È bufera sull’ASI dopo l’Ordinanza del TAR, la Sindaca Francese sferra l’attacco e ne mette in discussione il ruolo.
Cecilia Francese: «I Consorzi ASI, lasciti dello Stato risalente all’epoca dell’intervento straordinario e chiede: quale è il ruolo del Consorzio ASI oggi sul nostro territorio?». Longo (FI): “L’anacronistico sistema che governa la nostra zona produttiva ha portato alla desertificazione di un’area”. Tutto cambia, l’ASI no. Un Ente arcaico arroccato a “guardia” di un Mondo che non c’è più.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – «I Consorzi ASI, lasciti dello Stato risalente all’epoca dell’intervento straordinario della Cassa per il Mezzogiorno, avevano una logica allorquando potevano attivare la leva finanziaria per supportare e promuovere lo sviluppo economico. – Tuona Cecilia Francese all’indomani della Sentenza del Tar che a distanza di 13 anni irrompe sul destino di diverse Aziende commerciali che operano nell’Area Industriale di Battipaglia senza tener conto dei profondi cambiamenti dettati dall’evolversi dei tempi che nel corso degli anni hanno preso atto di nuove forme di economie produttive che andavano crescendo – Oggi, ben lungi dal poter disporre delle risorse finanziarie nella misura appunto possibile nel passato, finiscono con il sovrapporsi in malo modo all’azione degli Enti costituzionalmente preposti al Governo del Territorio, Comune e Provincia, complicando non poco le procedure amministrative e burocratiche poste in capo agli operatori economici.
Nel caso di Battipaglia, contrariamente magari a quanto accaduto a Salerno nello stesso periodo, abbiamo visto un Consorzio completamente assente nell’ultimo decennio sul piano del finanziamento e realizzazione delle infrastrutture primarie necessarie allo sviluppo (viabilità, fognature, acquedotti, collettori acque bianche e arredo urbano), tutto proteso, al contrario, a far valere nei confronti degli operatori economici regole desuete recate da un vecchio ed inadeguato piano regolatore consortile. – prosegue la Prima Cittadina di Battipaglia motivando l’arcaicità di un Ente che non risponde più alle dinamiche moderne e fluide dei giorni nostri – Un piano, quest’ultimo, che risponde a logiche industriali degli anni 70 del secolo scorso, con cui il Consorzio ancora oggi pretende di governare una economia che è in continua e veloce trasformazione e che richiede, al contrario, norme chiare semplici e soprattutto flessibili.
Sinceramente fossi stato io il presidente del Consorzio ASI in questi ultimi anni avrei fatto di tutto per addivenire ad una modernizzazione dell’impianto delle regole su Battipaglia, senza aspettare che il Comune producesse proposte in tal senso in piena solitudine nel tentativo estremo di evitare la chiusura di tante storiche attività. – Prosegue ancora la Sindaca di Battipaglia affondando il dito sulle mancate politiche che avrebbero potuto accompagnare l’ente nell’affiancare i processi di cambiamento che sono avvenuti nella società – Dichiararsi come appartenente ad una filiera Istituzionale poco conta se poi questa Filiera, al contrario di quanto accaduto in altri agglomerati, non è stata mai attivata né per addivenire a regole più flessibili per favorire lo sviluppo né tantomeno per intercettare investimenti per la realizzazione di infrastrutture.
Le opere di ammodernamento dell’agglomerato di Battipaglia sono state tutte realizzate dal Comune a cura delle Amministrazioni Comunali che si sono susseguite negli ultimi anni, al contrario di quanto accaduto nel medesimo periodo ad esempio per l’agglomerato di Salerno. – aggiunge ancora la Sindaca di Battipaglia, affondando la lama al cuore dell’ASI e per esso, sebbene mai indicato, al suo attuale Presidente Antonio Visconti, suo avversario politico inquanto candidato Sindaco con la coalizione di centrosinistra – Le proposte di variante dell’agglomerato prodotte dal Comune di Battipaglia, sia quella stralcio che quella normativa, votate all’unanimità dal Consiglio Comunale, sono le uniche proposte oggi sul tavolo e aspettano di essere approvate. – conclude Cecilia Francese indicando come soluzione certa per il superamento di ogni vuoto programmatico il trasferimento decisionale su altri tavoli politico-istituzionali diversi dall’ASI – Siamo certi che la spinta che viene da tutta Battipaglia in generale e dalla mia Amministrazione in particolare, volta alla completa trasformazione delle logiche di sviluppo e delle regole di governo dell’agglomerato industriale, sarà tenuta in debito conto sia dalla Provincia che dalla Regione. – e di qui la domanda delle domande:
Quale è il ruolo del Consorzio ASI oggi sul nostro territorio?
E quale è il ruolo dell’ASI? Certo non quello per il quale fu pensato all’indomani degli anni ’50 e ’60, quando in piena “rivoluzione Industriale” che coincise con il boom economico del Paese, per noi del Sud e per l’area di Battipaglia e della Piana del Sele arrivata in ritardo, ma che voleva essere uno strumento per disciplinare le produzioni industriali, dotarle di servizi unici e comuni a tutti (acqua, luce, gas, urbanizzazione, infrastrutture stradali, trasporti), risultando in questo modo più economico e sotto osservazione anche alla luce di nuove attrazioni economiche ricadenti in legislazioni speciali.
Nel corso del tempo le economie nazionali influenzate dagli scambi internazionali sono cambiate, e di pari passo sono cambiate anche le produzioni e le gestioni delle produzioni, riservando a talune aree geografiche del Mondo le prime e a talune altre, così dette più evolute, le seconde, di qui grazie o colpa della globalizzazione per andare incontro ad utili garantiti si è voluto puntare sulla competitività, ma in principal modo contenendo i costi di produzione e tra questi il costo del lavoro, così che è stato naturale produrre altrove, riservandosi le più sofisticate e avanzate forme di gestione per offrire prodotti agli stessi costi.
Questo avveniva nel Mondo, questo è avvenuto in Italia, questo è avvenuto a Battipaglia e nella Piana del Sele. Ed in alcune aree del Paese le Zone Industriali sono divenute Cimiteri di Fabbriche, molte convertite in Centri Commerciali e Ipermercati, moltre alte destinate alla Logistica, altre ancora destinate alla vendita di prodotti vari ma lavorati altrove. Di qui il legislatore, quando ancora vi erano legislatori illuminati, pensò di dare un nuovo impulso alle nuove economie coinvolgendo non più aree destinate ma interi territori coinvolcendo tutte le risorse esistenti al suo interno ed ecco che si pensò ai così detti “Parchi Scientifici e Tecnologici“, includendovi anche le Università. Il progetto non è mai decollato perché le realtà pregresse, deputate alla guida dello sviluppo, nel frattempo si erano consolidate ed erano divenuti veri e propri carrozzoni politici, serbatoi elettorali e contenitori di privilegi.
Il tempo passa ancora e nemmeno più i Parchi Scientifici e Tecnologici sono rispondenti rispetto alle nuove sfide mondiali e di pari passo, sebbene in maniera confusa e non tanto convinta si è pensato ad un ulteriore organismo che va oltre le singole aree Industriali, l’ASI e oltre i Parchi Scientifici e Tecnologici sostituendoli in uno con le ZES, ovvero Zone Economiche Speciali che pur individuando diverse realtà potenzialmente vocate, allarga i suoi confini in una macro area che punta come punto di riferimento sulle Portualità.
E mentre il Mondo si evolve, accade che per un ricorso presentato nel 2008, avverso una Ordinanza di chiusura di tre attività commerciali, le quali non potevano esercitare la vendita al dettaglio perché ricadenti in area industriale si arriva oggi ad una conclusione (sbagliata, inopportuna, fuori tempo massimo e che ignora ogni realtà contingente). Le tre ditte erano e sono: La Gana Sport che vende articoli sportivi; I fratelli Gammella che vendono mobili; La Eurofer che vende ferramenta; Non sono le uniche, nella Zona Industriale di Battipaglia vi è di tutto, ed è giusto sia così rispondendo a quella vivacità economica che sa trasformarsi e camminare con i tempi per evitare di morire. Fermenti vivi di economia che fanno grande questa Città e che si muovono in continuazione tranne l’ASI nella sua struttura arcaica, il TAR e gli apparati Burocratici pachidermici dello Stato, che restano sempre gli stessi arroccati nelle loro vecchie e inutili postazioni a “guardia” di un Mondo che non c’è più.
Alle riflessioni della Sindaca Cecilia Francese che si chiede quale sia il ruolo dell’ASI percepito dai vari operatori le cui attività ricadono nelle competenze del Consorzio Industriale viene percepito come un ostacolo, un cappio al collo, una struttura che è contro, che non è in linea con il cambiamento e che rallenta e frappone ostacoli che potrebbero essere risolti in un attimo, che non sa affiancare e guidare i cambiamenti, si aggiungono quelle del Consigliere provinciale e capogruppo consiliare di Forza Italia Valerio Longo il quale nel proposito affida ad un comunicato le sue riflessioni.
«La vicenda della Gana Sport e delle altre aziende – dichiara Valerio Longo – rappresenta il fallimento più totale di certa politica, autoreferenziale e distante dai bisogni della comunità, interessata unicamente a gestire un sistema di potere fine a se stesso. Una vicenda paradossale, dove i vari protagonisti (Comune e Asi) non hanno saputo o voluto venire incontro alle esigenze delle imprese, obbligate a stare al passo con i tempi e dovendo invece fare i conti con lacci e lacciuoli creati da una burocrazia pubblica chiusa e ottusa, attaccata disperatamente alle proprie prerogative.
Decenni di braccio di ferro tra enti, – secondo l’esponente di Forza Italia – senza senso e vantaggi per nessuno, intervallati da sentenze della magistratura che hanno contribuito a rendere il quadro ancora più incerto. Sarebbe bastato, in questa come in altre vicende, applicare anche da noi le normative e le direttive europee in tema di libertà d’impresa, favorendo gli investimenti e la ripresa economica, soprattutto in questo periodo di crisi. – L’anacronistico sistema che ancora oggi governa la nostra zona produttiva – conclude Valerio Longo – ha portato alla desertificazione di un’area un tempo tra le migliori d’Italia. L’impresa è l’unico volano che potrebbe contribuire a far respirare il nostro territorio e favorire la crescita economica e sociale».
Battipaglia, 23 aprile 2021