Maccaferri Manifattura Italia S.r.l. di Bellizzi cessa ogni attività. Si avviano le procedure di licenziamento collettivo.
E dopo tutti i “Tavoli” di trattativa, incontri al Ministero, terminata a marzo la CIG, e dopo nessun passo indietro sulle procedure di licenziamento avviate, e solo incentivi all’esodo e piani di sostegno al reddito non proposte serie di ricollocazione in altre aziende del territorio o rilancio della produzione si avvia “l’ultimo atto”: La chiusura. L’azienda non ha voluto attendere altro.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – Ed inesorabile arriva il con l’ultimo atto: La chiusura e il licenziamento collettivo. Ultimo atto di una commedia tragica che ha tenuto aperto un sipario ed incollati all’epilogo gli spettatori inermi di famiglie che non vedono altro che un futuro buio che gli si presenta. Un ultimo atto senza applausi ma con l’amaro in bocca di chi ha verificato sulle proprie spalle cosa significa perdere il lavoro e restare soli, specie in questo periodo di Pandemia.
Una commedia che fa registrare come siano scadenti gli attori, ma al tempo stesso come siano prepotenti e arroganti, ma anche come si può vivere in solitudine un dramma come quello della perdita del lavoro. La perdita della “dignità” che il lavoro, come dice Papa Francesco, conferisce all’uomo e alke donne. La perdita di dignità aggiungiamo per chi lo perde e la perdita dell’onore per chi lo fa perdere il lavoro, specie per quella classe politica e di Governo che prona ad ogni prepotente anziché reagire si genuflette, “svergognata” ad ogni atto contro l’uomo e la difesa del lavoro.
Ai lavoratori e alle loro famiglie va la più piena e sincera solidarietà di POLITICAdeMENTE del suo animatore e del suo Staff così come va tutto il disprezzo verso chi poteva e non ha fatto nulla.
«Il travagliato percorso della vertenza Maccaferri Manifatture Italia s.r.l. di Bellizzi giunge oggi ad un punto ancora più critico e doloroso. – Si legge in una nota stampa delle Segreterie Provinciali e le RSU, FIM CISL e FIOM CGIL Salerno – L’azienda ha comunicato formalmente nei giorni scorsi la cessazione delle attività a Bellizzi avviando, di conseguenza, la procedura di licenziamento collettivo di tutte le maestranze.
Certo, questo non accade all’improvviso. La chiusura era stata già annunciata, ma le OO.SS. con la RSU e tutte le maestranze, avevano immediatamente rigettato le scelte aziendali di chiusura e di licenziamento chiedendo quantomeno il tempo necessario a realizzare un incontro al Ministero, più volte invocato. – si aggiunge nel comunicato – Ed il tempo ci stava dando ragione! Il 29 marzo 2021 le Organizzazioni Sindacali e la RSU sono state convocate dalla Segreteria del vice Ministro dello Sviluppo Economico per una riunione ristretta da cui siamo usciti fiduciosi e da cui doveva seguire analogo incontro con l’azienda.
Tutto, però, in calcio d’angolo, tra il termine della cassa al 30 marzo e la richiesta, nuovamente prodotta dalle OO.SS. e dalla RSU, purtroppo inascoltata, di allungare ancora di poco gli ammortizzatori.
L’azienda non ha voluto attendere!
Ai primi di maggio la comunicazione di cessazione e licenziamento collettivo, il 6 maggio il primo incontro di procedura, oggi il secondo.
Sul tavolo nessun passo indietro sulla cessazione, ma solo incentivi all’esodo e piani di sostegno al reddito.
Proposte considerate insufficienti anche nelle scorse settimane che ancora oggi rigettiamo e di cui, tuttavia, siamo chiamati a discutere a fronte di un maggiore dettaglio sulle ricollocazioni nelle aziende del gruppo ed una manifesta ed ampia disponibilità da parte dell’azienda e di Confindustria a trovare le condizioni di ricollocazione presso aziende del territorio. – aggiungono amareggiati i rappresentanti dei lavoratori – Magra consolazione rispetto ad una realtà industriale che rischia lasciare di sé solo un amaro ricordo!
E, tuttavia, oggi siamo davanti a questo bivio. Il MISE non ha ancora prodotto la convocazione dell’azienda, le Istituzioni e le forze politiche del territorio non hanno smesso di attivarsi in tale direzione, ma il rischio è che altri passi si compiano quando ormai è troppo tardi.
In queste ore anche un ulteriore appello alla Regione Campania da parte delle Segreterie FIM e FIOM Regionali, al momento ancora senza seguito. – prosegue ancora la nota delle RSU Aziendali e dei Sindacati provinciali – Insomma, l’azienda parla di ulteriori incentivi ed ulteriori ricollocazioni e le maestranze vedono il futuro quasi scomparire con l’imbarazzo e l’ambascia di dover pensare a sé ed alle famiglie che attendo a casa cosa sarà domani.
Il tempo per replicare alle proposte aziendale è davvero poco. Entro il 15 maggio la Maccaferri Manifatture Italia attende risposte lasciando la parola ai lavoratori. – conclude la nota delle Segreterie Provinciali e delle RSU, FIM CISL e FIOM CGIL Salerno – Non vogliamo che queste professionalità vengano disperse e lasciate sole, in queste poche ore che restano terremo le assemblee per sentire tutti e non smetteremo di chiamare ogni possibile interlocutore alle proprie responsabilità su percorsi di prospettiva e di futuro per tutti.
Salerno, 10 maggio 202
La Segreterie Provinciali e le RSU, FIM CISL e FIOM CGIL Salerno