È morto a 97 anni Sergio Zavoli. Uno degli ultimi maestri di giornalismo e straordinario narratore delle storie e dei tempi della nostra Italia.
L’onorevole Casciello (FI) ricorda il Maestro: “Zavoli è stato un punto di riferimento fondamentale per il giornalismo e la cultura. Indimenticabile maestro di giornalismo e straordinario narratore dell’Italia vera e popolare. In un Paese che ha bisogno d’esempi autentici, bisognerà custodirne le lezioni e il ricordo“.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
ROMA – “Sergio Zavoli ha scritto pagine indimenticabili di giornalismo d’inchiesta ma ha saputo anche narrare l’Italia vera e popolare con lo straordinario e impareggiabile racconto del Giro d’Italia con il Processo alla tappa. – Ad affermarlo è l’onorevole Gigi Casciello, giornalista e parlamentare di Forza Italia, componente della Commissione Cultura alla Camera e tra i fondatori dell’associazione Voce Libera – Un maestro di giornalismo del cui insegnamento mai come ora va fatta memoria“.
“Zavoli – conclude l’On. Gigi Casciello – è stato un punto di riferimento fondamentale per il giornalismo e la cultura. In un Paese che ha bisogno d’esempi autentici, bisognerà custodirne le lezioni e il ricordo“.
Sergio Zavoli, è scomparso in queste ore, era ravennste, romagnolo doc. Di pari passo alla sua carriera professionale straordinaria ha affiancato con discrezione anche l’impegno politico da presidente della Rai, presidente della Commissione di vigilanza Rai, è stato anche senatore del PD ed in quel ruolo ha portato con se i suii valori legati alla sinistra riformista, anche alle sue frequentazioni con il leader socialista Pietro Nenni.
Zavoli non è il migliore è tra i migliori giornalisti di tutti i tempi, di sicuro è l’ultimo maestro di giornalismo, libero e dalla schiena dritta, sebbene impegnato politicamente, e per questo si configura come un gigante, e spegie di questi tempi laddove i giornalisti hanno perso prestigio e ruolo perche di proprietà e volontariamente raccontano tutt’altre storie ma sempre in favore dei loro padroni, i quali magari nemneno più gli chiedono nulla tanto sono servili, e a proposito della libertà Zavoli disse: “Nel giornalismo la correttezza, l’onestà, l’indipendenza valgono più della carriera“. Sarà seppellito a Rimini, e per sua volontà accanto al suo amico Federico Fellini.
Per ben due volte ho avuto il piacere di incontrare il Maestro Zavoli. La prima volta è stata nell’aprile dell’87 a Rimini, al Congresso Nazionale del PSI, in quella circostanza fu eletto nell’Assemblea Nazionale, e mentre discutevo con don Gianni Baget Bozzo, si fermò e intrattenendosi con lui si parlò di quel congresso che aveva “catturato” nella sua Assemblea Nazionale il meglio delle personalità che in quel momento il Paese disponeva. La seconda volta fu a Roma, nel ristorante “da Gino al Parlamento”, era in piena tangentopoli, e vicini di tavolo, mi feci coraggio e gli parlai ricordandogli dell’incontro di Rimini, fu affettuoso e gentile, disse di ricordarsi ma secondo me lo fece solo per cortesia, tuttavia discutemmo a lungo degli avvenimenti di quel tempo tra processi reali e processi mediatici decapitó una intera classe politica, oltre che sancire la fine dei partiti e della Prima Repubblica, ed egli commentando quei monenti disse, accompagnandolo con un gesto della mano: “È l’inizio della fine“.
Aveva ragione. Da quel momento demolita la Prima Repubblica, attendiamo ancora che ne nasca un’altra. Demoliti i Partiti siamo preda di uomini soli al comando. E se i partiti di oggi portano il nome dei loro capi, non di meno accade per la Stampa. Insomma siamo liberi in un treno di cui nessuno conosce in che direzione va. E qui si ritorna al Maestro Zavoli, ricordandolo come un gigante E l’Italia non è più la stessa.
Roma, 5 agosto 2020