Orgoglio ANPI per la celebrazione della festa del 76° anniversario della Liberazione del 25 aprile.
Massimiliano Voza Presidente della Sezione ANPI “Valle e Piana del Sele”: «L’auspicio della declinazione all’oggi della liberazione del paese dalle restrizioni pandemiche e la città di Eboli dall’emergenza democratica. Oggi come ieri serve un “comitato di liberazione”: ieri dall’arroganza del fascismo, oggi dall’arroganza del sistema corruttivo a Eboli».
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – «Rivendichiamo con orgoglio di aver stimolato e ottenuto la celebrazione della festa del 76° anniversario della Liberazione del 25 aprile 1945 – cui abbiamo partecipato in piazza della Repubblica con una rappresentanza di decine di militanti muniti dei nostri distintivi – con nostro sollecito al Commissario prefettizio del Comune di Eboli. Piuttosto, spiace che nel deserto di idee politiche in cui versa Eboli, la nostra sia stata una voce isolata. – dichiara il Presidente della Sezione ANPI “Valle e Piana del Sele” Massimiliano Voza – Di fatti, la celebrazione della Liberazione, cui la stessa legge impegna formalmente le Istituzioni a tutti i loro livelli, dai Comuni al Quirinale, non è un atto di rituale protocollo, ma il momento del concreto rinnovo per tutti gli italiani dell’impegno antifascista in difesa della democrazia.
Per questo motivo abbiamo proposto al commissario di esplorare tutte le possibilità, compatibili con le attuali restrizioni, per portare ai cittadini di Eboli il ricordo luminoso di quel 25 Aprile, oggi più che mai opportuno, come monito a quanti, sempre in agguato, attentano alla democrazia così faticosamente conquistata e ai principi e valori della Costituzione. – prosegue Massimiliano Voza – A prescindere dal protocollo che l’amministrazione comunale ha voluto adottare – in vero fin troppo sobrio, visto che la piazza si presentava comunque già di per sé gremita – abbiamo partecipato con l’auspicio che la liberazione oggi possa essere declinata nel paese anche come liberazione dalle restrizioni e ristrettezze non banali cui tutti siamo sottoposti, e cui la diffusione del coronavirus ci costringe, attanagliati da una crisi sanitaria e sociale per le quali, in vero, non si è opposto il massimo sforzo che, di contro, è stato chiesto ai cittadini in termini di rinuncia delle libertà individuali, conquistate con la dura lotta di Liberazione.
Nel contempo, eravamo in piazza con l’auspicio pure che si maturi una nuova liberazione dall’ “emergenza democratica” in cui versa la Piana del Sele, e in particolare Eboli, come emerso in dipendenza delle recenti notizie di reato rilasciate dalla stessa Magistratura e dell’allarme lanciato dal Prefetto di Salerno di infiltrazione della criminalità organizzata nei gangli dell’amministrazione pubblica. – prosegue Voza – Una emergenza democratica, attribuibile, pure a detta delle predette istituzioni, a un odioso sistema corruttivo, cui la mala politica ha costretto la città, e che è esitato addirittura nella rinuncia da parte del sindaco appena eletto del mandato conferitogli, abbandonando la città al suo destino e costringendola al commissariamento.
Una emergenza democratica che – ormai è evidente – è superabile solo se la comunità riesce a dotarsi di anticorpi efficaci contro chi è stato appena ieri protagonista esecutivo del virus del sistema corruttivo, o chi ne è stato complice per volontà o connivente per incapacità; ma pure contro chi oggi ostacola un largo rinnovamento della classe dirigente, con una coraggiosa apertura sia verso i cittadini più giovani sia verso cittadini con biografie sociali specchiate per “onorabilità e disciplina” (come recita l’art 54 della Costituzione), al fine di favorire il libero sviluppo di ciascun cittadino, nell’alveo della giustizia e della dignità sociale.
Tuttavia, è evidente che il fronte democratico più genuinamente progressista non può permettersi di rimanere frammentato, e quindi non utile alla bisogna di un progetto di rinnovamento solido e credibile. L’egoismo dei tanti candidati per l’ “io” e non per il “noi” non è di buon auspicio. Una tale frammentazione non ci avrebbe portato alla Liberazione del 1945. Oggi come ieri serve un “comitato di liberazione”: ieri dall’arroganza del fascismo, oggi dall’arroganza del sistema corruttivo, essendo ancora largamente pervasivo, e per certi versi “militarizzato” nell’accezione clientelare, di recente o vecchio stampo che sia. Serve unità! Serve un passo indietro di qualche singolo, se vogliamo che tutta la comunità faccia passi in avanti per superare l’emergenza democratica e recuperare i valori costituzionali. – conclude il Presidente della Sezione ANPI “Valle e Piana del Sele” Massimiliano Voza – Ciò nondimeno, per parte nostra non rinunceremo comunque a essere parte attiva “politica”, “cittadini e partigiani” della “città futura”, tant’è che abbiamo chiesto ed ottenuto un incontro con il commissario prefettizio per parlare sia di emergenza democratiche (sistema corruttivo, criminalità organizzata, episodi di violenza razzista ecc) e sia dell’importanza di valorizzare la memoria storica della resistenza antifascista in città (a iniziare dal caso “Martucciello” per finire all’istituzione di un giardino della “Resistenza”)
Eboli, 26 aprile 2021
Grazie per aver “stimolato e ottenuto” la celebrazione del 25 Aprile che, udite udite, ci è stata gentilmente offerta da quel sestetto male assortito che si vede nella fotografia ….questa è una classica affermazione dei senza argomenti e degli “sbaculiati” nostrani…non è che in mezzo ai fotografati c’è un nuovo candidato a sindaco? Ormai non li contiamo più! Comunque grazie se non fosse stato per voi il 25 Aprile l’avremmo festeggiato l’anno prossimo….ma chiedo scusa …dimenticavo…ma la festa della Liberazione dal fascismo, si è sempre detto, fa parte del DNA degli italiani, quindi l’avremmo celebrata senza parata, in silenzio…e sono convinto che il commissario prefettizio non sarebbe rimasto con le mani in mano in attesa delle vostre “stimolazioni”, in quanto uomo di stato, avrebbe sicuramente agito in autonomia, come penso abbia fatto. Per presentare la vostra lista o appartenenza a una coalizione dovete attendere un’altra occasione.