Eboli e Arte: appropriamoci dei nostri beni

Sostieni l’iniziativa

Appello ai lettori: “Appropriamoci dei nostri beni”, sostieni l’iniziativa di POLITICAdeMENTE.

Il Sindaco Melchionda chieda al Museo Diocesano di Salerno, la restituzione delle due opere d’arte: la Crocifissione e l’Incoronazione.

EBOLIMariano Pastore attraverso POLITICAdeMENTE sta lanciando un appello perché ci si mobiliti affinché si possa rivenire in possesso delle due opere d’arte delle quali egli stesso ripercorre il cammino artistico e storico ivi compreso le diverse allocazioni della Crocifissione di Roberto de Odorisio e dell’Incoronazione.

Questi sono due capolavori che come spiega Mariano Pastore sono di proprietà della Città di Eboli e che si troverebbero al museo Diocesano di Salerno, quando invece potrebbero essere esposti nel Museo cittadino nel Complesso Monumentale di S.Francesco.

L’appello tende alla mobilitazione e al recupero delle due opere d’arte che chiude così la loro travagliata dislocazione. E’ evidente che se il Comune di Eboli vuole ritornare in possesso delle due opere d’arte deve innanzitutto fare una richiesta ufficiale, alle autorità del Museo Diocesano di Salerno, che ne rivendichi la proprietà e quindi la restituzione sulla base della documentazione che Mariano Pastore cità.

E’ altrettanto evidente che, perché questo avvenga, il Sindaco di Eboli Martino Melchionda si deve attivare, e magari dare incarico all’Assessori al Patrimonio e alla Cultura perchè seguano questa pratica. A tale proposito si suggerisce di cogliere l’occasione per fare una ricognizione  anche del reale patrimonio del Comune di Eboli, ed avviare anche in questo caso le procedure per rientrarne nel possesso. Quindi l’appello di Mariano Pastore non può che essere sostenuto e condiviso e POLITICAdeMENTE si associa e chiede alla cittadinanza di sostenerlo.

Roberto d'Odorisio, Crocifissione

di Mariano Pastore

Roberto de Odorisio (sec. XIV), pittore allievo del romano Cavallini che esercitò nella bottega fiorentina di Giotto, dipinse una “Crocifissione”, per il complesso monastico di San Francesco in Eboli nel 1340 ca., l’opera su tavola in campo d’oro misura cm. 122 x 183, e finisce in alto a cono tronco, rappresenta come già detto la Crocifissione di N. S.. Si nota a sinistra di chi guarda il dipinto un epigrafe scritta a caratteri semigotici angioini recita: HOC OPUS PINSIT ROBERTUS DE ODORISIO DE NEAPOLIS. Sulla tavola vi sono diverse figure dipinte, le tre Marie delle quali due sorreggono la Madonna svenuta, e l’altra è genuflessa ai piedi della croce sulla quale pende Gesù; San Giovanni apostolo, e altri personaggi in mezzo a giudei e soldati a destra e a sinistra con lance e bandiera romana con le iniziali S.P.Q.R., uno dei quali vicino a San Giovanni tiene con la mano destra un paniere, e con la sinistra una canna alla cui punta vi è una spugna: sei angeli, ricurvi, fanno corona alla maniera di pipistrelli, tutti hanno una aureola in testa, ai lati di Gesù Nazareno, tre  angeli raccolgono con altrettante coppe il sangue che scorre dalle ferite delle mani e del costato destro: sotto la croce vi è un frate con le mani giunte, in ginocchio (figura aggiunta posteriormente perché più piccola rispetto alle altre, lo studioso Augeluzzi ritenne che il cappuccino personaggio autorevole e parente di una famiglia facoltosa di Eboli fu il committente del quadro) che risulta impossibile darle un nome per mancanza di documenti che possono orientarci sul responsabile monastico che commissionò a Odorisio l’opera.

Al di sopra della croce vi è un albero, su di esso si nota un pellicano con il petto squarciato dove fa succhiare il sangue a quattro volatili della sua specie più piccoli, attorcigliato a un tronco d’albero appena sopra la scritta INRI si nota un serpente. L’artista con il rettile ha voluto rappresentare il peccato originale e con il sangue del pellicano ha voluto raffigurare il riscatto e la redenzione degli uomini.

Questo dipinto è ritenuto la maggiore espressione artistica dell’età Angioina ed è l’unica opera che reca la firma dell’artista. Il prof. Ferdinando Bologna nella sua opera, I pittori alla corte angioina 1266-1444 a pag. 264 dice: L’opera rappresenta un vero e proprio punto di convergenza della maggiore e più specifica cultura giottesca napoletana del decennio 1330-1340 In un documento della cancelleria Angioina di Roberto I d’Angiò della prima metà del sec. XIV Odorisio è citato: Familiaris et magister pictor noster, il che dimostra il grado sociale raggiunto alla corte di re Roberto.

Nella sua opera “Eboli tra Cronaca e storia” il Longobardi dice che tutto il complesso dopo la soppressione napoleonica venne acquistato dal comune con la somma di seimila ducati compresa la Chiesa. La politica, gli amministratori, gli ebolitani hanno ha il dovere di chiederne la restituzione a chi possiede indebitamente quest’opera, (il Museo Diocesano di Salerno) insieme all’Incoronazione del maestro di Eboli (Olio su tavola cm. 261 X 144, a. 1480).

Il lettore si domanderà perché questi capolavori devono far bella mostra al Museo Diocesano di Salerno e non nel nostro ?.

Sull’argomento porto alla Vs. attenzione un’interessante cronistoria scritta da un nostro emerito e compianto concittadino, Raffaele Romano Cesareo che pubblicò nel 1988 “Squarci sul passato lontano e recente di Eboli”.

Il Romano essendo stato un protagonista del periodo bellico, dopo la seconda guerra mondiale per aver avuto incarico commissariale e, funzioni di Podestà del territorio ebolitano dal comando alleato. Così scrive: … Eboli ancora si presenta (forse per poco )dominata da due immensi edifici medievali che stanno quasi a chiudere e a delimitare il versante nord di essa: il Castello normanno-svevo con le sue torri residue ed il convento di S. Francesco con l’annessa Chiesa…questo imponente edificio conventuale non riportò danni rilevantissimi dai bombardamenti tanto che fu possibile alloggiare in esso numerose famiglie rimaste senza tetto, dopo essersi beninteso provveduto a difendere, con l’elevazione di un muretto, il piedistallo della statua del prefetto Silvano risalente all’anno 72 d.C. dalla quale risulta che Eboli fu elevata a Municipio romano……Ma la Chiesa di San Francesco custodiva cose interessanti.

Rientrò quindi nelle prime preoccupazioni della gestione commissariale la salvezza di due dipinti che miracolosamente erano rimasti indenni nonostante la caduta del tetto e delle immense travate che lo sorreggevano, causata dai bombardamenti, mentre non si potette rimuovere per la gran mole sua e della sua cornice dorata e per le conseguenti difficoltà del trasporto e del deposito, il grande quadro in tela…rappresentante, il trionfo o sposalizio della Vergine che trovavasi fissato alla parete di fondo della Chiesa alle spalle dell’altare maggiore. Tale quadro era stato già oggetto negli anni immediatamente precedenti o seguenti la prima guerra mondiale di un tentativo di furto da parte di persone che avevano diritto di frequentare a loro piacimento la Chiesa e che erano riuscite a tagliare la tela per tre lati lungo la pesantissima cornice che sarebbe poi rimasta al suo posto vuota dopo il furto: avrebbe reso possibile l’asportazione e l’impunità dei colpevoli la creazione di una impalcatura montata nello spazio intercorrente tra l’altare e la parete di fondo, la quale reggeva un organo ma precludeva la vista del quadro. Della operazione venne a conoscenza un consigliere comunale il quale riunito il consiglio fece provvedere a fermare lo scempio. Il lettore si domanderà come entrasse nell’affare l’amministrazione comunale, vi entrava benissimo, perché il convento dei frati minori di S. Francesco era diventato di proprietà comunale insieme alle pertinenze di esso compresa la Chiesa, a seguito dell’espropriazione avvenuta in danno degli ordini religiosi dell’epoca della rivoluzione del 1779 e dei napoleonidi, e tale proprietà non era stata da nessuno contestata anche perché perfezionata dalla vendita al Comune di Eboli da parte dell’abadia di Cava del 1826.

In quella occasione qualche consigliere, forse di parte clericale, dovette insinuare che gli oggetti esistenti nella Chiesa del complesso conventuale non erano passati, a suo tempo, in proprietà dell’Università di Eboli.

Per chiudere la questione si deliberò di chiedere al titolare della cattedra di Diritto Ecclesiastico parere scritto circa la proprietà dei beni mobili rimasti per destinazione nell’espropriato complesso. Ed il predetto studioso si pronunziò assicurando l’Amministrazione che gli oggetti facenti parte del patrimonio esistenti all’epoca dell’esproprio nella chiesa annessa al convento erano passati anch’essi in piena proprietà comunale.

Purtroppo il dipinto scomparve durante i lavori di restauro della Chiesa e se ne sono perdute le tracce.

incoronazione della Vergine L'altra opera ebolitana nel Museo diocesano

Da quanto detto, consegue la certezza che erano di proprietà comunale i due dipinti fatti prelevare da chi scrive dalla sacrestia della Chiesa in perfette condizioni nonostante che questa fosse a cielo aperto e accessibile a tutti. Ma allora non vi era in Eboli persona alcuna capace di commettere furto in una Chiesa e bisognò aspettare interventi successivi perché divenissero campi di asportazioni ben riuscite sia questa Chiesa che altra. Il più importante dei due predetti quadri era un dipinto su tavola fondo oro rappresentante la Crocifissione. Era opera di Roberto Odorisio, pittore napoletano allievo di Giotto, (qui il Romano si sbaglia perché l’Odorisio fu allievo del romano Cavallini che era stato allievo di Giotto) operante nella seconda metà del 1300. …fu pittore della Corte Angioina… …L’altro quadro rappresentava la Vergine col Divino Bambino ed era indicato in antiche scritture come riproducente la Madonna di Costantinopoli.

Preoccupato soltanto della perfetta conservazione delle opere, chi scrive ritenne che il posto più adatto per la custodia temporanea delle due opere fosse il convento dei frati di “S. Pietro alli Marmi”, sia perché rimasto indenne dai guasti della guerra, sia perché in quel momento il loro Padre Guardiano dava tutte le garanzie sia per una buona custodia che per una puntuale restituzione delle opere all’Amministrazione del paese, avendo egli ragioni di gratitudine verso la stessa (per aver ricevuto svariati aiuti materiali da essa).

Naturalmente chi scrive provvide a farsi lasciare ricevuta in doppia copia dal responsabile del convento, delle quali una rimase ed è tuttora in suo possesso mentre l’altra rimase depositata nelle mani del tesoriere del Comune. Ignoro come, quando, e perché, successivamente alla cessazione della mia attività pubblica, i due quadri di cui sopra invece di essere restituiti al Comune di Eboli vennero trasportati al Museo di Salerno ove oggi trovansi. Ignoro altresì quale uso sia stato fatto della ricevuta in data 2/11/43 rilasciatami dal padre Benedetto da Caggiano Guardiano Cappuccino su di un foglio intestato:

“Studio interprov. Generalizio Bonus Pastor PP. Cappuccini – Eboli” e che io consegnai alla persona che svolgeva funzioni di tesoriere comunale al momento di lasciare l’incarico di Commissario. Ignoro se le amministrazioni comunali, che si sono succedute dopo i fatti di cui parlo, abbiamo svolto qualche tentativo per ritornare in possesso dei due dipinti?

Il racconto del Romano è testimonianza ed esempio di come è stata amministrata la nostra città.

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30 commenti su “Eboli e Arte: appropriamoci dei nostri beni”

  1. Ho già detto a Mariano ieri mattina di condividere la sua iniziativa. Ho avuto la fortuna nel 2009, di visitare la mostra su Giotto al Palazzo Strozzi a Firenze. Ed era esposto la Crocifissione di Roberto de Odorisio ( citato come importantissima opera di scuola giottesca) con grande evidenza in cui veniva citata Eboli come provenienza del quadro e il “deposito” presso il Museo Diocesano di Salerno.
    Non sarà facile riavere l’originale ad Eboli, ma certamente l’iniziativa di Mariano va fortemente sostenuta. In primis bisognerà dimostrare “la proprietà” dell’opera e le motivazioni del “momentaneo” affidamento alla Diocesi di Salerno per poi chiederne la “restituzione” . Spetta al Sindaco di Eboli attivare la procedura, speriamo in tempi brevi.a.l.

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  2. SOSTIENI L’INIZIATIVA
    Povera Eboli…ma la colpa è anche degli Ebolitani cattivi amministratori,cattivi imprenditori,cattivi cittadini…ancora oggi si assiste imperterriti alla svendita di brandelli del nostro territorio…sui monti si progettano impianti megagalattici a vantaggio del comune di Salerno,le colline si svendono a imprenditori che,non conoscendo la storia dei luoghi,progettano stravolgimenti di piani urbanistici,nella piana la terra ci viene rubata dalla plastica delle serre che lasceranno solo deserto,la litoranea si dedica ai mostri del nuovo millennio:outlet-centrale nucleare…Il centro storico poi…costruttori di grande fiuto affaristico ne hanno ricavato oro dale nostre pietre…e si appropriano della nostra storia e se ne pavoneggiano…mentre noi andiamo ad abitare a Sant’Andrea…

    “Ma troppa d’ora in or cresce,e s’avanza
    L’empia malizia nelle menti insane,
    Sena culto, o timor degli alti Numi.
    O dolci tempi!o antichi aurei costumi!
    Cerchiam noi dunque altra men dura stanza,
    Ove almen l’ombra di virtù rimane.”
    ( Gherardo degli Angioli)
    A.Dell’Orto

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  3. Finalmente una grande iniziativa ,accettiamo questa sfida affinchè il popolo ebolitano unito senza colori politici metta in campo tutte le sue conoscenze culturali e legali per vincere.Complimenti a Pastore, quando si chiede al popolo di partecipare senza sponsor alle spalle che godono di simpatie ed antipatie in piu marchi politici la gente risponde positivamente.Dobbiamo essere forti raccogliamo firme facciamo iniziative-strategiche -culturali-affiancando anche le scuole.

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  4. Complimenti al contributo di MARA con il suo post interessante intervento ,sono d’accordo e ora di vaLORIZZARE IL NOSTRO TERRITORIO, PRENDIAMOCI CIO CHE è NOSTRO.nON LASCIAMO SCIUPARE L’AMBIENTE NON CAMBIAMO I CONNODATI AL PAESAGGIO NON INQUINIAMO _La cultura l’ambiente e il territorio sono nostri diritti e nostre ricchezze.
    insieme possimo farcela

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  5. x anti de vita.
    Ti ringrazio dei complimenti, sono daccordo che questa deve essere la via da prendere, una lotta senza colore politico, l’amico Antonio Lioi dice che non sarà facile, rispondo, ad Antonio: se la città ha voglia, unita, compatta, questa è una sfida da vincere, se ci sarà il concorso di tutte le forze cittadine e di tutti quei politici non asserviti e con gli attributi giusti. Sono curioso di sapere quale scuse accamperà e quali argomentazioni metterà in campo la curia vescovile per non darci quello che legalmente e moralmente ci appartiene, se non lo farà verrà meno a un comandamento. Per te “anti”, tu credi che per le iniziative culturali non si ha bisogno di sponsor? Io vivo insieme alla mia famiglia con un solo reddito, per eredità (anche la mia dolce metà) attingo dall’onestà e dalla rettitudine che per genia mi hanno trasmesso e lasciato i miei avi. Non conosco la tua età non voglio giudicare anche se una ipotesi d’idea posso permettermi d’avere. A te chiedo: ti sei mai chiesto quanti “belli” orticelli ci sono sparsi nella nostra Eboli? Quanti De vita ci sono a sponsorizzare cultura, sport, spettacoli ecc.?. Non rispondermi che sono soldi pubblici? Questo lo sanno insieme a te anche le pietre che calpestiamo, però tanti -come te- oltre alle bende davanti agli occhi tengono le orecchie otturate e fanno finta di non sentire e non vedere. Quanti nella nostra ed in altre città con i soldi pubblici hanno sponsorizzato le proprie tasche ed interi nuclei familiari. Ad Eboli per pochi, “De Vita” da fastidio, non so spigarmi ancora per cosa. Per le mie poche sparute frequentazioni Al Centro in occasione della mostra, non avevo mai avuto la ventura di vedere la struttura che ha messo “coi soldi pubblici” su per degli esseri umani che hanno bisogno di di tutti e di tutto. E tutto questo a te non basta? Invece ti dico che bisognerebbe ringraziarlo anche perchè è sotto gli occhi di tutti, -non solo ad Eboli- anche fuori dalla nostra città. Ti sei mai chiesto cosa ne fanno dei soldi pubblici le altre strutture? Ti chiedo perdono caro “anti” il mio non è sfogo è solo costatazione e presa d’atto. Vorrei conoscerti per discuterne. Per credo e onestà di cittadinanza, di tutto bisogna farsene sempre una ragione più che un’idea e non mettere nel fascio solo l’erba che a noi conviene. Di grazia un ultimo consiglio, non mettere sempre De Vita in ogni argomento che tratti, fai pensare che il tuo è un fatto personale, ma molto molto personale. Ti saluto Mariano Pastore.

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  6. EGREGIO MARIANO PASTORE
    Complimenti vivissimi per l’iniziativa rivolta al recupero della
    Crocifissione di Roberto de Odorisio e dell’Incoronazione.
    Ora si tratta di lanciare subito la petizione popolare ed insieme al sindaco,che rappresenta la prima autorità cittadina, avviare tutti i passi necessari per il recupero. Credo sia il caso di costituire un comitato ad hoc, formato sopratutto da uomini di cultura ebolitani per studiare le proposte più opportune da portare avanti. Per quanto riguarda la polemica con “anti de vita” non te la prendere: Purtroppo c’è sempre gente che vede il male anche dietro le più encomiabili iniziative. Anzi prendi come buona la sua proposta finale di affiancare le scuole a questa iniziativa.

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  7. scusatemi visitatori del blog.ma devo risponderee saro breve.
    Mariano Pastore so bene chi sei ,non sono tuo amico altrimenti ne avremmo parlato di persona,ma ti conosco e so che sei serio ed onesto,credi in quel che fai. Ma non puoi rinominare alcune persone nulla di personale ,ti assicuro che vivo la mia vita in una situazione socio economica anch’ essa sofferente

    ma autonoma ecoo perche non servo nessuno Devita non mi interessa, ma quando si parla di handicap, di interessarsi
    al diverso al disagio ,credimi è altra cosa,questo lo si fa a prescindere di ogni cosa.

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  8. concludo dicendo che la lotta per le opere artistiche bisogna farla ad ogni costo.Copiamo i toscani ogni pietra la valorizzano ne fanno tesoro,ci creano una storia,valorizzano quello che hanno. Guardate
    non bisogna pensare che noi non siamo firenze del Brunelleschi, di Giotto,e di tanti altri artisti e letterati come Dante,il vino doc ela bistecca alla fiorentina e l’olio buono. Noi abbaimo tanto di piun bisogna farlo uscire fuori ,abbiamo l’olio,il vino e opereartistiche eccezionali che vivono nell’anonimato per colpa nostra,abbaiamo un clima stupendo un tasso di inquinamento molto basso rispetto al resto della camopania valorizziamo la nostra cultura e le nostyre tradizioni sono il nostro futuro la nostra speranza altro che Berlusconi ,Bersani, Cariello ,Melchionda ed altri,un canzone dice la storia siamo noi.
    p.s. scusami Mariano

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  9. portiamo tutte le nostre opere artistiche e archeologiche che sono ancora nei musei di Paestum e pontecagnano ,che diano ad eboli quello che ci appartiene. Per4 far si che avvenga dobbiamo dare credibilita di una citta consolidata forte con istituzioni affidabili,qiundi Melchionda attivati non dormire con la tua amministrazione che deserta i consigli e quando i consiglieri ed assessori ci sono fanno mercato dando esempio di incivilta ecco perche il pubblico è demotivato a partecipare.

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  10. Premesso che (purtroppo), non sono ebolitano e nemmeno campano, e che ho visitato Eboli solo la scorsa estate, grazie a carissimi amici che ci abitano, devo dire che e’ proprio l’ora di svegliarsi per attuare le potenzialita’ della vostra citta’. Occorre una mobilitazione generale, ma e’ necessario che nasca singolarmente da un lavoro su di se’, un prendere coscienza che solo se io inizio a muovermi perche’ mi sta a cuore Eboli, posso contagiare e unirmi ad altre persone con lo stesso scopo.
    Non si puo’ delegare ad altri o semplicemente ai politici l’immagine della città e la vita di chi ci vive.
    Ho visitato il centro storico ed accanto ad angoli suggestivi ho visto case diroccate, fatiscenti che non invitavano ad una passeggiata. Ho visto agriturismi in posti incantevoli con un servizio pessimo. Ma scusate, guardate cosa riescono a fare i romagnoli in terre molto, ma molto meno suggestive!!! Non conosco il signor De Vita, pero’ guardo ai fatti. La struttura di cui e’ presidente offre un servizio di cui c’e’ richiesta sociale e e’ un servizio di grande qualita’. Da’ lavoro ad almeno un centinaio di persone in una terra che so che e’ in grande sofferenza. E culturalmente vivacizza la citta’ con la giostra medievale e il presepe in piazza.
    E la mostra sul Caravaggio? In occasione del 400°anniversario della morte, nella citta’ dove e’ stato ritrovato nel 1954 il suo ultimo dipinto, solo un privato se n’e’ ricordato? Ben vengano questi mecenati! ma questo desiderio del bello per Eboli, deve diventare il desiderio di ciascuno! Per cui questa iniziativa della petizione per riavere le due opere “parcheggiate” al museo diocesano di Salerno, va appoggiata e promossa in tutti gli ambiti, non soloin questo blog. E mi auguro che sia solo l’inizio !!! Coraggio Eboli !

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  11. Un grazie a Verba Volant, quello che ha scritto vale più del mio appello. Ho constatato che il recupero della nostra “cultura” interessa a poche persone, che frequentano il blog, se non facciamo sentire la nostra voce i politici si interessano ad altri problemi altrettanto importanti. Verba Volant ci ricorda a ragione che la spinta deve partire dai cittadini, ora domando; a chi ha la memoria corta dove sono finiti gli urlatori del Museo ad Eboli? La nostra amata comunità ha il dovere di recuperare la sua storia, i libri dei secoli scorsi ne contengono tanta, e purtroppo -altro problema serio- la nostra biblioteca è carente di storia patria, abbonda di libri che si trovano negli scaffali di casa nostra. La mia non è polemica è una costatazione. Voglio ricordare che un altro capolavoro pittorico rubato nella chiesa di San Biagio e Eustachio negli anni ottanta, ritrovato dal nucleo recuperi del gen. Conforti della benemerita si tova in deposito presso la Sovraintendenza ai B.A.A.S. di Salerno, si tratta di un opera a tempra su tavola in oro che raffigura la Vergine in trono col Bambino con Santa Caterina d’Alessandra e S. Eustachio, datata 1472, è uno straordinario dipinto del Pavanino da Palermo. Porgo un saluto cordiale e un grazie a tutti i lettori di questo straordinario spazio che Massimo ha messo a disposizione.

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  12. Per colui che ha tanta voglia di essere ebolitano, pur essendo venuto soltanto in visita nel nostro paese e che, pertanto, deliberatamente “copia” il mio nick, da tempo utilizzato su questo blog, voglio spendere solo qualche parola.
    Innanzitutto, ti invito a ritornare a Eboli, visto che hai tanto a cuore la nostra città, non può che farci piacere condividere la nostra realtà, la storia, culturale e anche la cucina con chiunque ne sia interessato ed apprezzi.
    Peraltro, pur non pensando di parlare ad uno “straniero”, ti prego di dotarti di una tua personalità, benchè virtuale, e di non creare equivoci sulle persone che partecipano al dibattito su questo blog da tempo.
    In quanto, lo scrivente, “Verba Volant” , è ebolitano, salernitano e campano, dalla nascita.
    Quanto all’iniziativa dell’Elaion, io la trovo sicuramente meritevole, atteso che, nel quadro, sovente carente, delle manifestazioni culturali locali, appare sicuramente degna di pregio e nota.
    Non posso che apprezzare che l’iniziativa di tali eventi culturali sia promossa da soggetti privati; e l’appello del sig. Pastore e del blog è sen’z’alto da condividere, considerato che più di copie di dipinti, una mostra potrebbe giovarsi di vere opere, magari ebolitane.
    E’ vero che la spinta deve partire dai cittadini, ma occorrono oltre i mezzi (soprattutto economici), anche la capacità dell’amministrazione di aprirsi alla popolazione: e in tempi di contrazione di spesa e di divisioni politiche forti mi sembra molto difficile.

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  13. Mi scuso con il Verba Volant originale ed ebolitano e con tutti coloro che partecipano a questo blog ma non sapevo che esistesse già questo nick (mi sono anche registrato, ed è stato accettato). Lungi da me il creare dissidio alcuno. Vorrei solo ribadire che la spinta dei singoli cittadini che si mettono insieme per qualcosa in cui credono è molto più potente di quanto si possa sospettare e mettendo insieme le capacità di ciascuno anche la città può cambiare anche se mancano i fondi ufficiali. Il popolo nel medioevo ha costruito le cattedrali e non aveva di certo più soldi! noi siamo da meno?

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  14. Nessun problema e benvenuto anche da parte mia. Ringrazio dell’intervento di garanzia di Admin.
    Per quanto riguarda il tema di cui discutevamo, io credo che anche per le cattedrali medievali vale la massima: “senza soldi non si cantano messe”.
    Nel medioevo, infatti, – nonostante la povertà della plebe – le cattedrali si costruivano con le ingenti elargizioni di potenti signori, così come delle donazioni – che potevano essere promosse con l’offerta di indulgenze – della popolazione e delle fondazioni private e – credo, non essendo uno storico – con i contributi dello stesso Papato.
    Pertanto, sono convinto che la questione economica è, allora come oggi, sicuramente importante; eppure non bastano solo i soldi: occorre senz’altro, come dici tu, anche la spinta dei singoli.
    Ma neppure questa basta: altrimenti vivremmo in uno stato liberale “puro”, dove tutto è riservato all’iniziativa economica dei privati e al libero mercato.
    E non è così: sia nel campo culturale, di cui parli nel precedente post, che nel campo dei servizi ai cittadini e, in generale, nel c.d. terzo settore, un ruolo significativo è affidato allo Stato e agli enti locali.
    Più recentemente, nello stesso campo economico-produttivo, si è visto l’intervento pubblico: si pensi alle partecipazioni dello Stato in società private. Si pensi, poi, alle sovvenzioni e ai contributi alle cooperative, alle onlus e alle associazioni… Come vedi, esistono tante tipologie di interventi pubblici…
    Sottovalutare questo aspetto significa non soltanto negare il carettere “sociale” dell’attuale economia di mercato, ma sottovalutare il ruolo stesso dello Stato nella società moderna.

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  15. Qualche decennio fa in trentino un paesino piccolo a ridosso delle alpi ,colpito da gravi calamita come il terremotofu quasi del tutto disteso al suolo .nel piano di ricostruzione fu inventariato anche la bellissima chiesa di stile goticoma i soldi stanziati non bastavano. Ebbene tutti i cittadini dal fabbro al medico ognuno nelle proprie competenze offrirono tutto il loro sapere e fare per ricostruire con lo stesso materiale franato ,catalogando minuziosamente pietra su pietra la loro chiesa.AQll’epoca ne parlarono tutti i giornali, questa fu grande lezione di vita,insieme si vince si abbattono le frontiere dei partiti
    cioe gli ostacoli che dividono gli uomini per cause comuni.

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  16. Nel 2003 il Centro Culturale Studi Storici organizzò nella chiesa di San Nicola un incontro dal titolo “Prima che sia troppo tardi” dove si parlò della depredazione delle opere d’arte nel centro antico L’incontro suscitò molto interesse e in quell’occasione anche noi parlammo del ritorno ad Eboli delle opere trafugare e ritrovate ed oggi esposte a Salerno. Quella sera intervennero i protagonisti (Don Donato responsabile della chiesa di San Biagio dove venne rubato il trittico del Pavatino ed maresciallo dei carabinieri Roberto Gallo che lo ritrovò). Qualche politico giurò che avrebbe fatto di tutto per riportarlo ad Eboli ma furono vane parole. Ci fa piacere che oggi ci si gente che ritorna a parlare di questo; disturba il fatto che costoro si sentano precursori e paladini della storia di questo paese. Beata illusione

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  17. X Armando ?
    In questo Paese appena ti accingi a fare qualche cosa per informare i non addetti ai lavori per mobilitarli in una iniziativa giusta e doverosa.
    Subito il Pierino di turno entra a gamba tesa ricordandoti attribuzioni e primogeniture lodevoli e condivise.
    Sull’argomento voglio rimembrare a chi ha la memoria corta e ad “Armando ? ” Che su questo argomento ne fui un protagonista prima che lui nascesse e prima che si fondasse il sodalizio “Studi Storici Ebolitani” che tanto bene apporta alla Cultura ebolitana..
    Nel 1965 in questo paese vituperato dalla politica, e vessato dai suoi abitanti, esisteva una realtà che si chiamava “Circolo de l’Amicizia” che di primogeniture nè puo vantare parecchie. Tra le sue tante iniziative nell’anno ricordato vi fu un appello alla politica e alle autorità ecclesiastiche in contemporanea, si chedeva: il recupero dei marmi dello scalone dell’attuale Museo archelogico e, la restituzione alla città delle opere pittoriche tenute abusivamente dal museo Arcivescovile di Salerno ( il quadro del Pavanino era ancora al suo posto). Raccogliemmo tanto consenso, ma non riuscimmo nell’intento voluto. I promotori che si resero protagonisti li annoto anche per far onore a tanti amici che non ci sono più, leggete i loro nomi attentamente: Cesare Mazzella, Mario Tucci, Enzo Chiagano, Antonio D’Elia, Saverio Di Biase, Aldo Chiumiento, Vincenzo Marino, Gianfranco Scorpio, Bruno Tucci, Cosimo Greco, Edmondo Vignola, Pasquale Silenzio, Pasquale Moscarelli, Cosimo Brescia, Giuseppe Di Domenico, Gerardo D’Urso, Gennaro Boffa, Alberto Curcio, Ettore Curcio, Mario Trifone, Mariano Pastore. Questi furono i firmatare della petizione i delegati a rapportarsi alle autorità il consiglio del so dalizio scelse Mario Trifone, Mariano Pastore e Cosimo Greco. Dopo tanti anni, con le speranze di sempre, visto che le opere d’arte sono sempre nel Museo Diocesano, ho voluto coinvolgere il blog e altre realtà cittadine per vedere se questa politica come quella passata e serva dei poteri che detengono ancora “numeri” da dargli al momento del voto.
    Chi fu l’iniziatore di questo movimento, che tanto mi coinvolse fu Mario Trifone, che ogni giorno mi parlava di come dovevamo catalogare i detriti marmorei per una corretta conservazione, ma in questo paese le parole buone e fattive sono spese al vento.

    ps: Per onestà devo dire che chi

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  18. Ho ricevuto una telefonata che m’informava dicendomi, Mariano rispondi a Voza che quarantacinque anni fa fummo veramente i precursori e paladini di uno spaccato di Storia di questo paese.
    La mia risposta è stata lascialo parlare tanto e un continuo darsi zappate ai piedi.

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  19. @ Mariano vai avanti a testa bassa, le critiche ci saranno sempre,il passatempo di pochi Ebolitani e’ chiacchierare non il fare.

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  20. Ai signori “coda di paglia”.
    Se ci sono stati ebolitani tanto attenti a questi problemi ci chiediamo (e mi chiedo) se il vostro interesse è stato veramente genuino o era il classico argomento di discussione mentre si passeggiava in piazza. Non è accettabile l’idea che intorno a questo problema si fosse concentrato l’interesse di così tante persone, alcune anche politicamente influenti, senza ottenere risultati importanti (o meglio nessun risultato) Come mai, nonostante tutto questo interesse, non siete riusciti a scalfire la sensibilità degli amministratori DC di allora (vostri compagni di partito) permettendo che il centro antico venisse abbandonato ai predatori e devastatori? Non abbiamo alcuna velleità di essere primi in qualcosa ma diciamo solo che noi questi problemi li abbiamo affrontati (riprendendo il discorso interrotto da voi nel 1965, ci mancherebbe altro) ma lo abbiamo fatto non parlandoci addosso ma lanciando accuse precise, chiamando in causa i responsabili di tutto questo scempio, arrivando addirittura a sporgere denuncia per abusi ben precisi. Ci siamo mossi come “veri ebolitani” e non come sofisti della conoscenza fine a se stessa. NOI ANDIAMO A TESTA BASSA AD ATTACCARE GLI ABUSI DEI POTENTI E DEGLI IPOCRITI E QUESTO NON E’ IL NOSTRO PASSATEMPO MA UN IMPEGNO MORALE. Per noi la diffusione della cultura è un valore vero e mai ci siamo sognati di utilizzarlo per “agganciarci” a qualche potentato locale con fini che non oso neanche immaginare. NOI LO FACCIAMO SENZA CHIEDERE IN CAMBIO NULLA!!!Non ritengo di appartenere alla categoria degli ebolitani capaci solo di criticare. Da oltre 15 anni sono impegnato quotidianamente, e senza alcuno scopo di lucro, nel mondo della cultura e per questo ho speso denaro e non ne ho mai guadagnato (quanti possono dire la stessa cosa?). Se è vero che da anni siete impegnati in questo settore mi spiegate perché solo adesso esce qualche vostra sporadica pubblicazione (con relativo munifico sponsor a dispetto di chi il recupero delle spese se le suda quotidianamente) e di incontri, nel passato recente, neanche l’ombra? In 15 anni di “militanza” nel Centro Culturale Studi Storici sono state organizzate manifestazioni che neanche immaginate. Per quanto riguarda il PIERINO DI TURNO è un epiteto che rimando ben volentieri al mittente. Un saluto al COMUNISTA che sicuramente avrà dato tanto a questo paese … visto com’è ridotto!!!

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  21. Ah!! Per evitare qualsiasi frainteso.
    Sono favorevole all’iniziativa del sig. M. Pastore, ci mancerebbe altro.
    Il problema è che lo si fa in punta di piedi mentre, per l’importanza dell’argomento andrebbe gridato i quattro venti perché ormai è l’unico modo per farsi sentire da chi, prima delle elezioni, sembra pronto ad ascoltarti, e dopo perde completamente l’udito!!!
    SOTTOSCRIVO L’INIZIATIVA CHE RITENGO LODEVOLE, AL DI LA’ DEI RAPPORTI CON IL PROMOTORE

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  22. @non capisco il xche’ offendere persone e il sottoscritto per la sola ragione che ho scritto di andare avanti a testa bassa , certamente secondo il mio modestissimo avviso ognuno ha il diritto di perseguire la propria strada senza che il primo pinco pallino si metta seduto sul gradino di casa sua ed inzi a dare sentenze gratuite . Sul centro antico evito di fare commenti tanto e lo scempio che e” stato fatto. Comunque sig. ARMANDO NON ESSERE COSI FASCISTA sii un po’ piu DEMOCRATICO , (capisco la tua rabbia repressa il sottoscritto e’ sereno e non si sente ridotto poi cosi’ male) anche se questa porola non rientra nel tuo patrimonio GENETICO.

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  23. Caro Comunista, se rileggi il mio intervento ti accorgerai che non contiene nessuna offesa ma solo dei dati di fatto che quotidianamente constato sul campo (e visto che la gente si fida delal mia onestà intellettule mi confida cose che sono poco piacevoli, credimi). E’ vero son arrbbito, ed anche molto, perché vedo la mia Eboli,quotidianamente, sprofondare in un abisso che domani sarà difficilissimo risalire e la colpa la imputo a voi “anziani” concittadini cheavete permesso, con la vostra indifferenza, con la vostra vogla di vivere senza avere problemi, il vostro non volere alzare la voce, che il potere di amministrare cadesse nelle mani di chi da questo pase ne vuole solo succhiare il midollo. Hai ragioequando dici che ognuno è libero di direciò che pensa … ma la verità và detta tutta e bisogna anch avere il coraggio di ammettere le proprie colpe. Io sono relativamente giovane e “solo” da 15 anni mi sono avvicinato anima e corpo a questo mondo. Le battaglie fatte sono state tante e ci abbiamo messo la faccia e non ho alcuna paura a dire che se questo nostro sforzo omani non avrà prodotto nulla di buono per questo paese o sei nostri lavori nulla resterà … VUOL DIRE CHE AVREMO FALLITO ANCHE NOI.
    Per quanto riguarda l’aggettivo di FASCISTA te lo restituisco con tanto di interesse perché non lo sono mai stato né mai lo sarò … il mio sangue E’ ROSSO e ne sono orgoglioso … ma non appartengo alla categoria dei “tanto per parlà”, di coloro che per non disturbare l’amico o il potente si tiene dentro tutto per poi parlarne alle spalle … Io le cose da dire le dico (a chiunque) e me ne assumo le mie responsabilità. Delle persone che fequenti me ne puoi indicare qualcuno che abbia questo coraggio? La serenità và conquistata e, da bravo comunista, dico che sarà una serenità piena quando potrà essere condivisa con altri e non lottare (come fai) PER LA TUA SERENITA’. Se avrai avuto il dispiacere di leggere qualcosa che ho scritto ti accorgerai chela mia rabbia non è repressa perché la esterno (e anche molto bene mi dicono) … non sò se questo vale ancheper te. Del mo paimonio genetico me ne vanto ed anche tanto perché non ho radicato dentro il GENE DELL’IPOCRISIA. Saluti e, sinceramente, buone vacanze.
    P.S.: Non facciamone un fatto privato, ma è solo un modo per confrontarsi. Non porto rancore ne mi piace “sprecare” i sentimenti trasformandoli in odio. Anche se non ti conosco (almeno credo) ti auguro ogni bene. Spero di poterti conoscere e continuare la nostra chacchierata, animata ma senza livore.

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  24. PER L’ULTIMA VOLTA.
    Al Sig. Armando, voglio ricordare che anche lui con la sua famiglia è stato frequentatore della DC., e tutto questo le dovrebbe far onore fino al passaggio all’altra sponda politica del tempo. Lo sponsor -unico e solo- è stato contattato da me per svariate manifestazioni artistiche, comprendenti mostre e pubblicazioni, ho posto all’attenzione progetti senza remunerazione alcuna. Ad Eboli e fuori Eboli, politica e non, nessuno puo dire che Mariano Pastore sia per il lavoro svolto fino al pensionamento e, sia nelle attività culturali passate ha mai preteso e ricevuto in compenso una lira o un euro. Tutto quello che ho fatto dai cartelloni pubblicitari della DC alla Mostra del Caravaggio ad Eboli e quello che farò, sono frutto di spese personali di libri antichi, stampe antiche – 500 – 800 e riviste del secolo passato e non fotocopie o fotografie tratte da libri di bibblioteche. Un’ ultima considerazione vorrei sapere da questo signore Armando o da questo tutore del rispetto fiscale, lui cosa ha fatto contro le malefatte di questo paese dormitorio, ha sbraitato a rimorchio senza avere iniziative proprie, anche se lodovoli come ho già detto nell’altra risposta?. Sono consapevole che durante questi percorsi le maldicenze, le invidie, le cattiverie, le vigliaccherie unite a tutte quelle sindromi che sono dell’eta adolescenziali le dovevo sopportare con totale pazienza. Una domanda però voglio farla: sarei curioso di sapere perchè il Sig. Armando si arrabbia tanto, se ne stia nel suo giardino, se lo curi con attenzione, nessuno ha voglia di calpestarlo, non mi sono mai sognato di farlo, il mio giardino è stato sempre senza recinto, una volta lui vi ha messo piede e conservo gelosamente ancora la sua orma.

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  25. @ Armando io mi trovo come posso dire , un po ‘in dificolta ( non conoscendo ne te ne Pastore) e anche x il nih, noto che e’ difficile da fare accettare ,x le aspettative che nel bene e nel male suscita, e’ una piccola provocazione che tento di lanciare all’opinione pubblica( Beccando non poche ramanzine) cercando di svegliare anche con interventi poco appropriati ed alcune volte non pertinenti con gli argomenti trattati, ma il fine e’ puramente passionale. Non porto rancori ma stai sicuro il mio contributo cerco di darlo .Non sono poi cosi’ anziano tranquillo

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  26. Se componenti della mia famiglia hanno fatto parte della Dc di allora, con tutto quello che ne è derivato, ciò dimostra che non siamo tutti perfetti ed uguali. Non mi sono mai sognato di mettere in discussione la persona del sig. Mariano (me ne guarderei bene e, se lo facessi, potrei essere giustamente querelato) ne sono in grado di giudicare le sue meritorie iniziative ma quel che a me disturba è che sembra che in questo paese alla “CULTURA” possano avvicinarsi solo certe categorie sociali e titolate. Disturba sapere che una persona semplice , con la terza media, ma molto capace occupi spazi che, alcuni dicono, non gli competono. Questo a me da molto fastidio anche perhé non è lui che, dal basso del suo titolo di studio, ha fatto per Eboli quello che fior fiori di intellettuali in questo peese non hanno mai fatto. Anch’io ho a casa volumi rari e costosi eppure in non poche occasioni li ho portati in giro perché ritengo che in questo campo si ha più piacere a condividere la gioia di ammirare un libro in compagnia che da solo. Per quanto riguarda le mie azioni contro le malefatte realizzate in questo paese rassicuro il sig. Mariano che abbiamo (ed ho) fatto il mio dovere, se non ci sono stati risultati non è certo per colpa mia ma di certi personaggi che vengono ossequiati mensilmente sui giornalini locali. Siamo sicuri che solo il sottoscritto è roso da invidia e maldicenza, ne è proprio sicuro il sig. Mariano? La mia rabbia nasce da fatto che chi ha già superato gli “anta” la sua vita l’ha vissuta, i figli sono sistemati (spero), siamo noi che abbiamo ancora da chiedere (nel senso buono) a queta società che oggi c acorgiamo che non possiam ricevere più nulla per noi e per i nostri figli (quelli di tutti intendo) perché ci avete preparato un futuro senza speranza. Ci avete tolto la voglia di lottare e di battersi per una società più giusta perché siete (nel snso della sua gnerazione) il nostro muro di gomma. Alla luce di tutto questo dirsi arabbiato è un puro eufemismo. Non ho giardini da calpestare, sono una persona libera di esprimere il proprio pensiero dove c’è la possibilità di rendero pubblico. Se poi su certi giornalini locali, che lei ben conosce che si dicono liberi e democrtici, rifiutano articoli “non allineati” e un poco spigolosi non so se il problema sia mio o di altri che non vogliono nel loro giardino gente che disturbi. A chi debbo l’onore di ave rmesso una buona parola per essere stato gentilmente messo alla porta. Giardino senza recinti?
    Ma vorrei anch’io dire basta ad una diatriba che sembra personale e non lo è. (mi hanno disturbato certe cose che ho subito ma tutto passa). Faccio a Mariano Pastore i miei più sinceri auguri.

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  27. Amici carissimi, per favore, facciamo tacere le polemiche, che sono sterili e non portano a nulla. Per favore finiamola con le accuse e i meriti e demeriti di Tizio, Caio, Sempronio, etc. e cerchiamo di rimboccarci le maniche per offrire una politica culturale davvero concreta e propositiva,al posto degli inutili rinfacci dei propri meriti e dei demeriti altrui, come comari di campagna in menopausa. Ognuno deve passarsi umilmente la mano per la propria coscienza e fare mende dei propri errori, ma anche gioire per quello che è riuscito a fare per la comunità e la cultura, ma è indispensabile evitare esasperatismi e toni inutilmente polemici. Bisogna rimboccarsi le maniche per dare qualcosa di più a questa cittadina. Mariano, Armando, amici, bisogna tutti essere uniti per raggiungere i comuni obiettivi che ci prefiggiamo, al di là dei pregi e dei difetti che ognuno di noi come essere umano ha. Vi invito a placare gli animi e a rimboccarci, tutti, le maniche per rendere più credibile e vivibile questa bella cittadina che è Eboli, guardando però anche oltre e non solo soffermandoci su Eboli altrimenti rischieremmo di riunchiuderci in una bella torre d’avorio, ma lontana dal contesto sociale e culturale e politico del territorio italiano. Io sto facendo la mia parte e la farò. ma occorre collaborazione, rispetto reciproco, condivisione degli obiettivi e delle finalità, impegno in prima persona: un impegno continuo, vero, concreto e fattivo. Le polemiche lasciamole fuori dalla nostra porta e dal nostro animo.

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