicamente il problema della costruzione in zone sismiche e lontane dalle coste, su chi cadrebbe l’onere dei maggiori costi? Olkiluoto e Flamnville presentano situazione di finanziabilità totalmente diverse da quelle italiane!
La Francia ha 58 centrali operative (tutte ammortizzate), e 17 dovranno essere sostituite dal 2017, ed è per questo che la potenza nucleare francese passerà dai 63 milioni di kW del 2005 ai 55 del 2030 (Commisariat a l’energie atomique in “Memento sur l’energie”, pag 46).A Olkiluoto un pool d’imprese ha acquistato a prezzo predefinito tutta l’energia che sarà prodotta dal reattore, azzerando il rischio di mercato e ottenendo da Standard & Poors un rating di tripla “B” e, conseguentemente, un tasso ultrabasso di finanziamento del 2,6%, oltre che singolari finanziamenti da parte di Coface (credito all’esportazione) e Swedish Export Agency.
Nel nostro Paese l’industria manifatturiera assorbe circa 90 miliardi di kWh, insomma quasi quanto sarà prodotto al 2020 non dai 4 reattori programmati, ma da ben 7 reattori. Giacché saranno le imprese, energivore ad assorbire la gran parte dell’elettronucleare, quali potrebbero essere le ricadute positive per consumatori e piccole imprese industriali?
La Ministra ha anche affermato che vi sono aree della Sicilia in cui l’inquinamento è molto elevato. E ha ragione! Si aggiunga, inoltre, che lo strumento per ridurre l’inquinamento si chiama Autorizzazione Integrata Ambientale. Le zone a elevato inquinamento come le aree industriale di Priolo-Melilli, l’area industriale di Milazzo e della Valle del Mela avrebbero dovuto possedere l’AIA già dal 2004!
Oggi, con il Paese deferito alla Corte di Giustizia Europea a causa dell’AIA, il 70% del manifatturiero italiano ad alto impatto ne è sprovvisto, così come almeno 6000 AIA di competenza regionale! L’uscita della Ministra sul nucleare nasconde, pertanto, secondo alcuni, l’autocandidatura a Ministro dello Sviluppo e per questo ieri è stata ricevuta dal sottosegretario Letta per accelerare sul nucleare, dialogare con regioni e opposizione e sollecitare la nomina dell’Agenzia sul nucleare. Impresa improba, poiché la Lega voleva spostare Galan al Ministero dello sviluppo per riprendersi quello dell’Agricoltura.
Erasmo Venosi
da Terra
La Prestigiacomo ,bella donna imprenditrice,anche se laureata puo darsi che sia istruita ma sicuramente non capisce niente di impatti ambientali e del nuclerare ed energia pulita. La cosa piu grave è che non si deve pensare al successo politico a qualsiasi costo.Lei vive sulla terra quindi metta a frutto la sua cultura per capire i pericoli reali del nucleare. Ma chi ha vissuto sempre in discesa non puo capire certe cose perche le hanno sempre pensato gli altri al posto suo. Noi in Italia non abbiamo bisogno del nucleare abbiamo tantissimi presupposti per produrre energia alternativa al di la di che dica l’ E.U. A tal proposito se non riusciamo a far setire la nostra voce al parlamento europeo è meglio che stiamo a casa ,perche fare da coda non serve.
La Prestigiacomo se si dedica al gossip gli riesce
meglio, l’ambiente lo sviluppo energetico lasciamolo alla ricerca italiana finanziando di piu il loro studio e sicuramente il risultato sara piu razionale e vantaggioso.
Allego il link contenente la mappa sismica del nostro paese
http://zonesismiche.mi.ingv.it/mappa_ps_apr04/italia.html.
Si potrà notare che l’altissimo rischio sismico nel nostro Paese è limitato a zone ben circoscritte della nostra penisola. L’Italia può contare su vasti tratti di fascia costiera con rischio sismico davvero trascurabile. Daltronde nel nostro Paese abbiamo avuto centrali nucleari in funzione per oltre trent’anni (costruite tra l’altro con tecnologie degli anni 50) senza avere nessuna chernobyl e nessuna contaminazione nucleare di massa.
Come si può evincere infine dalla mappa reperibile su
http://it.wikipedia.org/wiki/Energia_nucleare_nel_mondo
la politica energetica dell’Italia degli ultimi vent’anni ci mette perfettamente in linea con i Paesi del Terzo Mondo.
Chissà quando smetteremo di essere l’unico paese industrializzato ad avere il terrore dell’energia nucleare.
Senza voler ostracizzare nella e nessuno,Nel mondo esiste un solo sito geologico per lo smaltimento finale delle scorie nucleari, negli Stati Uniti, mentre paesi come Francia e Gran Bretagna sono ancora in fase di studio e sperimentazione. La Gran Bretagna, intanto, ha approvato linee guida che prevedono di non accettare rifiuti radioattivi stranieri al di fuori del riprocessamento, così come intende fare anche la Francia.
Le scorie già riprocessate in questi Paesi devono tornare in Italia per la loro collocazione definitiva. Dove le metteremo?” si chiede Roberto Ferrigno, direttore delle campagne di Greenpeace. Entro il 9 gennaio 2005, secondo la legge n. 368 del 24/12/03 (il cosiddetto decreto Scanzano), il commissario straordinario di governo per “l’emergenza rifiuti radioattivi”, generale Carlo Jean, avrebbe dovuto individuare un sito unico nazionale di deposito. Oggi, passati 11 giorni dalla scadenza dei termini di legge, nulla si sa in proposito.
La stessa legge fa divieto di esportazione definitiva dei materiali nucleari di III categoria (250 tonnellate che rappresentano circa il 90% della radioattività delle scorie esistenti). Al contrario di quanto stabilito dalla norma, i rifiuti nucleari di maggiore pericolosità presenti sul territorio italiano potranno andare all’estero: a dirlo è il decreto del ministro delle attività produttive Antonio Marzano del 2 dicembre scorso. Ma dove? I sostenitori della scelta nucleare, inoltre, mentono quando ne sostengono l’economicità. “Un rapporto di Greenpeace evidenzia come i costi dichiarati del nucleare non siano quelli reali non tenendo conto, per esempio, dei sussidi alle imprese per ricerca e sviluppo nel campo dell’energia nucleare a scapito di altre fonti: nell’ultimo programma quadro per la ricerca europea, le tecnologie nucleari hanno ricevuto più di 1,2 miliardi di euro, mentre le energie rinnovabili solo 390 milioni di euro. L’industria nucleare ha inoltre beneficiato di prestiti stanziati nel quadro el trattato Euratom, per un totale di 3,2 miliardi di euro dal 1977” ricorda Ferrigno. Nonostante ciò, in Europa crescono le rinnovabili: si prevede l’installazione di 75.000MW di eolico (l’equivalente della produzione di 14 grandi centrali nucleari) entro il 2010, triplicandone l’attuale potenza. Infine, secondo lo studio di Greenpeace “Eolo o Plutonio?”, a parità di investimenti, con l’eolico si darebbe energia a 6,5 milioni di case, con il nucleare a meno della metà. I criteri – “Per capire dove potrebbero finire le nuove centrali nucleari bisogna partire da queste carte e vedere con quali criteri verranno aggiornate- spiega Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace- Un criterio è quello sismico, un altro è quello della vulnerabilità delle coste per i cambiamenti climatici”.Il problema delle scorie – Per le scorie nucleari esiste un’altra mappa di prima valutazione, elaborata nel 1999-2000 dal gruppo di lavoro ad hoc costituito all’epoca dalla Conferenza Stato Regioni (e supportato tecnicamente dall’Enea). In questo caso il rischio sismico è ritenuto meno rilevante (alcune zone sono persino in Abruzzo): le aree sono presenti in numerose regioni ma si concentrano particolarmente tra l’Alto Lazio e buona parte della Toscana, le Murge pugliesi e la Basilicata.L’evento abruzzese del 6 aprile scorso (in cui la massima intensità delle scosse ha raggiunto valori più bassi di quelli registrati in queste ore in Giappone) ne è solo la più recente evidenza come e il drammatico epilogo in numero di vittime e di distruzione del territorio mostra quanto il nostro paese non sia minimamente attrezzato per farvi fronte.
Certamente nell’individuazione dei siti dove si vorrebbero realizzare le future centrali nucleari se ne terrà conto, ma ciò non basta a far diminuire la preoccupazione.
Se a questo si aggiunge l’elenco infinito, che più volte abbiamo sottolineato da queste pagine, delle altre conseguenze che questa scelta potrebbe determinare (il problema delle scorie, quello della sicurezza intrinseca di questa tipologia di produzione energetica, i costi non competitivi con altre fonti comprese quelle rinnovabili, il problema del consenso delle popolazioni e via dicendo) confermano ancora una volta- se mai ce ne fosse bisogno- l’assoluta insensatezza di questa scelta che è alla base della politica energetica di questo governo.
Imprenditrice. Laureata. Bella donna.
Imprenditrice/ore, basta essere furbi, avere le conoscenze giuste, finanziamenti pubblici, un pò di spegiudicatezza ( tanto la passi comunque liscia ) e si può essere imprenditrice/ore
Laureata.
Ma dove stà scritto che essere laureati è sinonimo di conoscenza, sapere e tutto quello che dovrebbe essere.?
Bella donna. PUNTO.
Questo meritiamo.!!!
ha una laurea triennale in scienza dell’amministrazione,chissà dove presa,oggi con le e-university,+ atenei dai nomi “strausi” con vaghe assonanza anglo-sassoni, per chi ha i danè, non è difficile prendersi il “titolo”! Ma le competenze,oltre ai soldi e le parentele,dove stanno? è questo di intelligente da chiedersi! LEGGETE: Il nostro ministro per l’ ambiente Stefania Prestigiacomo, in questo, che in assoluto è il peggiore dei mondi possibili, dà il suo benestare alla società petrolifera irlandese Petroceltic , in cerca del nettare nero così indispensabile per la nostra vita, di trivellare a 5 miglia dalle coste, in un parco marino(quello delle Isole Tremiti) e poco distante da un parco naturale(il Gargano). Non contenta, la nostra ministra, sempre nello stesso periodo di questo primo semestre, presenta un decreto legislativo che ha come obiettivo lo smaltimento dei rifiuti, smaltimento che consisterebbe nel bruciare questi rifiuti in una centrale Enel a carbone, situata nel comune di Civitavecchia, dove poco tempo prima aveva perso la vita un operaio. Oltre alla centrale a carbone la Prestigiacomo decreterebbe che i rifiuti vengano smaltiti anche nei cementifici, così poi da riciclarli direttamente in case, ospedali e scuole. Qualche giorno fa, all’ inizio di luglio, Miss parlamento, come veniva definita durante la sua prima legislatura, comincia un vero e proprio braccio di ferro con la sua regione, la Sicilia, per la costruzione di tre inceneritori, che costituirebbero insieme l’ennesimo triangolo della morte italiano. Sentendo queste cose certa gente sicuramente si chiederà: come può un ministro per l’ambiente avvallare simili operazioni? Questo bisognerebbe chiederlo a chi l’ ha voluta ministro, che, avrebbe dovuto conoscere l’ idea della Prestigiacomo di eco sostenibilità e di difesa dell’ ambiente. Figlia di un imprenditore chimico, la Prestigiacomo non ha sicuramente avuto un passato di ambientalista. Nell’ azienda del padre, la Ved di Siracusa, sono successe parecchie cose, oltre le bufere finanziarie e la finta bancarotta del gruppo Sarplast di proprietà della famiglia, la loro azienda ha visto feriti, morti, e nascituri con malformazioni. Negli anni novanta in pochi anni nacquero quattro bambini, figli di operai del medesimo reparto, con gravi malattie alle vie urinarie, mentre altri operai dopo dieci anni in azienda, non avendo mai fumato si ritrovano i polmoni pieni di polvere. Per il padre queste erano tutte coincidenze, così minaccia l’ allora rappresentante della Cgil Guzzardi, con una lettera informandolo che sarebbe stato denunciato per diffamazione. Quest’ ultimo e’ il padre di uno dei bimbi affetti da queste malattie, il primo, ed e’ anche cugino di secondo grado della ministra. Il nuovo atteggiamento degli operai innesca nella dirigenza un atteggiamento di totale chiusura: ad un operaio vengono negate le ferie per stare vicino al figlio malato trasformandogliele in cassa integrazione; ad un altro operaio l’ azienda nega un prestito per operare il secondo figlio nato con le dita attaccate l’ una all’ altra (operazione che il bimbo subirà solo grazie ad una raccolta fondi tra gli operai). Non viene effettuato alcun controllo sanitario per anni né dall’ azienda né dalle asl competenti, si scoprirà poi nel 2002 che le malformazioni congenite erano dovute ad una sostanza chimica chiamata dimetil anilina che gli operai usavano da molti anni. Sono moltissime le ombre dietro a questo ministro e alla sua famiglia, che più che alla salvaguardia dell’ambiente pare interessi la salvaguardia del proprio portafoglio. Nel 1997 fallisce il gruppo del padre, la Sarplast, lasciando un buco di parecchi miliardi di lire, frodando i fornitori. Nascondendo l’ attivo in controllate estere e banche, i giudici ritengono che sia la figlia la beneficiaria ma non e’ perseguibile perché non ricopriva cariche esecutive nell’ azienda. Pare anche che il terremoto del 1990 in Sicilia le abbia fatto risparmiare parecchie tasse, tasse che il governo di quel tempo aveva bloccato fino al 2001(proprio come a L’ Aquila vero?), periodo che le diede la possibilità tra decreti e leggine di rigirare la cosa a suo favore, anche se non gli andò del tutto bene grazie all’ allora presidente della repubblica, che al contrario dell’ attuale, non firmava tutto quello che gli passava sotto la penna. Probabilmente questo non cambierà le cose, ma sono sicuro che per il prossimo governo Berlusconi, la Prestigiacomo guiderà il ministero della salute.