L’Odissea dei Caregiver, gli assistenti dei disabili: “Un Piano di Zona fantasma, portatori di handicap e familiari disperati!”
Una situazione intollerabile che si protrae da mesi, tra mancanza di organico e gestione commissariale abulica, si consuma un disastro annunciato nel silenzio della politica, dei sindacati e dei “muscolosi” candidati Sindaco, arriva la proposta di Generoso Di Benedetto ex Disability Manager: “Si istituisca un ‘Tavolo Permanente’ riguardante i bisogni delle persone affette da disabilità per mezzo del quale le varie parti possano interloquire“.
da POLITICAdeMENTE il Blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Purtroppo non si è fatto in tempo di riportare gli ultimi episodi inerenti la gestione del Piano di Zona di Eboli S3 ex S5, inerente un bando di assunzione a partita IVA che lascia perplessi e sconcertati diversi cittadini come anche qualche esperto di diritto amministrativo e non solo, (https://www.massimo.delmese.net/169229/eboli-bandi-tra-anomalie-ed-inesattezze/) che gioco-forza, dobbiamo ancora una volta “rimettere mano” a questo sfortunato coordinamento di ambito nella gestione delle politiche sociali su Area Vasta: 8 comuni, 80.000 residente e 500 km quadrati, non bruscolini, visto che gestisce, anzi mettiamo il verbo al passato, gestiva, un budget di 5 milioni di euro, ed operante da circa un ventennio sotto il dettato della legge, con il rischio incombente che gli altri comuni abbandonino, data l’inerzia attuale, e l’incubo del commissariamento regionale.
Il Piano di Zona in effetti è lo strumento operativo che la legge dello Stato indica per l’attivazione su di un territorio di una “rete di servizi integrati” in ambito sociale ed anche socio sanitario. Centrale è l’art 19 della legge 328/2000 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali – GU n. 265 del 13 Novembre 2000 ), il quale assegna ai comuni associatisi il nobile compito di tutelare i diritti della popolazione istante, attraverso la definizione ed intesa con l’azienda unità sanitaria locale, di un Piano di Zona riguardante sempre interventi sociali e socio sanitari, tendente a tutelare con assistenze specifiche i soggetti nelle condizioni più disparate di fragilità: (https://www.massimo.delmese.net/?s=piano+di+zona+2021)
Se prima poteva rappresentare anche un orgoglio per la nostra città, unica ad avere istituito la figura di “Disability manager“, ora sembra essere divenuto una sorta di zavorra; Quello che sta attraversando il PdZ, è come una straziante odissea, certamente non vicina alla classica di Omero, ma forse più finitima per i tempi 4.0 che stiamo vivendo, all’altra narrata da Stanley Kubrick, laddove si raccontava di un distopico futuro intergalattico sotto intelligenza artificiale (A.I.), che prendeva le redini delle scelte umane. Qui stranamente invece non si notano i segni né di intelligenza artificiale, né tantomeno di quella umana, nel coordinamento d’ambito s3 exs5, ove lamentano i tanti stakeholders (le parti interessate) manchevolezze gravi, parliamo degli ex dipendenti ora mandati a casa, ma specialmente dei tanti fruitori, i quali si accontenterebbero eccome, di una sana ordinaria amministrazione, nel nome del mai desueto buon senso, ma tant’è allo stato delle cose, anche il minimo richiesto è divenuto una chimera irraggiungibile.
Ecco a tal riguardo l’appunto straziante, quanto franca “lettera aperta” dei Caregiver, cioè quelle persone che si occupano, in prevalenza familiari, dei soggetti in condizioni di disabilità, che fa il punto su di una situazione divenuta intollerabile per gli standard di una nazione che si dice civile: ”Avere un cuore ed impegnarsi verso le fasce deboli non è nel DNA di chi, al Piano di Zona di Eboli, oggi ha ruoli ed incarichi che comunque gli assicurano un buon “fine mese” utile a rallegrare le proprie finanze. Ciò non vale per molti sfortunati cittadini con gravissimi handicap ed i loro familiari che li assistono!”
Continua la missiva sottolineando l’ingravescenza della situazione dallo scoppio della pandemia da Covid 19: ”La pandemia ha aggravato una situazione già compromessa da vicende estranee agli uffici di via Umberto Nobile ma che ha portato molti funzionari ed impiegati ad operare in un deleterio smart working che ha letteralmente sguarnito gli uffici che oggi sono presidiati da giovani del Servizio Civile che hanno poca esperienza e competenza nelle materie specifiche del PdZ, per cui al massimo rispondono al telefono o aprono la porta a chi bussa chiedendo inutilmente aiuto.”
Poi, visto l’immobilismo in cui versa il PdZ S3 ex S5, difatti iniziato dalla presa in carico da parte del commissario prefettizio Antonio De Iesu delle sciagurate sorti amministrative della città, e favorendo il clime che è diventato dei peggiori, da:
“MUOIA SANSONE CON TUTTI I FILISDEI”;
Laddove per “Sansone” ci si riconduce alle vicende giudiziarie dell’ex sindaco Massimo Cariello e per “Filisdei” i poveri cittadini indifesi che non ricevono più servizi, che nulla dovrebbero riguardare quelle gestionali di un ente pubblico, si ripropone sempre l’esempio: Arrestano il Presidente di un Tribunale od il Direttore Generale di un Asl, non si celebrano più processi o non si ricoverano e si curano più i pazienti? Assurdo! E per questo i caregiver fanno delle domande a chi in questo momento ne gestisce le sorti, e boi aggiungiamo, sotto gli occhi di “conigli” che fanno finta di ruggire:
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Il Commissario ed i suoi Vice sono a conoscenza del disastro in atto al Piano di Zona?
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Il Commissario ed i suoi Vice hanno il potere/dovere, oltre che la responsabilità, di dire una parola, anche alzando la voce, affinché ciò venga immediatamente sanato e le difficoltà di chi ha diritto vengano superate dopo i tanti mesi di assordante silenzio da parte di chi ha il dovere di adempiere alle proprie funzioni?
Concludono con un’amara annotazione in calce, i Caregiver nostrani, sottolineando viepiù la drammatica situazione in cui versano i loro assistiti, a fronte di un cinismo generalizzato da parte delle istituzioni competenti:
”I portatori di handicap ed i caregiver sono in attesa da mesi di una risposta ai propri diritti oggi vanificati dai mancati doveri di chi ha responsabilità e funzioni per adempierli. Le ferie e lo smart working possono anche attendere, mentre le malattie gravi non vanno in vacanza!”
Abbiamo raggiunto telefonicamente in esclusiva per POLITICAdeMENTE, l’ex Disability Manager del Comune di Eboli, Generoso Di Benedetto, che da oltre un trentennio è un attore principale in ambito campano delle problematiche in questione, nelle vesti di membro dell’Osservatorio sulla condizione delle Persone con Disabilità della nostra regione il quale al nostro corrispondente ha dichiarato: ”Chiediamo l’istituzione immediata di un tavolo permanente ove le diverse parti dialoghino coi responsabili del coordinamento del PdZ ancora presenti e con l’amministrazione commissariale. Sto raccogliendo da tempo il forte disagio dei caregiver, i quali assistono i propri familiari in condizione di fragilità, la situazione è divenuta oramai insostenibile, ed auspichiamo pertanto che si provveda bene ed al più presto!“
E la politica jevules, quella dell’ “Amo Eboli”, che fa, tace? Specialmente negli ultimi periodi ha lasciato in piena agonia il PdZ, forse per attuare quella malcelata aspirazione dello Spoil System, cioè il “sistema del bottino” di conio statunitense: sterilizzare quel che rimane per poi sperare di accaparrarsi la governance, soddisfacendone cosi gli appetiti elettorali con annesse promesse da “giorno dopo” di un ipotetica vittoria. Difatti negli ultimi tempi, sospettosamente fioriscono in città iniziative di genere: convegni, tavole rotonde, arricchiti da partecipanti novelli esperti del terzo settore, e tutto come abbiamo più volte immaginato che in campagna elettorale sarebbe ritornato ad essere un cavallo di battaglia, anzi una “Cavalcata delle Valchirie” di wagneriana memoria, di alcuni candidati alla poltrona di primo cittadino e dei loro ascari, aspettando di celebrare l’ultima macabra danza sulle spoglie di quel che resta di Cariello, e a che prezzo? Anche passandui più deboli.
Dunque mentre nella vicina Battipaglia con la Sindaca Cecilia Francese, si costruisce un Piano di Zona nuovo di zecca a pochi mesi dalla elezioni amministrative (sic), nulla di scandaloso anzi commendevole, ad Eboli di contro le varie forze avverse all’ex amministrazione si baloccavano mesi addietro, su chi come e quanto tempo fosse stato assunto, dimenticandone volontariamente la parte essenziale del coordinamento d’ambito, i naturali fruitori della composita Carta dei Servizi: malati cronici, persone indigenti, inabili fisici, donne vittime di violenza, minori languenti in condizioni difficili e tutto quell’unverso-mondo di sofferenze sociali, avulso a chi oggi si traveste da benefattore dei fragili per qualche votarello raccattabile alla bisogna.
Ed i sindacati, che per propria mission associazionale dovrebbero occuparsi di queste tematiche? Spariti dal radar (come il progetto ITIA, Intese territoriali di Inclusione Attiva, già finanziato per i 2/3 ma mai partito) come l’intramontabile e grottesca maschera umana del Don Abbondio si appalesa: ‘Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”, essi sono sicuramente in altre faccende, per loro forse più convenienti, affaccendati.
Noi prendiamo con tristezza e sconcerto, conseguenzialmente atto di tutto ciò, e come guardiani di una sana quanto serena informazione, faremo in modo sempre di curare con la nostra modesta opera, gli interessi dei concittadini e dei residenti, soggetti passivi loro malgrado di questa mala gestio imperante. Situazione ancora più disdicevole in un momento di pandemia alla vigilia di una nuova fase amminisrrativa (che si avvarrà della golosa dote del Recovery Fund), con l’aggravio di una crisi economica mai vista dal dopoguerra, appaiate a conseguenze assai nefaste e mai preventivate che stanno subendo da ottobre u.s. le svariate categorie dei soggetti fragili. Pertanto ai nostri lettori, fortunatamente tanti, diciamo orgogliosamente che saremo sempre e comunque al loro fianco, mantenendo la barra dritta indicando i canti stonati delle “Sirene” di turno e delle loro demagogie ricordandole che avranno vita breve, perché la coerenza ripaga nel tempo.
Eboli, 13 giugno 2021
Quattro mesi che il semaforo all’incrocio del Sacro Cuore è rotto!!! Fortuna che ad Eboli ci sono solo quattro semafori.