Sinistra Italiana in risposta ad un articolo di stampa di chiara matrice delegittimante della Festa della Liberazione.
Il 25 aprile non è la festa di tutti ma di chi si riconosce nei valori antifascisti della Costituzione nata dalla Resistenza, grazie all’impegno unitario di comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, anarchici, riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN)”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
PONTECAGNANO FAIANO – Riceviamo e volentieri pubblichiamo alcune considerazioni che la Sinistra Italiana si è vista costretta a fare a seguito della pubblicazione su un quotidiano locale avvenuta il 25 Aprile dell’articolo a firma di tale Giuseppe Corrado, sulla Festa della Liberazione dal Fascismo e dall’occupazione Nazi-fascista precisando contesto politico e storico che hanno determinato quegli eventi e come da quegli eventi Alcide De Gasperi nel 1946, da Presidente del consiglio ritenne di indicare nel 25 aprile la Festa della Liberazione, poi ufficializzata nel 1949 come una “festa” appunto che ci ha consegnato uno Stato democratico e repubblicano e la Costituzione più bella del Mondo che nonostante tutti gli assalti dei populisti-sovranisti e dei nuovi fascisti è ancora un punto di riferimento di tutti gli uomini e le donne democratici e per questo terreno di escursioni di tutti coloro i quali vivono di odio, alimentano il terrore, coltivano la rabbia, predicano vendette e perseguono finalità razziste. Sinistra Italiana chiede che le sue considerazioni vengano pubblicate, commettendo l’errore di alimentare una seconda pubblicazione di quell‘articolo spazzatura, che al contrario doveva solo essere ignorato confinandolo alle poche decine di condivisioni e alle poche decine di altri che probabilmente lo hanno letto.
«Abbiamo letto l’artico apparso su Cronache del 25 aprile, a firma del sig. Giuseppe Corrado, pieno di ignoranza e di luoghi comuni, tese a delegittimare la Resistenza che ha consentito e consente di dare voce anche a chi guarda al passato con occhio benevolo, quasi giustificatorio delle nefandezze avvenute in Europa ad opera del fascismo e del nazismo.
Il 25 aprile non è la festa di tutti ma è la festa di chi si riconosce nei valori antifascisti della Costituzione che è nata grazie alla Resistenza, che NON fu portata avanti solo dai comunisti, ma fu “impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, anarchici), in maggioranza riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN)”.
Il 25 aprile è la festa della liberazione dal fascismo, tanto che la Costituzione vieta la ricostituzione del partito fascista, e non è retorica in quanto è attuale e piena di significato visto il fiorire di nazionalismi qua e là nel mondo e anche in italia.
Gli ideali della Resistenza sono SCOLPITI nella Costituzione Italiana e se si sono appannati è stato grazie ad un ventennio di governo della destra che dal 90 in poi ha accentuato le diseguaglianze sociali, dove l’interesse personale è prevalso a scapito di quello collettivo, dove la cultura e la scuola pubblica sono statte depotenziate (e si vede!!!!). Purtroppo ne stiamo ancora pagando le conseguenze.
Il luogo comune bsta benestante denota una scarsezza di argomenti e una limitazione culturale sconcertante. Quello che sfugge all’autore dell’articolo è che uno dei compiti della politica è il benessere collettivo, non quello di diventare tutti poveri. E che se un comunista o chiuque di sinistra abbia col proprio lavoro e senza penalizzare gli altri raggiunto un certo benessere non vedo quale sia il problema e soprattutto cosa c’entra con il 25 aprile.
La tela immacolata rappresentata dall’autore, non è immacolata ma tinta di sangue dei 6 milioni di ebrei, delle 470.000 vittime della guerra, delle 23.000 vittime delle rappresaglie nazifasciste e delle 7.000 vittime ebree in italia.
Purtroppo alcuni italiani alla fine della guerra fecero una scelta di campo: stare con chi aveva perpetrato molteplici eccidi ed ha continuato a farne anche quando era consapevole che stava soccombendo. Sacrificando vite innocenti solo per ritorsione. Il 25 aprile non può essere la loro festa in quanto, come dicevo, è la festa di chi si riconosce nei principi antifasciti della Costituzione.
La vicenda della morte di Mussolini e della Petacci a piazzale Loreto a Milano, come pure di altri come Gentile, non va decontestualizzata né tantomento si può confondere il carnefice con le vittime. Mussolini ha approvato leggi razziali, deportato, rinchiuso e ucciso vittime innocenti ed indifese, e stava fuggendo dal suo Paese e dalle sue responsabilità. L’efferatezza dell’esecuzione è sempre riprovevole, ma il contesto purtroppo non ha consentito di fare altrimenti. Certo i partigiani avrebbero voluto volentirei non combattere quella guerra e non sono stati loro a volerla. Il contesto di quelle ore è ben espresso da Concetto Marchesi in una lettera inviata proprio a Giovanni Gentile prima della sua morte. Se la legga!
La frase più esilarante dell’articolo è che vi erano partigiani che combattevano per instaurare un’altra dittatura. Infatti questi “cattivoni” si sono seduti nell’Assemblea Costituente e hanno contribuito a scrivere la Costituzione Italiana grazie alla quale lei ha potuto scrivere il suo articolo.
Il sig. Corrado definisce nostalgismi aridi e antistorici quelli che noi definiamo MEMORIA e questa ci impedisce di fare un patto generazionale con lei e con quelli come lei.
Egregio sig. Corrado un patto generazionale si fa su basi solide dettate innanzitutto dalla Costituzione e non su colpi di spugna o ancora peggio su “scurdammece o passato“. Un paese senza memoria non può avere futuro e questo vale per ciascuno di noi, proprio per evitare di ripetere gli stessi errori.
Anche Papa Francesco (noto comunista!!) richiama il dovere della memoria in occasione dell’anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau: “Davanti a questa immane tragedia, a questa atrocità, non è ammissibile l’indifferenza ed è doverosa la memoria. Domani siamo tutti invitati a fare un momento di preghiera e di raccoglimento, dicendo ciascuno nel proprio cuore: MAI PIU’!“. E se lo ricordi anche lei.
Fortunatamente ci sono giovani con una sensibilità diversa dalla sua che vivono la vita con minor astio perchè sono consapevoli di vivere in un paese in cui la MEMORIA è salvaguardata. Con loro non abbiamo bisogno di stringere alcun patto perchè abbiamo i valori della Costituzione che ci uniscono anche davanti a profonde diversità di vedute, come è giusto che sia tra generazioni diverse.
Concludo dicendo che non mi sono meravigliato dei like che ha ricevuto e di qualche entusiastico commento anche da qualcuno che si dichiara di sinistra. Ho imparato a conoscere molto bene il tessuto sociale di questa nostra città e la sua condizione da anni è sotto gli occhi di tutti. Altro che patto generazionale!
Pontecagnano Faiano, 27 aprile 2020