Dal libro di Roberto Guida: “Non è la fine del mondo. È la fine del mondo che conosciamo“; La pandemia vista dall’interno di un Ospedale.
È il racconto quotidiano di un infermiere, attraverso il susseguirsi delle situazioni che si determinano all’interno di un ospedale dell’Italia meridionale. È la storia degli eventi sanitari, politici ed economici che si susseguono, Dai primi casi in Cina, fino all’inferno italiano prima, europeo e mondiale e le oltre sessantamila morti.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Siamo nelle prossimità di Natale, nella seconda fase del lockdown in un mare di polemiche, bombardati da una infinità di informazioni e controinformazioni laddove anche il mondo scientifico si è diviso e quotidianamente ci somministra sul covid attraverso i massili esperti opinioni scientifiche di destra e di sinistra, e in mezzo? In mezzo c’è la drammatica verità, quella ad oggi di quasi 2 milioni di contagiati e circa 67mila morti, praticamente una Città come L’Aquila cancellata dal covid. Una verità che coinvolge tutti dal Nord al Sud, dai grandi Ospedali ai più piccoli, da quelli che vengono additati come di eccellenze e quelli semplicemente di prossimità.
E in questa drammaticità Roberto Guida, un Infermiere che lavora nell’Ospedale di Eboli, che ha, tra l’altro, un Covid Center ha maturato l’idea di raccontare la sua esperienza da operatore della Sanità, in un libro: “Non è la fine del mondo. È la fine del mondo che conosciamo”; che ha scritto proprio tra il primo e il secondo lockdown, offrendo un racconto quotidiano di un infermiere, attraverso il susseguirsi delle situazioni che si determinano all’interno di un Ospedale dell’Italia meridionale.
È la storia degli eventi sanitari, politici ed economici che si sono susseguiti, dai primi casi in Cina, fino all’inferno italiano prima, europeo e mondiale poi, e che punta nel corso della narrazione, alle vicende dolorose e drammatiche che la stanno affliggendolo, ma con lo sguardo volto alla speranza di un cambiamento che ci conduce ad un mondo migliore. L’autore pone l’attenzione del lettore, sulla riflessione e sulla possibilità di cogliere l’occasione di un evento mondiale così grave è drammatico, per traghettare la terra in una fase nuova. L’opportunità di fare un passo indietro ma anche la possibilità di un nuovo rinascimento, riscoprendo i valori della lentezza e della bellezza con uno sguardo rivolto al verde, alla natura e all’ambiente. Particolarmente significativa è anche la copertina, che ritrae quell’immagine sconvolgente di Papa Francesco solo in Piazza San Pietro che prega per noi e celebra la messa rivolgendosi al suo popolo sofferente ed impaurito, impotente contro il nemico covid.
«Parlare di fase 1 o Fase due e ora fase tre – dice Roberto Guida – in realtà è solo una teorizzazione di un periodo che sostanzialmente rappresenta la continuazione di quello che stiamo vivendo. Ora viene la vera difficoltà perché bisogna convivere con il nemico, Bisogna iniziare a produrre pur facendolo in sicurezza. È difficile, – aggiunge Guida – ci saranno enormi difficoltà appunto bisogna riorganizzare e ripensare tutto e bisogna essere seri, fare le cose per bene, con soluzioni che richiedono intelligenza e lungimiranza. Dobbiamo costruire bene Ora anche facendo qualche Sacrificio in più ma adottando soluzioni che Dio non risultati nel lungo periodo.
Non dobbiamo commettere errori e soprattutto accumulare ulteriori ritardi rispetto agli altri paesi. – prosegue Guida – Cominciamo questa frase senza sapere quando durerà. – conclude – Sarà una sorta di Purgatorio dopo l’inferno, una frase transitoria che dovrà porre le basi per la fase 3 Se ci sarà e per la fase 4 se verrà quella più bella e luminosa, che dovrà essere il nuovo Rinacimento, il paradiso o semplicemente una rinascita.
Roberto Guida è nato a Eboli nel 1965 ed è infermiere dal 1987. È laureato in Scienze Politiche all’Università di Salerno. È attore teatrale, ciclista membro della ex Eboli Sele bike, cintura nera primo Dan Ju Jutsu hakkoryu, ambientalista.
Eboli, 19 dicembre 2020