Sanità, le rapine del Nord e la Guerra termonucleare di De Luca

La Sanità e la Guerra termonucleare di De Luca: Sullo sfondo gli interessi di un cartello trasversale nordista contro il Sud d’Italia.

Vincenzo De Luca rispetto alle “rapine” di un Parlamento trasversalmente nordizzato che ha messo gli occhi sui fondi europei: «Possiamo pensare di continuare con un riparto che toglie alla Campania ogni anno 300 milioni? È una vergogna intollerabile e non succederà più. Verificheremo la coerenza di tutti i parlamentari del Pd”.

Vincenzo De Luca

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

NAPOLI – «Quando dovremo discutere del riparto dei fondi della sanità la Campania farà la guerra termonucleare e verificheremo la coerenza di tutti. Anche del Pd, perché la verità viene prima delle bandiere di partito anche del Pd». Questa non è affatto una battuta che ha fatto il Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca intervenendo al congresso programmatico del Partito Democratico di Napoli avvisando o preavvisando tutti quei buontemponi che trasversalmente continuano a separare l’Italia ingozzando il Nord, e nemneno tutto, ed impoverendo il Sud, indistintamente tutto.

«Possiamo pensare di continuare con un riparto che toglie alla Campania ogni anno 300 milioni? – ha continuato incazzato e ad alta voce il Governatore De Luca facendo e facendosi una domanda ed enunciandone le ragioni di una “Guerra Termonucleare“, che  noi suggeriamo cominci a preparare, perché quei “papponi” dei “prima agli italiani” con l’appoggio trasversale di tutti i partiti che hanno contribuito alla nordizzazione del Parlamento e allo scandalo che ha investito la Sanità Lombarda in primis e dopo la pandemia si scopriranno anche nelle altre regioni dove i morti da COVID-19 sono stati a migliaia, questo hanno intenzione di fare, non appena avranno la possibilità di mettere le mani sui 175miliardi dell’Europa e specie sui 38 miliardi già stanziati per la Sanità.

«Questa cosa è una vergogna intollerabile e non succederà più. – ha tuonato inviperito De Luca rivolgendo nel contempo un avvertimento anche al PD, specie dopo le uscite di Bonaccini e nel silenzio dei parlamentari PD eletti al Nord insieme a quelli che sono stati eletti nelle liste delle circoscrizioni del Sud squilibrando ancora di più gli equilibri di rappresentanza parlamentare tra Nord, Centro e Sud con isole – Ripeto,  ha concluso il suo “avvisso” o dichiarazione di “guerra” ai Democrat – verificheremo la coerenza di tutti i parlamentari del Pd“.

E come si fa a non dargli ragione. Questa di De Luca non è una battaglia di adesso che, fortunatamente per lui, in questo momento risulta essere favorito nella corsa a Presidente della regione Campania usufruendo anche di una visibilità nazionale, ma è una battaglia che ha già iniziato da anni e l’ha combattuta anche ai tempi del Governo Salvini-Conte-Di Maio, allorquando i “Tre porcellini” Fontana, Zaia e Bonaccini spingevano per accellerare, a modo loro e solo tra di loro, la famosa “Autonomia Differenziata” per fottere il Sud e il resto d’Italia, mentre Lazio e Campania, per la Sanità, erano ancora Commissariate.

In quella circostanza, si ricorderà che De Luca chiese di partecipare al tavolo che imbandiva il “piatto” dell’Autonomia Differenziata, e quel tavolo fu convocato presso il Ministero della Salute presso quella Ministra Giulia Grillo che non voleva si vaccinassero i bambini, ma quando lo “Sceriffo” intavoló la discussione e pose all’attenzione degli astanti: principi, modalità e criteri; partendo dalle dotazioni di base per i servizi, le strutture e gli euro per abitante, i mattacchioni Fontana, Zaia, Bonaccini, hanno desistito dal proseguire e quel tavolo non si è mai più convocato.

In soldoni De Luca chiedeva, innanzitutto di fissare i criteri nazionali rispetto agli Ospedali, colmare gli squilibri e realizzare quelli che ocvorrono sulla base degli abitanti, poi rispetto alle prestazioni indicava una somma per abitante, ed erano proprio gesta richieste che hanno suggerito ai “tre porcellini” di affondare il tavolo, perché evidentemente non gli conviene che si realizzino degli Ospedali al Sud per favorire quelle strutture per il 60% in mano ai privati (Lombardia) che hanno scelto l’elezione piuttosto che la genericità delle cure abbandonate al restante 40% di Ospedali pubblici.

Sempre in soldoni, se vi fossero più Ospedali ci sarebbe la migrazione verso gli Ospedali del Nord? E se vi fossero più Ospedali al Sud le liste di attesa sarebbero lunghe? Se vi fossero più fondi per la Sanità del Sud, i pazienti meridionali andrebbero ad affrontare viaggi della Speranza potendo avere il meglio del meglio come è stato decretato a livello internazionale per l’Istituto Pascale di Napoli come Migliore Ospedale del Mondo? Lasciamo ai lettori le risposte, ma nel contempo condividiamo la rabbia di De Luca e ci arruoliamo da subito a combattere questa Guerra Termonucleare, e faremo a gara per premere il bottone rosso.

Napoli, 13 luglio 2020

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