Il Comitato di Salute Pubblica accusa: Il DG Iervolino chiude l’Ospedale di Eboli e l’Amministrazione Cariello tace.
Adelizzi (CSP) va giù duro contro l’ASL Salerno e il DG: «Iervolino “sequestra” la terapia intensiva dedicandola esclusivamente al covid 19, questo significa stop agli interventi di altro tipo. Se nelle sue intenzioni c’è la volontà di ridurre ancora servizi e prestazioni faremo guerra fino alla fine». Intanto da Caldoro a De Luca, da Squillante a Iervolino, da Spinelli a Minervini la musica non cambia.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Il Comitato di Salute Pubblica presieduta da Rosa Adelizzi, la “pasionaria” della Salute accusa i vertici Aziendali dell’ASL Salerno, il suo Direttore Generale Mario Iervolino, i vertici dell’Ospedale di Eboli, primo in testa il suo Direttore Sanitario Mario Minervini di essere colpevoli di voler chiudere l’Ospedale di Eboli, colpevoli come l’amministrazione comunale di Eboli e il suo Sindaco Massimo Cariello per la sua inerzia e il suo silenzio.
Adelizzi (CSP) va giù duro contro l’ASL Salerno e il DG: «Iervolino “sequestra” la terapia intensiva dedicandola esclusivamente al covid 19, questo significa stop agli interventi di altro tipo». – scrive la Adelizzi in una nota stampa nella quale, a suo avviso, elenca tutti gli sprechi accumulati nel corso dell’emergenza Covid:
- 16 milioni di euro spesi per i moduli all’AOU Ruggi di Salerno;
- 300 mila euro spesi all’Ospedale di Agropoli;
- e intorno ai 200 mila euro spesi al P.O. di Scafati;
E nonostante tutti questi soldi spesi – secondo la Adelizzi – si usa il Covid per recitare il “De profundis all’Ospedale di Eboli.
Non si capisce – prosegue la Adelizzi – perché mai un Ospedale Generalista e Specialista come quello di Eboli debba essere individuato come centro Covid-19, una area territoriale che copre 300.000 utenti, che ha già subito la chiusura di 2 Ostetricie e Pediatrie, e negli anni un ridimensionamento di oltre 400 posti letto. Stessa sorte – secondo la Adelizzi – spetterebbe anche all’Ospedale di Oliveto Citra laddove insistono ancora accorpamenti tra i reparti di Ortopedia e di Chirurgia ed un’area Covid del tutto inutilizzata e che, parimenti, ha scombussolato anche quell’Ospedale.
Da Roccadaspide – per la Presidente del Comitato di Salute Pubblica – le notizie non sono migliori e anche la Giunta Comunale di Roccadaspide, mentre il vice sindaco Girolamo Auricchio, si batte come un Leone e parla di forti carenze di personale sanitario tali da impedire un utilizzo pieno dell’Ospedale, il sindaco di Eboli Massimo Cariello, rimane silente. – La domanda sorge spontanea…. – aggiunge la Adelizzi attribuendo erroneamente al Governatore della Campania strategie di ridimensionamento dell’area specifica individuata come quella della “Valle del Sele” dimenticando che questo altri non è che il frutto di una gestione commissariale.
10 anni di impostazioni politiche ben precise avviate a Napoli dall’ex Governatore Caldoro con gli apporti delle Amministrazioni provinciali Cirielli e Iannone, i quali prima con Squillante e poi con Spinelli iniziarono una operazione di svuotamento della Sanità pubblica depotenziando questa specifica area, a favore delle aree a Nord e a Sud di Salerno, favorendo l’agronocerinsarnesece e Vallo della Lucania. Azione depotenziatrice che è stata poi perseguita anche dopo Caldoro-Cirielli-Iannone-Squillante-Spinelli, dallo stesso De Luca per raggiungere il pareggio di bilancio della Sanità campana e dalla Direzione Sanitaria di Eboli che non ha voluto recuperato i maltolti, aggravando per contro la situazione, operando accorpamenti, chiusura e spostamenti di reparti da un Ospedale all’altro, con politiche organizzative confuse e poco chiare (si veda la prima indicazione Covid) – De Luca ha iniziato con i suoi Piani Ospedalieri a depotenziare l’area vasta della Piana, della Valle del Sele e del Calore dove insistono 400 posti letto suddivisi in 4 Ospedali a fronte di 350.000 abitanti ed ora, con la scusa del COVID, vorrebbe ridurre altri posti letto e poi chiudere altri Ospedali? E a cosa sono serviti i prefabbicati mobili acquistati per l’emergenza, se si utilizzano ospedali pubblici?
Oltre al covid, esistono patologie importanti che richiedono ricoveri e cure, con l’offerta sul territorio sempre più approssimativa. – accusa ancora la Adelizzi – Quindi, il disegno è chiaro, mettere il lucchetto definitivamente, lasciando al proprio destino i cittadini a sud di Salerno. Se questo non è l’intento, allora, immediatamente ripristini alle proprie funzioni gli Ospedali di Eboli e di Oliveto Citra e potenzi l’Ospedale di Roccadaspide. Se ciò non è, – conclude Rosa Adelizzi – e nelle sue intenzioni e nelle intenzioni di Jervolino vi è la volontà di ridurre ancora i servizi alla popolazione, allora si preparino perché faremo guerra fino alla fine».
Se alcune questioni sollevate dal Comitato per la Salute Pubblica e dalla sua Presidente Adelizzi sono condivisibili, perché rispondenti ad atti sistematicamente adottati negli ultimi anni, altre non trovano riscontri oggettivi. Vale per tutti l’esempio della primaria destinazione del Covid Center nel cuore dell‘Ospedale con percorsi misti e pericolosi ai fini di contagio, e i relativi accorpamenti e trasferimenti di reparti da Eboli a Battipaglia per fare spazio alla suddetta area Covid, oltre ogni indicazione dell’ASL, che immediatamente ne boccio’ l’iniziativa come un inaudito “passo avanti” non condiviso.
Intanto quella temporanea destinazione ha fatto passare nell’immaginario collettivo che si fosse trasformato l’Ospedale di Eboli in un Covid Hospital, vieppiu’ con percorsi misti e quindi con pericoli di contagio e quindi da evitare, di qui la conseguenza della desertificazione dell’Ospedale di Eboli per il rifiuto da parte degli utenti di recarsi in Ospedale e usufruire dei vari servizi e quindi è stato disertato in massa.
Pertanto quei “disegni” di distruzione e di chiusura dell’Ospedale di Eboli che si attribuiscono a Iervolino e a De Luca, altri non sono che iniziative mal poste e senza essere condivise dall’Asl in capo solo alla organizzazione dettata dalla Direzione Sanitaria. Relativamente poi ai posti di Terapia Intensiva realizzati in Campania sia all’interno degli Ospedali che quelli relativi ai moduli covid, va detto che questi possono comunque essere utilizzati anche altrove rispetto alla loro attuale collocazione, e ovviamente tutti ci auguriamo non vengano mai utilizzati, ricordando però a chi se ne lamenta, che non ci sarà mai un solo tedesco che accusera’ chicchessia per quei 28mila posti di terapia intensiva mai utilizzati in Germania, ma preziosamente utili, ove mai scoppiasse una epidemia come è veramente avvenuto.
Eboli, 27 maggio 2020