UNISA per la Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza contro le Donne.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – La Delegata di Ateneo alle Pari Opportunità, prof.ssa Amelia Filippelli, Prof. Ordinario di Farmacologia e Tossicologia Clinica Unisa e AOU di Salerno, insieme al Comitato Unico di Garanzia (Cug UNISA) hanno organizzano – in occasione del 25 novembre: Giornata Internazionale per la eliminazione della violenza sulle donne; un evento di incontro e riflessione con la testimonianza di una delle protagoniste in Italia dell’impegno per prevenire e contrastare la violenza di genere, la dott.ssa Cecilia D’Elia, promotrice e componente del coordinamento nazionale di Se Non Ora Quando? e autrice di numerosi articoli e pubblicazioni in materia di politiche di genere e diritti delle donne.
Il format dell’incontro – che si svolgerà in modalità a distanza ospitato sulla piattaforma Microsoft Teams – sarà un’intervista “a tu per tu” con l’ospite, per stimolare una riflessione attuale e aggiornata su un tema che continua a riguardare la collettività nel suo complesso.
Le rappresentanti del CUG UNISA, in veste di intervistatrici, cercheranno di indagare, attraverso l’esperienza e la testimonianza di Cecilia d’Elia, il tema della violenza sulle donne in una prospettiva più ampia, che vuole focalizzare il ruolo della donna nella società contemporanea e studiare i cambiamenti ancora necessari per migliorare la consapevolezza e l’autodeterminazione.
Ogni anno nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in Italia si registrano decine e decine di donne uccise da un familiare, nei primi sei mesi del 2020 sono state 59. Mentre ogni giorno sono un centinaio le donne che sono vittime di atti di violenza, con una frequenza di una ogni 15 minuti, decisamente ed esponenzialmente aumentate nel corso del lockdown. Storie uguali e diverse nella loro tragicità: Donne uccise dai mariti, compagni, ex fidanzati, da fratelli, padri. Diverse e uguali nella loro preoccupante continuità: Magari dopo un ultimo appuntamento per chiarire; l’estenuante e faticosa decisione di lasciare marito, fidanzato o compagno; la speranza di cambiarlo, la dolorosa verifica della impossibilità di mantenere e salvare un rapporto; O magari la dipendenza economica che impedisce di allontanarsi; La solitudine e il senso di abbandono; Le sevizie, i maltrattamenti, le botte, tante botte, e poi vittime e uccise da quegli uomini violenti, registrando solo in quel momento quanto sia colpevole la società, incapace di difenderle vergognandoci di non aver saputo vedere, non aver fatto tutto il possibile per evitarlo.
I dati ci dicono che Femminicidio e violenza di genere in Italia sono sempre in aumento, così come aumentano le denunce per violenza sessuale, stalking e maltrattamenti in famiglia, sebbene sia aumentata l’attenzione delle istituzioni e della società verso questa piaga la casistica ci consegna una realtà che continua a dirci che le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali e culturali. In sei casi su dieci l’assassino è il partner o l’ex partner. Una donna su due lascia figli piccoli e in alcuni casi l’autore si toglie la vita. Il principale movente dei femminicidi familiari risulta essere quello della gelosia e del possesso camuffato da delitto passionale. La maggior parte sono donne che si fidano per un’ultima volta di chi ha detto per anni di amare, fino a diventare vittime della sua violenza. Aumenta anche il numero delle donne anziane vittime di femminicidio e delle straniere, e con queste drammatiche verità cresce anche la vergogna della società civile che non riesce ad estirpare questa mala pianta.
“La posta in gioco è un cambio di civiltà. Redistribuire il tempo tra uomini e donne, promuovere condivisione, liberare energie femminili, riconoscere l’autorevolezza e il contributo della generalità delle donne, contrastare il divario retributivo, promuovere l’occupazione femminile”.
Cecilia D’Elia
Nata e cresciuta a Potenza. Ho cominciato a far politica lì, sconvolta dal terremoto, mentre eroAvevo già partecipato a riunioni, a manifestazioni studentesche e femministe, ma il 1980 è stato diverso: un’esperienza che ha legato profondamente in me la politica all’esperienza della fragilità e vulnerabilità.
Mi sono iscritta all’università a Roma e in questa città ho continuato a far politica. Sono diventata dirigente nazionale della Federazione giovanile comunista nel 1988, responsabile nazionale della ragazze comuniste, giusto in tempo prima dello scioglimento. L’89 e le laceranti vicende che ne sono seguite, mi hanno fatto scegliere di ritornare agli studi e di fare politica in altro modo, privilegiando luoghi non di partito. Ho fondato la rivista ’91. Percorsi di generazione con altri giovani di allora.
Dal 1995 ho lavorato all’associazione Forum droghe. Movimento per i diritti contro la proibizione. Impegnandomi per la diffusione delle politiche di riduzione del danno. Sono stata presidente di Forum droghe e condirettrice di Fuoriluogo, il mensile promosso dall’associazione. Mi sono laureata in filosofia a Siena e ho partecipato alla nascita di Sofia. Materiali di filosofia e cultura di donne.
Alla fine degli anni 90, con Nicola Zingaretti segretario, ho accettato di far parte delle segreteria romana dei Democratici di sinistra, occupandomi di scuola università e ricerca. Nel 2007 ho scelto con altri di dar vita a Sinistra democratica e di non aderire al Partito democratico. Dal 2013 al 2016 ho fatto parte del Coordinamento nazionale di Sinistra ecologia e libertà. A settembre del 2018 mi sono iscritta al Pd. Come ho scritto qui, mi sono detta che non potevo continuare a considerarlo un argine e non entrare per contribuire, nel mio piccolo, a rafforzare questo argine. Da giugno 2020 sono Portavoce della Conferenza nazionale delle democratiche.
Nel frattempo mi sono confrontata con il governo locale. Dal 2001 al 2003 ho lavorato all’Assessorato alle politiche educative del Comune di Roma. Solo due anni perché nel 2003 sono stata eletta consigliere provinciale e in Provincia ho presieduto la Commissione delle elette, fino al marzo del 2007 quando – per 11 intensissimi mesi che hanno stravolto la mia vita – sono diventata Assessore alla semplificazione, alla comunicazione e alle pari opportunità del Comune di Roma, nella giunta Veltroni. Da maggio 2008 al dicembre 2012 sono stata Vicepresidente e Assessore alle Politiche Culturali della Provincia di Roma, nella giunta Zingaretti. Dal luglio del 2013 sono consulente del Presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti per le politiche di genere. Dal 2015 presiedo su sua delega la Cabina di regia regionale per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne. Nel 2016 ho accettato la proposta della Presidente Francesca Del Bello di entrare della giunta di centrosinistra di Roma Municipio II, territorio in cui risiedo, con la delega alle politiche sociali, incarico che ho tenuto fino al luglio 2019.
Nel 2009 con altri amici ho creato il blog Italia2013. L’idea che ci ha mosso è stata quella di vedere nel 2008 – con la sconfitta alle politiche ma anche con la vittoria di Alemanno al Comune di Roma – un vero e proprio “anno zero” per la sinistra italiana: bisognava ricostruire analisi, pensiero e proposte d’azione. Nel 2013 con Mattia Toaldo ho curato la pubblicazione del libro Italia 2013. Questo paese è anche nostro (Ediesse, 2013), che riprende i temi del blog.
Ho scritto diversi testi sulla politica delle donne e nel 2008 ho pubblicato il libro L’aborto e la responsabilità. Le donne, la legge, il contrattacco maschile (Ediesse). Nel 2011 ho scritto il libro per ragazze e ragazzi Nina e i diritti delle donne (Sinnos, 2011,) che ha vinto il Premio Elsa Morante ragazzi 2012. Nel 2015 ho dato ho dato vita con altre amiche femministe al blog Femministerie Nel 2017, con Giorgia Serughetti, ho scritto Libere tutte. Dall’aborto al velo, donne nel nuovo millennio.
Salerno, 23 novembre 2020