Partito Comunista Italiano di Eboli, in vista delle elezioni amministrative di primavera va alla ricerca del PD perduto.
Non lo trova se non nel potere, lontano dalla Città e dai suoi problemi. Si richiama fuori da un improbabile centrosinistra e rilancia una nuova esperienza: Una nuova storia della sinistra e dei progressisti che possa coincidere con una nuova, esaltante, coinvolgente, inclusiva, storia della nostra Città”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo, una lunga nota politica pervenutaci dalla direzione politica della Sezione “Garuglieri” del Partito Comunista Italiano di Eboli, nella quale attraverso domande, risposte e considerazioni si risponde ad una delle tanti questioni che questa Città deve affrontare e dare risposte, non ultime quelle che ci riconducono alle prossime elezioni amministrative di primavera e alla nuova ripartenza politica, sociale, economica di una comunità fortemente provata dagli ultimi e spiacevoli avvenimenti che l’hanno travolta e ferita.
I Comunisti ebolitani provano ad affrontare questa ripartenza e lo fanno individuando nel firmamento della politica cittadina una grave mancanza di “agibilità” politica, che impedisce un dialogo costruttivo tra le forze politiche che si richiamano al “Centrosinistra“: partiti, movimenti, associazioni, uomini e donne; che con le loro sensibilità, che si richiamano alle culture politiche democratiche, liberal-socialiste e comuniste, potrebbero indicare e tracciare una prospettiva comune per modo da assicurare alla Città un futuro prospero di opportunità e scongiurare avventurismi qualunquistici e populistici che sono sempre pronri a materializzarsi allorquando si lasciano spazi aperti dalle divisioni profonde tra i vari soggetti in campo.
La nota dei comunisti ebolitani più che alla ricerca di quel campo politico che si individua tra i vari soggetti che si richiamano al Centrosinistra, come maldestramente hanno fatto taluni, ritenendo da subito e con una “auticonvocazione” di occuparlo, semmai immaginando di apporre il sigillo della primazia, di fare una analisi e soprattutto di indicare nella loro analisi l’assenza di ruolo politico del Partito Democratico cittadino, il quale sebbene sia il primo partito e quindi che dovrebbe essere tra i protagonisti di quel “campo politico” che si individua nel tanto agognato centrosinistra, ma anche la difficoltà di individuarlo, atteso che non esiste una sezione, ne talpoco, una minila organizzazione politica cittadina, non si manifesta in nessuno dei dialoghi politici cittadini e non si materializza in nessuna circostanza o discussione politica e sociale, sebbene attraverso il suo Commissario, sia ben strutturato nel “potere” quello solido, quello che i cittadini avvertono come nemico e quindi lontano, grigio, e per nulla organico ad una gestione aperta, coinvolgente, proprio quello che genera quei varchi nei quali si insinuano i populismi sovranistici.
Di qui le considerazioni e le difficoltà che incontra il Partito Comunista Italiano nell’individuare il soggetto politico PD tanto da confinarlo in quello che più che una vicenda politica sembra essere un’avventura riconducibile ad un film dal titolo: «Alla ricerca dell’arca perduta. Alla ricerca della valle incantata. Alla ricerca di Nemo. Tutti titoli di film di successo. Il film che va di moda oggi, ad Eboli e nei comuni interessati dalle prossime scadenze elettorali, è Alla ricerca del PD. Tutti lo cercano e tutti lo vogliono. Nella nostra città è veramente strano. – peccato però poiché si tratta di realtà, e di una realtà amara, che impedisce un dialogo politico – Il PD è il partito che avallò per oltre 9 anni le scelte amministrative disastrose del Sindaco Melchionda e che, con un atto di coraggio, come ama definirlo, decise di andare dal notaio a rassegnare le dimissioni dei suoi consiglieri comunali, accodandosi al centrodestra di Cariello e decretando la fine dell’amministrazione a guida PD, senza mai chiarire il perché. Un atto di grande coraggio dopo oltre 9 anni di danni.
Il PD ha, da almeno 5 anni, la sezione locale commissariata. Il commissario non è riuscito (i più maligni dicono che non si è impegnato) a ripristinare la democrazia interna al suo partito. Non si hanno informazioni in merito al tesseramento, non si hanno notizie di comunicati e/o manifesti sulle questioni riguardanti la nostra città.
Il PD, nella precedente consiliatura, ha di fatto sostenuto il Sindaco Cariello, con i suoi due consiglieri comunali, Infante e Rizzo. Per averne conferma basta andare a vedere le delibere in cui si sono astenuti o hanno addirittura votato a favore, contrariamente all’opposizione di centrosinistra presente in Consiglio Comunale.
Il PD, prima delle ultime elezioni amministrative, ha rifiutato di sedersi e di confrontarsi con una lista di centrosinistra, dichiarando che c’era accordo totale sul programma della coalizione di Cariello. Tante bugie si possono dire per giustificare accordi con Cariello, ma quella del programma è veramente grossa: è risaputo che la parola programma non esisteva nel vocabolario politico di Cariello e della sua coalizione. Il PD, come riferito dall’attuale commissario della sezione locale, lo ha sostenuto con due liste civiche di area.
Il commissario locale del PD, nominato Vice Sindaco, ha svolto, dopo l’arresto di Cariello, il ruolo di facente funzione, opponendosi a tutte le richieste di dimissioni avanzate dalle forze di centrosinistra. Oggi Il PD si dichiara di essere disponibile a dialogare con le altre forze di centrosinistra (quali?), a condizione che si mettano da parte i pregiudizi. Noi ne abbiamo espresso qualcuno e, confessiamo, che non siamo disposti a metterli da parte.
Quanto esposto condiziona pesantemente la nostra valutazione dell’azione politica del PD in questi ultimi 15 anni. Più che mettere da parte i pregiudizi sarebbe necessario spiegare alla città cosa ha fatto il PD, come l’ha fatto, con chi e dove è stato, in questi 15 anni?
Non deve rispondere a noi, ma alla città di Eboli.
Infine, sarebbe da chiarire se esiste il PD oppure il PD è solo il suo commissario, che gestisce una rendita di posizione politica dovuta all’appartenenza ad un partito di governo e di potere nazionale, regionale, provinciale e locale.
Il centrosinistra che si vuole costituire è un’opzione e una formula politica superata e non rispondente più alle reali esigenze della nostra città e incapace di fornire risposte alla domanda urgente e improcrastinabile di solidarietà, di equità e giustizia sociale. Questo centrosinistra a cui ci si richiama ha un solo obiettivo: vincere. Contano solo i numeri. Non importa con chi ci si allea. Basta vincere. Il potere e basta.
Noi del PCI ci chiamiamo fuori, rilanciando la proposta dell’unità della sinistra per scrivere una nuova storia della sinistra e dei progressisti che possa coincidere con una nuova, esaltante, coinvolgente, inclusiva, storia della nostra Città».
Eboli, 20 gennaio 2021