Il brillante e giovane Liberato Faccenda entra in Magistratura: Si allunga la lista degli ebolitani guardiani della Giustizia.
Il giovane neo-Magistrato Faccenda è l’ultimo di una nidiata di cui fanno parte: Marco Occhiofino Gianni Volpe, Gaetano Sgroia, Lucia Brescia, Fabio Zunica, Pasquale Mandolfino, Marco Vommaro; che testimonia come Eboli sia una terra di giureconsulti.
di Marco Naponiello per POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
“Le radici profonde non gelano mai!!”
EBOLI – Da poco più di 2 giorni l’avvocato ebolitano Liberato Faccenda, è “arruolato” ufficialmente nei ranghi dell’Ordine Giudiziario, avendo superato con brillantezza un difficile concorso, tra i più ostici della nostra amata Repubblica. Poche ore dopo, con vivida soddisfazione, suo zio Damiano testimoniava questo pregevole traguardo, sul un noto social media Facebook.
Un simile successo è figlio soltanto, e ci preme sottolinearlo, dell’impegno e della costanza, che nasce da migliaia di ore di studio e di frequentazioni ai corsi universitari, a cui è susseguito l’impegno professionale forense, il tutto corroborato nonostante le molte incombenze, da una volontà ferrea nel perseguire un così alto obiettivo.
Inutile dire che noi di POLITICAdeMENTE ci associamo entusiasticamente al giubilo della famiglia e degli amici di Liberato, augurandogli un cursus honorum duraturo e ricco di tante soddisfazioni.
Ma la conquista della toga giudiziaria da parte di Faccenda, è soltanto l’espediente narrativo per ricordare ai lettori come la città di Eboli, sia pure una terra assai florida, che ha donato i natali a numerosi uomini di legge, quivi si annoverano difatti: grandi avvocati, professori universitari di materie giuridiche e nella fattispecie appunto ,magistrati, togati ed onorari. Invero nei decenni scorsi rammagliamo giustappunto la memoria con l’antesignano, Gianni Volpe, che è stato assiso in Procura nella città di Salerno, con incarichi di grande responsabilità, ed in servizio anche a Bologna, ed a cui le Brigate Rosse dedicarono grande attenzione. Infatti egli risultò iscritto in un elenco di persone che avrebbero dovuto essere uccise dalla falange terroristica comunista. Tullio Lazzaro presidente della corte dei conti dal 2007 al 2010 e Giuseppe Tagliamonte anche lui Magistrato alla Corte dei Conti.
Poi da segnalare, Marco Occhiofino (come il summenzionato adesso a riposo), Pubblico Ministero in Napoli, impegnato nelle inchieste di Camorra prima e di Mani Pulite poi, un saggio inquirente il quale si è occupato di svariate indagini scottanti, che investivano personalità di primo piano della storia recente.
Maria Teresa Saragnano che ha ricoperto importantissimi incarichi nella Magistratura per ultimi, Presidente della Corte di Appello di Roma e ora Presidente del Tribunale di sorveglianza di Roma, anche lei impegnata in prima linea negli anni di Piombo.
Senza viepiù dimenticare, Gaetano Sgroia, entrato nei ranghi della Magistratura agli albori degli anni ’90, anch’egli in Procura a Salerno, protagonista nella Direzione Distrettuale Antimafia, poi Giudice dell’Udienza Preliminare, ora Presidente del Tribunale del Riesame.
Proseguendo con altro nostro concittadino illustre, stavolta in rosa, che si è distinta e si è fatta onore negli organici della Magistratura in quel di Sicilia, segnatamente alla Corte di Appello di Caltanissetta. Difatti insiste ivi, Lucia Brescia, già studentessa modello negli anni ‘80 al Liceo Classico di Eboli, e da tutti con grande affetto ricordata per la gentilezza di modi e modestia nei rapporti umani, ed ora alto magistrato Nisseno.
Ancora annoveriamo nella nostra città, Fabio Zunica, un vero e proprio enfant prodige della Giurisprudenza, ovvero il più giovane componente della Suprema Corte di Cassazione, essendone stato ammesso a soli 39 anni, con un importante passato di Giudice Monocratico Penale presso il Tribunale di Salerno, ed a corollario, un’intensa collaborazione universitaria.
Negli anni recenti invece si registrano due giovani under 30, ci riferiamo a: Pasquale Mandolfino e Marco Vommaro, onorati di una di nota stampa istituzionale da parte dell’allora sindaco eburino, Massimo Cariello, giusto cinque anni or sono ( https://www.massimo.delmese.net/91040/auguri-del-sindaco-cariello-a-due-giovani-ebolitani-neomagistrati/)
Dunque in questo non felice 2020, un’altra perla si aggiunge a lenire tante amarezze collettive, con il protagonista in essere, Liberato Faccenda, il quale a buon diritto, è il caso di dirlo, assurge tra le personalità apicali della città di Eboli, la quale ha rivestito da secoli, il ruolo di fucina di variegate eccellenze: delle Arti, Lettere, Scienze, Sport, etc; in definitiva ci imbatteremmo in una pletora lunga da elencare,col rischio di uscire al fuori dell’oggetto di tale scritto.
Invece importante, in sintesi sottolineare, come la nostra città sia stata sempre “madre” di talenti esportati anche extra moenia, al di là dei civici confini, ripetiamolo, in ogni campo dello scibile umano, e questi ad onor di menzione si son fatti strada ed onore.
“Ubi societas Ibi ius”, “dove vi è una società, li vi è un diritto”, recita un antico brocardo latino che ci spinge ad un ultima, doverosa, considerazione: il ruolo della Magistratura, come contraltare agli altri poteri statuali, è un ruolo di garanzia fondamentale di ogni società evoluta. In effetti tale prerogativa è sancita dalla Carta fondamentale, difatti l’Ordine Giudiziario ha nei suoi compiti, la delicatissima responsabilità, di amministrare l’enciclopedico corpus ordinamentale nei confronti delle persone giuridiche, come parimenti delle persone fisiche.
Pertanto, in un momento storico cosi travagliato come il contingente per la nostra sciagurata Nazione, si avverte lo stringente bisogno, ora come non mai, di fiducia e serenità, che di certo alcuni scandali investenti la Magistratura, come riportato negli ultimi mesi dai media nazionali e locali, non contribuiscono a svelenire il clima, non agevolandone cosi il compito stesso .
Noi in tale frangente celebrativo, non ci impelagheremo di certo in questo vorticoso pantano giornalistico, non ci compete e non lo vogliamo affatto! Vogliamo invece solo rimarcare, come l’autorevolezza della Magistratura stessa, si riverbera nel bene e nel male sulla società intera e sull’immagine dell’Italia all’estero, con il fausto auspicio dunque, che pel tramite delle giovani leve togate ebolitane e non, il loro vigoroso contributo, questa possa ritornare ad essere quel baluardo di Giustizia concreta e non teorica, a cui l’intera nazione possa guardare nel prossimo futuro con speranza ed orgoglio.
Eboli 14 dicembre 2020
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