“Eboli verso Matera ‘19”, un viaggio di solo andata e tante “Illusioni perdute”:
Ecco la delusione e le amare considerazioni del Prof. Vito Pindozzi, ma anche l’appello alle persone sensibili al tema della cultura e delle opportunità che attraverso Carlo Levi e Matera Capitale si potevano raggiungere.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento, affidato ad un post pubblicato sulla sua pagina Facebook e a POLITICAdeMENTE, del Prof. Vito Pindozzi, già assessore della Città di Eboli e da sempre animatore culturale e riferimento importante ma discreto degli amanti dell’arte, della cultura, della storia, del tempo libero ma mai libero, libero, sempre abbinato alla conoscenza e alla scoperta dei tesori della nostra bella Italia e del meridione innanzi tutto.
Ma perché Pindozzi ha postato questo suo contributo e lo ha reso pubblico? Sicuramente perché è rimasto deluso rispetto ai programmi che si erano immaginati e avviati per “Matera 2019” e a quel programma che si era concordato con i vari Enti e le varie Associazioni che vi avevano aderito per giungere a quell’evento-percorso “Eboli verso Matera ‘19”, che non voleva essere una manifestazione omnicomprensiva, ma un evento spazio-temporale capace di coinvolgere le “vie di Levi“, le sue opere, i luoghi che lo scrittore aveva vissuto e reso noti immortalandoli e rendendoli universali come la sua “prosa” ma viva e vissuta non in un evento ma in una occasione che servisse per sempre ad aprire quei percorsi e trasformarli in turismo culturale raffinato e tradizionale, agreste e moderno in uno un “tratturo” di arte, cultura e civiltà contadina che Levi seppe far conoscere al mondo.
“Illusioni perdute” quelle del Prof. Vito Pindozzi, che sono seguite alle fasi diell’entusiasmo di Matera Capitale, ma mai si poteva immaginare che tutto quell’entusiasmo si consumasse in una “fiammata” che alla fine lasciava a terra solo resti bruciati di un ricordo. Egli evidentemente in questo lungo lockdown ha riflettuto e ha constatato come l’arte ha viaggiato oltre ogni restrizione e si è materializzata in ogni forma per colmare le nostre ansie e le nostre paure, ed evidentemente si è riletto “Illusioni Perdute” il romanzo di Onoré de Balzac e pensando a Levi, a “Eboli verso Matera ’19” e all’affievolirsi fino a far scomparire ogni traccia di quel sogno, ha pensato a quel progetto ambizioso, ma che si è scontrato con la realtà e che ha mostrato oltre che la fragilità anche l’incapacità di saperlo affrontare per mancanza di coraggio, lasciando che il tempo cancellasse ogni traccia e che l’attualità del “mordi e fuggi” prevalesse sull’eternità. E mo? Mo non c’è rimasto nulla se non il busto di Carlo Levi posizionato al centro della omonima piazza abbandonata a se stessa e gli faccio dono di uno scatto che ci immortala entrambi.
«Spesso nei miei testi di studi universitari m’imbattevo nella “terribile” dicitura “Si lascia allo studioso lettore la facile dimostrazione del Teorema“. Con la stessa espressione mi sento oggi di sottoporvi di valutare il percorso “Eboli verso Matera ‘19”, benché cronologicamente anacronistico. – Scrive nelle sue riflessioni il Prof. Vito Pindozzi – Dal lontano 2016 ci eravamo proposti di agganciare Eboli alle dinamiche culturali che di lì a poco avrebbero investito la nostra realtà meridionale proprio in omaggio al ruolo non secondario che aveva prodotto il messaggio di Carlo Levi con il Suo “Cristo si è fermato a Eboli”.
Ci fu una fase di grande entusiasmo iniziale – Prosegue Pindozzi – che mobilitò molte associazioni culturali e singole personalità che collaborarono attivamente per la realizzazione della Mostra “Eboli Verso Matera ‘19” imperniata sulla figura e l’opera di Carlo Levi e i suoi riflessi negli interventi di rinascita del mezzogiorno. Tutti ricorderanno i positivi echi della mostra e del convegno di apertura, con la presenza del sindaco di Matera, e i solenni impegni a proseguire insieme per gettare le basi di un dialogo permanente di Eboli con le realtà con cui è stato sempre storicamente legato. Con questo spirito si portò la mostra ad Aliano, che è diventato in questi ultimi anni un vivacissimo centro culturale, riferimento per eventi e di mostre di straordinaria rilevanza non solo regionale ma nazionale e internazionale.
Dopo questa prima iniziativa, – aggiunge ancora Pindozzi – realizzata grazie al gratuito contributo personale di singoli aderenti al Comitato, si lavorò a predisporre un’opera composita teatral-musicale che, ripercorrendo lo stesso tema, dava maggiore risalto e risonanza alle potenzialità culturali, artistiche e organizzative della nostra realtà. Anche qui, ci sono stati dei grandi entusiasmi partecipativi e straordinari contributi d’idee, elaborazioni intellettuali, energie fisiche e disponibilità umana. Grande ed entusiastico risultato finale con la prima rappresentazione nel Cinema Italia, cui avrebbero dovuto seguire repliche, in primis a Matera prima destinataria dell’opera all’interno delle iniziative di “Matera 19”, ma anche in altri siti regionali e nazionali, data la valenza universale dei messaggi contenuti e della grande godibilità dello spettacolo.
Molte altre cose erano in gestazione – ricorda Pindozzi – (Randonnée, Maratone, convegni e mostre a tema) ma improvvisamente la macchina si è clamorosamente inceppata. Sono state si realizzate delle iniziative, ma solo grazie a rapporti personali di singoli, che non hanno realmente coinvolto le comunità. Mi fermo qui con le considerazioni non per chiudere il discorso ma per svilupparlo in sedi più consone, magari concordando un’apposita riunione. In questa sede più che dimostrare quello che per me è un facile teorema, lascio che siate voi a trarre conclusioni. Personalmente questa chat può anche finire qui, perché se n’è snaturata la sua funzione, a partire dai post del Sindaco – Presidente, che in piena campagna elettorale ha cominciato a inondare questo luogo riservato alle riflessioni e alle proposte culturali con i suoi bollettini amministrativi.
Si sa però – conclude con un appello il Prof. Vito Pindozzi – che se c’è qualcuno che suona trombe trionfalistiche dalle stanze del potere inevitabilmente ci sarà chi suonerà le campane dalla parte del popolo, come la storia insegna. Faccio appello a quanti si sono sentiti rappresentati in questa chat di esprimersi sull’opportunità di chiudere questa chat oppure tenerla ancora aperta per dibattere liberamente di opinioni, proposte e iniziative da adottare per favorire la crescita culturale e civile della nostra città».
In più Pindozzi nella sua qualità di portavoce del comitato “Eboli verso Matera ‘19” ha pubblicato anche la risposta che ha dato in risposta ad una missiva personale del Sindaco, cche qui di seguito si pubblica:
«Caro Massimo, Sindaco – Presidente, niente di personale, ma la bontà di un’azione amministrativa si valuta verificando i risultati conseguiti, che purtroppo danno l’idea di una grande incompiuta, nonostante l’indubbia mole di attivismo mediatico. La questione sostanziale non è l’elenco delle iniziative e l‘attivismo amministrativo che le ha sorrette ma se sono stati realizzati gli obiettivi che c’eravamo prefissi. Il comitato “Eboli verso Matera ‘19”, che raccoglieva oltre venti associazioni e altrettante singole individualità ed era nato per svolgere il ruolo non solo di elaborazione e di proposta ma anche di collegamento interattivo con le comunità che storicamente sono a noi affini e formano il substrato della nostra identità culturale.
La doppia funzione di Sindaco-Presidente, da tutti accettata come ottimale per dare alle iniziative del Comitato legittimità e rappresentanza della comunità ha creato in realtà un progressivo esautoramento del Comitato stesso, sia perché limitato nella capacità decisionale, sia perché non è mai stato dotato di strumenti necessari per operare in piena autonomia. La sua funzione è diventata subalterna a scelte amministrative, divenendo così un mero fornitore d’idee e “manovalanza”, a volte gestita da qualche malaccorto caporale di giornata.
Il progetto di creare una rete di rapporti permanenti attraverso scambi sculturali ed eventi condivisi ha prodotto singole pregevoli iniziative ma spesso solo supportate da associazioni “amiche” dinamicamente più attive e disponibili. Matera era un simbolo e un’opportunità che poteva mettere in circuito le potenzialità del nostro territorio con rapporti di scambio e di condivisione d’iniziative, ma è mancata una direzione strategica capace di produrre le sinergie necessarie e le strutture di supporto.
Hanno funzionato i rapporti già storicamente consolidati e che devono ulteriormente essere mantenuti e potenziati ma non si è avvertita l’eco delle nostre iniziative nel tessuto vivo delle comunità che avremmo voluto coinvolgere. Non siamo l’ombelico del mondo ma possiamo svolgere con dignità il nostro ruolo, nel solco di una tradizione che ci assegna la funzione di collegamento fra realtà vive, attraversate da grandi fermenti culturali. Il cimento culturale non è spento, ognuno farà le sue valutazioni e il cammino proseguirà a prescindere dalle parentesi elettorali. Troveremo i modi per proseguire nel dialogo e nella collaborazione per creare le condizioni di agibilità culturale senza condizionamenti e senza barriere. Matera ’19 è alle nostre spalle, proseguiamo conservando la rete di rapporti già consolidati organizzando nuovi canali di comunicazione. Buona fortuna».
Eboli, 5 agosto 2020