Come cambia il ruolo del Giornalista rappresentante del “Quarto Potere”: prospettive e rischi di una professione che si reinventa ogni giorno.
Tra carta stampata e i social-web nel III° millennio, ecco il Giornalista guardiano della Democrazia, come paradigma il percorso umano e professionale di un nostro storico collaboratore, Marco Naponiello, che si è cimentato in questi anni da blogger a pubblicista passando per la conduzione radio-web, emblematico dei tempi moderni.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
“La libertà di stampa è garantita solo a coloro che ne possiedono una.”
A.J. Liebling
EBOLI – Dopo quasi quattro secoli dall’uscita del primo quotidiano di informazione in Germania, lo Einkommende Zeitungen, fondato in quel di Lipsia nel 1650, come settimanale e divenuto quotidiano dieci anni più tardi da Timothäus Ritzsch, il ruolo del giornalista inteso nel senso classico del termine, è profondamente mutato. Difatti nell’epoca 4.0 esso è ben più ampio e complesso nell’accezione odierna più acconcia di comunicatore, non solo della carta stampata od in modalità scritta editata sulle piattaforme via web, ma con le declinazioni della Radio, dei Video, dei Podcast etc, i quali imperversano sui social-media. Dunque un coacervo comunicativo ed informativo in continua evoluzione, che non conosce frontiere di alcun tipo, adiuvato dai progressi ciclopici dell’informatica avanzata.
Da anni in verità nella nostra amata Italia, si discute sull’esigenza di abolire o meno, l’Ordine dei Giornalisti, perché risulta a molti anacronistico, quasi a mò di una casta, una corporazione, che nel concreto non offre quei servizi, in specie di formazione e di protezione degli iscritti e di veritiera indipendenza per gli utenti, cui sarebbe normativamente legittimata. Pertanto a dar manforte a questa tesi volta allo svecchiamento e di concerto all’abolizione di ciò che vien sentito come un privilegio, alcune forze politiche, segnatamente il Movimento 5 Stelle, auspicavano da un quinquennio e più, una libera associazione tra gli interessati, altri invece palesavano esser scoccata l’ora dell’unificazione; ovvero dell’albo dei pubblicisti con quello dei professionisti in un unico, denominato secondo le intenzioni, dei “Giornalisti Professionali” (in virtù anche dei guadagni quasi inesistenti per non dire ridicoli, di coloro i quali si sono avvicinati negli ultimi 15 anni a questo mondo), ma per il momento il tutto rimane ancora, come da migliore tradizione tricolore, cristallizzato.
Da evidenziare, anche se ciò è a conoscenza dell’ ”universo mondo”, ossia che con l’aumentare costante negli ultimi 20 anni di Internet, i giornali classici (i quotidiani e periodici cartacei), hanno deflesso del 70 – 80% delle tirature, cosicché molti di loro hanno persino dismesso le pubblicazioni, un ecatombe per la stampa, con un enorme aggravio occupazionale, mentre altri si sono convertiti saggiamente e per tempo, ai canali web per non perdere la possibilità di essere ancora letti, e cosa fondamentale, l’allure finanziario esiziale nei confronti degli inserzionisti, ed in definitiva, la pubblicità, vero polmone (sic) finanziario, per ogni galassia editoriale.
Nel nostro Paese, tralaticiamente, non si è mai in goduto come nei finitimi anglosassoni, della commendevole figura dell’imprenditore-editore puro; purtroppo in tanti casi, i giornali nostrani sono stati al servizio, da palese “grancassa”: dei partiti, classi dirigenti in generale, o peggio ancora di singoli uomini politici, il famigerato e temuto potentato di turno, di cui servirsi ed asservirsi alla bisogna, nelle vesti di vanagloriosi pennivendoli, più che di imparziali commentatori. A conti fatti, in realtà il ruolo di “cane da guardia della democrazia” del giornalista, ahinoi in Italia raramente si è fatto valere, e la becera costumanza segnalava casi di tristi mercimoni, ove editori e editorialisti inclini viepiù a ricercare prebende pubbliche (non disdegnando ovviamente quelle private), per mantenere in vita prodotti di scarsissimo successo commerciale, con aggravio dell’Erario ed un accluso vulnus alla dialettica democratica.
A cornice di queste dovute considerazioni, dobbiamo sottolineare come negli ultimi anni siano nati i blog (acronimo inglese di web-log, ossia diario di rete), ed uno di essi in particolare ha avuto un grande successo. A tal proposito ed indipendentemente dalla simpatia che si possa avere un meno per il personaggio fondatore cui ci riferiamo, ovvero Beppe Grillo, va constato che questi da solo è riuscito a creare un movimento politico che è divenuto, almeno fino alle elezioni politiche 2018, il più preferenziato dai cittadini; un exploit editoriale che neanche i grandi “Giornaloni” sono riusciti mai a raggiungere nelle loro centenarie storie, facendo del sito in questione qualche anno addietro, tra i maggiorenti, sempre sotto il profilo delle visualizzazioni, del web mondiale.
Ed infatti, come dicevamo poc’anzi, i giornali tradizionali rectius quotidiani, sono stati nel BelPaese quasi sempre a mero supporto, ad adiuvandum, di quello o di quell’altro gruppo politico od imprenditoriale, puntellando o sponsorizzando, coalizioni e governi nazionali, o scendendo dalla scala piramidale, consiliature regionali e locali, ma mai sono riusciti da soli, con le proprie forze, ex abrupto, a raggiungere simili risultati in termini di consenso ed orientamento politico delle masse. Invero, e lo sottolineiamo con una punta di comprensibile orgoglio, anche noi di POLITICAdeMENTE siamo stati capaci negli anni, con abnegazione, indipendenza ed onestà intellettuale, a divenire un saldo punto di riferimento informativo, quanto critico, del Meridione di Italia, spingendoci ben oltre le mura cittadine, quindi a testimonianza di come la figura del blogger, comunicatore moderno, rapido e profondo abbia preso piede, e parimenti di quanto non conti necessariamente possedere titoli o tesserini di alcun genere, od essere iscritti in Ordini professionali istituzionalizzati, per esser capaci di comunicare-informare, e diventare così in poco tempo, oracoli della società contemporanea.
Dopo questa compendiosa premessa, che funge da espediente narrativo oltre che da introduzione al caso di specie, passiamo a discorrere con molto piacere e soddisfazione, di un nostro storico collaboratore, Marco Naponiello, il quale nell’ottobre dello scorso anno è iscritto nell’ ”Ordine dei Giornalisti della Campania” sezione pubblicisti, e solo venerdì 15 us, ha potuto ritirare l’ambito tesserino, per i noti motivi di profilassi legati al Covid.
Ebbene è davvero emblematica l’esperienza di questo oramai pubblicista eburino, dottore in Giurisprudenza col massimo dei voti, Mediatore Civile, e con una pletora di altri titoli tra Master e Corsi di specializzazione, il quale ha mosso i primi passi su POLITICAdeMENTE, si proprio qui, su questo nostro sito, prima facie commentando dagli anni 10 di questo secolo, in calce agli articoli di POLITICAdeMENTE, ed in seguito dopo qualche anno, su proposta dell’animatore stesso, il quale apprezzandone la qualità espositiva e lo stare pure al passo con l’attualità dei fatti e dei protagonisti, ha incominciato con cadenza sempre maggiore, a scrivere un po’ di tutto e su tutti: dalle note stampa, agli articoli di opinione, passando per report di convegni e consigli comunali cittadini. Tale proscenio virtuale gli ha donato ed in poco tempo, un’enorme visibilità, in virtù del fatto che POLITICAdeMENTE il blog suddetto produce dal 2009, raggiungendo solo nel 2020 scorso oltre 14 milioni di pagine visitate, sebbene dal 2009 ad oggi i siti web e i blog si contano in provincia, in Regione, in Italia si contano a migliaia.
Successivamente il nostro e, passando dalla terza alla prima persona il mio Marco, ha continuato con la pratica da pubblicista per 24 mesi presso la rivista prima e giornale dopo on-line dopo, “I Fatti” di Ornella Trotta, il quale ha smesso da circa un anno le sue pubblicazioni web.
Quando gli uccelli sono pronti al volo bisogna lasciarli andare, e così pur osservandolo nel suo cammino con discrezione, la sua interesse per la comunicazione in ogni sua forma si è progressivamente allargata in altri spazi: infatti contattato da Giovanni Nigro presidente dell’Associazione Comunicare di Eboli (Radio Città 105), iniziando cosi, nell’ottobre 2019, una rapida avventura di conduttore e di opinionista radio-web, successivamente affiancata, sempre su impulso edi concerto dcon lo stesso dirigente associazionale, da gerente del sito omonimo (Co-Municare), varato sempre nel ottobre 2019, un Magazine specializzato in comunicati stampa.
Ed ancora altresì su proposta di Giovanni Nigro e sotto l’egida accorta del giornalista di lungo corso Eugenio Verdini, si è cimentato espletandola a tutt’oggi, la funzione di referente cittadino del quotidiano “Cronache del Salernitano”, nel ruolo di corrispondente sull’attività politica, la società e la cultura della città di Eboli. Ed è proprio partendo da quest’ultimo impegno, il nostro Marco è stato cooptato come membro fattivo della casa editrice “Il Saggio” di Eboli di Eboli, retta da quasi 33 anni dal Cav. Giuseppe Barra, nelle vesti di giurato di concorsi poetici nazionali ed internazionali, oltre che nel classico ruolo di comunicatore della stessa.
Ancora il destino ha voluto allargare al nostro, le maglie esperienziali pel tramite di un contatto dell’ottima pubblicista e scrittrice locale, Raffaella Iannece Bonora, difatti da circa un anno egli collabora con un giornale on-line della provincia di Monza-Brianza, “Il Giornale del Ricordo”, retto dal direttore Roberto Dall’Acqua, finalizzando la sua mansione mensile, nella promozione, con elaborati di profilo culturale, del territorio di Eboli e del suo ampio circondario.
E con il tempo, il costante ed appassionato impegno, arrivano anche le soddisfazioni al neo pubblicista, vincendo un premio di settore conferitogli dalla “Pro Loco-San Martino Cilento” nel dicembre 2019 nella sezione “Giornalismo come Impegno Civico”, ed in seguito, insignito con una targa di benemerenza per l’impegno culturale in ambito letterario, dalla medesima casa editrice “Il Saggio”; ma forse il riconoscimento più ambito per tutti coloro che svolgono questa professione, è senza fallo alcuno, l’apprezzamento del pubblico ed il rispetto dei colleghi.
Per concludere tale disquisizione su di un’avventura umana e professionale iniziata un po’ per caso ed un po’ per gioco, quali sono le considerazioni o consigli che possiamo (posso dare) dare al nostro Marco, al mio Marco, amico e allievo, che da anni è parte integrante della nostra famiglia, solo uno, sintetico e composito nella stesso tempo: Quello di esser sempre un uomo libero, indomito e dalla schiena dritta, mai servo di chicchessia, immune nell’animo e nelle intenzioni da capziosi allettamenti, solerte nel difendere i più deboli, sia nello scritto che con la parola, ed allo stesso tempo considerandosi perennemente onorato di svolgere una professione così nobile per il ruolo assai delicato, che essa è chiamata a garantire nella società di ogni tempo, affamata e bisognosa di verità.
“Caro Marco, auspichiamo come POLITICAdeMENTE e auspico come animatore di questo sito, che tu sia sempre attento ai copiosi cambiamenti del mondo che ci e ti, circonda, ma senza farti inficiare né oltremodo influenzare, negli intendimenti, come nelle scelte professionali e deontologiche che ti si appaleseranno nel prosieguo della tua attività; affinché tu possa essere un valido e fiero esempio per coloro ai quali un dì passerai tua sponte, il testimone! Ricordandoti che POLITICAdeMENTE sarà per te quel nido accogliente e quel porto sicuro laddove hai imparato a volare e laddove sai di poter partire e approdare liberamente sentendoti sempre al sicuro”.
Eboli, 19 gennaio 2021