I Templi e il mito. Il Concerto per la Siria e Beethoven. La Pace e il sogno. E.. “Nettuno”, la luna e il M° Muti incantano Paestum.
Organizzato dalla Regione, Scabec, Comune di Capaccio, Festival di Ravenba, CCIA Salerno, e Parco Archeologico di Paestum, il Concerto/evento per la Siria: Dal bonapartismo ai tempi moderni. Dalla Sinfonia Eroica agli eroi dei nostri giorni. Il dramma di un popolo e i conflitti etnico-religiosi. Un genocidio sullo sfondo di interessi politici internazionali per le nuove primazie mondiali. E il sogno….? La pace questa sconosciuta.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
PAESTUM – “Le vie dell’amicizia: Concerto per la Siria” un grande successo che ha sancito di fatto il gemellaggio tra Paestum e la Siria. E….. i Templi, il M° Muti, la musica, Beethoven e la luna hanno incantato Paestum e il pubblico completamente rapito dall’Eroica e dal profondo significato che ha saputo trasmettere una esecuzione e una direzione straordinaria.
Un concerto / evento per il popolo siriano, per la pace e per la cessazione dei conflitti in Siria, nel suggestivo scenario del Parco archeologico di Paestum, promosso e sostenuto dalla Regione Campania con la Camera di Commercio di Salerno in collaborazione con il Ravenna Festival, il Comune di Capaccio, il Parco Archeologico di Paestum e Velia e con la Scabec, rappresentati dai vari vertici in primis il Governatore della Campania Vincenzo De Luca, il Presidente della Camera di Commercio di Salerno Andrea Prete, il direttore del Parco Gabriel Zughetrighel, il Sindaco di Capaccio-Paestum Franco Alfieri.
Un ponte di fratellanza, come si è auspicato e si sta adoperando per raggiungere l’obiettivo, il Direttore del Parco Zughetrighel, e con l’arte e la cultura partendo da Paestum cuore della “Magna Graecia” si possa raggiungere attraverso la musica, le vie tormentate della guerra e della sofferenza del popolo della Siria con il concerto per la Siria e per la pace.
Paestum i Templi e il mito. Il M° Riccardo Muti, Ludwig van Beethoven e la musica. il Concerto per la Siria dal bonapartismo ai tempi moderni. Dalla a agli eroi dei nostri giorni. Il dramma di un popololo e i conflitti etnico-politici. Un genocidio sullo sfondo di interessi politici internazionali per le nuove primazie mondiali. E il sogno….? La pace questa sconosciuta.
Il Concerto
Il Concerto viene introdotto da una breve presentazione del M° Muti che ricorda l’impegno del mondo della cultura e dell’arte per la causa curdo-siriana e più delle altre l’importanza della Musica come linguaggio universale che raggiunge e dialoga con tutti i popoli del Mondo, augurandosi come poi ha concluso: “Una goccia in mare poco può fare ma tante gocce diventano un mare“. Il M° Muti ha voluto sottolineare il valore dell’evento: “Voglio ringraziare prima di produrre questa meravigliosa cantante curda accompagnata dallo strumento a corde, il governatore Vincenzo De Luca che ha permesso questo spazio unico al mondo e insieme a lui tutti gli altri personaggi che ho avuto la fortuna di conoscere in questi due giorni che hanno reso possibile questo evento adesso introduco una pittrice molto giovane di grandissimo talento e anche ormai di grande notorietà che per esprimersi attraverso l’arte la pittura è finita in carcere per 3 anni mentre un’altra donna giovane per aver cantato un canto nella lingua curda dal 2015 è tinchiusa in carcere ed è stata condannata a 19 anni di carcere. Le nostre parole e il nostro impegno non significano essere da una parte e dall’altra o dall’altro ancora, noi musicisti amiamo l’ecletticità e la esprimiamo in tutte le nostre forme in maniera libera“.
Riccardo Muti ha presentato l’artista Aynur Doğan cantante e musicista curdo contemporaneo dalla Turchia, nata a Çemişgezek, una piccola città di montagna nella provincia di Dersim in Turchia ed anche lei fuggita a Istanbul nel 1992. Ha studiato canto saz e türkü in un’influente scuola di musica a Istanbul, l’Arif Sağ Müsik, che con due brani straordinariamente significativi e la sua voce melodiosa aggiunta alla sua interpretazione struggente ha commosso il pubblico ed si è introdotto l’Eroica.
La dedica agli eroi caduti
Khaled al-Asaad, nato a Palmira nel 1932, morto a Palmira il 18 agosto del 2015, è stato un archeologo, scrittore e traduttore siriano, direttore per 40 anni del Museo e del sito archeologico della città di Palmira, uno dei maggiori conoscitori e studiosi di archeologia, nel maggio 2015, quando Palmira passò sotto il controllo dello Stato Islamico Khaled al-Asaad fu catturato da un gruppo jihadista e il 18 agosto dello stesso anno fu barbaramente ucciso, tramite decapitazione. Il suo corpo come messaggio di terrore fu appeso ad una colonna. Si racconta che non volle indicare laddove erano state nascoste le principali opere d’arte per strapparle alla barbarie dei jihadisti. A Khaled al-Asaad è stato dedicato un Cippo nel cimitero dei Giusti a Milano.
Hevrin Khalaf nata il 15 novembre del 1984 a Al-Malikiyah, trentacinque anni, laureata in ingegneria civile e Segretaria generale del Partito Futuro siriano, Hevrin Khalaf era un’attivista che ha dedicato la vita alla lotta per la coesistenza pacifica fra curdi, cristiano-siriaci e arabi, motivo per cui era stimata da tutte le comunità. Si batteva per i diritti delle donne nelle comunità islamiche ed era noto il suo grande talento per la diplomazia. Chi la conosceva parlava di lei come una sorta “ministro degli Esteri” del Rojava. Khalaf è stata uccisa crivellata di colpi da forze appoggiate dalla Turchia vicino all’autostrada M4 nel nord della Siria durante l’operazione militare turca contro le Forze Democratiche Siriane in Rojava il 12 ottobre 2019.
“Eroica”: La Sinfonia
La Terza sinfonia venne composta tra il 1802 e il 1804 ed eseguita e diretta dallo stesso autore per la prima volta nel 1805, Beethoven la dedicò in segno di ammirazione a Bonaparte. In quel tempo lo scenario politico che attraversava l’Europa proprio per i suoi riflessi tumultuosi ma importantissimi tanto che quel momento venne definita da Hegel riferendosi a Bonaparte e al bonapartismo “l’anima del mondo a cavallo”, rappresentó un’anima che, attraversò l’Europa imponendosi come a difensa degli ideali repubblicani.
Ma quando Napoleone decise di autoincoronarsi Imperatore dei francesi, Beethoven si indignó, rimase profondamente deluso, cancelló la dedica ed in seguito la intitoló Sinfonia Eroica al principe Lobkowitz, un aristocratico boemo sicuramente minore ma in linea con i suoi sentimenti. Beethoven con questo gesto e in questa sinfonia rispecchia il suo modo di essere uomo dalle forti convinzioni: quelle che aveva provato e che lo avevano ispirato segnando nello spartito il dramma, la morte, la rinascita, il conflitto, la resistenza, il valore degli ideali, le sofferenze per affermarli; Ed è qui il collegamento con gli eroi a cui è stata dedicata la serata di Paestum delle “Vie dell’Amicizia”, pensando e facendo un parallelo tra l’Europa degli albori rivoluzionari e quell’area geografica di perenne inquietudine sociopolitica, laddove il popopolo curdo e siriano ne sono vittime. Vittime di un conflitto che oltre che etnico-religioso e tra bande minoritarie ma prevalenti, che con le armi e la distorsione religiosa vogliono imporre un nuovo mondo basato sulla morte e sul terrore.
E mentre i morti ormai si contano in più di 700mila e i feriti in circa 4milioni, più della metà di quelle popolazioni ha lasciato il Paese rifugiandosi altrove e il terrore avanza in un gioco politico internazionale, mentre dall’alto si fronteggiano con le armi dal basso e di sotto, seguendo le vie del petrolio e dei dollari, fanno affari e si vorrebbero disegnare le nuove relazioni internazionali. Ecco, in questo scenario l’Eroica è un’opera moderna, attuale, una delle pietre miliari nello sviluppo del sinfonismo di Beethoven ed è qui che, chi lo ha studiato, ha visto per la prima volta l’ampiezza, la profondità, l’orchestrazione e lo spirito che segnano una rottura con le melodie piacevoli: “leggere”; che i vari Salieri interpretavano a quei tempi.
Su Napoleone aveva ragione Beethoven, per quanto un grande personaggio, e per certi aspetti moderni aveva ragione quando disse: “Anch’egli non è altro che un uomo comune. Ora calpesterà tutti i diritti dell’uomo e asseconderà solo la sua ambizione; si collocherà più in alto di tutti gli altri, diventerà un tiranno!”
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Paestum, 6 luglio 2020