FederCepi costruzioni lancia l’allarme per il settore. Emergenza Covid, edilizia al tracollo
Il Presidente Antonio Lombardi (FederCepi): “Solo promesse e incentivi virtuali: Nessun sostegno vero alle imprese. Così si profila un “Autunno caldo”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – il post-Covid e la fase tre sembrava dovesse essere il redde rationem, il punto conclusivo che lasciasse indietro quei terribili momenti che hanno bloccato il Paese e che ci ha abituati a quei rapporti di morte che tutte le sere alle 18.00 ci indicavano la progressione dei contagi, dei guariti, e purtroppo dei morti. Per fronteggiare quei giorni poi si è provveduto ad emanare continui decreti e ordinanze.
Decreti e ordinanze che hanno destinato sussidi e provvidenze varie dispensando euro a destra e a manca, serviti sicuramente ad “ossiggenare” gli italiani ma che hanno raschiato il “barile” (già vuoto delle casse dello Stato) e ci hanno fatto puntare tutto sul Recovery Fund. Insomma in circa quattro mesi pur spendendo qualcosa come 36miliardi di euro, praticamente due finanziarie, non si è inciso per niente sull’economia reale. Quell’economia che vera, quotidiana, che ha sorretto il Paese, che non ha fondato la sua intrapresa sugli aiuti ma sulla propria capacità di affrontare i mercati, pur vivendo in un Paese che ha un sistema Bancario Imbalsamato, una burocrazia stratificata e asfissiante, una classe politica inadeguata e incapace. Peggio è per chi opera nel mezzogiorno costretto a combattere oltre che quei sistemi anche la scarsità di risorse che sistematicamente ignorano il Sud e un Parlamento nordizzato che trasversalmente devia sempre più risorse verso la macroarea del Nord-Est.
Ciò premesso le preoccupazioni di FederCepi Costruzioni e del suo Presidente Lombardi non sono affatto peregrine nel momento in cui egli lamenta scarse attenzioni verso il settore dell’Edilizia sebbene il Provvedimento del Superbonus 110%. La prova provata è l’ultima sortita del Premier Giuseppe Conte circa il rilancio della proposta, tra l’altro già accantonata qualche decennio fa, di realizzare un Tunnel sottomarino anziché il Ponte sullo stretto di Messina.
Ma veramente quella è una priorità per il mezzogiorno e per l’Italia? O forse le priorità sono altre infrastrutture, come: Strade, Ferrovie, Ponti, Dighe, Difesa del suolo, Ospedali, Scuole, Ammodernamento del patrimonio edilizio se il Bonus 110% non diventa un cappio di burocrazia, ammodernamento delle reti dei servizi, Acqua, Luce, Gas, pensando anche alle fonti alternative; insomma, questa dovrebbe essere la grande occasione per l’Italia, in questo modo si sostengono le imorese e di oari passo pensare anche a una riforma del Sistema bancario evitando vi siano differenze del costo del danaro tra Nord e Sud come avviene oggi riscontrando indoci massimi che vanno fino a 4 punti in più. Si è capaci di aprire un tavolo che si occupi del credito? O meglio dell’accesso al credito, quello che è basato su garanzie reali più che su progetti fiduciali. Un sistema Bancario al quale si dovrebbe imporre di destinare a prestiti il 30% delle raccolte, per modo che quelle somme diventino braccia di forza dell’economia territoriale. Ma parliamo con il muro. I primi fondi si dovrebbero chiedere per abbattere proprio quel muro.
“Nessun sostegno vero al comparto dell’edilizia; nessun serio programma di investimento infrastrutturale. Le piccole e medie imprese del settore edile sono in enormi difficoltà. Urgono azioni vere di sostegno al settore: ristori concreti dalle perdite subite, e non spinte all’indebitamento. In mancanza, per il comparto si profila un “autunno caldo” con pesanti ripercussioni anche sociali ed occupazionali”.
A lanciare l’allarme è il presidente nazionale di FederCepi Costruzioni, Antonio Lombardi, che stigmatizza l’efficacia degli interventi fin qui adottati, a livello nazionale e regionale, per le aziende del settore. “L’unica nota parzialmente positiva – commenta Lombardi – è l’adozione del Bonus Ristrutturazioni al 110%: ma è una opportunità che si sta già scontrando con due gravissime problematiche: un quadro normativo ancora troppo confusionario e complicato; e la mancanza di liquidità che spinge le famiglie a rinviare o addirittura a non prendere minimamente in considerazione questa tipologia di interventi”. Con questi due freni, insomma, anche il Bonus Ristrutturazioni rischia di avere impatti sul comparto assolutamente marginali.
Ma il grosso delle critiche del presidente di FederCepi Costruzioni riguarda le varie forme di ristoro adottate per fronteggiare l’emergenza-Covid. “Da ormai lunghi mesi – dice Lombardi –ragioniamo di decreti anticrisi specifici, adottati con cadenza mensile, qualificati fantasiosamente per quello che ancora non sono e non perseguono incisivamente. Le piccole imprese faticano ancora a vedere aiuti veri e concreti”.
FederCepi Costruzioni evidenzia che “tranne sospensioni e differimenti delle scadenze tributarie, i vari decreti hanno nella sostanza previsto soltanto soltanto incentivi all’indebitamento. Il cosidetto “Fondo perduto” che può essere richiesto fino al prossimo 13 agosto, taglia fuori la stragrande maggioranza delle aziende e, per chi vi accede, il ristoro non è affatto compensativo dei danni subiti. Così il settore non è nelle condizioni di avviare ripartenze vere”.
Il presidente Lombardi stigmatizza in particolare le decisioni del Governo. “L’Europa – dice Lombardi – che pure così spesso abbiamo accusato in passato, spesso a sproposito, ha creato i migliori contesti, per tutti gli stati membri, per intervenire con tempismo ed efficacia. Solo a titolo esemplificativo: il 19 marzo la Commissione europea ha adottato la Comunicazione COM (2020) 1863 sul cosiddetto Temporary Framework, che consente agli Stati membri di adottare misure di aiuto all’economia, in deroga alla disciplina ordinaria sugli aiuti di Stato. La Comunicazione prevede espressamente che queste misure debbano “compensare i danni causati direttamente dalla pandemia di Covid-19, come ad esempio, quelli causati dalle misure di quarantena che impediscono al beneficiario di esercitare la sua attività economica”.
Nello specifico, inoltre, il Temporary Framework prevede (comunicazione del 19 marzo 2020) l’ammissibilità degli aiuti finalizzati a garantire la liquidità e l’accesso ai finanziamenti per le imprese: gli Stati membri sono stati, tra l’altro, autorizzati a concedere, fino al valore nominale di 800 mila euro per impresa, prestiti a tasso zero, garanzie su prestiti che coprono il 100% del rischio o fornire capitale. Intervento peraltro cumulabile con gli aiuti “de minimis” (portandosi dunque l’entità dell’aiuto per impresa a un milione di euro) e con altre misure consentite in via straordinaria dal Temporary Framework.
Il 29 giugno 2020 la Commissione ha adottato una modifica del TF (Comunicazione C(2020) 4509) con la quale ha esteso il campo di applicazione del quadro temporaneo al sostegno pubblico a tutte le microimprese e piccole imprese (con meno di 50 dipendenti e un fatturato annuo totale e/o bilancio annuo totale inferiori a 10 milioni di euro), anche se il 31 dicembre 2019 erano già in difficoltà finanziarie.
“In un contesto di operatività sostanzialmente ed inusualmente favorevole – conclude il presidente di FederCepi Costruzioni – il nostro Governo ha adottato le misure più soft e meno impattanti, pur nella consapevolezza delle gravi difficoltà in cui già versavano ed ancora versano le nostre aziende. Senza un aiuto vero e immediato – conclude Lombardi – non si può che temere un autunno caldo per il settore, con migliaia di imprendori costretti a chiudere i battenti, e lavoratori licenziati non appena verranno meno CIG e vincoli ai licenziamenti”.
Salerno, 11 agosto 2020