Incontro a porte chiuse a Palazzo di Città tra il Prefetto Russo e il Commissario De Jesu: Gruppo di Prefetti in un interno.
Peccato che questo incontro è avvenuto a porte chiuse senza coinvolgere la Città. Forse Eboli, dopo quello che è successo si aspettava altro e si meritava di più. Il Palazzo ha bisogno di essere sgomberato dalle zone d’ombra, le porte, le finestre devono essere aperte perché si respiri aria nuova, pulita. Mentre sul territorio con la “sostenibilità” di Pantalone irrompono Terna e RFI e si mangiano i soldi del Recovery fund.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Nella mattinata di lunedì a Palazzo di Città si è svolto un incontro tra il Prefetto di Salerno Francesco Russo e il Commissario prefettizio del Comune di Eboli Antonio De Jesu. In altri tempi si sarebbe detto a commento: “si è svolto in un clima cordiale… ecc. ecc.;” e giù di li si sarebbe fatta la cronaca dell’incontro, temi trattati, e semmai raccontato qualche siparietto che testimoniasse di un incontro utile, proficuo, coinvolgente, fruttuoso per il “Palazzo” e per l’intera comunità, invece al contrario è apparso un incontro, nella sua drammaticità, malinconico e totalmente distaccato da tutto quello che accade fuori, freddo, manieroso, simile a qualsiasi altra funzione che si svolge in una “caserma” completamente avulso da ogni realtà che circonda il “Palazzo” e lontano mille miglia dai cittadini.
La Città di buon mattino ha avvertito che qualcosa stesse avvenendo, e sebbene in clima di restrizione da covid, si è percepito subito la novità dalla presenza dei Vigili Urbani. I pochi passanti si chiedevano cosa stesse per accadere o cosa fosse ancora accaduto oltre un pestaggio, una rissa, qualche furto in abitazione, o qualsiasi altra cosa normalmente e quotidianamente accade in pieno centro: di giorno o di notte; ivi compreso una serie di sfessati balordi che chiedono soldi dalla mattina alla sera o un tipaccio minaccioso che invece li pretende ed ogni giorno “taglieggia” passanti e commercianti, i quali per non pagare l’obolo quotidiano si chiudono nei loro negozi già desertificati dal covid. Niente di tutto questo o meglio, oltre tutto questo, è un vecchietto che chiarisce il fermento mattutino, e a voce bassa, per mantenere il riserbo che gli avrà confidato qualcuno, informa gli altri che se lo chiedevano: “Deve arrivare il Prefetto“; “E che è il Messia“, risponde un altro vecchietto che fa un gesto con la mano e prosegue nel suo cammino.
Erano le 10:00 del mattino, e in effetti il Prefetto di Salerno Francesco Russo è arrivato, ma solo a mezzogiorno, e ha trovato ad attenderlo il suo collega Commissario prefettizio Antonio De Jesu, il quale a sua volta ha convocato, nella Sala consiliare, tutti i funzionari comunali per un saluto, saluto che è arrivato solo dopo un faccia a faccia che si è tenuto tra i due Prefetti di circa un’ora. Va da se che i due alti funzionari si siano scambiati oltre che cordialità anche informazioni sulla Città, sull’andamento degli affari amministrativi correnti, sullo stato della comunità, specie dopo i drammatici avvenimenti che hanno segnato la Città con gli arresti dell’ex Sindaco Cariello, e semmai anche delle questioni ordinarie e di quelle in itinere e future, affinché la Città non resti fuori dalla importante partita di rilancio di cui all’appuntamento con il Recovery fund. Peccato che questo incontro è avvenuto a porte chiuse senza coinvolgere la Città.
Forse Eboli, dopo quello che è avvenuto si aspettava altro e si meritava di più.
Se l’incontro di lunedì mattina voleva essere un saluto e l’augurio di buon lavoro da parte del Prefetto al Commissario prefettizio, si converrà che è un pó tardivo, atteso che il Dott. De Jesu si è insediato il 1° dicembre del 2020, ben oltre 4 mesi fa. Se al contrario era un incontro tra amici, forse era meglio avvenisse in un altro luogo e magari avrebbe avuto più senso se si fosse svolto in un bar, lungo una delle qualsiasi strade cittadine mostrandosi e “contaminandosi” con la Città trasmettendo un messaggio di vicinanza agli ebolitani, che in questo momento ne hanno bisogno più di ogni altra cosa, per ripristinare, dopo quel cortocircuito, la vicinanza alla legalità e alle istituzioni.
Se invece, come si immagina è stato un incontro istituzionale, forse sarebbe dovuto avvenire a porte aperte. Questa Città ha bisogno di una carica di fiducia e il Palazzo ha bisogno di essere sgomberato dalle zone d’ombra, le porte, le finestre devono essere aperte, deve cambiare aria, un’aria pulita, limpida che non può essere quella fumosa che una classe dominante ha portato allo scioglimento del Consiglio travolta da indagini giudiziarie, e nemmeno quella “grigia” e “carbonara” impressa da una visione “casermesca” di un Palazzo dalla gestione commissariale, verso la quale i cittadini non si sentono più di appartenere.
L’incontro di ieri è la conferma di una impostazione isolazionistica che facendo il paia con quello che in questi mesi è piovuto sul territorio come il Progetto TERNA e il Progetto di Alta Velocità – Alta Capacità Afragola-Praia a Mare di RFI, fa capisce come talune cose si arricchiscono solo con il coinvolgimento dei territori e delle comunità che si amministrano, ma anche se si esce dal “Palazzo” e si capisce quel che gli gira intorno. E cosa gira intorno? Tutto tranne quello di cui veramente se ne ha bisogno, come quello che al contrario ci propone TERNA con l’elettrodotto sottomarino, e la RFI con la nuova linea TAV. Due progetti che da soli si mangiano 4miliardi e mezzo di euro il primo, e 29miliardi di euro il secondo, praticamente 34 dei 45 miliardi di euro a fondo perduto del Recovery fund, gli altri serviranno per il Ponte sullo stretto di Messina. E le infrastrutture di cui ha bisogno il Sud? Strade, trasporti, Ospedali, Scuole: Possono aspettare a babbo morto.
“Il collegamento (Tyrrhenian Link) migliorerà la capacità di scambio elettrico, favorirà lo sviluppo delle fonti rinnovabili, l’affidabilità della rete e dell’intero sistema confermando il ruolo della Sicilia come hub energetico del Mediterraneo” (sic) si promuove la Multinazionale di “Stato” di Proprietà di Cassa Depositi e Prestiti, il forziere d’Italia.
«Terna collegherà la Sicilia con la Sardegna e la penisola italiana attraverso un doppio cavo sottomarino: un nuovo corridoio elettrico al centro del Mediterraneo, il Tyrrhenian Link. Con 950 chilometri di lunghezza e 1000 MW di potenza un’opera infrastrutturale di importanza internazionale (ri”sic”), un altro passo in avanti verso un futuro energetico più sostenibile». Si legge sul sito di TERNA.
In effetti è una bella opera, forse inutile? Forse superata? Diciamo entrambe, poiché si potrebbero realizzare li in Sicilia gli impianti eolici, fotovoltaici e magari anche centrali maremotrici, per produrre energia elettrica, e da li convogliarli in una centrale per trasformarla da corrente alternata a continua potenziando la “Trinatria” di quella infrastruttura “moderna e sostenibile” (sic). Invece no. Questo impianto nella realtà pare, che per una parte attingera’ dall’elettrodotto nazionale che passa nel territorio ebolitano all’altezza della Zona industriale e per un’altra parte, fino a concorrere i 1000 MW, attingerà da tutti gli impianti eolici e fotovoltaici presenti sul territorio dai quali partiranno decine di cavidotti di corrente alternata, che saranno realizzati lungo i percorsi stradali comunali, provinciali e nazionali fino a convogliare in una centrale di trasformazione in corrente continua, (che occuperà superfici di decine di ettari di terreno), che a sua volta poi giungerà al mare e da li, il cavo sottomarino giungerà in Sicilia e dalla Sicilia alla Sardegna.
Ecco la sostenibilità di Pantalone.
E che dire del progetto RFI della nuova Tratta Ferroviaria ad Alta Velocità – Alta Capacità che da Afragola va verso il Sud scartando Napoli, Salerno, tutta la Piana del Sele e il Cilento, con la realizzazione di due stazioni nel “deserto”, pare ora già in via di modifica? Un’altra follia sfacciata quella di fare tutto daccapo per non avere “fastidi” di potenziare, revisionare, ammodernare la rete ferroviaria esistente e semmai realizzare altre infrastrutture da servire meglio alcune altre aree prive di qualsiasi forma di viabilità e comunicazione. Si realizzeranno queste due mega opere in barba alla sostenibilità ambientalea? Chi li ha ordinati questi progetti? Chi li ha visti? Chi li ha approvati? Chi li realizzerà e quando? Saranno suddivisi in macro lotti come per l’Autostrada Sa-Rc? Che Dio ci scanzi. Perché sono piombati sul territorio? E perché già sono tra quei progetti indicati come finanziati dal Recovery Fund?
Tornando all’incontro malinconico e distaccato dal resto della Città che si è tenuto a Eboli tra il Prefetto Russo e il Commissario prefettizio De Jesu, ci farebbe piacere immaginare si sia parlato di questo e magari di altro importante come questo. Ci auguriamo di si. Ma senza andare troppo sul difficile ci accontenteremmo che si fosse parlato anche di altre cose più semplici come la sicurezza per esempio. Sarebbe stata una grande cosa.
Eboli, 14 aprile 2021
probabilmente era un incontro riservato proprio per la trattazione di argomenti delicati.
non tutto è aperto alla città, eppure avete avuto un grande maestro fino ad ottobre.
e proprio per questo abbiamo il commissario, che fa il suo dovere e non deve dare spiegazioni a nessuno.nessun obbligo.
solo far rispettare la legge.
siete troppo abituati ai teatrini social.
Gentile: noi se non erro viviamo ancora in una democrazia, non è questione di teatrini social o meno ma di possibili ricadute sulla collettività che ne è rimasta completamente esautorata. Dunque il rispetto della legge cominci dal rispettare la legge in nome del popolo, e non vi può essere una legge giusta e la conseguente applicazione senza la consapevolezza del popolo sovrano. Caro signore del resto questi sono principi di carattere ordinamentale superiori, ovvero che si rifanno alla carta fondamentale, alla nostra Costituzione, comodo richiamo a seconda delle esigenze e delle simpatie momentanee. Cordiali saluti.
Tutti abbiamo l’obbligo di far sapere che si fa ,sopratutto nello svolgere funzioni pubbliche , le inchieste e i processi sono una cosa diversa ,riservati nelle indagini ma poi le parti finali ndei processi sono di pubblica diffusione nei stati democratici.