Il neo PCI fa le pulci ai vetero e ex comunisti, ai suoi dirigenti, al PDS, DS, PD e al grande bluff dei Veltroni e dei D’Alema.
Alfonso Del Vecchio candidato Sindaco del PCI tra storia, rivendicazioni e condanne: “Abbiamo alle spalle una lunga storia ma lo sguardo rivolto al futuro e crediamo, con convinzione, che serva cambiare e che per farlo servano i comunisti“. Ma non tutto è perduto.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – E così i temi politici nazionali, quelli che hanno portato la Sinistra italiana a trasformarsi fino a non essere più riconosciuta dai suoi elettori e a disintegrarsi, come è avvenuto con il firmamento composto da vetero, neo e post comunisti, irrompono nella campagna elettorale cittadina. Temi politici sicuramente importantissimi per la sinistra in generale, ma non quelli che al momento i cittadini si aspettano e dovrebbero essere all’ordine del giorno politico, sia a livello nazionale e sia a livello locale, affinché si diano risposte concrete ai bisogni dei singoli cittadini e dell’intera comunità e per esso all’economia in generale.
Temi importanti ma distanti da quelli che drammaticamente vivono gli italiani e soprattutto quel milione e mezzo di persone che a causa della pandemia sono precipitati nella povertà e hanno raggiunto gli oltre 5milioni di poveri cronici che vi sono in Italia e che nonostante le leggi a pioggia e non organiche, nessun Governo riesce a risolvere. Temi lontani anche da circa 1milione mezzo di italiani che hanno perso il lavoro, il 50 % dei quali già precari e lontani dalle 800mila donne che pure hanno perso il lavoro risultando essere quelle le più colpite da questa crisi. Lontane dai commercianti, dagli artigiani che, molti dei quali, nemmeno riapriranno più. Lontane dal mondo dello spettacolo e della cultura, e lontane dai braccianti agricoli, quelli tanto cari alla sinistra in generale, che ci sono e come e oltre il 60% dei quali lavorano in nero, nero come il colore della loro pelle. Lontane dai problemi dei nostri giovani ridotti dopo anni di studi a percepire stipendi: I più fortunati di 700 euro al mese; gli altri sono disperati e il tasso di disoccupazione è giunto al 35%. Lontane dai pensionati che nonostante si sono visti dimezzare le loro pensioni mai aggiornate, riescono ancora, e meno male, a contribuire ai bilanci familiari dei propri figli in difficoltà. Moltissimi altri giovani nemmeno più lo cercano il lavoro, figuriamoci le donne.
Tutte queste persone secondo noi pensano a quei temi sicuramente importantissimi ma lontani o come sbarcare il lunario?
La verità è un’altra e purtroppo nella sua drammaticità si deve prendere atto che la sinistra usa un linguaggio incomprensibile, non parla più agli ultimi, non parla più a quella che prima veniva chiamata “borghesia“, e nemmeno parla più al mondo della cultura e agli intellettuali, si parla solo addosso e tra se e se, spaccando il capello e allontanandosi sempre più dalla realtà e dal mondo vero, quello fatto di sofferenze e che ahi voglia di soffrire nessuno se ne accorge, consegnando quelle grida strazianti al populismo che usa i titoli per catturarli ma che invece lavora per tutt’altri mondi.
Purtroppo forse la sinistra o meglio le sinistre hanno dismesso il loro ruolo quando si è sostituito l’Eskimo con i blazer blu e i cappotti di cachemir, quando si è smesso di fumare le Nazionali senza filtro sostituendole con i sigari, quando le cantine hanno lasciato il posto ai Whine Bar e invece di bere il vino spunto “aggiustato” dalla gassosa si é passati allo Champagne e ai vini d’annata, quando si è abbandonato un buon piatto con le “Gliommarelle” e il soffritto per il Shouchi, quando i sindacati hanno smesso di difendere i lavoratori pensando solo a loro stessi e quando i Bertinotti filosofeggiavano con i cappotti di Cachemir d’avanti ai cancelli delle fabbriche e i D’Alema veleggiavano sulla sua barca miliardaria imitando i ricchi e quando gli stessi diventavano i cultori e produttori di vini Doc, lasciando agli operai (che ancora sono 7milioni e pagati da fame) al loro destino e che ancora bevono il vino sfuso e spunto.
«Il Partito Comunista Italiano fu fondato il 21 gennaio 1921 e venne sciolto il 3 febbraio 1991. In questo periodo diventò un grande partito di massa pur non andando mai al governo. L’involuzione ha portato i vecchi dirigenti del PCI a dare vita prima al Partito Democratico della Sinistra, poi ai Democratici di Sinistra ed infine al Partito Democratico ovvero il PD. – si legge nella nota del Partito Comunista Italiano di Eboli – Il grande bluff è stato che i vari Walter Veltroni e Massimo D’Alema si dichiaravano sempre di sinistra e il popolo gli ha creduto. Nel corso degli ultimi 20 anni abbiamo visto approvare leggi a danno di tutto quell’elettorato che ha continuato ad illudersi che il PD fosse la naturale continuazione del PCI.
Sono loro quelli che votarono per la dismissione di tutte le aziende di Stato, trasformandole in SPA, cosa che ha prodotto aumenti incredibili delle tariffe di luce, gas, acqua, rifiuti e trasporti nonché la chiusura di molte aziende, per la maggior parte ubicate nel Mezzogiorno. – prosegue la nota dei comunisti nell’elencare tutte le colpe o meglio tutti i punti che hanno segnato un inesorabile cammino verso la demolizione dei diritti faticosamente raggiunti nel corso degli anni e dopo battaglie di popolo indimenticabili – Sono loro quelli che hanno modificato il titolo V della Costituzione, un grimaldello per scardinare uno Stato che metteva tutti i cittadini su uno stesso piano per trasformarlo in un insieme di regioni in cui chi già ha di più otterrà sempre più risorse e chi ha avuto meno opportunità di sviluppo vedrà peggiorare la propria condizione.
Loro sono quelli che hanno cancellato l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, facendo perdere tutele e garanzie e creando un futuro di precarietà per i giovani. – continuano i comunisti ebolitani nell’elenco delle colpe che attribuiscono a una parte di essi stessi presi da una “mutagenesi” tirandosene fuori – Facciamo qualche riflessione:
- stavamo meglio quando un grande Partito Comunista difendeva gli interessi dei lavoratori oppure oggi con il PD che difende gli interessi di banche e industriali?
- Ritenete ancora il Pd un partito di sinistra?
“Alla luce dei fatti, – afferma il candidato sindaco del PCI Alfonso Del Vecchio – noi pensiamo sia un partito che rappresenti solo i poteri forti e che in questi anni abbia fatto di tutto per delegittimare chi portava avanti politiche davvero di sinistra“.
La domanda è questa, chiara e netta:
- chi oggi, alla luce dei fatti, si allea o sostiene il PD, può continuare convintamente a definirsi uomo o donna di sinistra, addirittura proclamarsi comunista se la cosa fa buon gioco?
- Può, alla luce dei fatti, definirsi elettore di sinistra chi si fa incantare dalla paradossale idea che il progressista moderno debba avere un “centro” a cui guardare?
“Noi del PCI” – continua Alfonso Del Vecchio candidato a Sindaco di Eboli – “siamo rinati il 26 giugno 2016 e, fatto anomalo per la sinistra, non siamo nati da una scissione ma dal tentativo di riunirla. Abbiamo alle spalle una lunga storia ma lo sguardo rivolto al futuro e crediamo, con convinzione, che serva cambiare e che per farlo servano i comunisti“
Ebbene, alla luce di tutte le riflessioni che i comunisti ebolitani consegnano in questa nota, offrendola al dibattito e nel contempo tirandosene fuori, si nota un limite. Un limite che impedisce qualsiasi forma di avvicinamento che possa lasciare spazio ad un nuovo inizio. Non tutto è perduto prima che si perda tutto. E mentre lasciamo agli scienziati polutici di discutere scomponendo “l’atomo” della sinistra e comprendere come funziona un microorganismo, sarebbe bene di occuparsi dei temi che aminteressano la Città e gli ebolitani: La Sicurezza, la Salute, l’assistenza sociale, la solidarietà, l’ambiente e l’inquinamento, la scuola, la formazione, gli asili, i trasporti, la viabilità, la vivibilità e potremmo continuare tema per tema ad elencare tutte le modalità, non lo facciamo per non sostituirci a chi queste cose deve pensarle, programmarle, progettarle, proporle e realizzarle offrendo alla speranza la contretezza dei fatti. Non tutto è perduto.
Eboli, 16 maggio 2021
Condivido in toto quello che ha scritto Del Vecchio e conosco anche la sia coerenza politica.Aggiungeri che i veri comunisti sono stati pochissimi se non rari nella storia del PCI Italiano.Se esaminiamo la parola comunista che significato gli diamo: per me significa dipartizione della ricchezza in maniera tale che non ci siano poveri o troppi poveri e pochissimi ricchi che condizionerebbero la vita dei poveri.Quindi l’abbattimento delle clASSI SOCIALI IN BASE AI REDDITI.Nella storia del PCI tantissimi statisti si sono persi on non hanno mai creduto nel partico comunista. Ideali smarriti nel vuoto o mai trovati . Oggi quando si dice comunista lo si usa per offendere,un tempo invece ncomunista significava ,colui che lottava sposando la causa deim deboli.Io figlio di un contadino ex combattente della seconda guerra mondiale ,figlio di un vero italiano con l’educazione di essere comunista per difendere i diritti del popolo, oggi deluso piu che mai perche la politica non si occupa piu dei bisogni della gente ,ma è un mestiere ,una professione imprenditoriale per fine a se stesso. Del Vecchio in bocca al lupo per la tua canditatura ma credo che non basti un nome e un simbolo per danneggiare i danni fatti nel filone di questo partito. Gli altri partiti per me non hanno motivo diesistere basta girarsi indietro di poco per capire di che pasta sono .Sono italiano purtroppo lo sono ma mi vergogno di esserlo.