Battipaglia 9 aprile 1969 – 9 aprile 2021, nel ricordo di Carmine Bucciarelli a 52 anni dai moti di Battipaglia.
Bucciarelli (La Città del Sele): «Ricordiamoci chi siamo stati per guardare di nuovo al futuro, senza violenze ma con la forza tranquilla delle idee. Noi siamo disponibili a fare la nostra parte».
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – Riceviamo e volentieri pubblichiamo le riflessioni di Carmine Bucciarelli, candidato Sindaco de “La Città del Sele” a 52 anni dai “Moti di Battipaglia“. Due giorni drammatici quelli dell’8 e del 9 aprile del 1969, giorni che hanno segnato le sorti di una Città e oggi val la pena ricordare alle giovani generazioni e soprattutto alla classe dirigente spesso distratta e arrogante, sperando si risvegli quel sentimento sopito di appartenenza ad una comunità benché giovane, nuova, ma piena di speranza e piena di tradizione figlia di quei cittadini che con lo spirito di sacrificio vollero porre le basi per una Città che si è saputa meritare un ruolo straordinario e preminete, nella Piana del Sele, in Provincia di Salerno, nel mezzogiorno d’Italia.
Allora ero un giovane studente del “Fabio Besta” e in quel giorno c’ero anche io. Scendemmo in piazza con la solita generosità dei giovani a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici, che scioperarono contro la chiusura del Tabacchificio e dello Zuccherificio. La chiusura di quelle Aziende, anche considerandone l’indotto, metteva in crisi l’intera città, tenuto conto che circa la metà della popolazione ne traeva la loro unica fonte di guadagno.
Lo Sciopero Generale fu l’unica conseguenza possibile e fu sentito e partecipato da tutta la città, anche da noi studenti, e molti di noi benché non fossimo di Battipaglia avvertimmo la necessità di partecipare in quanto riconoscevamo l’importanza per l’economia cittadina di quei due opifici ed era sentito anche per un’altra ragione, era l’occasione per dare la solidarietà alle tabacchine che da ben una decina di giorni occupavano lo stabilimento di S. Lucia.
Sulla Città aleggiava lo spettro di una crisi, che aveva già toccato con la chiusura alcune industrie di trasformazione conserviere e che si preannunciava drammatico per migliaia di lavoratori che inevitabilmente avrebbero perso il loro posto di lavoro. Le conseguenze segnarono un apparente ripresa, tuttavia a distanza di oltre mezzo secolo comprendiamo come quella crisi non è stata mai superata e che oggi si ripresenta con tutta la sua drammaticità.
«La lotta per il lavoro, per il benessere sociale, per il riscatto delle classi più povere fu bagnata dal sangue della nostra gente. – scrive Bucciarelli nel suo contributo alla storia cittadina di quel tempo – Noi non lo dimentichiamo.
Cosa ci unisce come cittadini di Battipaglia?
Una storia comune, una storia vera.
Una storia di lotta, di una città che 52 anni fa chiedeva, con forza, dignità e lavoro e una città che ancora oggi chiede le medesime cose.
Cosa è successo in questi 52 anni?
Dove abbiamo smarrito il senso del nostro futuro e della nostra idea di comunità?
Perché stiamo facendo andare via i nostri figli dalla nostra terra senza muovere un dito?
Il sistema industriale creato con le iniziative a “pioggia” è apparso, da subito, slegato dai tradizionali settori produttivi; ne ha, anzi, prodotto il declino progressivo sino all’abbandono. Un sistema industriale per questo fragile, privo di capacità di crescita autonoma e sostenuto solo dagli incentivi pubblici.
Un sistema che non ha retto ai colpi della crisi e che oggi ci consegna una città “impoverita” e “devastata” da industrie vuote e senza futuro che negli ultimi 15 anni hanno perso circa 10 mila posti di lavoro.
Siamo, quindi, di nuovo alla lotta per il lavoro che fu alla base dei moti d’aprile.
È ora di ritornare ad avere la stessa determinazione di allora per ricostruire un filo rosso tra le generazioni, tra padri e figli, tra passato e futuro di questa terra che non può, non deve arrendersi ad un destino di compromessi al ribasso, di false promesse, di assenza di progetti.
Innovazione, solidarietà e sviluppo sostenibile devono essere alla base di un futuro fatto di concretezza e rispetto reciproco, dagli eredi di quelle battaglie combattute per i figli che sarebbero dovuti rimanere nella loro terra e che invece abbiamo costretto ad andare via.
Ricordiamoci chi siamo stati per guardare di nuovo al futuro, senza violenze ma con la FORZA TRANQUILLA DELLE IDEE.
Noi siamo disponibili a fare la nostra parte».
Battipaglia, 9 aprile 2021