Il Parlamentare salernitano del M5S On. Nicola Provenza sulle Scuole chiuse in Campania per l’emergenza Covid.
L’On. pentastellato Provenza, contesta la decisione del Governatore della Regione: “Gli studenti pagano errori organizzativi e l’incidenza dei positivi in Campania è sotto la media nazionale. La decisione di De Luca è incomprensibile e inqualificabile“.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
ROMA – «I dati ufficiali mettono in risalto le risorse che sono state attribuite alla Regione Campania dal gennaio scorso, anche per garantire l’avvio dell’anno scolastico in sicurezza. Sono risorse importanti se pensiamo che la Campania è la Regione che in assoluto ha ricevuto maggiori risorse dal Decreto Rilancio e dal Decreto Agosto anche per il cosidetto “Organico Covid” per un importo di circa 256 milioni di euro oltre alle ulteriori ingenti risorse per edilizia scolastica, progetti Pon e Piano Nazionale Scuola Digitale. Gli studenti campani stanno pagando errori organizzativi che non possono ricadere su un settore che ha predisposto quanto necessario per tenere in classe gli studenti e le studentesse“.
Così Nicola Provenza, deputato del Movimento 5 Stelle, commenta le decisioni prese dalla Regione Campania sul mondo della scuola. “Si tratta di una delle poche Regioni che ha chiesto banchi monoposto, sedie e banchi a rotelle pari al 61 percento dell’intera popolazione scolastica – ha continuato Provenza -. Questo significa che gli enti territoriali hanno rivolto poca attenzione ad un settore da troppo tempo marginalizzato».
La Regione Campania, infatti, secondo i dati ufficiali, ha richiesto 410.941 banchi monoposto, 284.778 sedute standard e 65.268 sedute innovative. Inoltre, è la terza Regione italiana per banchi già consegnati. Dati che per Provenza vanno chiariti. «L’incidenza dei positivi Covid-19 sulla popolazione studentesca campana è pari allo 0,075 percento, ossia 610 su 178.196 studenti. Siamo addirittura al di sotto della media nazionale che è dello 0,080 percento. La decisione di De Luca, quindi, risulta incomprensibile oltre che inqualificabile. Ecco perché dico no alla sospensione delle lezioni “in presenza” visto che non c’è emergenza epidemiologica».
La scuola, per Provenza, ha la capacità di costruire reti e connessioni ed è in grado di focalizzare, proprio all’interno del sistema educativo strutturato di istruzione e di formazione, interventi altrimenti non realizzabili. «La scuola deve essere sempre più motore di promozione non solo di specifiche competenze disciplinari, ma soprattutto di conoscenze e abilità che conducano allo sviluppo di competenze personali, indispensabili per prendere decisioni corrette, comunicare in modo efficace, nonché resistere ad influenze e suggestioni – ha concluso. – Sostenere la didattica in presenza ed in sicurezza significa anche che ragazze e ragazzi in buona salute e che si trovano bene a scuola imparano meglio. Allo stesso tempo, ragazze e ragazzi che frequentano la scuola e sono inseriti in un processo di apprendimento positivo hanno migliori opportunità di salute complessiva. Questo rappresenta, pertanto, anche un presidio di equità».
Roma, 19 ottobre 2020