Fonderie Pisano: “Giusta condanna per reati di inquinamento ambientale”. Ma i cittadini del presidio permanente sono delusi.
Il Consigliere regionale del M5S Michele Cammarano: “È un primo risultato del procedimento in cui anche il Ministero dell’Ambiente si è costituito parte civile. La nostra azione di denuncia, al fianco dei comitati e dei cittadini, continuerà sempre nelle difesa del diritto alla salute. Speriamo in un Appello. Abbiamo l’obbligo morale di consegnare alla next generation un futuro sostenibile”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – «La condanna di oggi nei confronti dei titolari delle Fonderie Pisano per reati connessi all’inquinamento ambientale conferma i sospetti sulle condotte illecite compiute all’interno dell’opificio di Fratte e rispetto ai quali ci battiamo da anni. E’ sempre una sconfitta per i cittadini quando, a dare risposte, sono i tribunali e non la politica, spesso dopo decenni trascorsi dall’inizio degli eventi incriminati, tra sit-in e mobilitazioni. Seppur limitatamente ad alcune fattispecie, quanto statuito dal giudice configura degli illeciti gravissimi nei confronti dei cittadini e dell’ambiente in un procedimento nel quale, ricordo, anche il Ministero della Salute si è costituito parte civile. Ciò che è avvenuto negli ultimi vent’anni nella fabbrica di Fratte è una responsabilità individuale, ma anche politica di una classe dirigente che non ha mai difeso apertamente la salute dei salernitani». A denunciarlo è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano.
«Tra i reati ambientali condannati anche lo smaltimento di rifiuti speciali. Un danno per la popolazione della Valle dell’Irno e per questo condividiamo la posizione del Comitato Salute e Vita che si definisce “non pienamente soddisfatto perché, per alcuni reati, sono stati assolti”. Non una giustizia piena, quindi per gli esponenti del comitato, perché ci si aspettava, infatti, ulteriori condanne per tutti i capi di imputazione», continua Cammarano.
«In attesa di leggere le motivazioni sia per la condanna che l’assoluzione, auspichiamo che la Procura faccia ricorso in appello, affinché il diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, venga rispettato anche nella Valle dell’Irno. Per cui la nostra battaglia continua, con più forza di prima. La politica non può permettersi di essere sorda rispetto al grido doloroso dei cittadini. Non solo miasmi e inquinamento da fumi di diossina, ma è in gioco la vita delle persone. Andremo avanti, per garantire e monitorare la salubrità dell’aria e delle acque, per bonificare in futuro tutto il territorio, deturpato da una struttura ormai troppo vetusto e non più in linea con i parametri di sicurezza internazionali e con un contesto urbanizzato che contrasta con la presenza di un’industria nel tessuto sociale, a contatto diretto con le abitazioni, porta di accesso alla città di Salerno. La nostra Terra va difesa, tutelata: abbiamo l’obbligo morale di consegnare ai nostri figli e alla next generation un habitat naturale sostenibile, un futuro migliore e una vita sana».
«Dobbiamo prendere atto che il green deal di cui tanto si parla, l’attenzione alla tutela dell’ambiente, oggi sbandierata da molti, anche in funzione della ripresa economica e per lo sviluppo degli anni a venire, in Italia resta ancora una chimera. – srivono in una lunga nota i Cittadini del Presidio permanente delusi – Dobbiamo prendere atto che manca nelle istituzioni italiane, sia amministrative, sia giudiziarie quella sensibilità indispensabile affinché l’ambiente e la sua tutela possano essere messi al centro dell’attenzione, per provocare un nuovo rinascimento dopo quasi un secolo di barbarie e devastazione ambientale.
Dopo aver constatato quotidianamente la disattenzione delle Autorità amministrative verso la sconcertante problematica legata all’inquinamento provocato dalle Fonderie Pisano, oggi apprendiamo con sconcerto anche la decisione parzialmente assolutoria pronunciata dal GUP del Tribunale di Salerno contro la società Fonderie Pisano ed il suo Consiglio di Amministrazione.
Pur non entrando nel merito di tale decisione, per cui attenderemo i novanta giorni per il deposito della motivazione, da cittadini non possiamo non constatare la mancanza di sensibilità per il tema ambiente e i sicuri effetti nocivi sulla salute derivanti dall’inquinamento, soprattutto se costante e reiterato nel tempo. Basti considerare che condotte molto meno dannose e molto meno allarmanti sono giudicate e represse con estremo rigore e vigore, mentre la tutela della salute, attraverso la tutela della salubrità ambientale, viene relegata alla cronaca giornalistica, non degna di reale tutela giudiziaria.
Nel caso specifico non sappiamo dove sia e di chi sia la colpa, se la Procura non ha istruito bene le prove d’accusa, se il Giudice non ha compreso bene dette prove, se le difese sono state abilissime nel dissimulare la realtà, fatto sta che un obsoleto opificio industriale che ogni giorno rende un inferno la vita di migliaia di cittadini a causa dell’emissione di fumi e miasmi nauseabondi, non viene bloccato e non viene sanzionato in alcun modo.
Nulla fanno le Autorità politiche, nulla fanno le Autorità di controllo, impotenti si dichiarano le Forze dell’Ordine alle quotidiane richieste di aiuto e di intervento da parte dei cittadini ed oggi, anche l’Autorità giudiziaria, ultimo baluardo di legalità, ci informa che è tutto lecito.
E’ tutto lecito, qualsiasi cosa facciano è tutto lecito perché loro sono loro e noi non siamo un …. Per citare il Marchese del Grillo.
Oggi ci troviamo nella assurda situazione in cui pur essendoci uno studio epidemiologico fatto nella zona ove insistono le Fonderie Pisano che ha affermato in via preliminare la presenza nel sangue dei residenti di metalli pericolosi ed in merito al quale il presidente della Regione lo scorso mese di maggio ha fatto affermazioni molto forti circa la possibilità che quell’opificio potesse rimanere aperto, il diritto alla conoscenza degli atti viene impunemente negato e si costringono i cittadini ad assurde gincane amministrative per conoscere i risultati definitivi di tale lavoro scientifico.
Tutto ciò in barba alla trasparenza degli atti amministrativi e di quelli ambientali in particolare. Addirittura pochi giorni fa il sindaco di un comune limitrofo ha dovuto convocare una conferenza stampa per recriminare sulla presa in giro dell’accesso a tali atti concessogli dalla Regione Campania.
Sembra di trovarsi di fronte ad un muro di gomma, la realtà è dietro al muro, ma noi rimbalziamo sempre al punto di partenza.
Ed allora, considerato che solo la cronaca si occupa di tali tematiche, affidiamo alla carta stampata queste nostre considerazioni. Pur intimamente convinti, non abbiamo gli strumenti per dimostrare la correlazione tra le sostanze emesse dalle fonderie ed una serie di patologie riscontrate nei residenti, abbiamo però, naso, orecchie ed occhi per osservare quello che quotidianamente esce da quei camini. Sostanze che siamo costretti a respirare, che rendono impossibile la conduzione di una vita normale, sostanze che si posano nei terreni e nelle acque circostanti rendendoli neri e rossastre e che, a dispetto di quanto non dicono Asl ed Arpac, noi avvertiamo come nocive.
Solo quando qualche Autorità vorrà vedere quello che vediamo quotidianamente noi, potremo iniziare a sperare in un futuro migliore…
Salerno, 7 novembre 2020