A seguito dei lavori di ristrutturazione dello stabile allestito un ufficio mobile inadeguato e tutti in fila al sole.
Momenti di panico, due donne svengono non resistono al sole cocente e il Sindaco Diffida le Poste
EBOLI – Sono le 13,20, un caldo torrido, oltre i 30° all’ombra, e all’ufficio Centrale delle PPTT di Eboli, nella struttura mobile, un Camper provvisorio, si entra a due per volta per sbrigare le varie pratiche mentre gli altri cittadini aspettano boccheggianti al sole, quelli dentro non è che stanno meglio.
Poco tempo prima la fila era ancora più lunga. Un paio di signore si sentono male. Vengono soccorse, rifocillate, e meno male che nei pressi c’è un fontanile, è servito per riprendere le malcapitate. Molti se ne vanno altri protestano. Le solite proteste alle quali i dirigenti provinciali e locali sono sordi, e a giudicare dalla persistenza dei disservizi sono strafottenti.
Visto il perdurare degli inconvenienti che continuamente lamenta la cittadinanza e viste le condizioni disumane a cui sono state costretti centinaia di ebolitani che malauguratamente devono devono ricorrere ai servizi postali, il Sindaco Martino Melchionda ha diffidato Poste Italiane, per i disagi continui, ed in particolare per quelli che sta procurando ai cittadini, costretti a fare lunghe code sotto il sole tropicale di questi giorni, rendendolo noto con il Comunicato Stampa che qui appresso si allega.
Poste Italiane ha chiuso gli uffici di Via Matteo Ripa per ristrutturazione della palazzina ed ha allestito nella piazza sottostante Tito Flavio Silvano, una struttura mobile a Camper appositamente attrezzata, del tutto inadeguata, per spazi e dimensioni rispetto all’utenza che deve servire. Struttura che deve sostituire in qualche modo gli uffici in ristrutturazione, tra l’altro, anch’essi insufficienti ed inadeguati.
Sono anni che si protesta e sono anni che non si è riusciti ad avere almeno un altro Ufficio, per sgravare quello esistente. Per servire la città oltre a Santa Cecilia che ha il suo Ufficio Postale, ormai inadeguato anche quello, sarebbe necessario realizzarne uno all’epitaffio, un altro nella zona Paterno e un altro nella zona della Galleria dei Servizi (area ex Pezzullo).
Ormai non si può più procrastinare una decisione, anche se drastica. Se le Poste Italiane, non prendono i dovuti provvedimenti per allestire nuovi uffici, non si può fare altro che ricorrere a mezzi e procedure straordinarie, che non escludono la chiusura degli uffici e l’avvio di procedure che non escludono responsabilità ben più gravi di quelle civili.
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COMUNICATO STAMPA
Sindaco di Eboli,Il Sindaco di Eboli, Martino Melchionda, ha diffidato le dirigenze locale e provinciale di Poste Italiane per il disagio che in questi giorni stanno arrecando all’utenza ebolitana. Sotto accusa è la struttura mobile installata da Poste Italiane in Piazza Tito Flavio Silvano, stante la indisponibilità dei locali dell’ufficio postale di via Matteo Ripa, per interventi di riattazione. La struttura mobile, sotto il sole di questi giorni, non consente possibilità di riparo dal gran caldo ai tanti utenti in attesa di eseguire le operazioni postali.
«I cittadini ebolitano stanno soffrendo oltremodo il disagio provocato dalla chiusura dell’ufficio postale di via Matteo Ripa – spiega il primo cittadino di Eboli. Una situazione insopportabile, acuita dalle temperature tropicali di questi giorni.
Poste Italiane, e per questo ho diffidato la dirigenza locale e provinciale, deve in ogni caso allestire una soluzione che, seppure tampone, garantisca il minimo di agibilità per l’utenza. Il Comune, anche se non ha obblighi in questo senso, si mette a disposizione, ma occorre che l’amministrazione postale manifesti concretamente la volontà di trovare in tempi rapidissimi una soluzione possibile. Aggiungo solo che, a difesa dei cittadini ebolitani, se il disagio dovesse persistere nell’indifferenza, saremo pronti a tutto, persino ad assumere un’ordinanza di chiusura sia per garantire l’ordine pubblico, che per salvaguardare l’incolumità dei nostri cittadini, specie degli utenti più anziani».
EBOLI, 14 LUGLIO 2010