De Luca all’Espresso: Rettificate l’articolo di Giorgio Bocca

Giorgio Bocca ha preso “Asso per Figura”, ma se l’indirizzo è sbagliato la critica è giusta.

La Destra italiana, per riflesso del suo leader Berlusconi, ossessionato dal comunismo e dai comunisti che ormai vede dappertutto, ha “condizionato” Cirielli che ha scritto quel manifesto.

Edmondo Cirielli

SALERNO – Anche il grande Giorgio Bocca si può sbagliare, e si è sbagliato di grosso, almeno in questa circostanza ha preso “Asso per figura“.

La scivolata di Giorgio Bocca se l’avesse presa un qualsiasi altro giornalista si sarebbe beccato un rimprovero mai visto e giù a fare una lezione di giornalismo ,che rigorosamente vuole si verifichino le notizie e le fonti, ma a Bocca si può anche farla passare, anche perché, l’indirizzo è sbagliato ma le osservazioni sono giuste.

Giuste ed appropriate rispetto ad un dibattito che vede la Destra italiana, per riflesso del suo leader Silvio Berlusconi, ossessionata dal comunismo e dai comunisti che ormai secondo loro si annidano ovunque anche nella stampa americana ed inglese.

Un’ossessione che li porta a voler fare una revisione di tutto, anche della storia, così come ha fatto il Presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli a cui si  sarebbe dovuto rivolgere Bocca nel suo articolo, che il Sindaco De Luca ne chiede la rettifica. Nel caso specifico la “forzatura” di Cirielli non è attribuibile ad ignoranza, semmai alla protervia di chi sa di comandare e vuole esercitare il comando su tutto, anche sulla storia.

L’articolo di Giorgio Bocca che si ripropone in fondo alla pagina, ha assolto  in pieno il suo compito, anche se c’è un errore di fondo, lo stesso pezzo, non avrebbe avuto la stessa risonanza se non vi fosse stato questo macroscopico errore. Anzi ne ha ampliato la portata e anche se non vi dovesse essere nessuna verifica la verità è balzata immediatamente fuori.

Poi se Bocca, in futuro, informandosi meglio sulle sortite del Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e volesse fare qualche critica, ai voglia di materiale, potrebbe scrivere su di lui a tempo pieno, ma già ci pensiamo noi a farlo e a criticarlo e quindi si può ritenere esonerato, mentre invece continui a dare il suo contributo e le sue riflessioni sulla politica e sulla società, di quello ne avvertiamo l’esigenza.

Qui di seguito si pubblica il Comunicato dell’Ufficio Stampa del Sindaco De Luca e di seguito l’articolo di Bocca, pubblicato sull’Espresso, per offrire ai lettori la più piena informazione.

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COMUNICATO STAMPA

Il Sindaco di Salerno chiede immediata e urgente rettifica dell’articolo di Giorgio Bocca sull’Espresso

Vincenzo De Luca

SALERNO – 12/06/2010 Il giornalista Giorgio Bocca, nella sua rubrica l’Altro Italiano, pubblicata sull’Espresso attualmente in edicola, è incorso in un clamoroso errore attribuendo infondatamente al Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca la pubblicazione di un manifesto in occasione delle celebrazioni del 25 Aprile.

Il manifesto del quale parla Bocca è stato invece pubblicato dal Presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli eletto nelle liste del centrodestra.

Si chiede pertanto una rettifica urgente ed ampia almeno quanto lo spazio dedicato alle infondate critiche rivolte al Sindaco di Salerno, il quale ribadisce l’impegno suo e della Civica Amministrazione per la difesa della Democrazia, della Costituzione e dell’Unità Nazionale in una città già orgogliosa Capitale d’Italia.

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Questo è il testo dell’articolo apparso sull’ESPRESSO

La politica come la moda

di Giorgio Bocca

Il voto e la scelta dei candidati seguono sempre più criteri irrazionali, misteriosi conformismi che producono successi miracolosi. Come succede con i libri, le canzoni, gli abiti, salvo ricordarli solo come curiosi capricci

Giorgio Bocca

L’equivoco sta nello scambiare il meno peggio per l’ottimo, di pensare che la democrazia, il “one man one vote” sia la perfezione della libertà e del controllo, e non, come diceva Churchill, piena di difetti ma “non si conosce niente di meglio”.

La delega popolare, il consenso popolare, il voto, non si basano solo sul libero e razionale convincimento dell’elettore, sulla sua facoltà di scegliere i programmi migliori, i governanti, ma anche su altro che non è sempre razionale e non sempre premia i migliori. Quali il carisma personale di un candidato, la sua capacità di seduzione che non coincide sempre con i suoi meriti, la noia per un governo durato troppo a lungo per buono che sia stato, la voglia di cambiare, la speranza che il nuovo sia meglio del vecchio. Insomma quei misteriosi conformismi, quei misteriosi messaggi conformisti che fanno cambiare le mode, che producono i successi miracolosi inspiegabili razionalmente, esteticamente, come i bestseller, il libro, la canzone, l’abito che tutti vogliono, tutti comprano salvo a ricordarli solo come curiosi capricci. In altre parole: in che misura la politica, cioè la nostra vita associata, i nostri usi e costumi e leggi sono un decalogo divino, e in quale invece conformismi che vanno e vengono?

Ci fu un tempo, a metà degli anni Settanta, in cui il conformismo più alla moda era quello del “comunismo liberale“, del mitico “sorpasso” del Pci sulla Dc. La sera del 25 giugno del 1975 mi invitarono a cena dei vecchi amici cattolici di una grande famiglia di industriali milanesi; la televisione trasmetteva i risultati elettorali e i miei vecchi amici erano felici per la vittoria del Partito comunista, avevano votato anche loro comunista. Anche la zia Bice? La capofamiglia, l’erede del fondatore del famoso cotonificio, quella che ogni settimana riceveva l’amministratore che le portava i dividendi e i rendimenti? Anche allora, s’intende, c’erano i borghesi anticomunisti, ma non erano di moda, non si dichiaravano.

Oggi succede il contrario, oggi zia Bice vota Berlusconi e impreca contro il traditore Fini, perché in attesa che la ruota del conformismo giri di nuovo, se non tutti, i più sono di destra, cercano di ingraziarsela, o le assegnano i primi posti nelle gallerie televisive. E fra le destre molti stanno rivalutando la Lega e il senatur Bossi e suo figlio “la trota”, già in carriera.

Sono di moda, ritornano di moda, anche i fascisti, consci o inconsci, come il sindaco di Salerno che ha pubblicato in occasione del 25 aprile, festa della Liberazione, un suo manifesto storico in cui ripudia i partigiani e ringrazia i giovani soldati americani “di aver salvato l’Italia dal comunismo staliniano”. Pensate! Il sindaco di una città italiana che non sa che i giovani soldati americani sbarcarono in Italia anche grazie all’alleanza con l’Unione Sovietica e grazie ai suoi milioni di morti, e che nel primo governo dell’Italia libera a Salerno c’era anche il comunista Palmiro Togliatti. È l’abissale, tetragona, presuntuosa ignoranza della nuova eterna destra ad atterrirci, più della profezia Maya sulla fine del mondo nel 2012.

Questa predicazione ossessiva del fare a danno del pensare, questo correre alla cieca verso un futuro che sarà quel che sarà, come nella vecchia festa della rottura delle pignatte, con il rischio di rompere quella piena di acqua sporca.

La politica non è sempre razionalità, spesso è moda e conformismo. L’unico modo per evitare il peggio e quello dei reciproci controlli anche se difficili e defatiganti.

(10 giugno 2010) dall’ESPRESSO

8 commenti su “De Luca all’Espresso: Rettificate l’articolo di Giorgio Bocca”

  1. Giorgio Bocca ha commesso un errore scambiando De Luca con Cirielli.Bene ha fatto Enzo De Luca ha chiedere la rettifica della nota di Bocca ma la cosa non è poi tanto grave per lo scambio di nome in sè. ERA E RESTA GRAVISSIMA la posizione e le dichiarazioni fatte da Cirielli sul manifesto per il 25 Aprile. Se nella nota di Bocca si cambiano i nomi – come sarebbe giusto- il senso delle delle cose dette dal noto giornalista non cambiano. E’ grave che un Presidente della Provincia di Salerno, indipendentemente da chi è stato votato, ma ora Presidente di tutti “i salernitani” , possa con ignoranza ed arroganza “revisionare” la storia che è stata la matrice della nascita di una Repubblica democratica ed “ANTIFASCISTA”.
    E’ grave che questo venga dimenticato ( o sottovalutato) da molti, troppi, EX-DEMOCRATICI ( leggi le posizioni di Presutto – ex socialista- su questo blog), vedi I “tradimentI” di Cariello ex comunista, ex rifondatore e di Rocco Giuliano , socialista , quindi ovviamente di sinistra, fino ieri ed oggi uomo di destra con quel Cirielli vero riferimento di Bocca. Insomma troppa confusione e decadenza della democrazia partecipativa se chi viene eeltto in un’area politica con i voti di elettori che pretendono un impegno in quell’area , possa impunemente passare nell’area opposta portando con se la “valigia” di voti come effetti personali. QUESTA E’ UNA COSA CHE DOVREMMO TUTTI CONDANNARE, indipendentemete dalle nostre singole posizioni ideologiche.

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  2. Un uomo di legge come Cirielli che mette in discussione la storia e la realtà della storia con tutti i suoi risvolti, è preoccupante.
    Se per caso dovesse tornare a fare il carabiniere, ci si potrebbe fidare del suo doppio pensiero: quello di servitore della patria e di contestatore della liberazione?

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  3. Al fine di portare acqua (anche sporca) al proprio mulino, alla propria parte politica, si è disposti a strumentalizzare tutto. Si è disposti anche ad un’opera di revisionismo storico indecente, irrispettoso di chi ha dato la propria vita per la libertà. Si vuole evidenziare solo il sacrificio di chi, anche in modo forzato, può essere riconducibile alle proprie “posizioni” attuali. Così nel manifesto di Cirielli si vuole rendere omaggio, giustamente, alle truppe alleate impegnate in Italia, ma a scapito di altrettanto encomiabili e nobili truppe partigiane che donarono il sangue per la Patria. Cirielli dovrebbe sapere, (e se non lo sa dovrebbe informarsi, visto il ruolo che occupa) che nei partigiani c’erano comunisti, popolari, monarchici, liberali etc….ossia tutte le forze democratiche italiane che, seppur diverse ideologicamente, seppero unirsi nella lotta per la libertà!
    E questo revisionismo, questa strumentalizzazione di parte, è davvero penosa!

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  4. Giorgio Bocca ha sbagliato persona, ma ha ragione nella sua analisi. De Luca in questo non è fantasioso, ma spesso si allontana da quei principi che lui cerca di difendere.

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  5. UNO SCIVOLONE DI UN GRANDE GIORNALISTA PENSO, NON DRAMMATIZZIAMO, MA BENE DE LUCA A PRETENDERE DI AVERE LA SUA ONORABILITA’, SU QUESTIONI DELICATE, BEN VISIBILE.

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  6. MESSAGGIO AI BLOGGER
    Ho ricevuto sulla mia mail, in forma privata, numerosi inviti a regolare meglio i forum su questo blog, l’invito esplicitamente indica in alcuni frequentatori che di tanto in tanto partecipano con post che non sono affatto attinenti le discussioni, e che invece si rivolgono solo ai frequentatori che invece vogliono discutere e partecipare interattivamente alle discussioni sugli articoli proposti.
    Ho tentato in tutti i modi intervenendo e oscurando alcune frasi per evitare, quelle che io ritenevo potessero essere offese, e avrebbero fatto scadere il dibattito. Sono intervenuto direttamente su alcuni emi sono sentito appellare come uomo poco democratico. Di tanto in tanto intervengo per alimentare e moderare il dibattito ed in alcuni casi sono stato additato come sponsor di questo o quello.
    Prima i post si approvavano in automatico e poi abbiamo regolato l’accesso con la iscrizione, consentendo anche l’anonimato nel Nik perché spesso i potenti non sopportano le critiche e quindi potrebbero tendere alla “rappresaglia”.
    Mi viene chiesto con insistenza di ammettere solo quelli che recano le generalità vere dei blogger. Prossimamente cambieremo ancora la veste grafica e in quella circostanza chiederemo la registrazione con nome e cognome, ammettendo anche un nik diverso (per intenderci: bisognerà registrarsi con nome e cognome, ma poi se uno non che appaia, al pubblico apparirà solo il nik).
    Molti hanno anche ipotizzato, che alcuni di tanto in tanto appaiono come “guastatori” per disturbare l’azione del blog e intimorire chi interviene.
    Sinceramente non credo questo sia verosimile, anche perché il successo di POLITICAdeMENTE, non è legato a chi partecipa, semmai ai contenuti e poi anche al contributo che interattivamente danno, in minima parte, quelli che intervengono.
    Tra l’altro solo il 30% dei visitatori viene dall’area ebolitana e della piana del Sele, il resto da Battipaglia, i Picentini, gli Alburni, da Salerno il 25%, dal resto della Regione, dall’Italia e anche dall’estero.
    Solo il 35% dei visitatori si collega tutti i giorni, gli altri lo fanno saltuariamente, e la media di permanenza è molto alta (8,54 minuti).
    Quindi se qualche visitatore ha questo intento, sappia che contribuisce alla crescita del blog. Nonostante tutto sta avvenendo che qualcuno vorrebbe fare il blog nel blog e questo non posso consentirlo. Qualcuno invece di attenersi alle discussioni si cimenta a “psicanalizzare” tutti coloro i quali intervengono, risultando anche fastidioso.
    NON INTENDO PIU’ CONSENTIRE A NESSUNO DI INFASTIDIRE I VISITATORI, I QUALI TRA L’ALTRO NON GRADISCONO, ESSERE APOSTROFATI E TAGLIATI DA GIUDIZI CHE RIGUARDANO LA PERSONALITA’.
    QUEGLI INTERVENTI INCOMINCIANO AD ESSERE DI CATTIVO GUSTO.
    PERTANTO DA QUESTO MOMENTO IN POI COMMENTI DI QUEL TIPO NON VERRANNO PIU’ APPROVATI, COSI’ COME NON SARANNO APPROVATI QUELLI CHE NON SONO ATTINENTI GLI ARGOMENTI, TRANNE CHE NON SIANO IN DIBATTITO, CHE NON SIANO OFFENSIVI, INGIURIOSI, CALUNNIOSI E QUANT’ALTRO.
    La democrazia e la partecipazione non può essere disturbata da chi, sventolandole a loro piacimento, diventa arrogante e limitativo dei diritti altrui.

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  7. Per Un Operaio –
    Il tuo commento non è in linea con gli argomenti proposti.
    La partita continua e continua con le persone che hanno voglia di discutere non di disturbare.

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  8. Credo che quello che Bocca voleva dire è che è in corso un revisionismo antiresistenziale che gli attuali “democratici” cultori del liberismo di mercato ostentano con veemenza: forse per sentirsi ben integrati con la politica attuale che si diletta nel dileggio e nelle sevizie del comunismo italiano a comunismo morto e decomposto. Chi scrive , come credo Bocca, non è mai stato comunista ma riconosce il ruolo importantissimo che questo partito ha avuto nei 50 anni di vera crescita civile e democratica che è finita con il berlusconismo che ha sdoganato i tanti fascisti: dichiarati e non , consapevoli e inconsapevoli.
    Paolo Cioli

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